
giovedì 28 gennaio 2016
venerdì 22 gennaio 2016
Una vergogna magentina a 360 °
Al netto delle polemiche
che sono scoppiate su FB tra vecchi e nuovi amministratori della Città
di Magenta, ci teniamo,come Movimento Popolare Dignità e Lavoro,
avendone titolo in forza dei 7anni di presidio e di lotte, a fare alcune
precisazioni al fine di integrare l'informazione ai cittadini.
Abbiamo letto, con attenzione gli
articoli pubblicati su “l’Altomilanese”
di venerdì 15 gennaio u.s. e fa piacere che, finalmente, dopo circa
sette anni (c’è la denuncia del Movimento
Popolare Dignità e Lavoro datata giugno
2009) si ricorda che “ l
‘area (adesso ) vale oro”.
Lo stabilimento è stato chiuso proprio perché le proprietà avevano intenzione
di speculare su quelle aree che valevano oro, ma già dall’anno 2000, e poi con
gli accordi tra società (Snia e Novaceta) , e poi con
l’avvento degli immobiliaristi del gruppo Cimatti nel 2002, e poi con
l’acquisizione da parte di Unicredit nel 2005, poi con gli specialisti delle
finte crisi industriali ( lo stesso Cimatti ed il gruppo di Lettieri ) per arrivare
appunto alla fermata degli impianti nel 2009 ed
alla chiusura totale dello stabilimento. Cose che avevamo detto e
“certificato“ noi e ribadito ufficialmente dalla Procura milanese, oggi, con
una ventina di soggetti rinviati a giudizio per bancarotta fraudolenta.
Anche se il Movimento Popolare Dignità e Lavoro ha
tenuta alta l’attenzione dell’intera vicenda per questi ultimi sette anni (ed
ancora da prima), è vero, invece, che la stampa cittadina, pur riportando le
segnalazioni che avvenivano unicamente dal gruppo movimentista magentino, non
ha mai ritenuto opportuno sottolineare come questa battaglia fosse stata
snobbata da tutte le forze politiche ed istituzionali del territorio e che tale
battaglia, di verità e di civiltà, fosse combattuta da un movimento di
cittadini, pur politico, che, anche per i motivi indicati, è stato costretto ad
essere palesemente in conflitto con la
precedente amministrazione magentina e con quella attuale.
Ma oggi, nel 2016, i nodi
finalmente sono venuti al pettine. Ci si ricorda che i terreni “valgono oro”, che la speculazione
edilizia passa per la crescita degli indici volumetrici ( da 0,30 ad 1 !!! ) , e che tutta l’area è centrale,
rispetto al territorio, ed è di gran pregio.
Ciò che ci fa letteralmente
imbestialire, e dovrebbe suscitare lo stesso sentimento a gran parte dei
magentini, è la superficialità con cui l’attuale amministrazione cerca di
mascherare altre verità ed altre magagne. Abbiamo, quindi, il dovere di
precisare che :
1.
Ad oggi, tutta l’area, i 216.000
m2 sono già
“industriali”, grazie ad una mozione del febbraio 2004 presentata in consiglio
comunale dall’allora consigliere Mario De Luca ed approvata (
dicono… all’unanimità )
2.
Se si vuole dire che dei 216.000 m2 , una parte,
cioè i 45.000 m2
(“pregiati”) sono liberi, anche questa notizia e perlomeno fuorviante. Quei 45.000 m2, durante il
secondo mandato della Giunta Del Gobbo, furono, dall’allora consiglio comunale,
di cui fanno parte ancora oggi molti esponenti ( di maggioranza e di opposizione ) , oggetto di una delibera
che prevedeva il cambio di destinazione d’uso e su cui era possibile
l’insediamento urbanistico (si parlava
di attività ricettive, alberghi, etc..). Fu proprio il Movimento Popolare Dignità e Lavoro che, con una petizione
popolare, e con un’osservazione accompagnata da 600 firme,
ottenne che, se quelle aree, su cui comunque non era insediata alcuna attività
industriale riconducibile alla produzione di Novaceta, fosse esteso un nuovo
vincolo che prevedeva ( e prevede ancora ) di dover mantenere integre alcune
aree di servitù, in particolare, i passaggi del metanodotto, dell’elettrodotto
e di sette pozzi di emungimento acqua. Ora, siccome quelle infrastrutture sono
interrate a meno di 1,5
metri di profondità, fino a nuova delibera comunale, che
annullerebbe quella precdente, non è possibile costruire un bel niente. Se,
quelle, infrastrutture fossero state nel frattempo smantellate e rimosse,
sarebbe stato commesso un gravissimo illecito di cui qualcuno ne dovrà
rispondere.
3.
L’area Cral, 14.000
m2, diventerà un Parco. Benissimo, ma perché non si
dice che, se davvero quell’area diventerà Parco Pubblico, il merito è esclusivamente del Movimento Popolare Dignità e Lavoro
che l’ha richiesto nel corso dell’assemblea pubblica del 9 ottobre del 2013 e
che ha raccolto, tramite una petizione
popolare, oltre 2000 firme di
cittadini del territorio a cui deve andare tutto il ringraziamento possibile.
Se il Movimento, non avesse fatto tutti i passaggi di cui sopra, se non fosse
nata l’Associazione Ri-Parco Bene Comune, se i militanti del Movimento
non avessero dimostrato, con il proprio lavoro, di aver bonificato, pulito e
reso fruibile, da tutti, quell’area, oggi, col cavolo che Unicredit ( ammesso
che ci sia già nero su bianco ) avrebbe concesso quell’area all’Amministrazione
Comunale di turno !!! Ed ancora, sarebbe un fatto ignobile, visto da qualunque
angolazione, se Unicredit ed Amministrazione Comunale si fossero accordati sul
futuro dell’intera area utilizzando come merce di contrattazione l’area Cral,
sarebbe un fatto grave ed ignobile !
L’area Cral
deve diventare Parco Pubblico a
prescidere da qualsiasi accordo. Deve
diventare
Parco Pubblico poiché lo era già, di fatto, dal 1924. Deve diventare Parco
Pubblico
poiché abbandonato al degrado più assoluto da oltre sette anni. Deve diventare
Parco Pubblico
perché lo chiedono 2000 cittadini. Deve diventare Parco Pubblico poiché lo
prevede la
nostra Costituzione agli articoli 41 e
42 . Deve diventare Parco Pubblico poiché
altre
amministrazioni comunali, ad esempio Milano e Napoli, applicando la Legge, hanno
rese pubbliche
aree private abbandonate e lasciate al degrado. Quindi, su quelle aree, non
dovrà esserci
alcun accordo. Pubbliche e basta, da sottrarre ad Unicredit !
4.
L’Assessore
Salvaggio, continua a dare una notizia, sempre la stessa, ormai da tre
anni. Ma
badate bene che, ciò non è indice di
coerenza , ma dell’esatto contrario. Sempre durante
l’assemblea pubblica dell’ottobre 2013 ,
l’Assessore Salvaggio dichiarava che Unicredit
aveva speso 8 milioni di euro per
bonificare l’amianto all’interno delle ex attività produttive
di Novaceta e
che ne avrebbe spesi ulteriori due milioni entro il dicembre 2013 ultimando,
così, lo smaltimento amianto. Ad oggi , invece, al di là che 8 + 2 = 10 ( e
Salvaggio continua a parlare di 8 ) , al di la che la presunta rimozione
dell’amianto non è terminata nel dicembre del 2013 ma ( ancora sottolineiamo presunta
) almeno due anni dopo, al di là che la bonifica vera e propria dell’area
Snia e Novaceta non è stata mai fatta e nemmeno mai pensata, al di là che
proprio a ridosso dei 45.000
m2 ( che la
Giunta prevede come edificabili ) esiste, ad oggi, una mega
concentrazione di amianto ( la centrale termoelettrica ) di cui nessuno,
nemmeno l’attuale proprietà, vuole farsene carico, al di là di tutto questo,
l’Assessore Salvaggio NON PUO’ continuare a dire che “ Unicredit ci è venuta incontro, spendendo 8 milioni di euro per
la bonifica dell’amianto “. La verità è che Unicredit, ha rilevato le aree
Novaceta nel 2005 quando lo Stabilimento produceva 14.000 tonnellate di filato
ogni anno, esportandolo in tutto il mondo, con un fatturato di 80 milioni di euro. Unicredit ha tolto il lavoro
ed il reddito ai dipendenti Novaceta. Unicredit, per assecondare l’ingordigia
di pochi ( le sue e quelle degli altri amministratori, oggi a processo ) , ha
mandato sul lastrico 400 famiglie di magentini. Poiché, per chi non l’avesse
ancora capito, fatturare 80 milioni di euro / anno, significa solo un piccolo
divivendo per gli azionisti, mentre chiudere tutto avrebbe garantito, agli
stessi, molte decine di milioni di euro SUBITO !
5. Il Movimento
Popolare Dignità e Lavoro non si è “limitato” a denunciare ogni tentativo
di speculazione sull'area ma ha provveduto anche a elaborare un progetto di
parziale valorizzazione e riutilizzo dell'area (quella
sospetta di prossime speculazioni e quella ignorata della Centrale Termica) e delle infrastrutture in essa presenti (dalla
Centrale Termoelettrica ai locali ex Mensa per finire al metanodotto,
elettrodotto ecc.), ovviamente dopo bonifica. Per la Centrale Termica,
già nell'incontro pubblico del 2013, avevamo anticipato il progetto di
trasformazione in Museo Tecnologico. Il Progetto, integrato da ulteriori
proposte e da una previsione di nuova occupazione, è stato presentato
ufficialmente al Comune come contributo al nuovo PGT.
Vorremo infine, nell’interesse di
tutti, sapere, dall’Egregio Direttore di “l’Altomilanese” , dalle informazioni
che Egli ha raccolto, se, e come, Unicredit è banca vicina al PD, ovvero se lo
è solo a livello nazionale oppure, secondo l’Egregio Direttore, se lo è anche a
livello locale.
Movivento Popolare Dignità e Lavoro
venerdì 1 gennaio 2016
PER LA COSTITUZIONE
BUON ANNO A TUTTI DAL MOVIMENTO POPOLARE DIGNITA' E LAVORO !
Il 1 gennaio 1948 entrava in vigore la Costituzione della Repubblica Italiana.
Iniziamo il nuovo anno occupandoci della sua difesa. La Costituzione Repubblicana, nostro fondamento e primo bene comune, in gran parte mai applicata, sta subendo una pesante manomissione ad opera di pretesi "riformatori".
Nei prossimi mesi saremo chiamati ad esprimerci in un referendum confermativo su queste loro "riforme": è tempo di attrezzarci per decidere in piena coscienza come votare e difenderla.
Vai al link:
Il 1 gennaio 1948 entrava in vigore la Costituzione della Repubblica Italiana.
Iniziamo il nuovo anno occupandoci della sua difesa. La Costituzione Repubblicana, nostro fondamento e primo bene comune, in gran parte mai applicata, sta subendo una pesante manomissione ad opera di pretesi "riformatori".
Nei prossimi mesi saremo chiamati ad esprimerci in un referendum confermativo su queste loro "riforme": è tempo di attrezzarci per decidere in piena coscienza come votare e difenderla.
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IN DIFESA DELLA COSTITUZIONE
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