Segnalo, di seguito, un articolo, di qualche mese fa, apparso sulla cronaca locale di un giornale marchigiano. Siamo sull'appennino pesarese, un piccolissimo comune, Isola del Piano, al confine con un altrettanto piccolo paese arrampicato a circa 500 m.s.l.m, Montefelcino. Eppure in questo sconosciuto scorcio d'Italia ci sono state infiltrazioni della criminalità organizzata. Mai l'avrei immaginato. Anche in questo caso, organizzazioni di volontari, tra tantissime difficoltà, cercano di dare senso e dignità ad un luogo bellissimo ma, evidentemente trascurato dalle istituzioni locali e nazionali. Non ci sono differenze tra i vari "stadi" della criminalità. La criminalità è tale nel momento in cui è stata creata, svelata, appurata, condannata. La criminalità non è solo quella delle organizzazioni mafiose, la criminalità è anche quella dei colletti bianchi, degli imprenditori senza scrupoli, dei politici corrotti e collusi. La criminalità è quella che assistiamo quotidianamente, è quella che distrugge l'ambiente, è quella che mira a togliere la speranza di un mondo migliore.
Mario De Luca
Beni confiscati, sui terreni di Isola del Piano sottratti alla
criminalità organizzata cresce la legalità
La fattoria della legalità di Isola del Piano
Mario De Luca
Beni confiscati, sui terreni di Isola del Piano sottratti alla criminalità organizzata cresce la legalità
di GIORGIO PINOTTI
foto e video di SIMONA DESOLE e ENRICO FORZINETTI
La strada per arrivarci si arrampica sulle colline, la
casa è isolata, le altre sono lontane e si perdono nel paesaggio. In questo
casale nel nord delle Marche, vicino al piccolo paese di Isola
del Piano, aveva deciso di portare la sua famiglia Ruggero Cantoni. L’uomo gestiva un’organizzazione
criminale nel Nord Italia, in provincia di Lecco: droga, estorsioni e
prostituzione. Dopo la confisca, il casolare e il terreno sono stati
trasformati in una “Fattoria della Legalità”.
La storia. Ruggero Cantoni compra la casa di
Isola del Piano negli anni Ottanta e si trasferisce con la famiglia, compra
anche una trentina di ettari di terreno e il ristorante, La cometa, nel vicino comune di Montefelcino. Il capobanda è di origine calabrese,
non è mai stato provato che avesse legami con la criminalità organizzate, ma
secondo i magistrati, difficilmente avrebbe potuto mettere in piedi simili
attività criminali, senza un accordo con le ‘Ndrine della sua regione.
Cantoni si dà arie da grande imprenditore, in paese è
molto considerato, anche perché inizia a ristrutturare casa e i lavori li fa
fare a gente del posto. Costruisce dei rustici, muri di cinta e una terrazza
verandata che circonda la casa al primo piano. I lavori, oltre ad essere di pessimo
gusto, sono abusivi. Nessuno sospetta che dietro l’imprenditore si nasconda un
criminale, anche se pare ci siano stati episodi sospetti, sembra addirittura
che alcune persone siano state portate a Isola del piano e tenute sotto
minaccia nel casale, per intimidirle.
Di certo Cantoni si rifiuta di pagare le bollette della
luce e quando l’Enel manda un tecnico per staccargli il contatore, lui lo
invita a entrare, ma nel giardino girano liberi sei rottweiler. Cantoni, si
offre anche di donare alla chiesa di Castelgagliardo una nuova campana: il parroco
la fa fare, ma non vedrà mai un soldo anche perché Cantoni viene arrestato.
Siamo alla fine degli anni Novanta, la casa viene circonda dai carabinieri, il
boss sa di essere perduto, porta un materasso nel salotto e gli dà fuoco, vuole
incendiare la casa, perché non cada nelle mani dello Stato. Il tentativo
fallisce, Cantoni viene arrestato e
i beni vengono sequestrati.
La confisca, i litigi tra politici e
l’assegnazione. La confisca definitiva è del 2006, i beni vanno
al Demanio: non esisteva ancora l’agenzia che si occupa dei beni sottratti alla
mala. Ai due Comuni su cui si trovano le proprietà viene proposta la gestione
dei beni: Montefelcino rifiuta e la maggior parte del terreno e il ristorante
vengono venduti all’asta, all’epoca era ancora possibile farlo, oggi no, per
evitare che siano ricomprati dai proprietari grazie a prestanome. Isola del
Piano invece accetta, anche perché l’attuale sindaco, allora membro del
consiglio comunale, Giuseppe
Paolini, si impunta. Il demanio sulla base di un progetto per
una casa per famiglie disagiate assegna l’edificio e i terreni al Comune. Nel
frattempo Paolini litiga con la giunta e il progetto rimane fermo: c’è una
gestione poco accorta del bene, tanto che spariscono una sessantina di ulivi
dai terreni. Si trattava di piante grandi e quindi di un certo valore. Nel 2010
Paolini diventa sindaco di Isola e riprende in mano il progetto.
La struttura della Fattoria della Legalità. L’edificio è stato
confiscato a Ruggero Cantoni nel 2006. L’uomo gestiva un’organizzazione
criminale nel Nord Italia, in provincia di Lecco. Dal 2015 il bene è gestito da
Libera
Le associazioni in campo. L’amministratore chiede aiuto
a Libera,
che sul territorio non ha ancora
una sua rete. Nasce il coordinamento
provinciale dell’associazione, proprio per seguire questo progetto. Nel
frattempo è nata l’Agenzia beni confiscati e il Comune chiede una nuova
assegnazione con un nuovo progetto: viene concessa. Da questo momento il bene
viene gestito con l’aiuto di Libera, che organizza le attività. La prima
iniziativa è dell’estate 2011: un campo estivo per ripulire il casale e fare
piccoli lavoretti di sistemazione. Da allora nella proprietà sono stati
realizzati diversi progetti con le scuole, di tipo sociale e
per sensibilizzare i ragazzi del territorio sul tema legalità.
Le attività principali sono nel periodo estivo, sono stati
organizzati campi scuola da Libera con la collaborazione di altre associazioni
del luogo e progetti con le scuole. Nel 2015 il Comune di Isola del Piano fa un
bando per l’assegnazione del bene che fino a quel momento aveva gestito
direttamente. Libera partecipa alla gara e vince con un progetto impostato
sulla continuità con le iniziative precedenti. Il bene viene assegnato
all’associazione “Fattoria della legalità”.
I progetti della fattoria della legalità. L’associazione
sta lavorando per il futuro di questo immobile che viene chiamato Fattoria della legalità. “La struttura ha bisogno di
alcuni interventi: in particolare il tetto deve essere rifatto e servono nuovi
impianti – spiega Michele
Altomeni, referente di Libera sul territorio – Il problema sono
i soldi, la nostra associazione sta preparando una campagna per raccoglier
fondi e delle attività di autofinanziamento. Inoltre chiederà aiuto alla
Regione, almeno per i lavori più urgenti, come il tetto. Libera manterrà vive
le attività che si sono svolte fino a ora e cercherà di farne di nuove”.
Le attività di Libera Marche
Alla fattoria lavorano 15 volontari, “ma quando ci sono
gli eventi tutto il paese si impegna”, spiega Altomeni.
L’associazione riceve anche l’aiuto di alcuni detenuti che collaborano ai
lavori. Infatti, grazie a un accordo col carcere di Pesaro, ad alcuni detenuti
viene permesso di fare i volontari a Isola del Piano.