venerdì 25 ottobre 2013

Caro assessore, risponda alle domande !

La farsa dell’amministrazione comunale di Magenta continua. L’assessore Enzo Salvaggio, nel suo perdente tentativo di sminuire macroscopiche responsabilità e, con le sue  “precisazioni” fornite alla stampa magentina, non fa altro che peggiorare ancora di più , qualora ce ne fosse bisogno, l’immagine di una giunta, già vista impreparata durante l'assemblea pubblica del 09 ottobre scorso, sulla questione ambientale.

Ma anziché prendere in giro i Cittadini con “precisazioni” che non hanno alcun senso, tipo :” L’edificio abbattuto non è quello che dite voi “,  frase rivolta al Movimento Popolare Dignità e Lavoro, perché, invece, non risponde alle domande chiare, secche e precise che lo stesso Movimento ha posto, da tempo, ed alle quali non è stata data alcuna risposta.
Rielenchiamo le domande, e così faremo fino a quando l’amministrazione comunale non si degnerà di rispondere, innanzitutto alla Cittadinanza, che ha il diritto di sapere come stanno le cose e quale tutela è in atto per la salute pubblica :


  1. è vero o non è vero che le prime segnalazioni / denunce, sulla presenza di amianto all’interno di Novaceta, a Polizia Locale di Magenta, a Guardia di Finanza , ai Carabinieri, furono fatte da Dignità e Lavoro ?
  2. e’ vero o non è vero che già dal dicembre 2011 all’interno di Novaceta era iniziato lo smantellamento della fabbrica ?
  3. è vero o non è vero che ai primi del dicembre 2011 il Movimento Popolare Dignità e Lavoro penetra all’interno di Novaceta, ostacolato dalle forze dell’ordine, e documenta, con foto e filmati, che le demolizioni erano in corso ?
  4. è vero o non è vero che la Polizia Locale, a seguito di un sopralluogo del gennaio 2012, verificò e certificò quanto riscontrato dal Movimento ?
  5. è vero o non è vero che nel verbale della Polizia Locale del gennaio 2012 si legge di presenza di amianto riscontrato in locali non mappati e di numerose altre sostanze inquinanti non etichettate ?
  6. è vero o non è vero che nel verbale della polizia locale del gennaio 2012 viene certificata l’assenza di un Piano di Sicurezza Lavoro ?
  7. è vero o non è vero che l’ASL dichiara ( assemblea del 09.10.2013 ) che le prime riunioni di coordinamento sulla sicurezza furono fatte tra gli enti e la proprietà nel marzo 2012 ?
  8. è vero o non è vero che nell’ordinanza del sindaco del luglio 2013 si dichiara che nei  fabbricati oggetto della demolizione c’è presenza di amianto ?
  9. è vero o non è vero che l’ufficio tecnico del Comune di Magenta conferma la presenza di amianto in quei fabbricati ( assemblea del 09.10.2013 ) ?
  10. è vero o non è vero che l’ASL dichiara ( assemblea del 09.10.2013 ) che in circa 200 tonnellate di macerie, provenienti dalla demolizione dei fabbricati ( oggetto dell’ordinanza ) c’è presenza di amianto ?
  11. è vero o non è vero che quei fabbricati, prima che fossero demoliti, non sono stati adeguatamente incapsulati e depressurizzati al fine di contenere all’interno dell’area di competenza sostanze e fibre di amianto ?
  12. è vero o non è vero che quelle macerie sono state trasportate senza alcuna protezione e sversate in discariche poste a pochi kilometri di distanza dal magentino ?
  13. è vero o non è vero che il Movimento Popolare Dignità e Lavoro ha chiesto di parlare di queste problematiche, addirittura dal giugno 2012 ( cioè prima che fossero iniziate le demolizioni per le quali veniva conclamata la presenza di amianto ) , attraverso un consiglio comunale aperto ?
  14. è vero o non è vero che il Movimento ha fatto una regolare e legittima richiesta degli atti, sulla questione demolizione, già dal 16 settembre 2013  e che, ad oggi, non è stata ancora evasa ?
  15. è vero o non è vero che il Movimento ha posto anche il problema in merito alla bonifica, mai avvenuta,  e dal probabile inquinamento ambientale prodotto anche dallo stabilimento Snia Viscosa (attivo fin dagli anni ‘ 30 )  ?
  16. è vero o non è vero che , ne l’Amministrazione Comunale ne gli Enti preposti hanno effettuato, almeno fino alla data dell’assemblea pubblica del 09 ottobre scorso, alcuna verifica sullo stato d’inquinamento dei sette pozzi acqua presente nell’area Snia / Novaceta ed alcun carotaggio dei terreni, ad esempio, sulle aree dell’ex filatura Snia Viscosa ?

Pertanto, il Movimento Popolare Dignità e Lavoro chiede all’assessore Salvaggio se vuole rispondere alle domande poste, oppure indichi chi, come e quando risponderà, assumendosi ogni responsabilità di tali risposte , evitando di ripetere le penose scene già viste nella citata assemblea del 09 ottobre scorso, dove ognuno relegava risposte e responsabilità ad altri.

E’ imbarazzante, da parte nostra, dover ancora una volta far presente che, se non ci fosse stata la specifica  attenzione che il Movimento Popolare Dignità e Lavoro ha posto sul problema inquinamento di quell’area industriale e sulla enorme presenza di amianto, oggi , forse, non si sarebbe nemmeno posto il caso e chi aveva già cominciato a demolire dal 2011 avrebbe continuato a farlo nella più completa tranquillità operativa, senza nessun controllo !

Il paradosso è che l’assessore Salvaggio ( lasciato solo dall’intera giunta ad affrontare un tema così delicato ) anziché prendere in considerazione la disponibilità di un aiuto, gratuito, da parte dei tecnici del Movimento, in merito alla  conoscenza del sito, continui a polemizzare ad esempio sulle “ tappe urbanistiche” e se gli edifici abbattuti sono diversi da quelli da noi indicati. Ma cosa cambia ? Siete stati voi, durante l’ultra-citata assemblea del 09 ottobre, a dichiarare che nei fabbricati, oggetto dell’ordinanza,  c’era amianto !  Allora, rispondete a quelle domande che riguardano le macerie che voi stessi  avete fatto produrre!

Vogliamo infine cogliere l’occasione per ricordare alla Cittadinanza che il Movimento Popolare Dignità e Lavoro è presente sul territorio, sul tema lavoro, sul tema ambiente, sulla legalità e su tutti i temi a carattere sociale già dal 2005, quando, un primo gruppo di lavoratori, decise di dare un contributo completamente disinteressato alla Cittadinanza, e si costituì in Comitato.
In questi anni siamo cresciuti, siamo diventati un Movimento a servizio dei Cittadini. Ciò evidentemente da fastidio a molti, certamente a tutti quelli che hanno prodotto gli enormi guasti della nostra società in questi ultimi anni. Da fastidio a chi, per esclusivi interessi personali , ha massacrato il nostro territorio con intrallazzi con società immobiliari, con le banche, con la malavita organizzata. Chi continuava a sorridere quando, noi per primi, a Magenta parlavamo di alcune proprietà di grandi complessi industriali, su cui aleggiavano ombre inquiete ( Gianni Lettieri – ultimo padrone di Novaceta – spavaldo a ricordare a tutti che :” sì, sono un uomo di Cosentino, ed allora ? ) , oggi , dopo la realtà di Sedriano, dovrebbe avere un minimo di rispetto verso chi continua, come il Movimento, a restare in prima linea anche in queste battaglie. Il Movimento Popolare Dignità e Lavoro, ha intenzione di crescere ancora. Aspettiamo gente perbene che ci aiuti in questo progetto.

MPDL

martedì 15 ottobre 2013

Considerazioni, interventi e proposte a seguito dell'assemblea pubblica (questione amianto) del 9 ottobre scorso.


Già altre volte mi sono espresso in merito a “Facebook”, eccezionale strumento di comunicazione ma spesso utilizzato in modo indecente. Per questo motivo, personalmente faccio tutto il possibile per utilizzarlo al minimo riservandomi solo di pubblicare le pagine del Blog “ Movimentopopolare dignitaelavoro.blogspot.com” e quelle sottolineature che meritano.
Nei giorni successivi all’assemblea pubblica del 9 ottobre in cui si è discusso di un problema importante per la nostra Città, la presenza di amianto sul territorio, si è scatenato su FB un’accanita caccia all’avversario ( politico, culturale, ideologico, geografico, sociale ). Alcuni commenti sono caduti nello più squallido qualunquismo. Pochi, pochissimi, hanno ricordato che quella serata, quel confronto, aveva come oggetto la salute dei cittadini, dove un gruppo di cittadini hanno voluto mettere sotto una lente d’ingrandimento una demolizione di un sito industriale in cui, senza ombra di dubbio, c’è una presenza impressionante di amianto. Costoro, non si sa bene il perché, sono diventati nemici da contestare. Ma l’errore forse più grande, fatto da alcuni, è stato quello di sottovalutare la generosità e la competenza di questi cittadini che si sono messi solo e soltanto a servizio della Città, senza interessi, senza retribuzioni, senza secondi scopi.
Tanti ostacoli, anche da parte di quelle istituzioni che avrebbero dovuto, aiutare, incentivare, ringraziare quelle “sentinelle” dell’interesse pubblico che si esponevano anche a ritorsioni e minacce da parte di imprenditori senza scrupoli che , sulle aree Novaceta, avevano il solo scopo di liberarle, ed in fretta, dalla presenza di sostanze inquinanti, evitando lente e costose procedure di bonifica. Ed allora cosa fa l’Amministrazione Comunale, evita di parlare di questi problemi tramite un consiglio comunale aperto e richiesto da oltre 16 mesi. Prende tempo, e nel frattempo, chi voleva far scappare i buoi lo faceva con tutti i comodi. Se il Movimento chiedeva gli atti da leggere in merito alle procedure adottate per lo smaltimento dell’amianto, l’Amministrazione trovava mille motivi per non fornirli ( attendiamo quelle carte ancora oggi ), ed infine, pressato dall’opinione pubblica, surroga il richiesto, da quasi tutte le  rappresentanze cittadine, consiglio comunale con un’assemblea pubblica. Ed è qui che ritorno a Facebook, poiché ho colto una frase, postata subito dopo l’assemblea pubblica, che in una sintesi perfetta, esprime un concetto ma descrive anche tutta la serata. Un intellettuale del territorio posta :” "Isti pi futtiri e fusti futtutu".  Non posso essere certo se c’è una relazione tra la sintesi dell’amico con radici siciliane e lo svolgimento dell’assemblea, magari il riferimento era  tutt’altro. Ma se così non fosse, allora farei mia quell’espressione anche perché certamente e facilmente comprensibile proprio da chi deve comprenderla. Ma nel campo delle espressioni dialettali non posso fare a meno di proporvi un’altra “azzeccata” assonanza a quella serata, un’espressione partenopea, mi rendo conto incomprensibile, ma che “tradurrò” volentieri : “O’  strummulo a tiriteppola e a’ funicella fràcita “ ,  ovvero : “La trottola storta e lo spago vecchio e rovinato”.
Quella serata ha visto amministratori latitanti, impreparati e confusi e poi  tecnici imbarazzati ed intenti solo a compartimentare le proprie competenze e dirottare le responsabilità ad altri. Un insieme di negatività che mai avrebbe potuto imprimere slancio ad una “trottola” per farla girare veloce e dritta a servizio e nell’interesse dei Cittadini.

Riportiamo di seguito gli interventi integrali di alcuni degli aderenti al Movimento.

Intervento di Mario De Luca

Buonasera,
durante la lunga vertenza lavoro, la proprietà delle aree Novaceta, siamo nell'autunno 2011, prendeva un impegno, nelle sedi istituzionali di Provincia di Milano e Prefettura. L’impegno era che, di li a poco, avrebbe dato inizio alle operazioni di messa in sicurezza dello stabilimento ed alla successiva bonifica. Impegno non mantenuto, visto anche la scarsa propensione a principi di onestà da parte delle ultime proprietà, tutte coinvolte in procedimenti giudiziari, dove il reato più leggero è stata la bancarotta fraudolenta. Le amministrazioni comunali, dal 2009 ad oggi si sono invece fidate. Per fortuna che non si sono fidati i lavoratori presenti sul piazzale di viale Piemonte che, a dicembre 2011 decidono, nonostante il picchetto delle forze dell'ordine, di entrare nello stabilimento e documentare con foto e filmati che, anziché mettere in sicurezza e bonificare, all'interno di quel sito si stavano già demolendo i reparti, dove, le macchine di produzione sono intimamente legate con l'amianto ed altre sostanze inquinanti. In poche parole non è possibile smontare a pezzi un filatoio, come nel frattempo si stava facendo, senza intervenire sull'isolante termico, formato, per grandi parti, proprio da amianto. Quindi quando parliamo di amianto, non stiamo parlando delle coperture dei tetti in Eternit, che pure sono presenti in modo massiccio, ma stiamo parlando di centinaia di tonnellate di amianto, di amianto cemento, presente all’interno dello stabilimento.
Il Movimento Dignità e Lavoro documenta ed invia il tutto agli enti preposti ed  alla Polizia Locale, che, qualche giorno dopo entra in stabilimento ed , attraverso una relazione della Dottoressa Porta, certifica esattamente ciò che il Movimento aveva anticipato. Nel protocollo 4714 del 19 gen. 2012, archivio n. 2121, il Comandante, D.ssa Porta, sottoscrive, tra vari punti, anche questi :” All'atto del sopralluogo il consulente della società EC.AM forniva la seguente documentazione in formato elettronico :
verbale di consegna dell'area del 30.11.2011
copie dei formulari di trasporto del 5 dicembre 2011
offerta ditta Biodata per Piano di messa in sicurezza

Andiamo in ordine, le aree vengono consegnate il 30.11.2011, ed il 5.12 , considerando che il 3 ed il 4 cadevano di sabato e domenica, ed in solo due giorni transitano per il piazzale, debitamente fotografati, interi bilici di materiali proveniente dalla demolizione di macchine di filatura. Ma non solo, la Polizia Locale certifica anche che, riceve come documento l'OFFERTA per la compilazione del piano di sicurezza. Quindi il piano di sicurezza non è stato nemmeno ordinato alla ditta che avrebbe dovuto redigerlo. Quindi il Piano di Sicurezza , a lavori già avviati da tempo,  NON C'ERA ! Tutto ciò è confermato dallo stesso consulente della società EC.AM, che dichiara, è riportato a verbale,  :”sono in corso attività di smaltimento tramite smontaggio e/o demolizione dei macchinari da parte dell'impresa Poggioli srl ed S.E Servizi Ecologici SAS...” . Quindi il consulente afferma di aver avviato lo smaltimento in assenza di un Piano di Sicurezza .
Il consulente dichiara ancora, sempre da verbale della Polizia Locale : “ dal mese di dicembre 2011 alla data odierna sono avvenuti trasporti a mezzo camion di materiali quale ferro, ottone, carta, cartone e acciaio come da formulari “ . Il Movimento accerta, ivece che, proprio in quei giorni, camion interi  trasportavano materiali che avrebbero dovuto essere codificati CER come rifiuti speciali ed identificati come tele esauste ed intrinse di colloido di acetato ed acetone.

Il contenuto del verbale della Polizia Locale  è a dir poco sconcertante, si legge infatti che “ è stata accertata” : 
l        la rimozione di componenti dell'impianto di filatura al primo piano ( parte 6 fascicolo fotografico ) - RICORDATE BENE QUESTO PARTICOLARE – FILATURA - 6
l        Presenza di fusti contenenti liquidi privi di etichettatura a norma di legge.
l        Presenza in locale chiuso n.31 fusti contenenti sostanze coloranti
l        Cisterne interrate contenenti 40.000 litri di acetone ( alla faccia del piano di sicurezza )
l        Presenza di AMIANTO in aree non risultanti dall'ultima mappatura, E DOVE ? Proprio nell'area di filatura – parte 6 fascicolo fotografico.

Dunque l'amianto, inequivocabilmente, già dal dicembre 2011 veniva manipolato in assenza di ogni piano di sicurezza, veniva rimosso, tanto da trovarlo anche in zone non mappate, e ci chiediamo CHE FINE HA FATTO QUELL'AMIANTO, COM'E' STATO TRACCIATO  FINO ALLO SMALTIMENTO ?

Ma per meno della metà di queste irregolarità, avrebbe dovuto essere sospesa ogni attività fino alla certezza assoluta dell'adozione di procedure corrette.
Il Movimento, nel frattempo, ha continuato a denunciare la questione amianto, con esposti, tutti protocollati. Il 26 ottobre 2009  l'Amministrazione si impegnava, durante un Consiglio Comunale richiesto da Dignità e Lavoro,“ a sollecitare enti competenti a monitorare la situazione ambientale all'interno dello stabilimento della Novaceta dove si trova ancora materiale che potrebbe essere pericoloso per l'ambiente e per gli abitanti della zona” , e poi il 9 dicembre 2011 Dignità e Lavoro invia esposti  al Comune, ai Carabinieri, alla Guardia di finanza, e poi osservazioni alla relazione della Polizia Locale. L’11 aprile 2012 richiede di visionare gli atti degli enti preposti al controllo, e poi il 29 giugno 2012 richiede un consiglio comunale aperto, visto l'arroganza e la consapevolezza di poter agire indisturbati da parte dell'azienda che operava le demolizioni, ed ancora il 22 aprile 2013 sollecita la richiesta del consiglio comunale aperto, ed infine, a seguito di un’ordinanza del Sindaco, di cui parleremo più avanti, richiede, il 16 settembre scorso, di visionare gli atti che hanno indotto l’amministrazione comunale ad intervenire con urgenza e ordinare la demolizione di alcuni edifici. Tra i vari passaggi Di questa ordinanza si può leggere:
“L'intervento, da effettuarsi con ogni consentita cautela, dovrà essere attuato seguendo le prescrizioni delle norme vigenti in fatto di sicurezza dei cantieri ed in fatto di sicurezza per la rimozione e la bonifica dell'amianto “. Si evince, quindi, che c'è presenza di amianto. Ma se è così , com'è possibile che quei fabbricati vengono demoliti nel modo illustrato dalle foto. Le demolizioni,  prevederebbero, in presenza di amianto, la blindatura dei fabbricati, la loro depressurizzazione, poi la rimozione ed il confezionamento dell'amianto in sacchi chiusi ed etichettati ed infine l'abbattimento dei fabbricati. Le foto fuori esposte dimostrano che tutto questo non è avvenuto. Demolizione selvaggia all'aria aperta ed operatori senza alcuna protezione individuale.
Chiediamo ai tecnici comunali, c'era o non c'era amianto in quegli edifici ?
Tubazioni dal diametro 500 / 600 millimetri, visti in questi giorni trasportati su camions erano o non erano rivestiti di amianto cemento ?
Quelle tubazioni, quando erano attive, trasportavano vapore a 450 °C. Ci dite per favore se erano rivestite di amianto-cemento ?
E' possibile conoscere in quali discariche sono state sversate ?
Possiamo sapere se sono stati effettuati carotaggi nel terreno visto che in quei locali, fino agli anni '70 era operativa la filatura di Snia Viscosa che utilizzava solfuro di carbonio, piombo ed altri inquinanti e fino a prova contraria, ad oggi, non è stata mai fatta alcuna bonifica ne da parte di Snia Viscosa ne da parte Novaceta. Leggere la cronaca di Pavia, di questi giorni, e vedere cosa hanno trovato sotto l'area Snia Viscosa.
Possono dirci, per favore, i tecnici dell'ARPA, se hanno fatto campionamenti delle acque ai sette pozzi presenti nell'area Novaceta e Snia Viscosa ?
Ancora una considerazione. Ad impianti in marcia, le acque sia di processo che quelle piovane, escluso la prima pioggia, risultanti in tabella 1 – legge Merli - venivano convogliate direttamente al canale Villoresi. Qualora invece, nelle acque si fossero riscontrati valori anomali di temperatura, torbidità, di pH, di conducibilità e tracce di idrocarburi, un sistema automatico di sollevamento dirottava quelle acque al depuratore. Adesso cosa accade ? La pioggia di questi giorni lava i piazzali, lava i tetti, lava le macerie dei fabbricati in demolizione, su superfici enormi, 220.000 m2 più l'inclinazione dei tetti. Tutta quest'acqua, certamente non più controllata, dove defluisce ?
Ci permettiamo di ricordare al Sig. Sindaco che egli rappresenta l'autorità più alta per la tutela della salute dei Cittadini. Preferiremo non sentire di responsabilità compartimentate. Che urgenza c'era di ordinare l'abbattimento di quegli edifici durante il mese di agosto ?
Per quale motivo ha affidato lo studio e l'elaborazione di un piano d'intervento ad un professionista scelto e pagato dalla stessa società che opera le demolizioni ?
Per quale motivo non ha concesso un consiglio comunale aperto richiesto da oltre 16 mesi ?
Perchè ha rifiutato la collaborazione, gratuita, di tecnici ex Novaceta esperti e conoscitori di quelle aree ?
La salute dei cittadini non è di parte. Il nostro Movimento si è fatto promotore di una petizione sul tema amianto, per parlare e decidere, in modo partecipato con la cittadinanza. Bene, abbiamo consegnato le prime 500 firme, 500 cittadini del territorio, professionisti, operai, impiegati, studenti di ogni estrazione sociale  e di ogni tendenza politica...quasi !
La salute dei Cittadini non è di parte !
Grazie.
Mario De Luca
Movimento Popolare Dignità e Lavoro.

Intervento di  Orazio Maccarone

Mi trovo nella stessa situazione dell'Avvocato. Non ho capito niente [delle vostre spiegazioni]... ma ho capito una cosa. Che le cose stanno andando nella maniera che ha voluto la proprietà [Unicredit]. La proprietà va avanti nell'opera di speculazione che è stata iniziata  da tanti anni con lo smantellare della produzione, cacciare gli operai.. e si comincia a predisporre il terreno per le speculazioni  successive.  Rispetto a questo il Comune  è stato totalmente assente.. gran parte dei lavori sono già stati fatti. Le ispezioni sono già state fatte dagli operai ma nessuno li ha voluti sentire !
Quando si è fatto il Comitato sulle richieste avanzate dalla proprietà di intervento, di demolizione ecc. [gli operai] non sono stati sentiti, né [sono stati sentiti] sindacati né i vari movimenti che attorno alla vicende Novaceta si sono mossi.

Ho letto con stupore, nella convocazione  di questo incontro, che l'attività del Movimento Popolare Dignità e Lavoro [MPDL] sarebbe stato di stimolo e riflessione per l'iniziativa del Comune. Ora chiedo che fine hanno fatto stimolo e riflessione, tanto apprezzato nel comunicato, se a una sua richiesta di Consiglio Comunale Aperto [CCA], avanzata già nel giugno 2012,  non è arrivata nemmeno una risposta, di nessun tipo: qualche letterina che dicesse no guarda questa è una cosa che non si può fare, no guarda non lo possiamo fare.
Sono attivati invece gli sberleffi: qualcuno sulla stampa si è permesso di dire che il CCA non si poteva fare perché …... costava troppo !!!
Questo, veramente è troppo !!
Ed è la dimostrazione di quello che diceva il Montagnoli: i buoi sono scappati, il Comune dorme sugli allori !
Non è pensabile che si continui in questo modo !
Abbiamo centinaia, migliaia di foto che testimoniano quanto è avvenuto in quella fabbrica. [A queste] non abbiamo avuto una risposta una, da questo tavolo [dei tenici].
Non me la prendo con voi, sono altri che devono rispondere: le autorità politiche.
Comprese quelle che dettano ai giornali se si fa o no il CCA, al di là e prima ancora che venga riunito il Consiglio Comunale per decidere.
Ora il problema comiuncia a diventare più grosso, siamo di fronte a una proprietà che corre e le autorità politiche non ci sono, sono completamente assenti !
Lo stesso discorso vale quando si parla di destinazione d'area. Si parla di “percorso partecipato”, ma quale percorso partecipato si può proporre se non si vuole ascoltare chi vuol dare un contributo.
Allora la domanda è: visto che non avete risposto quando è stato chiesto il CCA come Movimento [MPDL], adesso che presento al Sindaco le prime 500 firme [dei cittadini a supporto di quella richiesta] cosa farete ?
Queste 500 firme avranno un valore o continuerete a mandarci i tecnici che ci spiegano come si fanno le cose senza rispondere alle richieste e alle preoccupazioni che vengono avanti ?

Intervento di Paolo Chianura

Buonasera,

rivolgo la domanda all'assessore o al Sindaco, a chi dei due vuol rispondere.
Dignità e Lavoro insieme a CUB presento un'osservazione al Piano di Governo del Territorio adottato con delibera consiliare del 23.11.2009
Quell'osservazione fu accompagnata, anche in quel caso, da una petizione popolare forte di oltre 600 firme.
In sostanza si chiedeva di annullare un provvedimento deliberato in consiglio comunale con il quale si autorizzava la costruzione di fabbricati ad uso diverso su di una superficie di 45.000 m2 attraversata dai servizi indispensabili alle attività dello stabilimento.

Quell'osservazione fu accolta.

Oggi, anche se lo stabilimento è stato smontato, quella delibera che accoglieva l'osservazione è tutt'ora vigente.
Chiedo che spiegate per quale motivo e chi ha autorizzato la ditta che opera le demolizioni ad intervenire anche su quelle aree ed a strappare letteralmente ( abbiamo i documenti fotografici )   le linee elettriche insistenti su quelle aree.
Chiedo di conoscere il perchè non sono stati effettuati i dovuti controlli e di chi sono le responsabilità.

Grazie.


Intervento di Concetta Covino

Venuta a conoscenza dell’ordinanza di demolizione degli edifici dell’area Novaceta, mi  sono messa subito in contatto con i lavoratori presenti al presidio, successivamente mi sono recata in loco per verificare di persona cosa stava avvenendo. Ancor più preoccupata di prima ho cercato articoli e notizie sull’amianto, e apprendo che, già nel 1909 , Vittorio Emanuele III° firma il  Regio Decreto  N. 442 dove veniva dichiarata la pericolosità dell’amianto e delle polveri da esso rilasciate, con vari obblighi e tutele da osservare., nel 1910 nuovo Regio Decreto vieta l’amianto in settore Edilizio. Nel 1942 Regio Decreto impone il trasporto di amianto
Tornando alla Novaceta argomento della serata ,  chiedo cortesemente l’A.S.L. di chiarirmi alcuni dubbi che mi possano rassicurare come cittadina, ma soprattutto come nonna. Osservando gli operatori e i camion  che fuoriescono dall’edificio mi chiedo e vi chiedo:
-Prima di demolire gli edifici sono stati fatti campionamento di materiali?
-È stata fatta una mappatura?
-I tubi che ho visto fuoriuscire dalle macerie sul conteiner che controlli ha subito?
-E’ stato tracciato un percorso?
Ed infine il tutto dove è stato versato?

Intervento di Maria Teresa Oldani

I siti industriali, ora dismessi, nacquero su superfici enormi. Basta pensare che Snia Viscosa nacque negli anni '30  e lo stabilimento fu progettato senza risparmio. Capannoni ma anche grandi spazi verdi. Ricordo che all'interno del complesso industriale c'erano gli alloggi per gli operai, quasi tutti turnisti. Esisteva una enorme mensa che funzionava, praticamente 24 ore al giorno. C'era un'infermeria attrezzatissima, addirittura con il medico pediatra che si prendeva cura dei figli dei dipendenti. C'era una ben fornita biblioteca e c'era anche un Cral aziendale.

Ecco, a proposito di Cral.
Tale Cral non era, come si può immaginare , “il circolino” dove si riuniscono pensionati e dipendenti e passano il tempo tra un bianchino ed una partita a scala.
Il Cral era dislocato su di una superfice enorme. Aveva al suo interno, un campo da calcio, completo di due serie  di spogliatoi ( da poco ristrutturati ) con docce calde e servizi di prim'ordine. Una pista per la corsa e per l'atletica leggera. Aveva un campo da tennis coperto e provvisto di impianto di illuminazione a giorno. Quattro campi di bocce, un bar ed un parco gioco per bambini.

Ho detto “aveva”, ma li ha ancora. Aveva, poiché oggi, è completamente abbandonato. Ricoperto da sterpaglie alte come querce.
Il Cral era uno spazio verde, per la Città, dove tutti potevano utilizzare gli impianti ,completamente gratuiti ( calcio, bocce, atletica ). A pagamento, il solo tennis ( costi di illuminazione e riscaldamento ).

Il MPDL fa un appello a tutti i politici eletti nelle istituzioni.
Il Magentino, mai come in questo periodo annovera prestigiose cariche istituzionali. A queste ci rivolgiamo :

Senatore                                 Sante Zuffada
Assessore Regionale             Massimo Garavaglia
Assessore Regionale             Mario Mantovani
Consigliere Regionale           Luca Del Gobbo
Consigliere Regionale           Fabio Prina
Consigliere Provinciale          Simone Gelli
Sindaco di Magenta               Marco Invernizzi

Si chiede che quella parte dell'area Snia-Novaceta, adibita da sempre a verde ed a spazi ricreativi, resti tale. Comune di Magenta, Provincia e Regione, si attivino per acquistare quell'area e destinarla a Parco Pubblico. Si promuovi un'azionariato popolare, coinvolgendo Società del territorio, Imprese, Enti, Banche, privati Cittadini per rilevare l'area e donarlo alla Città. Il Movimento Popolare Dignità e Lavoro si attiverà affinchè, gli aderenti al movimento si impegnino alla completa ristrutturazione degli impianti, si rendano parte attiva alla verifica dei lavori di bonifica, si organizzino per la futura successiva gestione del complesso sotto la supervisione ed il controllo di Comune, Provincia e Regione.
Resterebbe qualcosa di utile, di bello, di sociale. Resterebbe un grande parco pubblico restituito ai giochi dei bambini ( forse unico a Magenta ). Resterebbero impianti sportivi ad uso di tutti. Resterebbe un'etichetta “storica” per la nostra Città e per l'intero territorio del magentino.

Mentre auspichiamo che i destinatari di questo messaggio formulino personali considerazioni, e ne diano risposta, il MPDL ( ci riserviamo di presentare un progetto articolato )  rinnova la richiesta all'Amministrazione Comunale di Magenta per un Consiglio Comunale Aperto.

Novità, consigli, informazioni, proposte non mancano. Sentiamo la Città !




domenica 29 settembre 2013

Ignoranza e presunzione


Oggi ore 14.30 sarò a Magenta (MI) assieme agli amici del Movimento Popolare Dignità e Lavoro per la raccolta firme chiesta a gran voce dai cassaintegrati ed ex operai della Novaceta: i cittadini stanno cercando di ottenere dall'Amministrazione Comunale chiarimenti sulla presenza di amianto e altre sostanze inquinanti presenti all'interno della fabbrica dismessa. Per questo è importante che il sindaco e la sua Giunta diano la possibilità al MPDL di partecipare in tempi brevi un Consiglio Comunale Aperto. Per questo è importante firmare e prendere posizione.

Paolo Razzano : Il 9 ottobre ci sará una assemblea aperta promossa dall'Amministrazione con esperti ASL e ARPA dove tutti potranno parlare e chiedere chiarimenti ai tecnici

Ester Castano : Bene, Paolo, vedrò di esserci. Però mi chiedo - e questo da cittadina - perché nella locandina d'invito non leggo nessuno della Novaceta fra i tavoli dei relatori. Credo che loro abbiano informazioni e proposte molto importanti da condividere con voi amministratori e con i cittadini. E così la pensano le 500 persone che hanno firmato per chiedere un Consiglio Comunale Aperto.

Perché i relatori sono i tecnici... Tutti avranno libertá di parola, come in tutte le assemblee che abbiamo fatto in questo primo anno


...continua la presunzione e l'ignoranza ( in materia ) del vice-sindaco di Magenta. Spieghiamo il perchè : il vice-sindaco è convinto che la parola dei tecnici ARPA ed ASL, seppur autorevolissima, possa essere l'unica competente sulla questione. Il vice-sindaco ignora, o finge d'ignorare, che chi scrive ha avuto un ruolo direttivo alle dipendenze Novaceta per 37 anni con mansioni tecniche-specialistiche quale responsabile dei Servizi Elettrici e della Centrale Termoelettrica. Oltre alle specifiche competenze elettriche, per svolgere mansioni a quel livello, è necessario ed indispensabile frequentare corsi formativi in materia di sicurezza 
( attraverso l'organizzazione di corsi gestiti da società private e specializzate nel settore sicurezza ) ed avere anche le capacità di trasmettere, ai collaboratori del settore, le informazioni ricevute e le continue esperienze. Inoltre, proprio in materia di sicurezza, il sottoscritto ha svolto la funzione di Responsabile per la Sicurezza dei Lavoratori ed ottenuto il relativo attestato frequentando i corsi regionali e ministeriali.
E' chiaro che il vice-sindaco è lontano milioni di anni luce da tutto ciò che riguarda il mondo del lavoro ed è convinto, da cui la presunzione, che possa bastare la parola dei tecnici ARPA e ASL per far capire ai Cittadini che l' amianto, se trattato con le dovute precauzioni, non è pericoloso. Oppure, tranquillizzare i Cittadini, asserendo che, all'interno del sito Navaceta, tutto è stato fatto nel rispetto delle procedure. Non abbiamo intenzione di discutere, al momento, su questi punti, anche se abbiamo molto da dire nel merito. Vogliamo ricordare al vice-sindaco, ed a tutti i Cittadini, che il Movimento Popolare Dignità e Lavoro, per primo ( già dal 2009 ) ha denunciato la presenza di amianto e di sostanze inquinanti in quel sito. Ha offerto la propria disponibilità, competenza ed, in particolare, conoscenza specifica di quei luoghi, per una collaborazione con i tecnici comunali.
A questa offerta, l'amministrazione comunale , non ha mai prestato attenzione e, peggio ancora, non ha mai dato alcuna risposta.
C'è ancora da ricordare al vice-sindaco, a proposito di “tutti avranno la libertà di parlare”, che il sottoscritto, a seguito della nota ordinanza del Sindaco del luglio scorso, con e-mail del 16.09.2013 indirizzata al Sindaco ed alla Polizia Locale , ha richiesto “accesso agli atti” per poter leggere ed eventualmente avere “la possibilità di parlare”. Ad oggi, dopo 14 giorni non c'è alcuna risposta. Per non “sbagliare” ufficio, la richiesta è stata inviata direttamente al Sindaco che, per prassi, avrebbe dovuto indirizzare la richiesta all'ufficio di competenza e quest'ultimo, ovviamente, rispondere al richiedente.
Nel ricordare, infine, al vice-sindaco che l'inquinamento di quel sito non riguarda il solo amianto e che il problema amianto non riguarda solo quel sito nella nostra Città, prendiamo atto che questa amministrazione comunale rifiuta ogni collaborazione con gli esperti ex dipendenti di Novaceta e che si appresta ad organizzare un' assemblea che diventerà una filastrocca di pseudo-rassicurazioni ai Cittadini evitando ogni confronto ed ogni contraddittorio.
Mario De Luca

lunedì 23 settembre 2013

Respirare l'amianto fa bene, la mafia non esiste, Berlusconi è una brava persona !

Gli articoli che seguono sono stati già tutti pubblicati da importanti testate giornalistiche ( Il Giorno, L'Espresso, Il Corriere della Sera, La Repubblica, ed altri ). Per approfondire e per sincerarsi dell'attendibilità delle informazioni successive basta ricercare in Internet, su qualunque motore,
le parole “chiave” di seguito riportate ed appariranno gli stessi articoli, tali e quali.
Ma cosa hanno in comune questi articoli. Cosa hanno in comune i loro protagonisti, i luoghi, le circostanze, gli affari, le tragedie.
Vi sembrerà paradossale, ma hanno in comune il nostro territorio. Non ci credete ? Seguiteci un po' .

Il primo “protagonista “ è Mario Chiesa. Negli anni 2004, 2005 , 2006 ed oltre, “vince” una gara d'appalto con Novaceta Magenta. Indovinate per cosa ? Per smaltimento di rifiuti speciali.
Qualche anno dopo viene arrestato nuovamente, dopo 17 anni da “mani pulite”. Eh si, il lupo perde il pelo ma non il vizio, e la prorietà Novaceta, che deve smaltire rifiuti, si rivolge a Mario Chiesa sapendo di trovare un'ottima collaborazione.

Leggete pure !

Arrestato Chiesa: ancora tangenti


L'ex presidente del Pio Albergo Trivulzio (già fermato nel '92 con la mazzetta da 7 milioni che diede il via a Tangentopoli) è considerato collettore di tangenti per un traffico di rifiuti.
Roberto Bonizzi - Mer, 01/04/2009 – 10:36

Il collettore di tangenti. Il "mariuolo", come lo definì Bettino Craxi prima di diventare il grande accusato. Rispunta 17 anni dopo e Mario Chiesa è sempre lui. Dentro a un'indagine per tangenti sui rifiuti illeciti. Lo chiamano "mister 10%", adesso. Come prima. Le mani sugli affari degli altri.
L'arresto : Chiesa è stato prelevato all'alba nella sua casa di Milano e portato in caserma, dove ha bevuto un caffè con l’ufficiale che gli ha notificato il provvedimento restrittivo prima di entrare a San Vittore. È accusato di associazione per delinquere finalizzata all’attività organizzata per il traffico e la gestione illecita di rifiuti, truffa aggravata ai danni di società pubbliche e private. "Abbiamo provato stupore - racconta il colonnello Michele Sarno, comandante dei carabinieri per la tutela dell’ambiente del gruppo di Treviso - quando dalle intercettazioni telefoniche abbiamo capito che ci siamo trovati davanti a un personaggio che ha fatto un po' la storia d’Italia".
L'indagine : Il vasto traffico illecito di rifiuti è stato scoperto dal nucleo operativo ecologico dei carabinieri di Milano ha eseguito 10 provvedimenti restrittivi emessi dalla magistratura di Busto Arsizio.
Nel blitz, scattato 
alle prime ore di oggi, e coordinato dal gruppo tutela ambiente di Treviso, sono impegnati oltre 150 militari dell’arma della regione Lombardia e del secondo nucleo elicotteri di Orio al Serio, che stanno eseguendo anche 28 perquisizioni tra le province di Brescia, Milano, Como, Alessandria, Pavia e Varese.
L’indagine che segue quella chiamata Grisù del 2005 (19 arresti e 21 denunce), è iniziata nel giugno 2008 e ha accertato un un traffico illecito di rifiuti pari a 2.700 tonnellate.
Grande cervello Mario Chiesa sarebbe riuscito a far annullare una gara d’appalto, già vinta, rifare il bando e imporre come vincitrice una ditta della "società".
Per gli investigatori era il gran burattinaio del sistema al centro del quale c’era la Servizi ecologici Milano (Sem), la società di cui è amministratrice unica la sua seconda moglie, coadiuvata dal cognato, e in cui opera il figlio avuto da Chiesa dalla prima moglie.

Il secondo figlio è invece dipendente di un’altra società al centro dell'inchiesta, la Solarese. Chiesa sarebbe stato il grande elargitore: dava buoni benzina, buoni pasto e buoni d’abbigliamento facendo triplicare lo stipendio di chi partecipava al sistema. Lui avrebbe "controllato" le gare d’appalto vincendo al ribasso. Poi avrebbe "recuperato" con gli interessi facendo figurare quintali di smaltimento di rifiuti molto al di sotto di quelli reali, certificando servizi erogati, ma mai effettuati. Così il costo finale sarebbe "lievitato" del 10%.
Il mariuolo Mario Chiesa è uno dei dieci destinatari dei provvedimenti restrittivi emessi dalla magistratura di Busto Arsizio per un vasto traffico di rifiuti.
Chiesa, 65 anni, di Milano, è considerato dagli inquirenti il collettore delle tangenti nella gestione del traffico illecito di rifiuti. L’ex presidente del Pio Albergo Trivulzio, secondo gli investigatori è
l’uomo del 10%. Il nome di Chiesa è fortemente legato all’inchiesta di Mani Pulite della magistratura di Milano degli anni ’90: è con il suo arresto, avvenuto il 17 gennaio 1992, fatto in flagranza di reato subito dopo avere intascato una busta con sette milioni di lire, una rata di quella che doveva essere la tangente per concedere l’appalto a una impresa di pulizia, che è iniziata la più nota inchiesta di Tangentopoli. Con l’arresto di Chiesa è emerso un vasto
retroscena di concussione e corruzioni a largo raggio che ha poi coinvolti numerosi esponenti della politica, della finanza e dell’imprenditoria.

Continuiamo il nostro “fil-rouge” e vediamo da chi è chiamato Mario Chiesa per far “smaltire” i rifiuti dal sito produttivo magentino. C'è una proprietà, la famiglia Cimatti, coinvolta in un crac finanziario di oltre 200 milioni di euro, e in bancarotta fraudolenta. C'è un dirigente di Norman '95 ( di proprietà dei Cimatti ) , tale Palenzona ( uomo forte di Unicredit ) che più tardi varcherà le soglie delle patrie galere, c'è un consulente della direzione di stabilimento, ex direttore generale , ligure ma residente a Marcallo con Casone, già beccato dalla Guardia di Finanza 5 / 6 anni prima per aver sversato in una cisterna da 500.000 kg di olio combustibile idoneo alla combustione, una enorme quantità di olio destinato, invece, allo smaltimento e proveniente da un altro sito industriale dismesso.

Questa associazione di delinquenti decide che i rifiuti tossici-speciali di Novaceta Magenta devono essere smaltiti da un pregiudicato delinquente, tale, appunto, Mario Chiesa.

Buona Lettura !
hursday 21 july 2011

Bocciata ieri la proposta di concordato preventivo, questa mattina il Tribunale di Milano ha dichiarato il fallimento della Norman 95, società immobiliare della famiglia Cimatti finita in crisi, dopo aver accumulato debiti per 200 milioni di euro. Negli anni Unicredit è stato il principale creditore della società (57 milioni), un legame suggellato dal fatto che il vicepresidente della banca, Fabrizio Palenzona, è stato anche vicepresidente della Norman dal 2001 al 2008. L’immobiliare della famiglia Cimatti è stata finanziata anche da Intesa Sanpaolo (45,4 milioni), Ubi (23,2 milioni) e da altri otto istituti per un totale di 150 milioni di debiti bancari, cui vanno aggiunti i debiti erariali e l’esposizione verso i fornitori.
«Risultando dalla situazione patrimoniale aggiornata debiti per un ammontare complessivo di oltre 50 milioni di euro - si legge nella sentenza - a fronte di un attivo stimato in circa 6 milioni di euro, la società versa in grave squilibrio patrimoniale tale per cui non risulta in grado di adempiere regolarmente alle proprie obbligazioni».
Il timore dei banchieri è che da questo fallimento possano derivare complicazioni sotto il profilo penale per tutti gli ex amministratori della società. Non è un caso che sia stato tentato il possibile per evitare che si arrivasse alla dichiarazione ufficiale del crac. La proposta di concordato era stata accettata dalle banche, era stata ma bocciata dal 70% dei fornitori. Nel respingere l’istanza, ieri, i giudici hanno notato che il voto favorevole delle banche si è basato su considerazioni più «complesse» rispetto alla valutazione della probabilità di recupero dei crediti. Tradotto: più che a recuperare i soldi, nell’accettare il concordato i banchieri hanno forse pensato a evitare le eventuali complicazioni giudiziarie del crac.
È significativo che la proposta di concordato sia stata presentata da un trio di soggetti – Concilium, dalla Fondazione Cassa di risparmio di Alessandria e alla Fondazione Crt (azionista quest’ultima di Unicredit) – dietro il quale si intravede l’ombra dell’uomo forte di Piazza Cordusio, grande regista peraltro della cacciata dell’amministratore delegato Alessandro Profumo.
Oltre che politico di riferimento della Crt, Palenzona è anche consigliere di amministrazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, mentre Concilium è una società controllata dall’imprenditore Vittorio Farina, patron della Ilte, una delle maggiori stamperie italiane, di cui, secondo la Procura di Napoli, sarebbe “procuratore" Luigi Bisignani. Ossia il lobbista al centro delle indagini sulla P4, agli arresti domiciliari da metà giugno, grande mediatore, secondo i pm napoletani, di nomine e favori nelle aziende controllate dal Tesoro. È almeno a partire dal 2005 che Palenzona e Bisignani hanno intessuto rapporti sempre più stretti. In una telefonata, finita nelle intercettazioni disposte dai magistrati napoletani, il vicepresidente di Unicredit parlava così a Bisignani: «L’unico amico mio che ho è Bisignani e Geronzi invece mi fa la guerra. Porca puttana io sono contento di avere amico Bisignani, ricordatelo è un onore per me». ( Fonte: www.linkiesta.it)

La Repubblica - Norman, trema un altro immobiliarista milanese
10.12.2009
di Ettore Livini
MILANO - Trema un altro pezzo dell´immobiliare milanese. Il tribunale meneghino dovrà decidere nei prossimi giorni il destino della Norman 95, la società controllata dalla famiglia Coen e da Massimo Cimatti e partecipata anche dal gruppo Ligresti (15% tramite Immobiliare Lombarda) e da Fondazione Cassa Alessandria (9,6%). Sul tavolo dei giudici due alternative: il fallimento con la liquidazione degli asset o il concordato preventivo del gruppo, messo in ginocchio da quasi 200 milioni di debiti, tra gli altri verso Unicredit (57 milioni), Intesa (45) e Ubi (23).
Il salvataggio della Norman è assai complicato anche per la conflittualità che ha visto contrapposti tra di loro negli ultimi mesi i soci, Coen da una parte, Fondazione e Ligresti dall´altra.
Una serie di scontri culminati a fine ottobre con un braccio di ferro sulla nomina dei liquidatori del gruppo, risolta (in attesa di accettazione degli interessati) conla scelta di Alessandro Manfredini per gli azionisti di riferimento e di Paolo Mariconda per conto delle minoranze.
I tempi, però, adesso sono strettissimi. I magistrati avrebbero subordinato il via libera a un´eventuale concordato – sempre che arrivino proposte serie – alla garanzia del pagamento degli stipendi arretrati ai dipendenti. E la loro decisione è attesa nelle prossime ore.
Un faro sul salvataggio di Norman – nel tentativo di arrivare a un piano di salvataggio in extremis – l´hanno acceso nelle ultime settimane la famiglia Ligresti e la Fondazione piemontese, il cui consigliere Fabrizio Palenzona (che è pure vicepresidente del creditore Unicredit) è stato a lungo numero due della società immobiliare di Cimatti. Nei giorni scorsi sarebbe stata preparata una sorta di bozza preliminare di intervento per evitare il crac, con la creazione di una newco che avrebbe tra i suoi soci alcuni dei creditori, Immobiliare Lombarda e le Fondazioni bancarie interessate (forse pure quella di Asti). Un interesse di massima per partecipare all´operazione sarebbe stato espresso anche dallo stampatore Vittorio Farina, da tempo attivissimo sul fronte del mattone. Il piano però potrà scattare davvero solo il tribunale non farà scattare il fallimento del gruppo.
Sotto il cappello della Norman, oltre ai debiti, ci sono anche degli asset di valore come Sansicario, cinque piani a reddito del Wtc a Bruxelles, alcuni progetti immobiliari a Milano e cespiti alberghieri. Le tre principali controllate sono la Sofie (partecipata al 42% da Fondazione Cassa Alessandria) specializzata nella valorizzazione di iniziative immobiliari, la Ream – una Sgr che nel capitale, oltre a Norman e Alessandria, ha anche la Fondazione cassa Asti – e Gladstone, la holding cui sono affidati i piani di sviluppo (completati per un terzo) sulla località sciistica piemontese.

Abbiamo dunque visto come i rifiuti speciali di Novaceta Magenta sono il “collante” per “galantuomi” che si chiamano Mario Chiesa, Cimatti, Palanzona, un residente di Marcallo con Casone, e poi di Unicredit e Norman '95.
La gentaglia di cui sopra ne hanno fatte di tutti i colori, ma i loro progetti di speculare sulle aree hanno incassato un colpo notevole ed imprevisto. Un knock-out inferto dal vincolo industriale sulle aree arrivato, a sorpresa, dal consiglio comunale di Magenta.
Si affacciano nella nostra Città altri personaggi di spicco ( sempre delle patrie galere ) . I nuovi attori sono : “ the family “, ovvero la famiglia Ligresti ( quasi tutti in gattabuia e qualcuno contumace ), Gianni Lettieri ( coinvolto in numerosi processi e fallimenti ) sponsorizzato alla candidatura a Sindaco di Napoli dai pregiudicati Nicola Cosentino, già deputato PDL e capogruppo di Lettieri ed il già delinquente, Silvio Berlusconi.
Lettieri dirà di Cosentino :” Cosentino è amico mio, ed allora ? “, Berlusconi dirà di Cosentino : per Cosentino, garantisco io ! “. Come si dice da pregiudicato a pregiudicato !
Infine ricordiamo i benefattori della Città di Magenta: Ligresti e Lettieri sono soci di    " I.& S. mediterraneo " che deteneva il 15% di Novaceta. 

Gianni Lettieri, il candidato sindaco di Napoli e il lato oscuro della sua attività imprenditoriale in un'inchiesta dell'Espresso
Una fortuna con origini misteriose, una scia di aziende fallite alle spalle, numerose amicizie nelle stanze del potere: l'inchiesta del settimanale L'Espresso fa luce sulle molte ombre del candidato sindaco del Pdl per le elezioni comunali di Napoli 2011, Gianni Lettieri.
Gianni Lettieri, il candidato sindaco di Napoli dato per favorito alle prossime elezioni comunali 2011, finisce sotto la lente d'ingrandimento del settimanale d'inchiesta L'Espresso. Secondo i giornalisti Emiliano Fittipaldi e Gianfrancesco Turano, la fortuna economica dell'imprenditore napoletano prestato alla politica avrebbe“origini misteriose” mentre nel suo passato ci sarebbero una sfilza di imprese fallite. L'inchiesta prende spunto dalle parole del sentatore Emiddio Novi, che nel 2006 in Commissione Antimafia chiedeva: “Come mai da modesto imprenditore che alloggiava in un modesto appartamento di 120 metri quadri a Salita Arenella numero 9, in pochissimi anni si trasforma in un imprenditore di questo livello… Chi stava dietro questo signor Lettieri? Quali erano i rapporti di questo signore con la politica? Qual era il sistema di potere?”
L'Espresso sottolinea quanto poco si sappia dell'uomo della Confindustria Napoli e solleva dubbi sulla sua finanziaria Meridie, che – stando a quanto scrivono Fittipaldi e Turano – avrebbe all'interno un “fiduciario della ‘ndrangheta”. L'articolo continua ricordando che la laurea honoris causa viene conferita pochi mesi fa a Gianni Lettieri dall'università privata napoletana Parthenope, il cui preside sarebbe stato nominato nel collegio sindacale di una società dello stesso candidato sindaco di Napoli alle elezioni 2011.
L'Espresso mette in dubbio anche le capacità imprenditoriali di Gianni Lettieri, il cui nome sarebbe collegato a svariate aziende fallite o finite in liquidazione. Tra queste ci sarebbe proprio la finanziaria Meridie, che si trova in amministrazione straordinaria da Bankitalia. Altro affare condotto da Lettieri sarebbe l'acquisto del 25% della compagnia aerea Livingstone, finita in insolvenza a novembre. Infine, una controllata che costruisce pannelli fotovoltaici avrebbe subito una perdita netta di due milioni di euro.

Gianni Lettieri è candidato sindaco di Napoli per il centrodestra, ma è finito sotto processo per truffa con il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca
, che invece è di centrosinistra. Il motivo è la trasformazione di alcuni terreni su cui Lettieri aveva fabbriche di jeans a uso commerciale e residenziale. Nonostante questi fallimenti,L'Espresso elenca i numerosi sostenitori di Gianni Lettieri: vanno dal Cardinale Crescenzio Sepe, fino all'ex-governatore della Campania, Antonio Bassolino. Senza dimenticare l'uomo che lo ha proposto a Silvio Berlusconi, Nicola Cosentino – su cui spicca un mandato di arresto per associazione camorristica con il clan dei Casalesi.

...continua...