venerdì 9 giugno 2017

2017 : L' IMBROGLIO continua sul "voto utile" !

Elezioni Amministrative a Magenta : 2012

Quando il voto “utile” non solo è inutile ma diventa dannoso.

 Sono trascorsi cinque anni da quando pubblicammo, sul nostro blog, quest'articolo. Oggi 
nel 2017 ancora si cerca di confondere i Cittadini parlando di "voto utile", leggete cosa dicevamo...

..."a cosa serve il voto espresso dai cittadini se, i programmi 
che i due schieramenti hanno preparato per i prossimi cinque anni sono simili e pessimi.
L'imbroglio principale che ha coinvolto i Magentini è stato senza dubbio quello del voto “utile”. 
Ma utile per che cosa ? Per quali migliorie ? Per chi ?
1.-Sul fronte del territorio entrambi gli schieramenti parlano di (inutili) cementificazioni. 
Che si parli poi di abitazioni ( inutili ), oppure di logistica ( inutile ), oppure di centri 
 commerciali ( inutili ), oppure di “businees park” (ma cos'è ), non cambia niente. Entrambi i 
 programmi prevedono di utilizzare aree industriali  per far posto ad insediamenti “ricettivi” !
2.- Sul piano dell'occupazione e del lavoro, per entrambi : zero idee e zero proposte !
3.- Sul piano dello stato sociale e delle nuove povertà, per entrambi : zero idee e zero proposte !

Poi, un'amministrazione comunale che ripara le buche nelle strade meglio dell'altra, 
che raccoglie la spazzatura meglio dell'altra, che fa bere l'acqua del rubinetto ai 
cittadini ( acqua del sindaco ) spacciandola per acqua di sorgente purissima, non sposta di una virgola tutto quanto riguarda i  veri  fabbisogni dei cittadini. Allora non si capisce perchè viene chiamato “voto utile”.

Ogni Cittadino può e deve decidere le strategie di un'Amministrazione, il voto utile, davvero, è
 quello che si da alla persona di cui ci si fida, è quello che bisogna destinare alla persona
 a cui si chiederà, per i prossimi cinque anni, di essere rappresentato. 
 MPDL

mercoledì 31 maggio 2017

Incendio al Cral ex Novaceta : confessiamo, ebbene sì, siamo stati noi…..



Domenica 28 maggio ore 10,00 circa , solito caffè domenicale in Piazza Liberazione, mi son fermato, volentieri, presso qualche gazebo allestito con i bei volti dei candidati alla prossima poltrona di Sindaco a Magenta. La posizione, assolutamente “neutrale” che mi sono e ci siamo dati , come Movimento Popolare Dignità e Lavoro, ci, mi permette di avvicinare tutti ed approfondire, con tutti, i passaggi dei programmi elettorali presentati. Non sempre è reciproco l’interesse, ma si sa, la politica ( con la p “minuscola” ) è fatta di conflitti, di pettegolezzi, di  piccoli interessi, e poi, su fronti nazionali, purtroppo anche di collusioni, di corruzioni e di peggio ancora. Il nostro Movimento, con largo anticipo, aveva esplorato all’interno di quello che avrebbe dovuto essere la Politica ( con la “P” maiuscola ), a tutela del “Bene Comune”, ma, purtroppo, non abbiamo trovato certezze. Colpa nostra, probabilmente o siamo troppo esigenti o siamo “fuori di testa”. Siamo rimasti, quindi, “fuori” da ogni gioco politico, fuori da quelle alleanze comiche e paradossali, da quelle alleanze strette per il primo turno di consultazione e da quelle che si “stringeranno” per l’eventuale ballottaggio. Reciproche “Corna e Peste” prima dell’11 giugno, si trasformeranno, inevitabilmente, in cordiali complimenti ed in certezze di buon governo nelle due settimane che precedono il 25 giugno. Poi ci saranno le “scaramucce” per gli assessori, quelle per le “presidenze”, per le “commissioni”, le mediazioni e gli accordi per incarichi vari, e si cercherà di sopravvivere per altri cinque anni.
Questa volta, però, rispetto ai mandati precedenti c’è un “problema” da affrontare subito e risolvere in tempi brevi. Il problema è il PGT. Qualunque alleanza che governerà Magenta, dovrà fare, all’interno della stessa, i conti con il Piano di Governo del Territorio.
C’è chi però, nei cinque anni trascorsi, si è assunto il compito di “disegnare” il prossimo PGT ed a pochi giorni dalle elezioni, su alcuni punti non ha fatto ancora chiarezza.
Sulle “aree dismesse”, vero cavallo di battaglia cavalcato dai candidati sindaci, non si sa assolutamente nulla, ovvero si sa che, adesempio, lo sventolato Parco Pubblico di viale Piemonte sarà merce di scambio per chi farà profitto su tutta o parte della lottizzazione di 45.000 m2.
Magenta, negli ultimi tre lustri, ha visto cancellata quella parte di Città a vocazione industriale. Hanno chiuso tutte le grandi fabbriche, hanno chiuso o delocalizzato gran parte di medie e piccole imprese, hanno cessato l’attività centinaia di artigiani, negozi. Il commercio al dettaglio è letteralmente  crollato per fare posto alla grande distribuzione ( all’inizio della via Milano, in pochi metri quadri se ne contano addirittura tre ). Si sono persi, sul territorio magentino, molte migliaia di posti di lavoro. Di tutto questo le amministrazioni che si sono succedute dal 2002 ad oggi, ne dovrebbero dare conto…invece…, ancora oggi si parla di rilancio dell’economia magentina che dovrebbe avvenire tramite improponibili imprenditori di cui, è la stessa amministrazione comunale che dichiara, non è necessario conoscerne i nomi ! Gli errori / orrori del 2003 / 2004, quando l’amministrazione Del Gobbo stringeva la mano, sorridente, ai nuovi industriali ( immobiliaristi ) che avrebbero dovuto rilevare la più grande azienda del territorio ( che produceva filati di qualità ).  Quegli industriali li troviamo, ormai da due anni, presso il Tribunale di Milano in un procedimento penale che li accusa di aver provocato la chiusura di Novaceta ( bancarotta fraudolenta ). Anche allora, un calcio alle verità, una mazzata ( senza l’esito sperato, anzi…) terribile a chi metteva in guardia quell’amministrazione e l’intera Città su l’inaffidabilità di quei sedicenti imprenditori. Ricordo bene che chi denunciava i maldestri progetti veniva indicato come colui ( o coloro ) che avevano loro stessi interessi affinchè la fabbrica chiudesse. Oggi, sui banchi del Tribunale, tra gli imputati figurano chi prometteva, forte della vicinanza dei poteri istituzionali, di portare lavoro. Poi, nella stessa aula del Tribunale, c’è chi li guarda negli occhi, a testa alta. C’è chi li ha denunciati, senza l’aiuto della politica o delle istituzioni, c’è chi è stato, invece, osteggiato, denigrato, insultato. C’è chi non si è arreso ed aspetta giustizia !
Oggi a distanza di molti anni, il gioco si ripete. C’è chi ha interesse ad invertire i ruoli, c’è chi  maldestramente tenta di manipolare, ancora una volta, la verità. Ma, a monte di queste manipolazioni, c’è chi ha il “potere” del danaro, c’è chi si permette di pagare squallidi, sprovveduti, infantili esecutori a compiere atti di una gravità immane.
Non si spiegano, altrimenti, gli atti, reiterati, contro chi ha deciso di sottrarre al degrado un fazzoletto di Città, contro chi ha lottato per riprendersi qualcosa che già gli apparteneva, contro chi ha pensato, con il consenso popolare,  di restituire ai magentini un “bene comune” sottratto, invece, da una ventina di ladroni che tentano, ancora in questi giorni improbabili difese in Tribunale.
Resta incomprensibile il silenzio dell’amministrazione comunale  di fronte ad un atto grave, quello attraverso il quale ignoti devastano un luogo che la stessa amministrazione ha dichiarato essere “parco PUBBLICO”.
Siamo fiduciosi.
Ebbene si, siamo stati noi…. a far avviare  l’apertura di un fascicolo (segnalazione e verbale dettato dal MPDL) che la polizia locale invierà alla Procura,  ma ci sarà un’ulteriore esposto-querela che firmeranno, ancora una volta , solo i volontari dell’associazione Ri-Parco.
Un augurio, quindi, che la Procura faccia luce, al più presto, su squallidi episodi  inaccettabilied un “saluto” ai tutti coloro che credono di danneggiare o mettere in cattiva luce il lavoro che il Movimento Popolare Dignità e Lavoro sta compiendo, da molti anni, per la tutela del lavoro, dell’ambiente e del bene comune. Vigliacchi , non l’avrete mai vinta !

Movimento Popolare Dignità e Lavoro

sabato 27 maggio 2017

INCENDIO AL CRAL EX NOVACETA: LETTERA APERTA AL SINDACO INVERNIZZI


INCENDIO AL CRAL EX NOVACETA:

LETTERA APERTA AL SINDACO INVERNIZZI

Nel ringraziarla per le sue parole di solidarietà, vogliamo, con la massima franchezza, avanzare alcune osservazioni.

La gravità dell’atto intimidatorio (come lei stesso ha sottolineato) verso i volontari del Movimento e dell’Associazione Ri-Parco che cercano di sottrarre all'abbandono e al degrado il Cral, non viene sminuita dallo scampato pericolo perchè l’incendio non si è esteso, ma anzi è aumentato: questo è solo l’ultimo e più grave e pericoloso episodio di una annosa sequenza di “vandalismi”.

Noi restiamo lì, le intimidazioni non ci fermano, abbiamo già provveduto alle prime riparazioni dei danni.

Dovrebbe essere chiaro che questi atti non sono soltanto contro la nostra battaglia per il Parco Pubblico e la nostra presenza nel Cral contro abbandono e degrado  ma anche contro la stessa idea di realizzare nel Cral un Parco Pubblico !

Però dobbiamo anche dire che da anni denunciamo, inascoltati, l’escalation di scorribande e sospetti “vandalismi” IMPUNITI contro il Cral e la prospettiva del Parco Pubblico.

Per questo ci sentiamo in diritto e in dovere, per conto nostro e per conto di quei 2000 cittadini che hanno sottoscritto per il Parco Pubblico, di chiederle, in qualità di Sindaco in carica, perché non è venuto al Cral a constatare di persona dimensione e danni dell'ultimo "vandalismo" e che alla sua solidarietà facciano seguito provvedimenti concreti a tutela dell'idea del Parco Pubblico al Cral e di contrasto a questa pericolosa escalation !

Saremmo perciò lieti se lei, signor sindaco, vorrà finalmente venire di persona al Cral !

P.S. Mentre scriviamo denunciamo che nella notte tra venerdì 26 e sabato 27 maggio è stato rotto a sassate un vetro dei locali igienici del Cral.

Movimento Popolare Dignità e Lavoro 
Associazione Ri-Parco Bene Comune



mercoledì 10 maggio 2017

Invernizzi vs Minardi e Magenta Domani, se permettete…!

Siamo stati chiamati “in ballo” più volte.  Abbiamo letto cose, strane, ambigue e solo qualche parziale verità.
Abbiamo anche deciso, da tempo, di non appoggiare alcun candidato sindaco pur riconoscendo, in qualche soggetto, una ferma volontà di rinnovare una gestione magentina, già da molti anni, invece, stanca e priva di progetti seri che possano rilanciare Magenta in un nuovo contesto di occupazione, di risorse, di lungimiranza.
Crediamo che sia doveroso, da parte nostra, chiarire alcuni passaggi riportati nelle interviste dei candidati Invernizzi e Minardi, e vogliamo farlo da “storici” della questione Novaceta e, purtroppo, come spiegheremo più avanti, da “protagonisti”. Vogliamo discutere in modo asettico, non inquinati da interessi di partito e / o elettorale.
Riporteremo, virgolettando, alcuni passaggi delle interviste lette su ‘Magenta Domani’ sottolineando ciò che, secondo noi, ha bisogno di attenta riflessione.
Subito si legge, un generale commento su un parco pubblico di 14 mila mq” , ma si evita di dire che l’idea, la proposta, la battaglia per ottenerlo, la raccolta firme tra i Cittadini, due mozioni presentate in Consiglio Comunale, la costituzione di un’associazione di volontari, la pulizia di parte delle aree togliendole dal degrado, e tanti sacrifici ancora, sono stati solo e soltanto attivati dal Movimento Popolare Dignità e Lavoro e dall’Associazione Ri-Parco Bene Comune. Se ci sarà un Parco Pubblico, non è che l’ha voluto l’amministrazione Invernizzi. L’ha voluto, invece, l’impegno di un gruppo di volontari suffragati da una risposta popolare eccezionale e che non conosce uguali in contesti simili. Ed a onore del vero, la petizione popolare presentata dal Movimento Popolare Dignità e Lavoro in merito all’ idea di ricavare un Parco Pubblico dall’area Cral Novaceta, ebbe come uno dei primi appoggi proprio quello di Silvia Minardi, poi di quasi tutti i Consiglieri di opposizione, di tanti esponenti politici del territorio, di molti giornalisti, di importanti personalità lombarde e nazionali, e quello di Marco Invernizzi che però, fu contestato dalla sua stessa giunta. Tutta la giunta, appunto, tutti i consiglieri di maggioranza e tutto il PD magentino evitò di sottoscrivere quella richiesta di attenzione e di interesse verso la propria Città. Avversità che si concretizzò anche nelle due mozioni a sostegno di un’esproprio dell’area e/o di una concessione in comodato d’uso, a cui si aggregò, questa volta, con il proprio voto, anche quella dello stesso Invernizzi. Capite che parlare di Parco Pubblico, come se fosse stata un’iniziativa di questa giunta è perlomeno, da parte loro, imbarazzante.
Si legge più avanti : un pieno recupero produttivo” dell’area è proprio quello che l’osservazione avanzata dall’associazione “Riparco” proponeva. Stabilendo una destinazione produttiva dell’area, che il piano di riqualificazione presentato attuerà, la giunta Invernizzi ha ascoltato i cittadini.”
Osserviamo intanto che un insediamento di sola logistica non è attività produttiva ma pura e semplice attività di distribuzione. Osserviamo che è molto difficile immaginare che quel tipo di insediamento “garantirà la qualità della vita al quartiere nord” con  un aumento del traffico commerciale e lo stravolgimento dell’area.
Non si dice, poi, che l’Associazione Riparco Bene Comune (ed il Movimento Popolare Dignità e Lavoro), vanno oltre la semplice proposta del “recupero produttivo”, che , detto così, ha il sapore di semplice propaganda utilizzando, infatti, termini generici e vaghi. Il MPDL e l’Associazione Ri-parco, chiedendo il recupero produttivo, fa riferimento anche a precisi impegni assunti dall’amministrazione comunale di centro destra ( Del Gobbo ) e di centro sinistra ( Invernizzi ), di accordi ufficiali sottoscritti da tutti  ( comune di Magenta, provincia di Milano, regione Lombardia, sindacati, proprietà ) mirati al recupero occupazionale degli ex dipendenti Novaceta, qualora su quelle aree si collocassero nuovi insediamenti produttivi. Questo particolare non viene mai evidenziato ma, ovviamente, siamo in possesso dei documenti ufficiali sottoscritti dalle parti ed è bene che soggetti attuali e quelli futuri se ne ricordino.
Un passaggio “tragico-comico” che leggiamo, dichiarato da Marco Invernizzi è quel :” noi non ci permettiamo di giudicare chi viene a investire e fare impresa a Magenta “. Mi sembrano quelle “ultime parole famose” che pubblicava un rotocalco di qualche anno fa. Quelle ultime parole, pronunciate dalla giunta Del Gobbo ( primo mandato ) quando coloro che vennero ad investire e fare impresa a Magenta, non furono, appunto, ne “letti” ne giudicati, infatti causarono la chiusura di Novaceta, mandando a casa 400 famiglie, e provocarono una bancarotta fraudolenta da circa 80 milioni di euro, trascinando nella disperazione, oltre alle famiglie dei dipendenti anche decine di imprese del territorio che di indotto Novaceta vivevano. Ancora oggi, ricordiamo i sorrisi a trentadue denti e le strette di mano tra l’allora Sindaco ed Assessore e gli attuali imputati nel processo penale.

Chiediamo pertanto al Dott. Invernizzi di non ripetere quell’errore fatale ed, invece, di investigare ed esprimere giudizi consapevoli su chi chiede di investire e fare impresa a Magenta, come si dice :” Errare humanum est, perseverare autem diabolicum “. Minardi , se traccia un parallelo con la vicenda Lindt, altra balla e bolla elettorale, non fa altro che esprimere un serio giudizio critico ed evidenziare una vicenda che non ha dato lustro alla nostra Città.

Non condividiamo un aggettivo utilizzato dall’attuale Sindaco quando definisce “vecchia fabbrica” quella Novaceta che solo qualche anno fa era leader mondiale nella produzione del filo di acetato. Quel mercato fu, per Novaceta, ulteriormente vantaggioso proprio dal 2009, anno in cui chiuse i battenti, e che, invece segnava un anno di vendite record a causa proprio del ritiro dal mercato mondiale di due dei principali competitor. Novaceta aveva impianti nuovi e tecnologicamente all’avanguardia. Lo dimostra l’installazione, nel 2003, di due linee di filatura completamente automatizzate che producevano un filato “tinto in pasta” e già “ritorto”, vera unica, ricercatissima specialità mondiale! Ecco, egregio signor Sindaco, quello “spazio estesissimo” non avrebbe dovuto esserci, doveva funzionare, ancora oggi, una fabbrica modello, che generava reddito e che è stata distrutta solo per alimentare interessi ed egoismi esagerati.

Ancora una precisazione, non ci giuriamo sul fatto che “sono state già rimosse oltre 700 tonnellate di amianto e fibre aerovetrose nocive”, perché sarebbe opportuno sapere dove sono state smaltite queste 700 tonnellate , sappiamo invece, con certezza, che ancora molte centinaia di tonnellate di amianto sono presenti all’interno delle aree industriali e che sono collocate all’interno di quei perimetri che dovrebbero ospitare i nuovi insediamenti. Chi bonifica ?  Perché non vengono convocate le proprietà ed obbligate ad operare le bonifiche previste per legge ?  Perché l’attuale amministrazione comunale rifiuta la collaborazione  degli ex lavoratori Novaceta nell’ identificare le ( ampie ) zone certamente da bonificare ? Perché si rischia un collasso del progetto ?

Dunque, non è proprio vero che “Il PGT è stato un lungo percorso che l’amministrazione Invernizzi ha scelto di fare insieme ai cittadini” .

Infine, la comica sul “comodato d’uso” del futuro Parco Pubblico: il Consiglio Comunale l’aveva approvato come richiesta all’Unicredit due anni fa, l’associazione Ri-Parco, l’ha chiesto al Comune, ma in tutti e due i casi dall’Amministrazione Comunale nessuna risposta!

Movimento Popolare Dignità e Lavoro

* le foto selezionate sono del marzo 2017



 



domenica 16 aprile 2017

Era il 17.10.2005 , si sono alternate tre amministrazioni comunali : nulla è cambiato

Intervento del Consigliere Comunale Mario De Luca il 17 ottobre 2005. Un governo Berlusconi che si sforzava a fare il peggio ( superato solo, successivamente, dal governo Renzi ) in materia di abolizione delle tutele e dei diritti dei Lavoratori. I governi locali che prendevano sul serio le macroscopiche balle raccontate da sedicenti imprenditori. Le Istituzioni schierate contro i lavoratori ed, invece, a protezione di chiarissimi "fraudolenti".  La storia, le verità, in questi dodici anni, non sono servite a nulla. Leggete :

  CONSIGLIO COMUNALE DEL 17-10-05.   - OCCUPAZIONE .


Per poter parlare di “crisi occupazionale” sul territorio, ma ovviamente il fenomeno è esteso a tutto il territorio nazionale, è necessario cercare di capirne le cause, quelle stesse cause per la quali ogni  classifica redatta da agenzie di valore e credito mondiale, ci colloca al 44° posto ed alle spalle di Botswava, della Moldavia o di Cipro. Il miracolo italiano che il presidente del consiglio, operaio e industriale, ricercatore e medico, giovane e anziano, attento ai problemi delle donne come a quelli degli uomini, del nord produttivo come del sud ricco di storia, cantante e barzellettiere, allenatore e presidente, indagato e perseguitato, condannato e assolto (in prescrizione), presidente e padrone di Mediaset e di Rai, padrone di giornali e di assicurazioni, costruttore ed immobiliarista, calvo ed impiantato, dicente e smentente, amico degli avvocati e degli stallieri, col cappellone da cow-boy, col colbacco russo o con la bandana, e potremmo andare ancora avanti all’infinito. Questo personaggio onnipotente non si è mai preoccupato dei problemi degli italiani, indaffarato com’era e com’è a legificare, quelle Leggi Speciali, che hanno caratterizzato il suo illuminato decennio. Egli si è invece preoccupato di detassare le grandi eredità, a cancellare il conflitto d’interessi, ad imbavagliare la magistratura, a dare quotianidità ai condoni fiscali, a dimezzare i tempi per la prescrizione di reati gravi, ed in tema di lavoro, esasperare la Legge 30, mettere mano allo Statuto dei Lavoratori col tentativo di far cancellare l’articolo18, e depenalizzare infine il falso in bilancio. Trovatemi tra tutti quelli che ho elencato un solo provvedimento emesso a favore del cittadino comune. Non solo non ne troveremo neanche uno, ma il danno diretto e indotto che ogni provvedimento ha portato alla comunità è incommensurabile.
Il rischio che stiamo attraversando è quello di un brutale, incondizionato ed irreversibile processo di ristrutturazione capitalistica e di una politica liberista. Non a caso l’attacco all’articolo 18 della Legge 300 doveva servire come apripista  a quell’attacco ben più feroce e determinato che veniva sferrato contemporaneamente a tutti i diritti dei lavoratori. Con la cancellazione dell’articolo 18 si sottoponeva infatti il lavoratore all’arbitrio padronale che avrebbe potuto così esercitare il suo diritto di licenziare senza fornire alcuna giustificazione. In questo modo si mette in atto, con metodo scientifico, l’attacco ai diritti ed alla dignità dei lavoratori. Ormai ci si relaziona con i lavoratori solo con arroganza, con quella stessa arroganza con la quale, rivolgendosi al sindacato, si “ordina” , tra virgolette, di “farsi da parte”. Quest’arroganza è cresciuta negli ultimi anni con legge quadratica e ormai non è più soltanto preoccupante. Oggi su i nostri territori, signori Sindaci, il padrone solo se percepisce che il lavoratore intende esercitare il proprio diritto allo sciopero, oggi sui territori da Voi amministrati, viene esercitata l’intimidazione. Preventivamente ( come la guerra di Bush ) si chiama la forza pubblica, la si ostenta all’interno della fabbrica addirittura il giorno antecedente lo sciopero, alle cinque del pomeriggio in modo che tutti i lavoratori all’uscita potessero vedere la pattuglia dell’arma dei carabinieri, e poi la presenza delle pattuglie per tutto il giorno successivo, per l’intera durata del tempo previsto per lo sciopero. E a seguito di questa involuzione democratica, chiedo a questa istituzione, a questo consiglio comunale, a tutto il consiglio comunale, di farsi parte diligente affinché queste cose sui nostri territori non accadano mai più. Chiedo a questo consiglio comunale di farsi parte diligente affinché venga applicata la Legge dello Stato, la Legge 300 del 20 maggio 1970 che nel suo articolo 28 “ repressione della condotta antisindacale”  recita testualmente “ qualora il datore di lavoro ponga in essere comportamenti diretti ad impedire o limitare l’esercizio della libertà e della attività sindacale nonché del diritto di sciopero.

Civili e onesti lavoratori che non hanno provocato ne rumori, ne molestie ad alcuno. Lavoratori che hanno aderito all’iniziativa privi di bandiere, striscioni o megafoni, che non hanno chiesto l’intervento dei media. Quei lavoratori, per fortuna tantissimi, sono stati trattati peggio di quei delinquenti soggetti agli arresti domiciliari, dove nemmeno in quel caso sono controllati a vista. Quei lavoratori sono stati invece controllati a vista minuto per minuto, per tutta la durata dello sciopero articolatosi nelle 24 ore. Come istituzione, assistendo a quanto,  mi sono vergognato. E le altre istituzioni dov’erano ?. Le istituzione che contano, come ad esempio i Sindaci, che poi dichiarano alla stampa di seguire e di preoccuparsi per l’impatto sociale negativo che inevitabilmente la disoccupazione porta sul territorio. Dov’è stato l’interessamento delle istituzioni che contano ? Perché queste ultime hanno dato per scontato che da una parte ci fosse il giusto, cioè i padroni, quelli che possono chiamare i carabinieri o sedersi al tavolo di confronto con gli avvocati, e dall’altra parte ci fossero invece i delinquenti, cioè i lavoratori , cioè quelli che vivono senza diritti con 1000 euro al mese , cioè quelli che sono rappresentati  invece solo da altri lavoratori, che pensano in modo diverso dai padroni e per questo motivo sono fatti oggetto delle più turpi e tristi menzogne. E’ il mondo rivoltato, cari colleghi consiglieri. Oggi chi difende il proprio posto di lavoro ha, secondo i padroni, interessi estranei, e chi invece fa del proprio core-business lo smantellamento di aree industriali, com’è successo ad Arese con i 2.200.000 metri quadri su cui si estendeva la storica Alfa-Romeo è portatore di benessere e di iniziative. Ed allora si va alla ricerca di siti industriali, spesso in crisi o in pseudo, provocate ad arte, crisi, dove si promette il rilancio dell’azienda, lavoro per tutti, ma dove si arriva  inevitabilmente alla chiusura definitiva , certamente per colpa di altri, spesso per colpa di quei sindacati che, difendendo i diritti dei lavoratori, rallentano o ostacolano, a detta dei furbi padroni, l’iter di ristrutturazione. Nel frattempo, cioè nell’arco di tempo previsto per portare a termine dettagliati progetti , i lavoratori vengono trattati da mentecatti, da gente che deve apprezzare incondizionatamente l’interessamento dei nuovi padroni poiché senza di loro non ci sarebbe stato l’elargizione dello stipendio. I lavoratori non devono, per gratitudine s’intende, parlare di diritti, devono anche mascherare gravi infortuni con certificati di malattia, perché c’è il rischio di perdere il proprio posto di lavoro. I lavoratori devono imparare che 626 è solo un prefisso telefonico e che la legge trecento non esiste, ma esiste solo la legge 30 con l’errore grafico di uno zero in più. La tutela dell’ambiente e del territorio non è più un dovere, ma un’opzione.
Assistiamo, dunque inermi, a siti industriali acquistati, riavviati e dopo qualche tempo rifermati, oppure ad interi reparti le cui lavorazioni ancora richieste sul mercato vengono inspiegabilmente interrotte o indirizzate a lavorazioni esterne o addirittura portate all’estero.
Ma oggi, molti lavoratori non sono più disponibili ad essere ricattati. Oggi la tutela del posto di lavoro passa principalmente dalla ritrovata coscienza che solo il rispetto della legge può dare, passando da ogni istituzione possibile, dall’ispettorato del lavoro, alle ASL, dalle ARPA alla Polizia Giudiziaria, dagli organismi paritetici alla Guardia di Finanza, dalla Polizia Urbana ai Vigili del Fuoco, alla Magistratura, e non già, per tutto il rispetto per l’Arma, dai soli carabinieri che hanno compiti ben più impegnativi che il non guardare a vista operai in sciopero.

Cosa fare e cosa chiedere agli amministratori del territorio.
Sicuramente maggiore attenzione verso quegli imprenditori che spargono fumo. Visionare ed analizzare i piani industriali. Monitorare con continuità l’evoluzione delle fasi di ristrutturazione dichiarate. Instaurare commissioni di lavoro permanenti formate dai rappresentanti delle aziende, dei lavoratori e delle istituzioni. Garantire i diritti dei lavoratori, garantire il rispetto dell’ambiente.
Tutto questo ed ancora di più, gli amministratori locali possono e devono fare.