Ri-Parco “Bene Comune :
“Quando una lotta sociale diventa una beffa (e una
vigliaccata)”
Oggi, dopo molti mesi di
silenzio, ho il dovere d’informare i Cittadini in merito a quanto di più
assurdo è accaduto in un contesto di progetto sociale, nato e vissuto, per
molto tempo, come un esempio costruttivo di socialità e di recupero della
dignità sottratta a tanti lavoratori.
Un esempio, quello del
Ri-Parco Bene Comune, che ha suggerito, per molti anni di attività e impegno
nel nostro territorio, come fosse possibile far rinascere un “non luogo”,
obiettivo di interessi speculativi di pochi, in un luogo di aggregazione
sociale aperto a tutte ed a tutti.
Un esempio costruito sulla
responsabilità e sulla caparbietà di un gruppo di Lavoratori a cui era stato
sottratto il posto di lavoro e che avevano deciso di organizzarsi prima in
“Movimento” e poi dar seguito ad
un’azione, tanto meritoria quanto efficace, facendo nascere l’associazione Ri-Parco
Bene Comune che aveva lo scopo di sottrarre ad un gruppo di se-dicenti
imprenditori, una struttura, quella del Cral Novaceta, e di donarla alla
Città per rimetterla a disposizione di tutte e di tutti.
Ma ogni progetto sociale,
non nasce da solo, non nasce da persone “capitate per caso” oppure,
scientemente “capitate”. Un progetto sociale nasce dalle lotte, piccole o
grandi, nasce da esperienze , da sofferenze, da responsabilità, da azioni, e
nel caso di Ri-Parco Bene Comune, tutto questo ha un solo nome : “
Lavoratori di Novaceta “, quelle
persone a cui, il se-dicente imprenditore ha tolto il posto di lavoro e che, da
quei Lavoratori è stato sconfitto sonoramente nelle sedi giudiziarie.
Bene, quei
Lavoratori, dopo le lotte in fabbrica, dopo anni di confronti nelle sedi
istituzionali ( Regione, Provincia di Milano, Amministrazione cittadina, Prefettura,
etc… ) , dopo anni di occupazione e presidio in fabbrica e fuori, quei
Lavoratori , così bene descritti e narrati da Michela Giachetta
nel suo libro “ Assalto al Cielo “ con determinazione, hanno “ri-occupato”
quello che era il loro spazio di aggregazione sociale, con l’unico obiettivo, e
ripeto, di ri-consegnarlo alla Comunità magentina.
Dunque, è a quei
Lavoratori a cui bisogna sempre fare riferimento.
Queste considerazioni sono
necessarie, per ristabilire la verità, deturpata da atteggiamenti e da
dichiarazioni di persone che con la storia di Novaceta e delle lotte di cui
sopra, non hanno nulla a che vedere. E’ altresì necessario rispondere anche
all’incolpevole Michele Bianchi che ha scritto, qualche mese fa, un
articolo ( su LABSUS, laboratorio di sussidarietà ) basandosi su narrazioni
approssimate, incomplete e spesso fuorvianti.
Tutta la “storia” di
Novaceta e Ri-parco è stata scritta da una sola penna, dal 2003 ad oggi. Il
progetto speculativo di Cimatti e soci non decolla poiché, nel 2004, una
mozione, con cui si chiedeva il vincolo industriale delle aree libere, fu
presentata da un Consigliere Comunale che era già dipendente Novaceta e
rappresentante sindacale. Insieme ad un altro compagno di lotta, scriveva,
pubblicava e distribuiva volantini e giornali di fabbrica in cui si
denunciavano i malaffari. Tale “comportamento” comportò il primo licenziamento
in assoluto poiché, a dire del padrone, quel sindacalista-consigliere comunale
era un “fomentatore” ! Quella mozione
“passò” poiché ben cinque consiglieri di maggioranza, in quell’occasione,
furono assenti alla seduta consiliare. La parte restante della maggioranza votò
a favore (sarebbe passata
egualmente), e poi, negli anni si dirà
che quella mozione “fu votata all’unanimità” !
Poi, furono sempre quei
Lavoratori che scrissero e proposero alla Cittadinanza la petizione con la
raccolta di 2000 firme. Occupato il Cral, dal Movimento Popolare Dignità
e Lavoro, quei lavoratori costituirono l’Associazione Ri-Parco
Bene Comune ed offrirono, nel 2014, la presidenza ad una Compagna, Concetta
Covino, mai
dipendente Novaceta , ma vicina al presidio dei Lavoratori.
Una persona speciale che si prodigava, in modo disinteressato, per alleviare i
disagi di chi dormiva nelle tende ed al freddo ed attuava “l’’assalto al
cielo”. Concetta era colei che portava, da casa sua, decine di pasti caldi e di
bevande, ed aveva sempre una parola di solidarietà verso quei Lavoratori. Dopo
Concetta, la presidenza fu offerta, nell’ottica di perseguire la linea di bene
comune partecipato ed in quanto tale aperto alla cittadinanza, ad Orazio Maccarone , nel
2016, non dipendente Novaceta ma partecipante alle lotte operaie anche per il
trascorso sindacalista.
Se non si ha il coraggio
di raccontare le verità dei fatti si rischia di fare retorica strumentale. Orazio era una persona seria ed onesta ma che non
ha avuto il tempo di produrre un solo atto a sostegno delle richieste di
Ri-Parco. Ha dedicato parte del suo tempo, da pensionato, all’organizzazione di
eventi che, purtroppo dopo la sua scomparsa, hanno perso il “senso del bene
comune”.
Veniamo quindi ai nostri
giorni. Oggi, l’Associazione Ri-Parco Bene Comune non
esiste più. Con un colpo di mano, portato avanti da sconosciuti,
con l’aiuto e la partecipazione di qualche compiacente ex dipendente Novaceta,
che vogliamo ricordare, mentre i Compagni di lotta venivano licenziati perché
“fomentatori”, costoro continuavano a “vivacchiare” in fabbrica fino al 2009
sperando che fossero sempre altri ad essere licenziati. Mai un sostegno
concreto o morale, mai una parola di solidarietà verso qualcuno che, a tutela
delle lotte di tutti, aveva perso il posto di lavoro ! Queste persone, prive di alcun senso di
riconoscimento dell’impegno altrui, pensano di poter gestire in autonomia, una
conquista destinata, invece, a tutti. Cercano “alleanze” esterne, mascherando
interessi privati esibiti come impegno sociale, provocando frizioni interne, in
particolar modo con coloro che vedevano un futuro pubblico ed a disposizione di
tutti degli spazi. Accade quindi che,
nonostante fosse vigente il tesseramento di Ri-Parco Bene Comune 2019 (circa
90 soci) ed attivo il relativo coordinamento, ad inizio 2020, appena dopo
la scomparsa di Orazio, quelle persone organizzano, in autonomia, la “trippata”
del 1° febbraio, sicuri della non partecipazione di altri coordinatori in
disaccordo. Durante la “trippata” del 1° febbraio, organizzata richiamando solo
persone “amiche” e senza informare e richiamare tutti i soci ed i coordinatori
assenti, aprono, autonomamente, il tesseramento 2020 e raccolgono 38 adesioni.
Solo per riferimento di cronaca, la quasi totalità di queste nuove 38 tessere
fanno riferimenti a soggetti appartenenti ad una sezione magentina di
un’associazione nazionale e ad alla sezione magentina di un partito politico
nazionale. E’ presente, massicciamente, nel coordinamento e nella gestione del
social dedicato, anche la Cooperativa Cisliano ( non si capisce a che
titolo e con quali meriti ) ed altri sconosciuti che, con le azioni di lotta
sopra descritte e con l’appartenenza lavorativa a Novaceta, nulla avevano ed
hanno a condividere. Sempre in completa autonomia, convocano, per la settimana
successiva, solo quegli iscritti 2020 e “forti” della presenza di 30
iscritti su 38, senza avvertire gli
oltre 90 iscritti 2019, eleggono un nuovo coordinamento, un nuovo
presidente ( la stessa persona che solo qualche giorno prima la dichiarava : “
Orazio resterà sempre il nostro Presidente “ ) e creano una nuova associazione
denominata Ri-Parco Bene Comune ex Cral.
Questa gravissima operazione, ovviamente, non viene
pubblicizzata, dall’auto-nominato nuovo consiglio, poiché è essenziale
mantenere l’equivoco e confondere la truffaldina nuova associazione con quella
originale, Ri-Parco Bene Comune , che in cinque anni, invece, si è realmente
prodigata per il Bene Comune.
C’è da ribadire che il
coordinamento auto-nominatosi è composto da persone che con la storia e le
lotte dei Lavoratori Novaceta nulla hanno a che vedere. Dal presidente alla
maggior parte dei coordinatori. Inoltre, gran parte dei nuovi 30 soci , sono
quelli che, storicamente, hanno avversato l’esproprio dell’area ex Cral.
Costoro erano “ in maggioranza” in quel Consiglio Comunale, a cui fa
riferimento Michele Bianchi, e che votarono contro la mozione di esproprio
scritta dalla originale associazione Ri-Parco. Quella, così detta sinistra di
governo che votò contro la mozione di esproprio, oggi , in massa, fa parte di
questa “nuova “ associazione, di cui può condizionarne il coordinamento e
sostenere, paradossalmente, quelle stesse idee che aveva sempre avversato.
Basta leggere l’elenco delle 2000 firme raccolte a suffragio della mozione
per verificare che non c’è una sola adesione riconducibile a dirigenti di quel
partito politico presente alla “trippata” del 1° febbraio.
Infine, per confondere di
più le idee alla cittadinanza, la “nuova” associazione mantiene (quasi) lo
stesso nome, lo stesso logo, apre una pagina Facebook, denominata ancora Ri-Parco Bene Comune, curata da un certo Fumagalli
Andrea (chi è costui ?) sconosciutissimo nel magentino e sconosciuto nella
storia Novaceta e che fa eleggere, nel coordinamento un’altra persona, a lui
vicina, una certa Erika Fontana sconosciuta alla storia delle lotte della “nostra”
fabbrica ma candidata ad Abbiategrasso come Consigliere Comunale nelle liste di
Rifondazione Comunista nel giugno 2017. La presidente, infine, è una certa
Oldani Teresa, ex consigliere comunale ( Sinistra Unita ) a
Marcallo ( 2004-2009 ), mai dipendente Novaceta.
Gli attuali coordinatori non
hanno mai dichiarato esplicitamente che l’Associazione Ri-Parco Bene Comune
non esiste più, anzi, facendo finta di nulla, continuano a raccogliere, dai
disinformati Cittadini, tessere e consensi. Questi atteggiamenti, indussero, già il sottoscritto a riferire tali notizie, il 1
giugno u.s., all’Assessora Cattaneo. In quell’occasione dovetti
sottolineare che il mio nome non poteva e non doveva essere “associato” a
persone che nulla condividevano con le lotte e con la nascita, nel 2014, di
“Ri-Parco Bene Comune”. Il
sottoscritto aveva già consegnato, nel novembre 2019, nelle mani dell’Assessora
Cattaneo, un piano di ristrutturazione dei servizi Ri-Parco e di
“costruzione” di un luogo a disposizione
di tutti. Un normale proseguire di quel progetto che prevedeva un Parco
Pubblico per Magenta pubblicizzato anche dall’Amministrazione Comunale precedente
in conferenza stampa accogliendo, di fatto, il contenuto della petizione presentata
dal Movimento Popolare Dignità e Lavoro. Il progetto del piano di
ristrutturazione prevedeva la
costruzione dei servizi igienici, degli spogliatoi, l’allacciamento alla rete
acqua, l’allacciamento alla corrente elettrica, la revisione e manutenzione delle
strutture sportive, come , ad esempio,
la struttura del campo tennis che, per
Legge , ha bisogno di certificazioni di idoneità.
Oggi, invece, le persone
presenti all’interno dell’area ex Novaceta, hanno, purtroppo, già riaperto al
pubblico, in tempi tragici di Covid-19, uno spazio privo di servizi
igienici, privo di acqua corrente, con gli spogliatoi gioco calcio che sono
stati per anni colmi di spazzatura. Uno spazio privo di qualunque minima
attenzione al contenimento dell’epidemia ancora in forte presenza nel nostro
territorio. Non solo, tali persone hanno vanificato alcune soluzioni
precedenti , provvisorie, ma efficaci, che consentivano un minimo di attenzione
a problematiche di carattere igienico-sanitarie.
Oggi, in questo periodo,
queste persone che NON HANNO NULLA A
CHE VEDERE CON L’ASSOCIAZIONE RI-PARCO BENE COMUNE organizzano per il 5 luglio prossimo, addirittura un pranzo all’interno di quella struttura che non ha alcun
requisito per poter garantire un minimo di sicurezza igienico sanitaria.
Al peggio non c’è mai fine.
Invitiamo tutti gli aderenti
all’Associazione Ri-Parco Bene Comune degli anni passati ad attendere sviluppi
della vicenda ed avere fiducia nel lavoro di chi, invece, è sempre stato in
trincea.
M. De Luca (Movimento
Popolare Dignità e Lavoro)