sabato 1 giugno 2013

ASSEMBLEA CAROVANA ANTIMAFIA - ABBIATEGRASSO 30 MAGGIO 2013


     Giovedì scorso il Movimento Popolare Dignità e Lavoro ha partecipato all’assemblea della  
     “Carovana Antimafia” che si è svolta ad Abbiategrasso.

    Il nostro punto di vista

Desidero parlarvi circa la stretta alleanza, che da tempo, è in atto tra le organizzazioni malavitose, le istituzioni locali ed una gran parte di imprenditori senza scrupoli.
Vi narro una storia, accaduta a Magenta, che coinvolge centinaia di lavoratori e le loro famiglie. Anche se è vero che è una storia che molti già conoscono, è anche vero che questa è una storia che molti non hanno capito, una storia  per la quale non si è scritta ancora la parola “fine”.
Una storia che nasce da lontano. Ve lo ricordate Mario Chiesa, il “mariuolo” così chiamato da Bettino Craxi, sì, da quale pulpito!
Mario Chiesa, principe delle mazzette milanesi, dette il via a mani pulite. Fu incriminato e condannato. Durante il carcere si propose come persona recuperata ed appena uscito si trovò un nuovo lavoro. Quale? Quello del traffico di rifiuti tossici. Diventa imprenditore e vince un gara di appalto anche in una grossa azienda magentina, la Novaceta, ex Snia Viscosa.
Novaceta, per la tipologia di lavorazione, ha bisogno di smaltire migliaia di tonnellate di rifiuti industriali codificati, e per farlo, si affida, quindi, ad un pregiudicato. Non abbiamo la certezza di irregolarità commesse da Novaceta, ma fatto è che Mario Chiesa, successivamente, viene nuovamente arrestato, questa volta per traffico di rifiuti. Facciamo un passo indietro, siamo a cavallo del 2004 e 2005, e, attraverso un’operazione finanziaria condotta dai furbetti Gnutti, Consorte ed una cordata Bresciana ( i famosi imprenditori coraggiosi come li definiva D’Alema ) Novaceta viene interessata da una scissione del gruppo Snia. Questa nuova società fallirà successivamente e  vedrà indagati i loro costituendi per bancarotta fraudolenta. Scriverà il P.M. :  "distraevano beni della società per un controvalore pari a 572 milioni di euro. A seguito di questo scorporo societario Novaceta passa ad un altro bresciano. La famiglia Cimatti, leader immobiliare, incastrata nelle società dei furbetti. Costui viene a raccontare di voler continuare la produzione di filato. Capite un’immobiliare che acquista 220.000 m2 di aree libere a ridosso della Milano-Malpensa ed a due passi dal parco del Ticino viene a raccontare di voler costituire a Magenta un Polo tessile! Ci “credono”  i sindacati confederali e le istituzioni del territorio, tranne un consigliere di minoranza del comune di Magenta che con un colpo di mano riesce a far passare in consiglio una mozione che blocca le aree e le vincola in aree industriali. Guarda caso un anno dopo, Cimatti con le sue altre società fallite ed egli stesso condannato per bancarotta fraudolenta, vende le aree, col vincolo, ad Unicredit, i cui vertici ad esempio Palenzona, buon conoscitore delle patrie galere, era già nel consiglio di amministrazione della Norman 95, società di Cimatti e precipitata anch’essa in bancarotta fraudolenta.
Novaceta, intanto con le sue maestranze e con migliaia di clienti sparsi nel mondo, pur tra mille difficoltà create a proposito da una proprietà indegna, non muore. Bisogna quindi trovare un espediente per far fermare quella fabbrica, per rendere così inutile il vincolo industriale sulle aree.
Eh già, Novaceta produce e guadagna anche tanto ma sempre poco rispetto ad una gigantesca speculazione edilizia che, in volumetria, su quelle aree, significa circa 500 milioni di euro!
Bisogna allora fare entrare a man bassa la politica, quella che conta, non servono più i protettori dei furbetti, quelli sono stati messi fuori gioco dalla politica emergente, quella che ha le fondamenta ad Arcore, a Palazzo Grazioli e, in quegli anni, a Palazzo Ghigi.
Cimatti quindi vende anche le attività. Ed indovinate a chi? A Gianni Lettieri presidente di Confindustria Campania e in seguito candidato sindaco PDL a Napoli. Ancora una volta sindacati confederali ed istituzioni locali plaudono al nuovo salvatore di Novaceta. Bastava invece fare un minimo di ricerca di visura camerale per vedere che questo signore rilevava decine di aziende attive per farle fallire e chiudere in breve tempo.
Ma cosa c’entra la politica, e principalmente cosa centrano le organizzazioni mafiose.
Ebbene Gianni Lettieri per sua stessa ammissione dichiara : “Si sono uomo di Nicola Cosentino, ed allora ?” Ricordo, che solo dopo il mandato parlamentare concluso con la caduta del governo Berlusconi, Nicola Cosentino oggi è in galera per collusioni con le organizzazione camorristiche. Ricordo anche che Silvio Berlusconi, dopo che ordinò ai suoi parlamentari di votare contro l’autorizzazione a procedere per l’arresto di Nicola Cosentino, abbracciandolo dichiarò: “per Cosentino, garantisco io!“
Ebbene l’agonia di Novaceta terminò solo quando gli impianti furono indotti a fermarsi poiché i nuovi pa
droni non pagarono più le forniture di materie prime ed in particolar modo quelle del gas metano. Si fermò la centrale di produzione energia e tutto lo stabilimento. Oltre 420 famiglie sul lastrico.
In questi anni i lavoratori si sono assunti l’onere e le responsabilità di trasmettere tutti gli atti alla Procura della Repubblica di Milano. Attendiamo dal  2009 che la Procura di Milano dia un segnale, che ci dia una speranza per recuperare quella dignità calpestata da  un gruppo di delinquenti incalliti e, fino ad oggi, impuniti. Le Istituzioni locali, quelle di ieri come quelle di oggi non hanno speso una sola parola, attendono che tutto termini naturalmente, magari in una prescrizione, come siamo abituati nel nostro Paese. Attendono i tempi per dichiarare quelle aree “dismesse” e “progettare nuove speculazioni” al servizio ed alla mensa dei potenti.
In effetti il tempo della prescrizione è vicino, per questo motivo il Movimento Popolare Dignità e Lavoro ha chiesto all’amministrazione comunale di Magenta, già da un anno, e non è ancora arrivata alcuna risposta ufficiale, di convocare un consiglio comunale aperto attraverso il quale coinvolgere tutti i soggetti che hanno vissuto questa squallida vicenda, riattualizzare le problematiche, anche quelle a carattere ambientale, e principalmente deliberare un nuovo vincolo delle aree, rendendo, in tal modo, vana ogni speranza di prossima futura speculazione.
Ma per fare questo ci vorrebbe tanto coraggio, tanta trasparenza e tanta onestà.

Mario De Luca

domenica 26 maggio 2013

Egregio Signor Sindaco, Dott. Invernizzi, si convinca: “Anche Magenta ha il suo Capezzone“ !

mi dispiace deluderLa ma “i film”non sono proprio la mia passione, pensi che l'ultimo visto è stato “ Il Postino “, ed il penultimo “ Miseria e Nobiltà “ ! Consiglio a tutti di vederli entrambi.
Sono certo di poterLa aiutare nel farLe memoria in merito, al suo "non capire", ed a quale scritto io mi riferisca.
Le allego pertanto le foto di due articoli della stampa locale dove, riprendendoli, leggerà i commenti, a cui Lei fa riferimento, che non sono miei, ma il primo (quello che “non capisce”) è a firma di Nino Cambria ed è stato pubblicato su Ticino Notizie il 18 aprile u.s.
Per quanto riguarda l 'Eminenza Grigia “ , per saperne di più, dovrebbe chiedere a E.M. che firma l'articolo pubblicato su L' altomilanese-libera stampa” del 10 maggio scorso.
Il sottoscritto ha solo riportato quanto scritto da altri in tempi diversi.
Prendo atto che Lei, non leggendo la stampa locale, non era a conoscenza della stupida polemica iniziata da un Suo “consigliere preferito” contro la Carovana Antimafia e ribadisco che, è mio sacrosanto diritto chiederLe “quale ruolo ricopre questo personaggio ed a nome di chi parla” visto che, anche successivamente alla pubblicazione degli articoli, sta continuando a sparlare di persone che nemmeno conosce.
Sono d'accordo con Lei che, com'è ovvio, lasciamo il giudizio a chi legge.
Cordialità
Mario De Luca






sabato 18 maggio 2013

Da Bologna verso Ross@


Con la partecipazione di oltre 300 compagne e compagni giunti da tutta Italia, si è svolto nella giornata di sabato 11 maggio a Bologna (nella sala del Cinema Galliera, alla Bolognina, a pochi passi dal luogo in cui nel lontano 1989 Achille Occhetto avviò la trasformazione del PCI nella “cosa” che è poi diventata il PDS e poi i Ds e poi il PD e poi chissà) il primo incontro nazionale promosso dalla “Dichiarazione comune per un movimento anticapitalista e libertario” di cui si è già ampiamente parlato in questo sito (vedi articoli di F. Turigliatto, di Piero Maestri Gigi Malabarba Tatiana Montella, di Dario Dinepi, Daniele D’Ambra, Tatiana Montella, Piero Maestri, di Fabrizio Burattini, Francesco Locantore, Nando Simeone, Franco Turigliatto). Una trentina di interventi, dopo la relazione introduttiva che Giorgio Cremaschi ha fatto a nome dei promotori del documento e dell’iniziativa, hanno discusso sulla bozza di testo, poi assunto al termine dei lavori.
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DOCUMENTO CONCLUSIVO
Lo sfruttamento del lavoro, la disoccupazione e la precarietà di massa, la violenza sulle donne, le discriminazioni e la soppressione dei diritti, la cancellazione della democrazia, la devastazione della natura, avanzano.
È necessario qui ed ora un movimento sociale e politico anticapitalista e libertario, che non insegua i miraggi di piccoli aggiustamenti che in nome del meno peggio portano sempre al peggio.
Noi pensiamo che sia necessario riprendere la via della liberazione della società dal dominio del mercato e del profitto, noi pensiamo che oggi si possa e si debba rendere attuale il socialismo.
Competitività, flessibilità, austerità, produttività sono parole che presiedono alle politiche oggi dominanti. Politiche nemiche della umanità e della natura. Bisogna rompere con esse e con chi le adotta come valore e metro di misura. Dobbiamo combattere i privilegi della casta, ma ancora di più lottare contro il potere vero, quello della ricchezza, del mercato, dei padroni.
A tutto questo contrapponiamo il socialismo del 21° secolo, che si costruisce sulle necessità di oggi, con obiettivi e conquiste progressive e con la partecipazione popolare, che cammina passo passo con le lotte per la liberazione dallo sfruttamento e da ogni oppressione.
Noi vogliamo:
Rompere con l’Unione europea. Democrazia vera, diritti del lavoro (a proposito dei quali è fondamentale la riconquiste dell’art. 18), stato sociale, eguaglianza, libertà sono incompatibili con l’Europa del rigore, del fiscal compact, di Maastricht e della Troika. Non c’è nulla da rinegoziare, i trattati vanno cancellati. L’euro e il debito non ci debbono più ricattare, bisogna che i popoli conquistino la sovranità sulla moneta e sulla spesa pubblica.
Ridurre l’orario di lavoro e il tempo di lavoro a parità di salario, mentre il reddito deve essere garantito a chi non ha un lavoro sicuro e dignitoso. La salute e la sicurezza sul lavoro vengono prima di tutto. L’educazione e la formazione pubbliche, l’abitare, la sanità pubblica vanno garantite e tutta la società va ricostruita su nuove basi. La sola compatibilità è l’eguaglianza sociale
I beni comuni in mano pubblica, così come le banche e le attività strategiche. Il lavoro deve controllare la produzione e il potere pubblico deve impedire la chiusura delle aziende, le delocalizzazioni, i licenziamenti. La democrazia deve entrare in ogni luogo di lavoro. Riconversione industriale e produttiva, salvaguardia dell’ambiente e del patrimonio culturale, intervento pubblico generalizzato nella economia. No al TAV e alle grandi opere. No alla militarizzazione dei territori per favorire la devastazione ambientale:
Libertà delle donne contro l’oppressione patriarcale, libertà e cittadinanza dei migranti contro le leggi schiaviste, libertà e diritti delle persone contro i poteri del mercato e delle burocrazie autoritarie.
Una politica fiscale immediatamente e fortemente redistributiva verso i redditi fissi, da lavoro e pensione, a danno della grande rendita, del grande capitale, delle ricchezze private e dell’evasione.
Pace e disarmo, con la fine immediata di tutte le missioni militari all’estero e di tutte le spese di guerra. Liberazione dalle servitù militari e dall’occupazione imperialista dei nostri territori.
Una vera democrazia fondata su una legge elettorale proporzionale pura, sulla distruzione dei privilegi delle caste, sul diritto dei lavoratori a decidere liberamente su chi li rappresenta e sugli accordi, sulla partecipazione, sui referendum, sul diritto a decidere delle popolazioni nel territorio. Diciamo no al presidenzialismo e all’autoritarismo plebiscitario che mirano a distruggere la Costituzione Repubblicana. No alla repressione dei movimenti e dei conflitti. Libertà per le/i compagne/i arrestate/i.
Non uno solo di questi punti è oggi interamente sostenuto dalle forze di centrosinistra e dai grandi sindacati confederali.
Sono nostri avversari il governo Napolitano Letta Berlusconi, il suo programma e chi lo sostiene. Sono avversari la politica di austerità della Troika europea, e la sua traduzione nelle relazioni sindacali con il patto corporativo tra CGIL CISL UIL e Confindustria. Sono altro da noi tutta la politica del centrosinistra e tutti i tentativi di riaffermarla.
Noi vogliamo essere militanti di un movimento politico che affermi il diritto e la legittimità dell’alternativa, che rovesci gli equilibri, i poteri, i vincoli che oggi impediscono ogni reale cambiamento e che prima di tutto sia uno strumento per l’organizzazione e la rappresentanza di tutte e tutti coloro che vengono colpiti dallo sviluppo capitalista e dalla sua crisi e vogliono ribellarsi.
Per questo cominciamo oggi un percorso che sappiamo difficile e pieno di ostacoli, ma convinti che se le forze anticapitaliste in Italia resteranno nella frammentazione attuale, la reazione antisociale continuerà.
Aderiamo a questo percorso come militanti che non rinunciano alle proprie appartenenze sindacali, politiche e nei movimenti sociali, ma che impegnano la propria persona nell’impresa di costruire una casa comune della lotta e dell’alternativa anticapitalista.
Aderiamo a questi punti e a questa proposta per lavorare alla loro diffusione, approfondimento, arricchimento e alla organizzazione del percorso. Sappiamo che il primo metro di misura saranno il rigore e la coerenza personale con cui li porteremo avanti.
Ci ritroveremo a settembre dopo aver discusso in ogni parte del paese. Ci diamo come scadenza il prossimo autunno. Allora dovremo essere in piazza con una forza tale da mettere in crisi il governo e il dominio della Troika europea e chi li sostiene. Ora cominciamo.

mercoledì 8 maggio 2013

Resistenza e Costituzione..”affidata” al Caimano !

di Mario De Luca

per chi, come il sottoscritto, nasce ( nel 1949 ) appena dopo il varo della Costituzione Italiana ed è costretto ad affrontare, da subito, i problemi immani, che sono quelli di essere nato in una grande Città completamente devastata dalla guerra, è stato gratificante attraversare la vita ricordando, sempre, a tutti, con orgoglio, di essere nato dopo che  il nostro Paese ha vissuto un’esperienza drammatica, ma che aveva, in prospettiva  ( oggi direi illusione ), un progetto democratico scritto e custodito in un libro letto, preso a modello ed invidiato nel mondo:  la Costituzione, ovvero, la linea guida che chiedeva al Popolo Italiano di rinascere, dopo il fascismo, e di crescere con orgoglio, motivazione, giustizia ed eguaglianza.
Un altro motivo di orgoglio è quello di commemorare , ogni 25 aprile, la Resistenza partigiana. I miei genitori, e tanti altri genitori di miei coetanei, sono stati partigiani. Partigiani particolari, quelli che rischiavano la vita nascondendo nelle intercapedini delle mura domestiche, appositamente costruiti, centinaia di giovani italiani che non si presentavano ai comandi militari nazi-fascisti.
In quei rifugi venivano ospitati giovani che provenivano da ogni parte d’Italia, che partecipavano alle azioni di guerriglia partigiana e poi “svanivano” nel nulla lasciando di stucco nazisti e fascisti che, di fronte, a tanta abilità strategica, furono costretti a lasciare la Città molto prima dello sbarco americano.
I bambini napoletani, poi, tanto per capirci, quelli nati dal ’30 al ’35, hanno scritto, insieme a tutto il popolo, le più belle pagine della nostra Resistenza. Quanti bambini, o poco più adolescenti, sono morti e sono rimasti anonimi ! , e quanti altri hanno vissuto certi di aver preparato le basi per un Paese più libero che risorgeva spinto dalla scrittura della Carta Costituzionale nata dal pensiero libero ed onesto di persone eccezionali.

Oggi, invece, provo orrore al solo pensare che, insieme ai nomi dei nostri Padri Costituenti potrebbe essere scritto anche quello del Caimano !
Oggi provo un grande disagio nel pensare che, mentre molti Italiani hanno lunga memoria e rispetto per la Storia del nostro Paese, moltissimi altri non hanno, invece, la capacità di ricordare, di meditare e valutare con assoluta asetticità la storia più recente. La storia del Caimano !

La storia di un personaggio che si è arricchito con complicità politiche ( la costruzione di Milano due, le frequenze televisive ) e che si è circondato ( letteralmente , si è portato dentro casa ! )  di mafiosi è camorristi (Mangano), e di personaggi a loro volta condannati per associazione mafiosa ed elevati, nei governi da egli stesso retti, a parlamentari della Repubblica Italiana.
Provo orrore nel ricordare il “baciamano” a Gheddafi, alla definizione della Magistratura Italiana come “cancro” della nostra società, alla definizione di giornalisti di punta della stampa nazionale, per i quali si è detto di “ uso criminoso” dell’informazione televisiva. Provo orrore nel pensare di amicizie, da Presidente del Consiglio della Repubblica Italiana, di personaggi tutti o quasi inquilini delle patrie galere, dai Lele Mora, ai Corona, ai Tarantino, ai Vitola.
Provo orrore nel ricordare le figure di merda fatte col Cancelliere tedesco Angela Merker, oppure col  parlamentare Europeo Shultz, oppure con la moglie del Presidente Americano Obama. Provo orrore quando altri parlamentari, nominati dal Caimano e già avvocati di quest’ultimo, chiedono ed ottengono, nei processi, che vengono ascoltati, quali testimoni a favore, una schiera di circa 45 ragazze ( le Olgettine ) tenute in vitalizio da danaro contante prelevato dai conti del Caimano stesso.
Provo orrore quando la maggioranza del Parlamento GIURA  che Ruby ( marocchina ) è la nipote del Presidente ( egiziano ) Mubarack. Provo orrore quando un Senatore della Repubblica Italiana dichiara di aver ricevuto tre milioni di euro (due per il partito ed uno per se) dal Caimano affinchè facesse cadere il governo Prodi.
Provo orrore sapere che circa 10 milioni di Italiani hanno confermato di voler essere amministrati da questo mostro.
Provo orrore quando un Partito che si definisce Democratico imposta una campagna elettorale giurando che mai avrebbe avuto alcuna intesa col Caimano, oggi umilia, invece, i propri elettori con alleanze indecenti e consegna al sorridente ceronato ( o a qualche suo dipendente ) l’investitura di “Padre Costituente”




                                                            Magenta , 25 aprile 2013

giovedì 2 maggio 2013

Mayday tra cielo e terra….

di Pietro Maestri

Sono due settimane che compagne/i di RiD e Occupy Maflow – sotto la direzione ferma e pignola di Antonio e la competenza di Betta, Pietro e Nello - stanno lavorando per la realizzazione delle due istallazioni da portare a questa Mayday 2013, e adesso che siamo finalmente in strada, scaricato il furgone e pronti a montarle per trasportarle in corteo, lo sguardo è rivolto più che altro al cielo. Perché le previsioni per la città segnalano il passaggio di diversi temporali, e sarebbe una bella rottura di scatole – non solo in senso metaforico: temiamo infatti per le nostre realizzazioni, fatte soprattutto di cartone.
Fiduciose/i contiamo a montare, rifinire, attaccare, fissare….. e finalmente si parte.
Piazza XXIV Maggio è piuttosto vuota quando il corteo muove i primi passi, e questo preoccupa le organizzatrici e gli organizzatori, che hanno iniziato tardi a preparare questa Mayday, ma hanno voluto scommetterci anche questa volta.
Una Mayday di “transizione” – perché tra due anni, lo stesso 1° maggio, ci sarà l’apertura di “Expo 2015”, il grande e inutile – dannoso! – evento di una metropoli che solo di eventi sembra vivere, incapace di darsi un’identità fatta di relazioni sociali, di positiva accoglienza dei nuovi e vecchi soggetti che vorrebbero abitarla (migranti, studentesse e studenti fuori sede e non, giovani a cui è negato il diritto alla casa, lavoratrici e lavoratori schiacciati dall’altro costo della vita), di rispetto e valorizzazione della produzione di cultura e socialità dal basso.
È proprio “Exopopolis”, libro-gioco del collettivo Off Topic e carro di Sanprecario, che apre questa Mayday degli spazi sociali occupati e liberati, delle pratiche di autogestione e riappropriazione sociale, della rivendicazione di reddito incondizionato e diritti del e sul lavoro, della difesa del territorio da speculazioni e grandi opere ed eventi, del rifiuto della trappola del debito….

In questa Mayday che abbiamo contribuito a organizzare siamo a nostro agio. E così ci infiliamo nel corteo – dietro SMS, Spazio di Mutuo Soccorso promosso dal Cantiere e davanti alla Cub, unico sindacato che partecipa in forma organizzata alla manifestazione.
Il nostro “spezzone di classe” si materializza con la “fabbrica ricostruita” (in legno e cartone) a simboleggiare la fabbrica recuperata dalle operaie e operai della cooperativa Ri-Maflow, presenti con le loro magliette e i loro caschi rossi che in questi mesi sono apparsi su tante televisioni e giornali, perché la loro storia è esemplare e importante (bello il comunicato finale degli organizzatori che dichiara la solidarietà “con i lavoratori della Maflow che si sono ripresi la produzione, la RiMaflow fabbrica Recuperata e con i lavoratori della sanità che subiscono le politiche scellerate dei tagli, in particolare con i lavoratori e le lavoratrici dell'ospedale San Raffaele…).
Ma il nostro “genere di classe” è fatto anche delle/dei giovani precari/e, da studentesse  studenti che vogliono riappropriarsi dei saperi e del futuro, e per questo praticano la riappropriazione sociale – come fa Ateneirivolta partecipando con altri soggetti all’occupazione della ex Cuem all’Università statale di Milano; dei soggetti lgbtq, orgogliose/i abitanti delle lotte e dei desideri di questa classe composita; delle lavoratrici e dei lavoratori che lottano per i loro diritti dentro e fuori aziende e fabbriche – come ci raccontano le/i compagne/i del Movimento Popolare Dignità e Lavoro di Magenta, alla Mayday non per la prima volta, insieme a quelle/i che nei loro luoghi provano ancora a praticare il conflitto sociale, quello dei tanti pesci piccoli che uniti possono mangiare il pesce grosso e arrogante (è la bandiera di una rete intersindacale che appare sempre nelle manifestazioni…).
Uno spezzone che chiudiamo in maniera significativa “”riprendendoci la cassa”, allusione alla campagna per la ripubblicizzazione della Cassa depositi e prestiti, a cui partecipiamo, e in generale alla volontà di “rivoltare il debito” (così come la nostra “cattiva ragazza” rivolta il capitalista/finanziere, lo stesso che in Expopolis cerca di fuggire con la cassa….) e riappropriarci di un credito necessario alle politiche di alternativa.
Abbiamo provato a stare nella Mayday e non di stare a guardarla (per poi presentarci con qualche volantino che dichiara e cerca di spiegare come si fa l’anticapitalismo “serio”…); abbiamo provato a parlare il linguaggio dell’autogestione, della riappropriazione sociale, della costruzione “lenta e impaziente” di una nuova soggettività di classe; abbiamo provato  divertirci in una giornata che rappresenta lo spirito originario del primo Maggio – giornata di festa popolare e di lotta di lavoratrici e lavoratori.
Lo abbiamo fatto e ne siamo soddisfatti.
E da oggi ricominciamo a praticare quello che abbiamo provato a dire con quel linguaggio.

Durante tutta la Mayday abbiamo continuato a scrutare il cielo, solcato da un continuo passaggio di nuvole scure, che per fortuna quest’anno hanno evitato di farci cadere addosso i temporali previsti. E nella strada dove si è conclusa guardare il cielo era reso difficile dai tanti grattacieli costruiti e in costruzione nella zona Isola esempio della speculazione edilizia e finanziaria della metropoli lombarda.
A Milano quando indichi la luna o il cielo, gli sciocchi ti guardano i grattacieli. Noi proviamo a guardare oltre, partendo da terra (da “Piano terra”, ci dicono le/i sanprecari/eche occupano uno spazio proprio con quel nome) e costruendo la nostra scalata al cielo dei diritti e delle iniziative fuori e contro il mercato.



May Day 2013