
martedì 20 ottobre 2020
Ristorante e mercato : non c'è più posto !
Sulle pagine di questo Blog, il 29 giugno scorso, pubblicavamo un articolo con il quale si intendeva dimostrare , come cambiamenti radicali, compiuti senza senso e ragione, stessero facendo morire un’Associazione Cittadina nata da campagne di lotte sociali in corso da anni.
Non ho intenzione di affliggere i lettori, chi vuole può leggere quell’articolo ed anche il successivo, pubblicato in agosto.
In sintesi, ponevo una questione, su cui non c’è stato ancora alcun riscontro. Perché mai, due “organizzazioni” , collocate al di fuori del territorio magentino, erano interessate a Ri-Parco Bene Comune ?
Una, di cui abbiamo parlato nell’articolo del 28 agosto, è , di fatto, una trattoria ( se dicente popolare ) dove “offrono” un pezzo d’anatra a 25,00 euro, ed un pranzo, ad agosto, a 30,00 euro. Anzi, una ricerca effettuata su Google, pubblicata su Tripadvisor (vedi foto allegata), colloca, la cooperativa, nella categoria di “Ristorante”. I misteri dei furbetti delle cooperative ! Costoro, come vedremo di seguito, convinceranno alcuni iscritti ad abbandonare la storica Ri-Parco ed entrare in quella surrogante. I "ristoratori", poi, occuperanno un posto di coordinatore nella nuova associazione e ne gestiranno, in totale autonomia, la pagina Facebook.
Poi,c'è un'altra organizzazione, sicuramente meritoria e molto impegnata nel sociale. Nel suo blog si può leggere : “FuoriMercato non intende rappresentare un mercato alternativo, ma un'alternativa al mercato”.
La storica Ri-Parco Bene Comune, nata nel 2014, nel corso degli anni, ha condiviso il percorso di FM e ne ha sostenuto anche molte iniziative e progetti. L’indirizzo ed il fine sociale è comune alle due organizzazioni : “come recita il suo Statuto nell’articolo 2 - “è costituita da tutte le tipologie di lavoratrici e lavoratori del circuito economico formale e informale e si ispira alle società operaie di mutuo soccorso, combinando conflitto e solidarietà sociale; promuove vertenze per la tutela delle condizioni di vita e di lavoro di tutti i settori sfruttati e oppressi nella città e nel mondo rurale”.
Lo sconcerto avviene, però, quando, FM si comporta esattamente come il “ristorante” di cui sopra. Entrambe le organizzazioni contribuiscono a smantellare la storica Ri-Parco ( ed aspettiamo ancora di conoscerne le motivazioni ) ed a crearne un’altra che, utilizzerà lo stesso nome e lo stesso logo della storica Ri-Parco Bene Comune.
Proprio in questi giorni abbiamo avuto la conferma che le due organizzazioni descritte, pur con proposte diverse, sia dal punto di vista culturale che sociale, hanno lo stesso interesse, quello di occupare uno spazio non di loro appartenenza. Uno spazio conquistato, invece, dalle lotte operarie dei Lavoratori magentini, uno spazio sottratto ai manager di Novaceta. Uno spazio da bonificare e convertire in Parco Pubblico di Magenta, come da petizione cittadina presentata dal Movimento Popolare Dignità e Lavoro già dal 2015 e che ha raccolto circa 2000 firme.
Qualora vi fossero ancora dubbi, domenica scorsa, FM ha preso possesso del nostro parco, portando a Magenta una trentina di persone (ben assembrate tra loro, nonostante Covid-19. )
Bisogna sottolineare che all’iniziativa organizzata da FuoriMercato, certamente meritoria, non ha partecipato ( come si può vedere dalle foto pubblicate e se si esclude , necessariamente, la presidente ) alcuno dei coordinatori della usurpante riparco ne alcun ex lavoratore di Novaceta, tranne uno, a dimostrazione del completo disinteresse per questi temi sociali. C'è stata, inoltre, anche un’assoluta disinformazione verso gli ex Lavoratori ed ai Cittadini ( erano presenti due o tre Cittadini residenti a Magenta ).
Viene da ridere il commento, disincantato, di un cittadino, che si lamenta poiché all’incontro non hanno partecipato i partiti di sinistra. Beh, una risposta c’è, ed è quella dell’assoluta mancanza di interesse che gli “usurpatori” hanno per questi eventi, evitando di chiamare a raccolta ed allaa partecipazione partiti, associazioni, Cittadini. Il "dispensatore di like per simpatia " con la sua osservazione, ( mancando ovviamente anche i partiti “di destra” ) certifica l’assoluto fallimento dell’iniziativa e ne consegna la paternità ai milanesi di FM che, invece, sono venuti numerosi.
Un’appello ai Cittadini : il Movimento Popolare Dignità e Lavoro e la storica Ri-Parco Bene Comune, non hanno mai smesso di dedicarsi con impegno alla realizzazione di un progetto di recupero dell’area. A presto sviluppi e novità.
Mario De Luca
venerdì 28 agosto 2020
lunedì 29 giugno 2020
Ri-Parco “Bene Comune : “Quando una lotta sociale diventa una beffa (e una vigliaccata)”
Ri-Parco “Bene Comune :
“Quando una lotta sociale diventa una beffa (e una
vigliaccata)”
Oggi, dopo molti mesi di
silenzio, ho il dovere d’informare i Cittadini in merito a quanto di più
assurdo è accaduto in un contesto di progetto sociale, nato e vissuto, per
molto tempo, come un esempio costruttivo di socialità e di recupero della
dignità sottratta a tanti lavoratori.
Un esempio, quello del
Ri-Parco Bene Comune, che ha suggerito, per molti anni di attività e impegno
nel nostro territorio, come fosse possibile far rinascere un “non luogo”,
obiettivo di interessi speculativi di pochi, in un luogo di aggregazione
sociale aperto a tutte ed a tutti.
Un esempio costruito sulla
responsabilità e sulla caparbietà di un gruppo di Lavoratori a cui era stato
sottratto il posto di lavoro e che avevano deciso di organizzarsi prima in
“Movimento” e poi dar seguito ad
un’azione, tanto meritoria quanto efficace, facendo nascere l’associazione Ri-Parco
Bene Comune che aveva lo scopo di sottrarre ad un gruppo di se-dicenti
imprenditori, una struttura, quella del Cral Novaceta, e di donarla alla
Città per rimetterla a disposizione di tutte e di tutti.
Ma ogni progetto sociale,
non nasce da solo, non nasce da persone “capitate per caso” oppure,
scientemente “capitate”. Un progetto sociale nasce dalle lotte, piccole o
grandi, nasce da esperienze , da sofferenze, da responsabilità, da azioni, e
nel caso di Ri-Parco Bene Comune, tutto questo ha un solo nome : “
Lavoratori di Novaceta “, quelle
persone a cui, il se-dicente imprenditore ha tolto il posto di lavoro e che, da
quei Lavoratori è stato sconfitto sonoramente nelle sedi giudiziarie.
Bene, quei
Lavoratori, dopo le lotte in fabbrica, dopo anni di confronti nelle sedi
istituzionali ( Regione, Provincia di Milano, Amministrazione cittadina, Prefettura,
etc… ) , dopo anni di occupazione e presidio in fabbrica e fuori, quei
Lavoratori , così bene descritti e narrati da Michela Giachetta
nel suo libro “ Assalto al Cielo “ con determinazione, hanno “ri-occupato”
quello che era il loro spazio di aggregazione sociale, con l’unico obiettivo, e
ripeto, di ri-consegnarlo alla Comunità magentina.
Dunque, è a quei
Lavoratori a cui bisogna sempre fare riferimento.
Queste considerazioni sono
necessarie, per ristabilire la verità, deturpata da atteggiamenti e da
dichiarazioni di persone che con la storia di Novaceta e delle lotte di cui
sopra, non hanno nulla a che vedere. E’ altresì necessario rispondere anche
all’incolpevole Michele Bianchi che ha scritto, qualche mese fa, un
articolo ( su LABSUS, laboratorio di sussidarietà ) basandosi su narrazioni
approssimate, incomplete e spesso fuorvianti.
Tutta la “storia” di
Novaceta e Ri-parco è stata scritta da una sola penna, dal 2003 ad oggi. Il
progetto speculativo di Cimatti e soci non decolla poiché, nel 2004, una
mozione, con cui si chiedeva il vincolo industriale delle aree libere, fu
presentata da un Consigliere Comunale che era già dipendente Novaceta e
rappresentante sindacale. Insieme ad un altro compagno di lotta, scriveva,
pubblicava e distribuiva volantini e giornali di fabbrica in cui si
denunciavano i malaffari. Tale “comportamento” comportò il primo licenziamento
in assoluto poiché, a dire del padrone, quel sindacalista-consigliere comunale
era un “fomentatore” ! Quella mozione
“passò” poiché ben cinque consiglieri di maggioranza, in quell’occasione,
furono assenti alla seduta consiliare. La parte restante della maggioranza votò
a favore (sarebbe passata
egualmente), e poi, negli anni si dirà
che quella mozione “fu votata all’unanimità” !
Poi, furono sempre quei
Lavoratori che scrissero e proposero alla Cittadinanza la petizione con la
raccolta di 2000 firme. Occupato il Cral, dal Movimento Popolare Dignità
e Lavoro, quei lavoratori costituirono l’Associazione Ri-Parco
Bene Comune ed offrirono, nel 2014, la presidenza ad una Compagna, Concetta
Covino, mai
dipendente Novaceta , ma vicina al presidio dei Lavoratori.
Una persona speciale che si prodigava, in modo disinteressato, per alleviare i
disagi di chi dormiva nelle tende ed al freddo ed attuava “l’’assalto al
cielo”. Concetta era colei che portava, da casa sua, decine di pasti caldi e di
bevande, ed aveva sempre una parola di solidarietà verso quei Lavoratori. Dopo
Concetta, la presidenza fu offerta, nell’ottica di perseguire la linea di bene
comune partecipato ed in quanto tale aperto alla cittadinanza, ad Orazio Maccarone , nel
2016, non dipendente Novaceta ma partecipante alle lotte operaie anche per il
trascorso sindacalista.
Se non si ha il coraggio
di raccontare le verità dei fatti si rischia di fare retorica strumentale. Orazio era una persona seria ed onesta ma che non
ha avuto il tempo di produrre un solo atto a sostegno delle richieste di
Ri-Parco. Ha dedicato parte del suo tempo, da pensionato, all’organizzazione di
eventi che, purtroppo dopo la sua scomparsa, hanno perso il “senso del bene
comune”.
Veniamo quindi ai nostri
giorni. Oggi, l’Associazione Ri-Parco Bene Comune non
esiste più. Con un colpo di mano, portato avanti da sconosciuti,
con l’aiuto e la partecipazione di qualche compiacente ex dipendente Novaceta,
che vogliamo ricordare, mentre i Compagni di lotta venivano licenziati perché
“fomentatori”, costoro continuavano a “vivacchiare” in fabbrica fino al 2009
sperando che fossero sempre altri ad essere licenziati. Mai un sostegno
concreto o morale, mai una parola di solidarietà verso qualcuno che, a tutela
delle lotte di tutti, aveva perso il posto di lavoro ! Queste persone, prive di alcun senso di
riconoscimento dell’impegno altrui, pensano di poter gestire in autonomia, una
conquista destinata, invece, a tutti. Cercano “alleanze” esterne, mascherando
interessi privati esibiti come impegno sociale, provocando frizioni interne, in
particolar modo con coloro che vedevano un futuro pubblico ed a disposizione di
tutti degli spazi. Accade quindi che,
nonostante fosse vigente il tesseramento di Ri-Parco Bene Comune 2019 (circa
90 soci) ed attivo il relativo coordinamento, ad inizio 2020, appena dopo
la scomparsa di Orazio, quelle persone organizzano, in autonomia, la “trippata”
del 1° febbraio, sicuri della non partecipazione di altri coordinatori in
disaccordo. Durante la “trippata” del 1° febbraio, organizzata richiamando solo
persone “amiche” e senza informare e richiamare tutti i soci ed i coordinatori
assenti, aprono, autonomamente, il tesseramento 2020 e raccolgono 38 adesioni.
Solo per riferimento di cronaca, la quasi totalità di queste nuove 38 tessere
fanno riferimenti a soggetti appartenenti ad una sezione magentina di
un’associazione nazionale e ad alla sezione magentina di un partito politico
nazionale. E’ presente, massicciamente, nel coordinamento e nella gestione del
social dedicato, anche la Cooperativa Cisliano ( non si capisce a che
titolo e con quali meriti ) ed altri sconosciuti che, con le azioni di lotta
sopra descritte e con l’appartenenza lavorativa a Novaceta, nulla avevano ed
hanno a condividere. Sempre in completa autonomia, convocano, per la settimana
successiva, solo quegli iscritti 2020 e “forti” della presenza di 30
iscritti su 38, senza avvertire gli
oltre 90 iscritti 2019, eleggono un nuovo coordinamento, un nuovo
presidente ( la stessa persona che solo qualche giorno prima la dichiarava : “
Orazio resterà sempre il nostro Presidente “ ) e creano una nuova associazione
denominata Ri-Parco Bene Comune ex Cral.
Questa gravissima operazione, ovviamente, non viene
pubblicizzata, dall’auto-nominato nuovo consiglio, poiché è essenziale
mantenere l’equivoco e confondere la truffaldina nuova associazione con quella
originale, Ri-Parco Bene Comune , che in cinque anni, invece, si è realmente
prodigata per il Bene Comune.
C’è da ribadire che il
coordinamento auto-nominatosi è composto da persone che con la storia e le
lotte dei Lavoratori Novaceta nulla hanno a che vedere. Dal presidente alla
maggior parte dei coordinatori. Inoltre, gran parte dei nuovi 30 soci , sono
quelli che, storicamente, hanno avversato l’esproprio dell’area ex Cral.
Costoro erano “ in maggioranza” in quel Consiglio Comunale, a cui fa
riferimento Michele Bianchi, e che votarono contro la mozione di esproprio
scritta dalla originale associazione Ri-Parco. Quella, così detta sinistra di
governo che votò contro la mozione di esproprio, oggi , in massa, fa parte di
questa “nuova “ associazione, di cui può condizionarne il coordinamento e
sostenere, paradossalmente, quelle stesse idee che aveva sempre avversato.
Basta leggere l’elenco delle 2000 firme raccolte a suffragio della mozione
per verificare che non c’è una sola adesione riconducibile a dirigenti di quel
partito politico presente alla “trippata” del 1° febbraio.
Infine, per confondere di
più le idee alla cittadinanza, la “nuova” associazione mantiene (quasi) lo
stesso nome, lo stesso logo, apre una pagina Facebook, denominata ancora Ri-Parco Bene Comune, curata da un certo Fumagalli
Andrea (chi è costui ?) sconosciutissimo nel magentino e sconosciuto nella
storia Novaceta e che fa eleggere, nel coordinamento un’altra persona, a lui
vicina, una certa Erika Fontana sconosciuta alla storia delle lotte della “nostra”
fabbrica ma candidata ad Abbiategrasso come Consigliere Comunale nelle liste di
Rifondazione Comunista nel giugno 2017. La presidente, infine, è una certa
Oldani Teresa, ex consigliere comunale ( Sinistra Unita ) a
Marcallo ( 2004-2009 ), mai dipendente Novaceta.
Gli attuali coordinatori non
hanno mai dichiarato esplicitamente che l’Associazione Ri-Parco Bene Comune
non esiste più, anzi, facendo finta di nulla, continuano a raccogliere, dai
disinformati Cittadini, tessere e consensi. Questi atteggiamenti, indussero, già il sottoscritto a riferire tali notizie, il 1
giugno u.s., all’Assessora Cattaneo. In quell’occasione dovetti
sottolineare che il mio nome non poteva e non doveva essere “associato” a
persone che nulla condividevano con le lotte e con la nascita, nel 2014, di
“Ri-Parco Bene Comune”. Il
sottoscritto aveva già consegnato, nel novembre 2019, nelle mani dell’Assessora
Cattaneo, un piano di ristrutturazione dei servizi Ri-Parco e di
“costruzione” di un luogo a disposizione
di tutti. Un normale proseguire di quel progetto che prevedeva un Parco
Pubblico per Magenta pubblicizzato anche dall’Amministrazione Comunale precedente
in conferenza stampa accogliendo, di fatto, il contenuto della petizione presentata
dal Movimento Popolare Dignità e Lavoro. Il progetto del piano di
ristrutturazione prevedeva la
costruzione dei servizi igienici, degli spogliatoi, l’allacciamento alla rete
acqua, l’allacciamento alla corrente elettrica, la revisione e manutenzione delle
strutture sportive, come , ad esempio,
la struttura del campo tennis che, per
Legge , ha bisogno di certificazioni di idoneità.
Oggi, invece, le persone
presenti all’interno dell’area ex Novaceta, hanno, purtroppo, già riaperto al
pubblico, in tempi tragici di Covid-19, uno spazio privo di servizi
igienici, privo di acqua corrente, con gli spogliatoi gioco calcio che sono
stati per anni colmi di spazzatura. Uno spazio privo di qualunque minima
attenzione al contenimento dell’epidemia ancora in forte presenza nel nostro
territorio. Non solo, tali persone hanno vanificato alcune soluzioni
precedenti , provvisorie, ma efficaci, che consentivano un minimo di attenzione
a problematiche di carattere igienico-sanitarie.
Oggi, in questo periodo,
queste persone che NON HANNO NULLA A
CHE VEDERE CON L’ASSOCIAZIONE RI-PARCO BENE COMUNE organizzano per il 5 luglio prossimo, addirittura un pranzo all’interno di quella struttura che non ha alcun
requisito per poter garantire un minimo di sicurezza igienico sanitaria.
Al peggio non c’è mai fine.
Invitiamo tutti gli aderenti
all’Associazione Ri-Parco Bene Comune degli anni passati ad attendere sviluppi
della vicenda ed avere fiducia nel lavoro di chi, invece, è sempre stato in
trincea.
M. De Luca (Movimento
Popolare Dignità e Lavoro)
giovedì 30 aprile 2020
Viva il 1° Maggio
Quest’anno dobbiamo raccontare di un 1°maggio non solo visto,
di consuetudine, come la festa del lavoro e dei Lavoratori, dobbiamo
raccontare, purtroppo, di un 1°maggio che , dopo un anno, da quello del 2019,
raccoglie sconfitte, soprusi, morte.
Il Governo del nostro Paese che, fino a circa un anno fa
mortificava una larghissima parte degli Italiani, con gli atteggiamenti e gli
intrallazzi di un ministro degli Interni che faceva feste al Papeete scolando “mojto”,
che faceva scorazzare il figlio sulle moto d’acqua della Polizia di Stato, che
deteneva, per decine di giorni, su navi della Marina Italiana, equipaggio e
immigrati, che, Crocifisso alla mano, invocava il “vade retro” ai Musulmani , che
vietava “gli assembramenti” in piazza, che chiedeva voti ai Calabresi ed ai
Napoletani che fino a quel momento aveva solo insultato, che causava la crisi
di Governo di cui egli stesso era ministro. Siamo passati da quel governo, a
questo attuale che, paradosso dei paradossi, non contestiamo più , poiché qualunque
giustificata rivendicazione che il vero popolo della sinistra potrebbe fare, in
temi come l’immigrazione, la privatizzazione della sanità e della scuola, la
precarietà del lavoro, le folli spese militari, comporterebbe una voce in più
utilizzata, appunto come contrasto al Governo, dalla becera opposizione,
fascista , razzista e populista, che siede in Parlamento.
Oltre 100 crisi aziendali dimenticate, precarietà,
caporalato, dipingono il nostro Paese di un grigio indelebile.
Migliaia di Lavoratori della Sanità, ricercatori, medici,
infermieri, operatori vari, addetti al mantenimento della pulizia e dell’igiene,
alla logistica, agli addetti alle mense ed alla ristorazione, un esercito di
precari, sotto pagati, di cui, moltissimi hanno rimesso la vita in quest’emergenza,
un esercito di precari, di precari, di precari, a poco più di 1000 euro al
mese, che oggi chiamiamo eroi e che
domani avremo già dimenticati.
Che festa dei Lavoratori è questa ? Che festa del Lavoro
sarà per quelle famiglie che hanno visto morire, in un solo anno, oltre 5000 congiunti
, di un male incredibilmente feroce come il mesioteloma pleurico causato da
esposizioni all’ AMIANTO per anni nei
luoghi di lavoro.
Che festa dei Lavoratori è questa se, nel corso degli anni,
abbiamo permesso che, oggi, un amministratore delegato ha uno stipendio medio di 849.300 euro
lordi nel 2018, una
cifra fino a 114 volte più pesante rispetto a quella di un suo dipendente . Nel
caso specifico di Carlo Cimbri , AD di
Unipol, il rapporto sale a 263 !!! ( Report Mediobanca 2018 ) .
Infine, che festa dei Lavoratori è, questa del 2020, se questo
clima ha contribuito a diffondere divisioni, ingratitudine, intolleranza anche
tra i Lavoratori stessi. L’ apatìa alle lotte sociali e l’illusione di effimere
conquiste, fatte, invece, sulla pelle e sui sacrifici di veri combattenti da trincea. Questa povertà,
principalmente di animo, purtroppo diffusa anche nel nostro territorio, contribuirà,
ancora di più, a dare una mano ad imprenditori truffaldini ed a speculatori
seriali, pronti a ringraziare ingrati e
sprovveduti ex “compagni” (qualora lo fossero mai stati )
di lotta !
W , comunque
e sempre, il 1° Maggio
Viva il 1° Maggio
Quest’anno dobbiamo raccontare di un 1°maggio non solo visto,
di consuetudine, come la festa del lavoro e dei Lavoratori, dobbiamo
raccontare, purtroppo, di un 1°maggio che , dopo un anno, da quello del 2019,
raccoglie sconfitte, soprusi, morte.
Il Governo del nostro Paese che, fino a circa un anno fa
mortificava una larghissima parte degli Italiani, con gli atteggiamenti e gli
intrallazzi di un ministro degli Interni che faceva feste al Papeete scolando “mojto”,
che faceva scorazzare il figlio sulle moto d’acqua della Polizia di Stato, che
deteneva, per decine di giorni, su navi della Marina Italiana, equipaggio e
immigrati, che, Crocifisso alla mano, invocava il “vade retro” ai Musulmani , che
vietava “gli assembramenti” in piazza, che chiedeva voti ai Calabresi ed ai
Napoletani che fino a quel momento aveva solo insultato, che causava la crisi
di Governo di cui egli stesso era ministro. Siamo passati da quel governo, a
questo attuale che, paradosso dei paradossi, non contestiamo più , poiché qualunque
giustificata rivendicazione che il vero popolo della sinistra potrebbe fare, in
temi come l’immigrazione, la privatizzazione della sanità e della scuola, la
precarietà del lavoro, le folli spese militari, comporterebbe una voce in più
utilizzata, appunto come contrasto al Governo, dalla becera opposizione,
fascista , razzista e populista, che siede in Parlamento.
Oltre 100 crisi aziendali dimenticate, precarietà,
caporalato, dipingono il nostro Paese di un grigio indelebile.
Migliaia di Lavoratori della Sanità, ricercatori, medici,
infermieri, operatori vari, addetti al mantenimento della pulizia e dell’igiene,
alla logistica, agli addetti alle mense ed alla ristorazione, un esercito di
precari, sotto pagati, di cui, moltissimi hanno rimesso la vita in quest’emergenza,
un esercito di precari, di precari, di precari, a poco più di 1000 euro al
mese, che oggi chiamiamo eroi e che
domani avremo già dimenticati.
Che festa dei Lavoratori è questa ? Che festa del Lavoro
sarà per quelle famiglie che hanno visto morire, in un solo anno, oltre 5000 congiunti
, di un male incredibilmente feroce come il mesioteloma pleurico causato da
esposizioni all’ AMIANTO per anni nei
luoghi di lavoro.
Che festa dei Lavoratori è questa se, nel corso degli anni,
abbiamo permesso che, oggi, un amministratore delegato ha uno stipendio medio di 849.300 euro
lordi nel 2018, una
cifra fino a 114 volte più pesante rispetto a quella di un suo dipendente . Nel
caso specifico di Carlo Cimbri , AD di
Unipol, il rapporto sale a 263 !!! ( Report Mediobanca 2018 ) .
Infine, che festa dei Lavoratori è, questa del 2020, se questo
clima ha contribuito a diffondere divisioni, ingratitudine, intolleranza anche
tra i Lavoratori stessi. L’apatìa alle lotte sociali e l’illusione di effimere
conquiste, fatte, invece, sulla pelle e sui sacrifici di veri combattenti da trincea. Questa povertà,
principalmente di animo, purtroppo diffusa anche nel nostro territorio, contribuirà,
ancora di più, a dare una mano ad imprenditori truffaldini ed a speculatori
seriali, pronti a ringraziare ingrati e
sprovveduti ex “compagni”(qualora lo fossero mai stati)
di lotta !
W , comunque
e sempre, il 1° Maggio
venerdì 24 aprile 2020
ORA E SEMPRE RESISTENZA ! W IL 25 APRILE !
Voglio raccontarvi una storia vera, una storia di
Resistenza, di Coraggio, di Altruismo, di Abnegazione, di Sacrificio, di Amore.
Mario De
Luca
Il centro Città della Napoli storica, via Toledo, giù dai
quartieri spagnoli, a due passi tra piazza Carità e piazza Dante. Tra queste
due piazze, nel “centro” più popolare e popoloso del centro storico, si trova “
la Pignasecca”, un nugolo di vicoli, di “bassi”, di pescivendoli, di “puteche”
che vendono di tutto. Un brulicare di donne e di uomini che da sempre si mischiano con le donne e gli uomini dei
“quartieri alti”, il Vomero, che
raggiungono “ ‘e puteche da Pignasecca” ,per comprare a buon prezzo, utilizzando
la Funicolare di Montesanto che collega la collina ed il centro storico in soli
tre minuti !
Una strada , parallela alla via Portamedina alla Pignasecca,
è la via San Liborio.
Una strada a me molto cara, semplicemente perché ci sono nato, in una casa al
5° piano del numero civico 23. La via San Liborio ,
viene descritta da un grandissimo Eduardo De Filippo nella sua incommensurabile
“Filumena Marturano”. Siamo nell’estate del ’43, precisamente il 9 settembre ,
anche a Napoli viene affisso il seguente comunicato :
La Repubblica sociale chiama alle armi i giovani delle classi 1923, 1924
e 1925; per chi non si presenta, così come per i militari in forza l’8
settembre, è previsto: pena di morte e rappresaglie contro le famiglie.
“I giovani dai 18 ai 20 anni sono chiamati alle armi per entrare nel
nuovo esercito della Repubblica Sociale. Il bando è apparso stamani sui
quotidiani e comincia a vedersi nei manifesti affissi sui muri delle città. Non
ha firma, ma è attribuito al maresciallo Graziani, ministro della difesa
nazionale. Verrà chiamato “bando Graziani”. Con una minaccia mai apparsa in
precedenza, né in Italia né altrove, il testo fa capire la generale situazione:
“In caso di mancata presentazione dei militari soggetti alla predetta chiamata,
oltre alle pene stabilite dalle vigenti disposizioni del codice militare di
guerra, saranno presi immediati provvedimenti anche a carico dei capi
famiglia”. Tra qualche mese la minaccia sarà aggravata: contro i renitenti alla
leva, cioè i giovani delle classi 1923-1924-1925, e i “disertori”, cioè gli ex
militari che non si ripresentano ai loro reparti, c’è la pena di morte; e in
molti casi la pena sarà eseguita.”
Il civico 23 della via San Liborio è un enorme
palazzo di architettura spagnola. E' formato da 6 piani, oltre il livello terra
e di altri 4 piani sotto il livello
strada, un vero rifugio che si collega con i cunicoli della Napoli sotterranea.
I giovani Napoletani non si presentano ai comandi
nazi-fascisti e trovano riparo in quel rifugio naturale, dove, di fatto, stava
nascendo quella che diventerà l’insurrezione popolare passata alla Storia come
le Quattro giornate di Napoli.
Ma il rifugio sotterraneo, in breve tempo, diventa
saturo, c’è bisogno di altri spazi, sicuri, perché in quei giorni squadracce
fasciste, conducono i militari tedeschi in quei luoghi, più o meno conosciuti.
Il rischio è altissimo, fucilazione immediata.
Si pensa allora di far salire quei giovani ai piani
fuori terra, ai piani alti, liberando in parte
“ i rifugi” . Ma le squadracce
nazi-fasciste entrano anche nelle case, e se trovano quei giovani e chi li
protegge, non c’è pietà, esecuzioni in massa, immediata, nella stessa strada !
Ma i fascisti ed i nazisti non hanno fatto i conti
con Napoli ed i Napoletani. In breve tempo, alcune camere degli appartamenti,
in quel di Via San Liborio, vengono letteralmente murate ed all’interno, con
sistemi di areazione improvvisati e uscite di “servizio”, ospitano decine di
giovani, che aspetteranno solo qualche giorno, il tempo di organizzarsi, di far
circolare la notizia di tempi e luoghi, per un’azione sincronizzata in tutta la Città. Grande Coraggio e
determinazione del Popolo Napoletano.
“Quando i napoletani decidono di insorgere contro gli
occupanti nazisti, il popolo è stremato da anni di guerra, da privazioni, dalla
fame e dalla carestia: tra il 1940 e il 1943, inoltre, Napoli è oggetto di
pesanti bombardamenti da parte degli Alleati. La scintilla che accende la
rivolta, appunto, il 27 settembre del '43: nel corso di una retata tedesca
vengono catturati migliaia di napoletani; centinaia di uomini, così, si armano
e danno vita all'insurrezione. Uno dei primi scontri tra i napoletani e i
tedeschi avvenne al Vomero, quartiere collinare della città, dove gli insorti
arrestarono una vettura nazista, uccidendo il maresciallo alla guida. Sempre al
Vomero, i napoletani assaltarono l'armeria di Castel Sant'Elmo e, al termine
della prima giornata di scontri, anche gli arsenali delle caserme di via Foria
e via Carbonara.”
“Dal 27 al 30 settembre del 1943 i cittadini di Partenope
insorsero e, con coraggio e determinazione, da soli cacciarono via le truppe
naziste. Quando, il primo ottobre, gli Alleati fecero il loro ingresso in
città, la trovarono sì devastata, ma già liberata: Napoli divenne così la prima città in tutta l'Europa occupata a
cacciare via i soldati del Terzo Reich. L'intera città, inoltre, è stata
insignita della medaglia d'oro al valore militare”.
Ancora oggi i valori della Resistenza, e quelle date del 27 ottobre del ’43 e
del 25 aprile del ’45, mi sono sacre ( dette da un ateo sembra un paradosso ) !
La voglia di Resistenza, dalla più “sacra”, appena descritta
a quella che cerca di contrastare gli egoismi della nostra società
contemporanea, che si schiera nella difesa dei diritti di tutte e di tutti, che
sfida i sedicenti “potenti” imprenditori e speculatori , ad esempio nella
questione Novaceta, nel nostro territorio, ha visto, ormai da molti anni, il Movimento Popolare Dignità e Lavoro sempre
in prima linea. Quest'anno non ci sarà la manifestazione magentina, ma noi ci saremo lo stesso, virtualmente e col cuore, nelle strade, ad onorare i Partigiani di questo territorio con uno spirito di fratellanza che oggi, una becera politica vorrebbe distruggere.
RESISTENZA SEMPRE
!
sabato 18 gennaio 2020
Per il Bene Comune, contro la speculazione.
Il Movimento Popolare Dignità e Lavoro con sede a
Magenta in viale Piemonte 68, sta conducendo da oltre dieci anni una battaglia
di Civiltà allorchè decise di denunciare l’intero management di Novaceta che,
per mero egoistico interesse, volle far fallire una storica e produttiva
società cittadina per poter utilizzare la vastissima area ( 220.000 m2 ) su cui
poter esercitare speculazioni di tipo immobiliare. Fermata la produzione, un
gruppo di irriducibili ex dipendenti, decisero, oltre che costituirsi parte
civile nel processo penale, qualche anno dopo istituito, anche di riprendersi
uno spazio comune, un bene comune che era sempre appartenuto ai lavoratori di quell’azienda ed utilizzato
da tutta la comunità magentina. Stiamo parlando di un’area verde di circa 15.000 m2 , l’ex CRAL
aziendale. Insieme ai Compagni di Ri-Make ed a quelli di Ri-Maflow, il Movimento
Popolare Dignità e Lavoro occupò quell’area ed ancora oggi è presente con
l’obiettivo di restituire quell’area alla Città di Magenta.
Il Movimento Popolare Dignità e
Lavoro, con una petizione cittadina, raccolse oltre 2000 firme per
sensibilizzare l’amministrazione comunale di Magenta, affinchè avviasse quelle
procedure di esproprio, esistendo tutte quelle condizioni previste dagli
articoli 42,43,44 della Costituzione Italiana (aree abbandonate e lasciate al
degrado).
Purtroppo le amministrazioni magentine,
che si sono susseguite nell’arco degli ultimi dieci anni, hanno fatto a gara
per non fare nulla. Eppure avrebbero potuto costituirsi parte civile nel
processo penale, avrebbero potuto dare qualche risposta ai 2000 Cittadini
sottoscrittori della petizione, avrebbero potuto dare un giudizio su una bozza
di riqualificazione dell’area, prodotta, redatta e presentata dal sottoscritto
e da Paolo Chianura, solo qualche
settimana fa all’assessore Cattaneo. Le amministrazioni “ in transito” avrebbero
potuto dare un minimo contributo, anche solo morale e solidale, a quei lavoratori che
avevano deciso di riprendersi quella dignità a loro sottratta da sedicenti
imprenditori, a quei Lavoratori che hanno pensato ad un Bene Comune anziché ad
un “bene” per pochi.
Eppure le nostre idee, le nostre iniziative,
le nostre denunce contro il malaffare hanno avuto successo. Quei manager, al
processo di primo grado, sono stati condannati a severe pene detentive e ad
importanti sanzioni pecuniarie.
Infine vorrei utilizzare questo
spazio per una comunicazione di servizio : a circa un anno dalla sentenza di
primo grado, che prevede, per quanto ci riguarda, il recupero delle spese
legali anticipate e la quota provvisionale disposta dal Tribunale , non sono
state pubblicate ancora le motivazioni. Credo che la civile attesa e la
pazienza siano state già consumate per cui, come è previsto dalla Legge,
chiederemo, a giorni, tramite i nostri legali, quanto dovuto. Chi è d’accordo
con questa iniziativa può comunicarlo direttamente al sottoscritto.
Teniamo a comunicare altresì che Il Movimento
Popolare Dignità e Lavoro parteciperà alla
IV Assemblea
Nazionale beni comuni emergenti e a uso civico
che si terrà a Milano il 1 feb. ore
12:00 ed a Saronno 2 feb. ore 16:30
Organizzato da
Milano, 1-2 febbraio 2020 – IV
Incontro dell’Assemblea Nazionale dei beni comuni emergenti e a uso civico
Saronno, 2 febbraio 2020, ore 18 – serata pubblica su “Aree dismesse, che fare?”
L’1 e 2 febbraio 2020 terremola IV Assemblea
nazionale dei beni comuni emergenti e a uso civico, nata a partire da un
documento (http://www.exasilofilangieri.it/appello-benicomuni/) firmato da diverse realtà di base, associazioni e singoli,
che hanno convenuto sulla necessità di rafforzare anche a livello nazionale le
lotte sui beni comuni. Ci siamo incontrat* a Napoli, Mondeggi (Bagno a Ripoli),
Reggio Emilia e Venezia. Oggi approdiamo a Milano, da RiMake, Macao ed
eventuali altri spazi da definire.
Abbiamo aperto un percorso collettivo per costruire incomune uno
spazio per la condivisione e la continua sperimentazione di pratiche, saperi e
strumenti amministrativi capaci di sfidare e superare lo stato di cose
presenti. L’abbiamo fatto a partire dalle proposte e dalle conoscenze sui beni
comuni che in questi anni con molta fatica sono maturate dalle pratiche delle
realtà di base su tutto il territorio nazionale.
Saranno presenti L’Asilo (Napoli), Scugnizzo Liberato (Napoli), Macao (Milano), RiMake (Milano), RiMaflow (Milano), Attac Saronno, Associazione Salviamo Cavallerizza (Torino), Bread&Roses (Bari), ExPost Moderno (Bari), Mondeggi (Bagno a Ripoli), Forum Beni Comuni Firenze, Rete Civica del Comune di Ferrara e una lunga lista di realtà in corso di aggiornamento.
Il programma è in via di costruzione e sarà aggiornato a breve. Scriveteci all’indirizzo mail benicomuni.incomune@gmail.com per inviarci proposte, idee e anche richieste di ospitalità!
A seguire, il 2 febbraio, ore 18.00, a Saronno, tutt* invitat* alla serata pubblica organizzata da Attac Saronno: "Aree dimesse, che fare? Beni comuni emergenti e riuso della città" (Sala Nera di Casa Morandi, viale Santuario a Saronno)
Saronno, 2 febbraio 2020, ore 18 – serata pubblica su “Aree dismesse, che fare?”
L’1 e 2 febbraio 2020 terremo
Abbiamo aperto un percorso collettivo per costruire in
Saranno presenti L’Asilo (Napoli), Scugnizzo Liberato (Napoli), Macao (Milano), RiMake (Milano), RiMaflow (Milano), Attac Saronno, Associazione Salviamo Cavallerizza (Torino), Bread&Roses (Bari), ExPost Moderno (Bari), Mondeggi (Bagno a Ripoli), Forum Beni Comuni Firenze, Rete Civica del Comune di Ferrara e una lunga lista di realtà in corso di aggiornamento.
Il programma è in via di costruzione e sarà aggiornato a breve. Scriveteci all’indirizzo mail benicomuni.incomune@gmail.com per inviarci proposte, idee e anche richieste di ospitalità!
A seguire, il 2 febbraio, ore 18.00, a Saronno, tutt* invitat* alla serata pubblica organizzata da Attac Saronno: "Aree dimesse, che fare? Beni comuni emergenti e riuso della città" (Sala Nera di Casa Morandi, viale Santuario a Saronno)
per il Movimento Popolare Dignità e
Lavoro :
Iscriviti a:
Post (Atom)