Ciao a tutte / i
è un po’ di tempo che il
nostro blog è muto. L’ultimo articolo è relativo al 1° maggio scorso, la festa
del lavoro che il Movimento Popolare
Dignità e Lavoro aveva organizzato all’interno della sede Ri-Parco Bene Comune di Magenta.
Eravamo nel periodo post
elettorale e dell’insediamento del nuovo governo, eravamo appena dopo la
,prevista, disfatta del PD di cui attendiamo ancora oggi dichiarazioni di
responsabilità. Eravamo appena dopo la disgregazione di tutte le componenti di
sinistra, ancora una volta preannunciata da facilissime previsioni. Una
sinistra che ha perso, negli anni, la voglia di scendere in piazza, attivarsi
nelle fabbriche e nei luoghi di lavoro, schierarsi incondizionatamente dalla
parte della gente, come diremo dopo, dalla parte del popolo.
Avevamo sperato, prima
delle elezioni, che una “Rinascita” delle forze di Sinistra, dopo aver subìto
la gestione liberista dei governi Berlusconi, Monti, Letta, Renzi e Gentiloni, potesse
almeno reagire verso quelle evidenti mire di espansione populista e di governo della
Lega e del M5S.
Perché “facili
previsioni” ?
Di seguito riportiamo un
documento, redatto da Movimento Popolare Dignità e Lavoro, inedito. Avremmo
voluto leggerlo durante l’incontro del 4 gennaio scorso, presso la Cooperativa Rinascita
( Ideal ) di viale Piemonte, a cui fummo invitati dalla costituente formazione
di Potere al Popolo. Il documento non fu letto poiché, in quella sede, furono subito evidenti dissapori tra le stesse
forze componenti la costituente che indussero la nostra rappresentanza alla sola
presenza.
Care compagne e compagni,
il Movimento Popolare
Dignità e Lavoro è una piccola entità locale nata anche a seguito di
profonde delusioni che organizzazioni politiche e sindacali, di proporzioni ed importanza
nazionali, hanno saputo infondere in quella parte della società che vedeva
ancora, invece, la sinistra come forza anticapitalista e di opposizione alle
politiche neoliberiste e vedeva, altresì, il sindacato unitario, ed in
particolare la CGIL, come ultimo baluardo a difesa dei diritti dei lavoratori. Il
Movimento nasce appunto nel 2008 allorchè, un patto tra dirigenti di
partito, chiamato poi Arcobaleno, ci scippa della nostra identità di Partito
Comunista ( eravamo quasi tutti in Rifondazione ) e contemporaneamente il
maggior sindacato nazionale, consegna grandi fabbriche alla speculazione più
becera.
Novaceta, tanto per restare sul territorio, ma guardate che è un
laboratorio nazionale, fallisce nel 2008 e chiude definitivamente nel primo
semestre del 2009. Bene, nè la politica, nè il sindacato hanno mosso un dito in
una vicenda la cui puzza di speculazione edilizia si sentiva a distanza
siderale. Ma Novaceta era soltanto un caso dei mille che contemporaneamente si
verificavano in Italia. L’Arcobaleno non era un movimento nato dalla base, e
per questo motivo era destinato a fallire, cosa che avviene in un lampo di
tempo, distruggendo anche a Magenta, ma anche ad Abbiategrasso, la stessa Rifondazione Comunista
che valeva circa il 7-8 per cento e Comunisti
Italiani che poteva contare su un 2-3 per cento. Un caso di
cannibalismo politico ! Da allora, non solo non ci siamo più ripresi, ma
abbiamo dovuto assistere a governi cittadini pietosi, a Magenta come ad
Abbiategrasso.
Dignità e Lavoro
si è rimboccato le maniche ed ha avviato un processo politico, locale, coerente
con le esigenze della gente. Un processo che si concretizzava insieme alle
battaglie sul lavoro, la difesa ad oltranza dei luoghi di lavoro, la difesa dei
diritti dei lavoratori, la querela fino a richiesta di condanna dei manager
speculatori, la difesa della salute pubblica con decine di denunce in materia
di presenza di amianto ed altri inquinanti del nostro sottosuolo e delle nostre
falde.
Ci sentiamo un po’ i precursori di quei movimenti a sinistra
che oggi, dopo nove anni , si materializzano in Potere al Popolo. Mentre vogliamo
ricordare che il Movimento Popolare Dignità e Lavoro ha raccolto gente di
sinistra, ma con sensibilità diverse e distinte. Guardiamo, comunque, con molta
simpatia ed attenzione la nascita di Potere al Popolo.
Certo anche Lenin usava
la parola Popolo ,
ma siamo in un contesto temporale diverso, ed egli intendeva, per popolo,
operai e contadini sfruttati. Non riusciamo a capire la definizione odierna di
Potere al Popolo.
Leggendo il programma, che si inserisce in una socialdemocrazia di
sinistra, sottolineiamo che si rispolvera la concezione fiscale bertinottiana,
l’uscita dai “trattati”, ma contemporaneamente se ne auspica una nuova
esercitando debolissime critiche alla Unione Europea.
Al punto 7 del programma, ad esempio, si parla di
nazionalizzazioni, ma anche questo capitolo viene trattato in modo marginale.
Ma quando dobbiamo aspettare ancora per avere il coraggio di considerare come
punto prioritario la nazionalizzazione di banche e di grandi gruppi industriali
?
Non
voglio tediarvi sul capitolo tasse. Si parla di tassazione progressiva e di
diminuzione complessiva , ma non si fa riferimento a chi le tasse non le ha mai
pagate, alla debolezza del nostro sistema di riscossione fiscale, forte con i
lavoratori e con i Cittadini comuni e debole con i grossissimi evasori.Va comunque riconosciuto ad i miei concittadini di “Io
so’ pazzo” ed ai Compagni di Potere al Popolo di aver evitato il rimpasto
del primo Brancaccio ( nato da persone perbene ed inquinato, in progress, da
quella casta di se-dicente sinistra capeggiata da figuri come D’Alema ).
Va
riconosciuto ai Compagni di Potere al Popolo il coraggio di buttarsi nella
competizione politica, il coraggio nel voler riorganizzare una coalizione
sociale federando, appunto, partiti, movimenti e sindacati di base in un unico
fronte comune di lotta. Restano però, secondo noi, due aspetti negativi. Il
primo il “primo Brancaccio” è servito a spazzar via una certa casta, agglomeratasi
altrove, ma purtroppo ha sancito o ha ufficializzato l’egemonia di una sola
forza politica. Il secondo punto è che Potere al Popolo resta bloccato
proprio da quella logica che vede la federazione di gruppi pre-esistenti (
tanto per riferirci ancora all’Arcobaleno ) invece che rappresentare i non
rappresentati, dare speranza a chi è sfiduciato, attingere consensi in quella
metà di Italiani, il vero partito del popolo, che non vota più. L’esigenza è
quello di ricostruire il Popolo che manca.
Il Movimento Dignità e Lavoro aiuterà la
formazione locale di Potere al Popolo in tutte quelle forme che quest’ultima
vorrà presentare, dalla raccolta firme, alla presenza ai banchetti cittadini,
ma non aderirà al progetto politico. Da parte nostra, comunque, un sincero
augurio di buon lavoro.

Non avversiamo ne Potere al Popolo ne alcuna formazione di Sinistra, ma le previsioni del nostro comunicato, non letto, si sono avverate, e, ad oggi, le componenti (elettorali ) di Potere al Popolo si sono nuovamente disunite. Riteniamo che c'è assoluto bisogno di una inversione di tendenza, c'è bisogno di confronto, dialogo ed azione.
Abbiamo apprezzato molto, in
questi giorni, la volontà di alcuni compagni di riprendere un dialogo a
sinistra per cui rilanciamo sul territorio la nostra formazione. Infine, a giorni, il Movimento Popolare Dignità e Lavoro attende importanti eventi e consuntiverà
anni di lotte sociali spesso oscurate da interessi beceri e di parte.
Il Movimento Popolare Dignità e
Lavoro è presente nel magentino schierato nella difesa dei diritti di
tutte e di tutti.