DOMENICA 11 SETTEMBRE E' VENUTO A TROVARCI AL RI-PARCO
"BENE COMUNE" DI VIALE PIEMONTE UN DIRIGENTE NOVACETA CHE HA VOLUTO
RACCONTARCI, IN ESCLUSIVA, LE SUE EMOZIONI E PARTE DEL SUO VISSUTO, A SEGUITO
DELLA CHIUSURA DELLA FABBRICA, FATTO, CHE L'HA COSTRETTO A VIVERE LONTANO DAL
NOSTRO PAESE PER MOLTI ANNI.
CI HA PARTICOLARMENTE IMPRESSIONATO IL MODO CON CUI HA
RACCONTATO LA SUA ESPERIENZA.
QUESTO SCRITTO E' DEDICATO ANCHE A CHI, IN TUTTI QUESTI
ANNI, HA RITENUTO LA VICENDA NOVACETA "UN FATTO NORMALE" , COME
NORMALE FOSSE TOGLIERE IL LAVORO E LA DIGNITA' ALLE PERSONE. ANCORA OGGI, SU
CERTA STAMPA, SI LEGGE CHE IL MOVIMENTO POPOLARE DIGNITA' E LAVORO, HA NEL SUO
PROGRAMMA ESCLUSIVAMENTE QUESTA VICENDA, IGNORANDO CHE LAVORO E DIRITTI SONO LA
PRIORITA' ASSOLUTA IN UNA SOCIETA' IMBASTARDITA DA INTERESSI PERSONALI,
EGOISMO, DELINQUENZA, IGNORANZA.
LA VICENDA NOVACETA LASCIA ANCHE UNA PESANTISSIMA EREDITA'
DI INQUINAMENTO AMBIENTALE, ED ANCHE QUESTO SI IGNORA O, PIU' COLPEVOLMENTE ,
SI FINGE D'IGNORARE. ANCHE L'AMBIENTE, L'INQUINAMENTO DEL NOSTRO TERRITORIO, LA
SALUTE DEI CITTADINI, SONO PRIORITA' A CUI IL NOSTRO MOVIMENTO NON HA VOLUTO
SOTTRARSI AVVIANDO PROCEDURE LEGALI DI CUI SE NE E' ASSUNTO OGNI
RESPONSABILITA'. SIAMO ANCHE CONVINTI CHE, EGOISMO ED IGNORANZA REGNANO NELLA
NOSTRA SOCIETA' ANCHE A CAUSA DI UNA SCUOLA PUBBLICA SEMPRE PIU' GHETTIZZATA ED
UMILIATA DA CONTINUI PROVVEDIMENTI
LEGISLATIVI.
CI PERMETTIAMO DI SEGUIRE QUESTI TEMI . SCUSATE SE E’ POCO !
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Sono pensionato, ho sessantasette anni. Lavorai alla
Novaceta dal 1997 al 2005. Diventai il Responsabile vendite Extra Europa, dopo
due anni passati in staff con altro dirigente. Nel 2005 fui epurato dalle
truppe occupanti, composte di speculatori immobiliaristi e dai loro complici.
La Novaceta non morì di morte naturale, fu assassinata. Volendo immaginare
umana la morte della Novaceta, possiamo immaginarci il garrote, in
considerazione della crudele lentezza oppure lenta crudeltà dell’esecuzione.
Inizialmente – nel 2003 - menzogne, funambolismi logici,
le vittime non dovevano capire troppo presto.
E le vittime, cioè noi e le nostre famiglie, effettivamente non
capivano. Azzardavamo anche qualche sarcasmo, tra noi, chiamandoli “dilettanti
allo sbaraglio”. Ma a essere sbaragliati saremmo stati noi. Loro erano
dilettanti del tessile, ma professionisti della distruzione di aziende per
scopi immobiliari. La nostra era un’azienda che avrebbe avuto ancora molto da
dire e da dare, produttivamente e commercialmente. Una grande varietà di
prodotti, un nome consolidato in decenni di lavoro, prodotti speciali che erano
invidiati da tutta la concorrenza.
Il nuovo management era un incubo. Oltretutto al danno
d’essere esautorati e umiliati si aggiungeva – per noi - anche la beffa di
dover subire l’arroganza, la prepotenza. I nuovi capi predicavano austerità e
poi ordinavano – per sé - BMW X5 e le parcheggiavano in sosta vietata. A ognuno
il proprio stile.
Purtroppo ci furono anche quelli – fra i colleghi - che
corsero in soccorso al vincitore, vendendosi l’anima. Forse fu un buon affare,
in considerazione del poco valore di quelle anime. Entro certi limiti, in certe
percentuali, il collaborazionismo é un fenomeno fisiologico, quindi normale.
Purtroppo è ugualmente disgustoso.
Vorrei fosse vero che “il delitto non paga”, per il
momento sembra che se anche paga, paga male e lentamente. Ma questo grazie a
Mario De Luca e i suoi amici che si sono battuti leoninamente, rendendo la vita
difficile agli usurpatori. Continuano a farlo. I 220.000 metri quadrati, il
bottino degli “imprenditori” è stato acquistato da una grande banca.
Probabilmente si tratta di un investimento che le banche considerano a lungo
termine, nella speranza o nella convinzione che le acque si calmeranno. Forse
ignorano che le “acque” Novaceta sono piene di amianto e di altri inquinanti.
Peccato per loro che ad agitare queste acque ci sarà sempre Mario De Luca. Per
il momento al posto dei ricchi profitti hanno raccolto avvisi di garanzia e
imputazioni.
Adesso la parola spetterebbe alla magistratura; speriamo
bene. Ma Mario e i suoi, tutto il Movimento Popolare Dignità e Lavoro, tanto
per tenersi in allenamento, si sono dedicati alla conquista del vecchio Cral
Novaceta. Un luogo vasto, con enormi alberi, campi da tennis che potrebbero
portare lavoro e reddito e campi di atletica e di calcio di cui potrebbero
usufruire, a titolo gratuito, i giovani di Magenta. Ci sono anche i campi di
bocce, per i meno verdi di anni. Oltretutto c’è un ampio parcheggio ed una costruzione
da rimettere in sesto, per farne un bar, una piccola trattoria, magari anche
delle docce, qualcosa. Noi abbiamo mangiato e cantato, qualcuno ha anche
ballato. La distanza dall’abitato è tale da non disturbare nessuno. Troppo
bello per essere vero? Troppo logico, civile e benefico per la società?
Trasformare un’area in qualcosa di utile e di buono, inoltre si sottrarrebbe
l’area ad altri utilizzi, come a deposito di refurtiva poiché luogo lontano da
ogni minimo controllo urbano !
Prima di tornare a casa ho contemplato, attraverso i
cancelli chiusi con catene e catenacci, il grande piazzale, dove vedevo partire
i TIR carichi dei nostri prodotti. A sinistra gli uffici, a destra la mensa.
Quel posto, un tempo pieno di attività, di gente, ora ricorda Cernobyl. Dalle
crepe sull’asfalto nascono e crescono erbacce. Erbe parassite com’erano
parassiti quelli che hanno ucciso un’azienda senza nemmeno riuscire a ricavare
un profitto nel quale – ingordamente - speravano, riuscendo solo a buttare centinaia di lavoratori, le loro famiglie e
tutto l’indotto per strada.
Io ebbi fortuna, dopo due anni di psicofarmaci e
depressione (vinceva la seconda) mi offrirono la possibilità di un lavoro in
Asia; ci ho trascorso otto anni. Me la sono cavata.
Il perdonare è prerogativa delle anime nobili e anche di
quelli che non hanno tempo da perdere.
Io non appartengo a nessuna di queste categorie. Conseguentemente non
perdono affatto. Non perdono anche
perché quello che i “Predoni” fecero fu peggio di un delitto, fu un’idiozia.
( lettera firmata )
Magenta, 11 settembre 2016