giovedì 30 aprile 2020

Viva il 1° Maggio


Quest’anno dobbiamo raccontare di un 1°maggio non solo visto, di consuetudine, come la festa del lavoro e dei Lavoratori, dobbiamo raccontare, purtroppo, di un 1°maggio che , dopo un anno, da quello del 2019, raccoglie sconfitte, soprusi, morte.
Il Governo del nostro Paese che, fino a circa un anno fa mortificava una larghissima parte degli Italiani, con gli atteggiamenti e gli intrallazzi di un ministro degli Interni che faceva feste al Papeete scolando “mojto”, che faceva scorazzare il figlio sulle moto d’acqua della Polizia di Stato, che deteneva, per decine di giorni, su navi della Marina Italiana, equipaggio e immigrati, che, Crocifisso alla mano, invocava il “vade retro” ai Musulmani , che vietava “gli assembramenti” in piazza, che chiedeva voti ai Calabresi ed ai Napoletani che fino a quel momento aveva solo insultato, che causava la crisi di Governo di cui egli stesso era ministro. Siamo passati da quel governo, a questo attuale che, paradosso dei paradossi, non contestiamo più , poiché qualunque giustificata rivendicazione che il vero popolo della sinistra potrebbe fare, in temi come l’immigrazione, la privatizzazione della sanità e della scuola, la precarietà del lavoro, le folli spese militari, comporterebbe una voce in più utilizzata, appunto come contrasto al Governo, dalla becera opposizione, fascista , razzista e populista, che siede in Parlamento.  
Oltre 100 crisi aziendali dimenticate, precarietà, caporalato, dipingono il nostro Paese di un grigio indelebile.
Migliaia di Lavoratori della Sanità, ricercatori, medici, infermieri, operatori vari, addetti al mantenimento della pulizia e dell’igiene, alla logistica, agli addetti alle mense ed alla ristorazione, un esercito di precari, sotto pagati, di cui, moltissimi hanno rimesso la vita in quest’emergenza, un esercito di precari, di precari, di precari, a poco più di 1000 euro al mese, che oggi chiamiamo eroi  e che domani avremo già dimenticati.
Che festa dei Lavoratori è questa ? Che festa del Lavoro sarà per quelle famiglie che hanno visto morire, in un solo anno, oltre 5000 congiunti , di un male incredibilmente feroce come il mesioteloma pleurico causato da esposizioni all’ AMIANTO  per anni nei luoghi di lavoro.
Che festa dei Lavoratori è questa se, nel corso degli anni, abbiamo permesso che, oggi, un amministratore delegato ha uno stipendio medio di 849.300 euro lordi nel 2018, una cifra fino a 114 volte più pesante rispetto a quella di un suo dipendente . Nel caso specifico di  Carlo Cimbri , AD di Unipol, il rapporto sale a 263 !!! ( Report Mediobanca 2018 ) .
Infine, che festa dei Lavoratori è, questa del 2020, se questo clima ha contribuito a diffondere divisioni, ingratitudine, intolleranza anche tra i Lavoratori stessi. L’ apatìa alle lotte sociali e l’illusione di effimere conquiste, fatte, invece, sulla pelle e sui sacrifici di  veri combattenti da trincea. Questa povertà, principalmente di animo, purtroppo diffusa anche nel nostro territorio, contribuirà, ancora di più, a dare una mano ad imprenditori truffaldini ed a speculatori seriali, pronti a ringraziare ingrati  e sprovveduti  ex “compagni” (qualora lo fossero mai stati ) di lotta !

W , comunque e sempre, il 1° Maggio

Viva il 1° Maggio


Quest’anno dobbiamo raccontare di un 1°maggio non solo visto, di consuetudine, come la festa del lavoro e dei Lavoratori, dobbiamo raccontare, purtroppo, di un 1°maggio che , dopo un anno, da quello del 2019, raccoglie sconfitte, soprusi, morte.
Il Governo del nostro Paese che, fino a circa un anno fa mortificava una larghissima parte degli Italiani, con gli atteggiamenti e gli intrallazzi di un ministro degli Interni che faceva feste al Papeete scolando “mojto”, che faceva scorazzare il figlio sulle moto d’acqua della Polizia di Stato, che deteneva, per decine di giorni, su navi della Marina Italiana, equipaggio e immigrati, che, Crocifisso alla mano, invocava il “vade retro” ai Musulmani , che vietava “gli assembramenti” in piazza, che chiedeva voti ai Calabresi ed ai Napoletani che fino a quel momento aveva solo insultato, che causava la crisi di Governo di cui egli stesso era ministro. Siamo passati da quel governo, a questo attuale che, paradosso dei paradossi, non contestiamo più , poiché qualunque giustificata rivendicazione che il vero popolo della sinistra potrebbe fare, in temi come l’immigrazione, la privatizzazione della sanità e della scuola, la precarietà del lavoro, le folli spese militari, comporterebbe una voce in più utilizzata, appunto come contrasto al Governo, dalla becera opposizione, fascista , razzista e populista, che siede in Parlamento.  
Oltre 100 crisi aziendali dimenticate, precarietà, caporalato, dipingono il nostro Paese di un grigio indelebile.
Migliaia di Lavoratori della Sanità, ricercatori, medici, infermieri, operatori vari, addetti al mantenimento della pulizia e dell’igiene, alla logistica, agli addetti alle mense ed alla ristorazione, un esercito di precari, sotto pagati, di cui, moltissimi hanno rimesso la vita in quest’emergenza, un esercito di precari, di precari, di precari, a poco più di 1000 euro al mese, che oggi chiamiamo eroi  e che domani avremo già dimenticati.
Che festa dei Lavoratori è questa ? Che festa del Lavoro sarà per quelle famiglie che hanno visto morire, in un solo anno, oltre 5000 congiunti , di un male incredibilmente feroce come il mesioteloma pleurico causato da esposizioni all’ AMIANTO  per anni nei luoghi di lavoro.
Che festa dei Lavoratori è questa se, nel corso degli anni, abbiamo permesso che, oggi, un amministratore delegato ha uno stipendio medio di 849.300 euro lordi nel 2018, una cifra fino a 114 volte più pesante rispetto a quella di un suo dipendente . Nel caso specifico di  Carlo Cimbri , AD di Unipol, il rapporto sale a 263 !!! ( Report Mediobanca 2018 ) .
Infine, che festa dei Lavoratori è, questa del 2020, se questo clima ha contribuito a diffondere divisioni, ingratitudine, intolleranza anche tra i Lavoratori stessi. L’apatìa alle lotte sociali e l’illusione di effimere conquiste, fatte, invece, sulla pelle e sui sacrifici di  veri combattenti da trincea. Questa povertà, principalmente di animo, purtroppo diffusa anche nel nostro territorio, contribuirà, ancora di più, a dare una mano ad imprenditori truffaldini ed a speculatori seriali, pronti a ringraziare ingrati  e sprovveduti  ex “compagni”(qualora lo fossero mai stati) di lotta !
W , comunque e sempre, il 1° Maggio

venerdì 24 aprile 2020

ORA E SEMPRE RESISTENZA ! W IL 25 APRILE !

 Voglio raccontarvi una storia vera, una storia di Resistenza, di Coraggio, di Altruismo, di Abnegazione, di Sacrificio, di Amore.
Il centro Città della Napoli storica, via Toledo, giù dai quartieri spagnoli, a due passi tra piazza Carità e piazza Dante. Tra queste due piazze, nel “centro” più popolare e popoloso del centro storico, si trova “ la Pignasecca”, un nugolo di vicoli, di “bassi”, di pescivendoli, di “puteche” che vendono di tutto. Un brulicare di donne e di uomini che da sempre si  mischiano con le donne e gli uomini dei “quartieri alti”, il Vomero,  che raggiungono “ ‘e puteche da Pignasecca” ,per comprare a buon prezzo, utilizzando la Funicolare di Montesanto che collega la collina ed il centro storico in soli tre minuti !
Una strada , parallela alla via Portamedina alla Pignasecca, è la via San Liborio. Una strada a me molto cara, semplicemente perché ci sono nato, in una casa al 5° piano del numero civico 23.  La via San Liborio, viene descritta da un grandissimo Eduardo De Filippo nella sua incommensurabile “Filumena Marturano”. Siamo nell’estate del ’43, precisamente il 9 settembre , anche a Napoli viene affisso il seguente comunicato :
La Repubblica sociale chiama alle armi i giovani delle classi 1923, 1924 e 1925; per chi non si presenta, così come per i militari in forza l’8 settembre, è previsto: pena di morte e rappresaglie contro le famiglie.
“I giovani dai 18 ai 20 anni sono chiamati alle armi per entrare nel nuovo esercito della Repubblica Sociale. Il bando è apparso stamani sui quotidiani e comincia a vedersi nei manifesti affissi sui muri delle città. Non ha firma, ma è attribuito al maresciallo Graziani, ministro della difesa nazionale. Verrà chiamato “bando Graziani”. Con una minaccia mai apparsa in precedenza, né in Italia né altrove, il testo fa capire la generale situazione: “In caso di mancata presentazione dei militari soggetti alla predetta chiamata, oltre alle pene stabilite dalle vigenti disposizioni del codice militare di guerra, saranno presi immediati provvedimenti anche a carico dei capi famiglia”. Tra qualche mese la minaccia sarà aggravata: contro i renitenti alla leva, cioè i giovani delle classi 1923-1924-1925, e i “disertori”, cioè gli ex militari che non si ripresentano ai loro reparti, c’è la pena di morte; e in molti casi la pena sarà eseguita.”
Il civico 23 della via San Liborio è un enorme palazzo di architettura spagnola. E' formato da 6 piani, oltre il livello terra e di altri  4 piani sotto il livello strada, un vero rifugio che si collega con i cunicoli della Napoli sotterranea.
I giovani Napoletani non si presentano ai comandi nazi-fascisti e trovano riparo in quel rifugio naturale, dove, di fatto, stava nascendo quella che diventerà l’insurrezione popolare passata alla Storia come le Quattro giornate di Napoli.
Ma il rifugio sotterraneo, in breve tempo, diventa saturo, c’è bisogno di altri spazi, sicuri, perché in quei giorni squadracce fasciste, conducono i militari tedeschi in quei luoghi, più o meno conosciuti. Il rischio è altissimo, fucilazione immediata.
Si pensa allora di far salire quei giovani ai piani fuori terra, ai piani alti, liberando in parte  “ i rifugi” .  Ma le squadracce nazi-fasciste entrano anche nelle case, e se trovano quei giovani e chi li protegge, non c’è pietà, esecuzioni in massa, immediata, nella stessa strada !
Ma i fascisti ed i nazisti non hanno fatto i conti con Napoli ed i Napoletani. In breve tempo, alcune camere degli appartamenti, in quel di Via San Liborio, vengono letteralmente murate ed all’interno, con sistemi di areazione improvvisati e uscite di “servizio”, ospitano decine di giovani, che aspetteranno solo qualche giorno, il tempo di organizzarsi, di far circolare la notizia di tempi e luoghi, per un’azione sincronizzata in tutta la Città.  Grande Coraggio e determinazione del Popolo Napoletano.
“Quando i napoletani decidono di insorgere contro gli occupanti nazisti, il popolo è stremato da anni di guerra, da privazioni, dalla fame e dalla carestia: tra il 1940 e il 1943, inoltre, Napoli è oggetto di pesanti bombardamenti da parte degli Alleati. La scintilla che accende la rivolta, appunto, il 27 settembre del '43: nel corso di una retata tedesca vengono catturati migliaia di napoletani; centinaia di uomini, così, si armano e danno vita all'insurrezione. Uno dei primi scontri tra i napoletani e i tedeschi avvenne al Vomero, quartiere collinare della città, dove gli insorti arrestarono una vettura nazista, uccidendo il maresciallo alla guida. Sempre al Vomero, i napoletani assaltarono l'armeria di Castel Sant'Elmo e, al termine della prima giornata di scontri, anche gli arsenali delle caserme di via Foria e via Carbonara.”
“Dal 27 al 30 settembre del 1943 i cittadini di Partenope insorsero e, con coraggio e determinazione, da soli cacciarono via le truppe naziste. Quando, il primo ottobre, gli Alleati fecero il loro ingresso in città, la trovarono sì devastata, ma già liberata: Napoli divenne così la prima città in tutta l'Europa occupata a cacciare via i soldati del Terzo Reich. L'intera città, inoltre, è stata insignita della medaglia d'oro al valore militare”.
Ancora oggi i valori della Resistenza, e quelle date del 27 ottobre del ’43 e del 25 aprile del ’45, mi sono sacre ( dette da un ateo sembra un paradosso ) !
La voglia di Resistenza, dalla più “sacra”, appena descritta a quella che cerca di contrastare gli egoismi della nostra società contemporanea, che si schiera nella difesa dei diritti di tutte e di tutti, che sfida i sedicenti “potenti” imprenditori e speculatori , ad esempio nella questione Novaceta, nel nostro territorio, ha visto, ormai da molti anni, il Movimento Popolare Dignità e Lavoro sempre in prima linea. Quest'anno non ci sarà la manifestazione magentina, ma noi ci saremo lo stesso, virtualmente e col cuore, nelle strade, ad onorare  i Partigiani di questo territorio con uno spirito di fratellanza che oggi, una becera politica vorrebbe distruggere.
RESISTENZA SEMPRE  ! 
Mario De Luca