domenica 16 febbraio 2014

Incontro con Giunta Invernizzi del 10.02.2014 : "Collaborazione" , proposte , idee !

Il giorno 10.02.2014 alle ore 18.30, su invito del Presidente del Consiglio Comunale di Magenta è avvenuto un incontro tra una delegazione del MPDL ( Paolo Chianura, Giorgio Sardo, Massimo Arrabito, Mario De Luca ) ed i seguenti rappresentanti dell'Amministrazione Comunale Magentina : Presidente del Consiglio ( Eleonora Preti ), Capogruppo PD ( Elisabetta Mengoni ) , Capogruppo CAG ( Manuel Vulcano ), Assessore Ambiente ( Vincenzo Salvaggio ), Segreteria Presidenza del Consiglio ( Angela Bucchioni ) .
L'oggetto della riunione è stato quello relativo allo stato dell'arte in merito alla situazione ambientale ed alle operazioni di decommissioning all'interno delle aree Novaceta.

L'incontro odierno fa seguito ad analogo incontro avvenuto il 26.11.2013 durante il quale il MPDL esprimeva alcune considerazioni in merito alle procedure adottate dalle imprese preposte al decommissioning delle aree. Si chiedevano gli atti relativi alle operazioni di smantellamento e si faceva notare come tali operazioni fossero state eseguite senza il rispetto delle normative vigenti.
Nella medesima riunione si ribadiva quanto già richiesto durante la precedente assemblea pubblica e cioè :
  • la possibilità di bonificare e ristrutturare le aree adibite a CRAL e restituire queste alla Città di Magenta quale patrimonio storico, culturale e ricreativo a disposizione dei magentini.
  • La possibilità da parte del MPDL di far parte di una delegazione attiva e competente quale supporto tecnico nella ricerca delle problematiche emerse durante lo smantellamento dello stabilimento.
  • La possibilità di valutare ogni insediamento possibile sulle aree in questione e di tenere, con attenzione prioritaria, in considerazione la possibilità di reintroduzione lavorativa del personale ex Novaceta.
  • Di mantenere a vocazione industriale / artigianale le aree in questione già oggetto di analoga delibera presentata proprio da chi oggi rappresenta il MPDL il 25.02.2004.

Proprio su quest'ultimo punto ha avuto inizio il confronto odierno tra MPDL e l'Assessore Salvaggio che ha voluto illustrare lo stato dell'arte sulla disponibilità delle aree ex Novaceta. Secondo l' Assessore una parte di quelle aree ( circa 40.000 m2 ) , oggetto dell'A.T. 11, è nella disponibilità della Giunta a concedere eventuali permessi per insediamenti ricettivi. Il MPDL ribadisce che, l'ex Sindaco di Magenta, Luca del Gobbo, intervistato da Andrea Cattaneo ( Altomilanese ) , ribadisce che quelle aree sono coperte da vincolo industriale ed inserite all'interno dei 220.000 m2 di aree protette dalla delibera di consiglio del 2004.
Il MPDL fa altresì presente che su quelle aree ( A.T. 11 ) c'è un ulteriore vincolo con cui si vieta di interferire su attraversamenti del metanodotto, dell'elettrodotto e di n. 7 pozzi di estrazione acque posti su quelle aree.
Sempre a proposito delle aree in questione ed in merito alla mozione della Lega Nord presentata in C.C. il 28.01.2014 i rappresentanti del MPDL fanno presente che, nei giorni precedenti l'incontro in oggetto, gran parte della “politica” magentina si interrogava sulla possibilità di accordi tra il MPDL e l'attuale Giunta magentina. Tale situazione era emersa probabilmente dalle dichiarazioni che lo stesso Assessore Salvaggio e la Presidente Preti avevano reso alla stampa in merito ad ipotetiche collaborazioni tra il Movimento Popolare Dignità e Lavoro e la Giunta.
E' bene ribadire che ogni forma di attenzione da parte del Movimento è rivolta esclusivamente al fabbisogno della comunità e che la questione amianto sollevata dal Movimento stesso ha lo scopo di tutelare l'ambiente e la salute dei Cittadini. Per cui alcuna collaborazione tendenziosa ed alcuna concessione, ne data ne ricevuta, da parte di alcun rappresentante del Movimento. Si è ribadito, altresì, che il Movimento continuerà a vigilare, valutare, individuare e denunciare ogni attività irregolare svolta sulle aree industriali del territorio magentino, e non solo quelle riguardanti Novaceta.
Si è pertanto, con estrema chiarezza, sottolineato come le voci emerse, in questi giorni, da politicanti da strapazzo, in merito a presunti accordi tra MPDL ed Amministrazione Comunale, fossero esclusivamente vigliacche e tendenziose come furono vigliacche e tendenziose le stesse accuse, rivolte dall'allora segretario PD, agli attuali rappresentanti il Movimento allorchè questi presentarono, un'osservazione al PGT( accompagnate da oltre 600 firme di Cittadini magentini ), adottato con delibera consiliare il 23.11.2009, in merito alla tutela delle servitù attive proprio nelle aree riguardanti le A.T. 11 .
Il Movimento ha quindi ribadito l'assoluta equidistanza tra la politica di destra e quella del , così detto, centro-sinistra magentino, proponendosi come forza del territorio a tutela ed a disposizione della cittadinanza.
Chiarito quanto sopra e tolti alcuni sassolini dalle scarpe, l'incontro odierno si è svolto in un clima di confronto e di propositività.
Il Movimento fa presente che a seguito della lettura di parte della documentazione messa a disposizione dalla Giunta emergono, a proposito delle procedure adottate dalla società preposta al decommissioning, secondo il MPDL, alcune irregolarità ed incongruenze. In particolare il MPDL segnala quanto segue :
  1. E' incomprensibile, al fine della bonifica delle aree, la metodologia per rilevare la presenza del “Rayon”. Il Rayon infatti non è ne un elemento, ne un composto di natura organica, bensì è un “marchio commerciale “ !
  2. Dalla lettura dei documenti non emerge alcun riferimento sulla ricerca del pericolosissimo PCB
  3. Per quanto riguarda la presenza di amianto non tornano i conti in merito ai volumi reali e quanto smaltito o da smaltire. Non emerge alcuna tracciabilità del minerale.
  4. Non si parla di eventuali carotaggi effettuate nelle aree ex Snia Viscosa e ex Novaceta.
  5. Non si mensionano analisi delle acque effettuate ai 7 pozzi ed a livelli stratificati.
  6. Da alcune foto emergono situazioni di assoluta pericolosità ed esposizione alle polveri di amianto da parte degli operatori addetti alle demolizioni ( ad esempio dei fabbricati oggetto dell'ordinanza del Sindaco ). Le foto evidenziano , infatti, operatori che “bagnano” le polveri e non indossano alcuna protezione individuale.

Inoltre il Movimento ribadisce la disponibilità ad esercitare manutenzioni sull'area adibita a Cral al fine di restituire la fruibilità di quelle aree alla comunità magentina. La Giunta magentina, anche su questa richiesta prende tempo per una risposta definitiva.

L'Assessore Salvaggio promette, comunque, di attivarsi affinchè, ai tavoli già aperti tra i soggetti partecipanti agli incontri tecnici riguardanti il Sito Novaceta , partecipi anche il Movimento Popolare Dignità e Lavoro poiché da parte della Giunta “ c'è volontà di dare riconoscimento al MPDL che è riconosciuto come sensibile e competente. C'è volontà di non disperdere un serbatoio accumulato negli anni “. Pertanto “ è nostra intenzione di coinvolgere il MPDL al tavolo tecnico per un tentativo...e per venire incontro alle richieste. Daremo una risposta entro 10 giorni . “

Infine l'Assessore Salvaggio trasmette al MPDL copia del verbale d'incontro tecnico avvenuto tra le parti ( escluso il MPDL ) il 18.12.2013.

Letto con la dovuta attenzione, il verbale in oggetto presenta molti punti su cui è necessario fare chiarezza ed a cui chiediamo risposte competenti e definitive . Dal verbale si legge :

A )- Il Comune...chiede..di definire...le procedure e i tempi per:“ bonifica amianto: sia per le restanti coperture ancora presenti in carico a Unicredit sia per gli impianti di competenza Enercell “
la domanda che poniamo è la seguente : ma se si parla di restanti coperture ancora presenti, si sottointende che l'amianto rimosso è solo quello delle coperture ?, ed allora, tutte le migliaia di tonnellate di amianto presente all'interno dei reparti Filatura, Dope, Recupero Acetone, ed altri, dov'è andato a finire ?

B)- REAAS comunica che è in fase di approvazione il contratto per la bonifica amianto FASE 3...
ci preoccupiamo che l'affidamento delle ulteriori bonifiche vengono gestite da REAAS visto i risultati pessimi delle precedenti azioni.

C) – Per la bonifica amianto, trattandosi in modo particolare di rimozione coperture ...

si ribadisce che trattasi di coperture, per cui è ancora più incisiva la nostra domanda già espressa in pos. A.

Ciò che ci lascia sconcertati è leggere quanto segue :

Il liquidatore di Enercell aggiorna in merito allo stato della liquidazione. ...è stato autorizzato a non acquisire nell'attivo fallimentare la centrale elettrica atteso che i costi per la messa in sicurezza della stessa risultano superiori al presumibile valore della centrale. La centrale risulta, quindi, nella disponibilità del liquidatore che però, proprio in ragione del fallimento della società, non dispone di alcuna risorsa per far fronte alle spese di messa in sicurezza. Il liquidatore, anticipando il contenuto della risposta formale che invierà al Comune precisa che, in riferimento agli adempimenti richiesti dal Comune per la presenza di amianto negli impianti di proprietà Enercell è impossibilitata ad intervenire in quanto la società non dispone di cassa per sostenere le spese necessarie.
Il liquidatore ha, inoltre, dichiarato la propria disponibilità a cedere ad un valore pari a zero la centrale elettrica a qualsiasi soggetto fosse interessato all'acquisizione della stessa nonché a fornire la propria collaborazione al Comune per qualsiasi adempimento e/o riscontro che potrà svolgere in autonomia senza l'ausilio di terzi. “

Vogliamo tradurre e fare alcune considerazioni e dire cose che nessuno osa dire :

Primo : Enercell è quella società fantasma creata dal gruppo Bembergcell, cioè da quel gruppo già coinvolto in numerose vicende giudiziarie, i cui dirigenti, già in altre aziende, sono stati condannati per bancarotta fraudolenta. Enercell fu creata di proposito per “garantire” la chiusura di Novaceta. Enercell fu creata dal gruppo Cimatti con il falso indirizzo di far credere che fosse necessario , per Novaceta, cedere la centrale termoelettrica (cessione di ramo d'azienda vergognosamente avallato dal sindacato) al fine di contenere i costi dell'energia. Enercell creò, in pochissimo tempo, milioni di debiti, inducendo i fornitori ( SNAM ) ad interrompere le forniture e “giustificare” la fermata totale degli impianti.

Secondo : le aziende, Bembergcell, Enercell, Novaceta sono intimamente collegate nella pianificazione della “crisi” Novaceta ed Unicredit acquistò le aree Novaceta da quei gruppi societari quando stavano appunto pianificando la crisi. Inoltre Unicredit acquistò le aree ad un prezzo molto conveniente poiché le aree stesse erano tutelate dal vincolo industriale.

Terzo : ma com'è possibile che Enercell ( quindi il giro di disgraziati che c'è sotto ) “acquista” , dal suo stesso gruppo, la centrale termoelettrica, poi dichiara fallimento, poi Bembergcell si libera delle aree e degli impianti e fallisce a sua volta. Per altre situazioni gli stessi dirigenti vengono condannati per bancarotta fraudolenta, ed oggi hanno la sfacciataggine di dichiarare che le bonifiche di quelle aree sono cavoli di altri, e di chi ?

Quarto : il precedente liquidatore di Enercell ( Dr. Carlo Bianco ) chiedeva per gli impianti, inizialmente 1,7 milioni di euro, poi 1 milione di euro. Oggi il nuovo liquidatore li cede a costo zero, poiché il costo dello smaltimento dell'amianto supera il prezzo delle macchine. (* - Nota n. 1 )

Quinto : finalmente viene fuori la verità. Il solo Movimento Popolare Dignità e Lavoro, in tutto questo periodo, ha sostenuto che la presenza di amianto, oltre che nelle aree Novaceta, è estremamente massiccia nelle aree della centrale termooelettrica ( tanto da indurre il liquidatore a cedere tutto gratis ) . Oggi, come ieri, sosteniamo che per bonificare quelle aree occorrono molti milioni di euro, poiché la presenza di amianto è enorme e la pericolosità di quelle aree, anche quelle limitrofe ( purtroppo oggetto di demolizioni selvagge di questi giorni e di degrado naturale progressivo) , è molto seria e certamente le autorità preposte hanno sottostimato la gravità della situazione.

Sesto : Tutto ciò sta emergendo solo e soltanto grazie al Movimento Popolare Dignità e Lavoro che ha dato inizio alle denunce e si è posto a salvaguardia della salute dei cittadini.

Crediamo che le autorità, la stampa, l'opinione pubblica , non si rendano ancora conto della gravità della situazione. Il Movimento continua a mettersi a disposizione delle autorità senza mai essere coinvolto seriamente in un tavolo tecnico per effettuare , in campo, indagini serie e dettagliate.

La riunione, oggetto di questa comunicazione, si è conclusa ribadendo ai rappresentanti del Comune di Magenta che il Movimento Popolare Dignità e Lavoro continuerà, con ancora maggiore lena, ad indagare, a raccogliere prove e testimonianze ed a denunciare ogni irregolarità alle autorità competenti al fine della tutela della Cittadinanza. Se tale atteggiamento è , per il Comune di Magenta, una forma di collaborazione, allora siamo lieti di offrire la nostra collaborazione. In cambio ci attendiamo almeno che nessuno ci metta i bastoni tra le ruote !

Movimento Popolare Dignità e Lavoro

(* - Nota 1 ) : Per quanto riguarda le macchine attualmente presenti all'interno della centrale termoelettrica di Magenta, è bene far sapere all'opinione pubblica che stiamo parlando di uno straordinario, unico, esclusivo capitale di storia industriale del nostro Paese. All'interno della centrale sono installate, ed ancora in ottima condizione, caldaie, per la produzione di vapore surriscaldato, degli anni '40, '70 e '90, di aziende prestigiose quali ad esempio Ansaldo S.p.A.. Sono installate Turbine a vapore degli anni '50 e '70, a marchio Franco Tosi – Legnano. Inoltre è possibile ammirare straordinarie elettropompe multistadio ( KKK- Marelli S.p.A.- S.Stefano Ticino ), impianti per la produzione di acqua demineralizzata ( Bono S.p.A. - Milano- ) . Insomma un vero e proprio museo di tecnologia. Uno straordinario capitale che ogni altro Paese al mondo sarebbe capace di valorizzare, ed è sconcertante come tale capitale debba essere considerato, da incompetenti ladroni, avvezzi solo a propri squallidi interessi, come “ferro vecchio” da demolire. In Germania, ad esempio, un sito con equivalenti caratteristiche è stato effettivamente trasformato in museo tecnologico e raccoglie oltre due milioni di visitatori ogni anno! Se solo i politici del territorio pensassero più seriamente al “bene comune”, Magenta potrebbe diventare un luogo di interesse notevole.
Si fa presente che, contemporaneamente verrebbe risolto il problema amianto in centrale : in una prima fase, potrebbe essere rimosso solo l'amianto eventualmente deteriorato e continuare a metterne in protezione il rimanente. Una seconda fase, traendo le risorse economiche dal “progetto museo tecnologico”, porterebbe a completamento ( autofinanziato ) l'intera bonifica .

Quest'ultima è un'ulteriore idea che il Movimento porta come contributo alla Città di Magenta. Praticamente un'operazione a costo zero, che eliminerebbe l'urgenza del problema amianto, che creerebbe occupazione, che porterebbe reddito e visibilità al territorio Magentino.

Vorremo almeno che qualche istituzione, qualche privato imprenditore ci contatti. 

martedì 4 febbraio 2014

Quando non c'è bisogno di propaganda !

Il berlusconismo, ormai radicato nella nostra società, è quello stato mentale, quel modo di esistere all'infuori di ogni schema, quel sentirsi “arrogantemente” superiore agli altri, quel non riconoscere la propria ignoranza poiché pervasa da una dose ancora più massiccia di ignoranza. Il non rispetto delle regole, la mistificazione della verità, l'appropriarsi dei meriti e del lavoro altrui per miseri (o per milionari) rendiconti personali.
Il berlusconismo ha prodotto, e reso fruibile da molti, “ l'affare”, la corruzione, la collusione anche tra quelle istituzioni che ne erano (quasi)  immuni.
Negli anni '70 il Sindacato raggiungeva “valori” altissimi. Veniva varata la Legge 300 (Statuto dei Lavoratori) ,quella stessa legge distrutta invece, a poco a poco, dallo stesso sindacato, durante il ventennio che ha avuto come protagonista il pregiudicato di Arcore.
Il Sindacato è un' Istituzione necessaria ed in cui bisogna credere, ma spesso è retto da persone cresciute nel berlusconismo, cresciute nel malaffare. Persone che non ci pensano su due volte a prendere mazzette dal padrone di turno e condannare alla disperazione migliaia di famiglie che restano senza reddito.
I fatti, ad esempio sul nostro territorio, dimostrano che negli ultimi anni, tutte le grandi aziende, hanno chiuso ! E non venitemi a parlare di crisi ! Quattro esempi : ESAB di Marcallo , Maflow di Trezzano, Reno de Medici e Novaceta di Magenta.
Tre di queste fabbriche non sono mai andate in crisi : ESAB , MAFLOW, RENO DE MEDICI hanno portato le produzioni e le lavorazioni altrove ( le prime due all'estero ). NOVACETA, è storia attuale, ha dovuto cessare la produzione poiché i padroni dovevano speculare sulle aree. Ma il sindacato ( tutti ) che doveva “condurre una forte battaglia per i diritti dei lavoratori” dov'era ? Il caso NOVACETA è emblematico ! Oggi qualcuno dovrebbe dirci per quale motivo il sindacato ( tutti ) ha concesso alla sola UNICREDIT , proprietaria delle aree ( !!!!! ), la possibilità di effettuare, tramite imprese in subappalto, lo smantellamento (camuffato da bonifica e messa in sicurezza) dello stabilimento. Qualcuno dovrebbe dire per quale motivo non sono stati effettuati i controlli che, invece, nelle sedi Istituzionali furono concordati tra proprietà, istituzioni locali, sindacati ( tutti ) !
Oggi, c'è qualcuno, per mera e squallida propaganda, che promette (ancora !) di fare quello che non potrà fare. La verità, invece, è che su quel formidabile esposto del 2009 alla Procura di Milano, redatto dal Comitato Magentino Dignità e Lavoro (oggi Movimento Popolare) e sottoscritto da lavoratori organizzati esclusivamente da Dignità e Lavoro, non c'è nessuna firma di alcun sindacalista, ne territoriale, ne nazionale.

Ci preoccupa molto il “berlusconismo”, la mistificazione ! Ci preoccupa la salute ed i diritti dei lavoratori. Senza propaganda, senza se e senza ma. Da sempre siamo stati a fianco dei lavoratori senza ricevere e senza chiedere mai nulla in cambio ! Siamo comunque portati a dimostrare sempre quello che diciamo. Abbiamo recuperato un giornalino di fabbrica (Novaceta) di 35 anni or sono. Allora, come oggi, in prima linea ! Ciao !




mercoledì 29 gennaio 2014

Azione civile e civiltà !

E' con grande piacere che apprendiamo che, dopo il Movimento Popolare Dignità e Lavoro, anche altri intendono costituirsi parte civile all'interno dell'eventuale processo penale a cui saranno sottoposti le 32 brave persone che hanno avuto a che fare col disastro Novaceta.
Appena dopo la partecipata assemblea del 23 gennaio scorso tenuta in viale Piemonte, il Movimento Popolare Dignità e Lavoro ha già dato seguito alle prime azioni necessarie per dare inizio ad un iter giudiziario voluto esclusivamente da un folto gruppo di lavoratori che nel giugno del 2009 , su esposto scritto (e mi scuso se lo ricordo, ma lo faccio con grande orgoglio) dal sottoscritto , apposero la firma a quel foglio che sarebbe diventato “storico” dopo essere stato stoico. Un gruppo di lavoratori, da soli, senza nessun appoggio ne politico ne sindacale, si sono assunti la grande responsabilità di affermare che quelle persone, che avevano gestito Novaceta dal 2003 al 2009 , erano dei farabutti ! Ebbene, già all'epoca, se avesse voluto, qualunque altro soggetto, associazione, sindacato, partito politico, avrebbe potuto sostenere quell'esposto. Ma sostenere un esposto, dove si denunciano fatti gravi e dove è necessario assumersi responsabilità in prima persona, è cosa molto impegnativa. Tutti, TUTTI, infatti, credettero bene di restare alla larga da accuse che avrebbero potuto rivoltarsi contro ed essere denunciati per diffamazione. TUTTI pensarono di mandare avanti quegli 88 “fessi” , firmatari dell'esposto, tanto la faccia l'aveva messa quel pazzo di De Luca che diceva queste cose con ossessiva ripetizione già da diversi anni. Quel gruppo di lavoratori, fu , da subito, caratterizzato, non da una precisa appartenenza politica o sindacale ( erano presenti simpatizzanti ed iscritti a partiti diametralmente opposti – Forza Italia e Rifondazione, erano presenti iscritti alla CGIL, alla CISL ed alla CUB ) ma da una convinzione, quella che “quella crisi” era voluta, ed era traghettata per poter speculare sulle aree. Di coordinare il tutto se ne assunse l'onere il costituitosi Comitato Magentino Dignità e Lavoro ( sempre quel pazzo di De Luca ) poiché era necessario ribadire l'assoluta neutralità politica e la NECESSARIA autonomia operativa, nel momento in cui nessun soggetto, giuridicamente costituito, come ad esempio qualunque sindacato ( CGIL, CISL, UIL, CUB o altri ) , si assunse la responsabilità di apporre, tramite un proprio dirigente, la firma in calce a quell'esposto.
Questo è un fatto ! Come è un fatto che, in altre occasioni, Dignità e Lavoro, su richiesta della stessa CUB, ha concesso di apporre il logo di quest'ultima, ad esempio, su un Piano di rilancio dell'azienda, sull'Osservazione al Piano di Governo del Territorio, lavori eseguiti, con grande sacrificio, esclusivamente dal gruppo Dignità e Lavoro messosi a servizio esclusivamente degli 88 firmatari dell'esposto ed a servizio della verità.
Si, è vero , siamo orgogliosi che un gruppo eterogeneo di persone ( Gigi, Alfredo,Concetta, Adriana, Teresa, Luciano, Paolo, Orazio, Giorgio, Moreno, Antonio, Vincenzo), tutte aderenti al Movimento Popolare Dignità e Lavoro, in questi ultimi anni, è stato militante sul territorio, organizzando raccolta firme, richieste di consigli comunali, volantinaggio, etc.. ed è stato trainante, in termini d'immagine, anche per altre organizzazioni. Speriamo sempre che, per il bene dei lavoratori, queste si impegnino, principalmente, nei ruoli e nelle funzioni istituzionali per cui sono chiamate a confrontarsi ad esprimersi ed a rispondere.
Quanto sopra è stato compreso dalla stragrande maggioranza dei partecipanti all'assemblea del giorno 23 gennaio che in massa hanno deciso di dare fiducia al Movimento Popolare Dignità e Lavoro che condurrà, fino alla vittoria, un percorso iniziato da quel giugno 2009.
In questi quattro anni e mezzo ( dalla presentazione dell'esposto in Procura, fino all'emissione degli avvisi di garanzia ) non abbiamo visto al nostro fianco, nelle battaglie sopra indicate, ne partiti ne sindacati.
Desideriamo continuare a lottare con la nostra “pazzia”, con la nostra caparbietà, ma con la nostra
D I G N I T A' ! Tutti insieme, tutti quelli che hanno “creduto” possibile una pazzia già dal 2009.

Infine, è un bene che altri si costituiscano parte civile, ma “parte civile” significa , principalmente, civiltà, onestà, rispetto per gli altri, rispetto dei ruoli, rispetto per il lavoro altrui.
...speriamo bene !

M.P.D.L.

sabato 25 gennaio 2014

Assemblea del 23 gennaio 2014 : sul territorio, una nuova rivoluzione sociale...

Assemblea generale lavoratori Novaceta del 23 gennaio 2014

Allora, la notizia ormai è vecchia, i giornali li avete letto tutti, la Procura di Milano ha emesso 33 avvisi di garanzia ad altrettante “persone per-bene” che hanno rubato , prima, con la cassa integrazione e la mobilità parte del nostro stipendio, poi con il licenziamento, non solo tutto lo stipendio ma hanno lasciato i lavoratori in condizioni molto difficili. I 33  ci hanno frodato due volte, una volta come lavoratori dipendenti ed una seconda volta come cittadini a cui hanno chiesto contributi per sovvenzionare quegli ammortizzatori sociali di cui non c’era bisogno. Hanno quindi frodato anche lo Stato e con la complicità di altre strutture. E’ cosa assodata che cassa integrazione e mobilità vengono concesse per soli due motivi: crisi di mercato e ristrutturazione dell’azienda. Bene entrambe le motivazioni non si sono mai realmente presentate. La ristrutturazione, è sotto gli occhi di tutti, non c’è mai stata. Per quanto riguarda la crisi di mercato, possiamo dire che se si era avuto un piccolo calo delle vendite nel 2004, questa fu immediatamente coperta dalla fermata del primo produttore al mondo di acetato, l’americana Celanese! Inoltre, documenti interni Novaceta, relativi al settore vendite, confermavano una netta ripresa degli ordini, già dal 2005. Alla ripresa degli ordini, l’azienda risponde, invece, con una contemporanea decapitazione della struttura vendita. Spostano il dirigente storico e licenziano 3 venditori. In poche parole, gli ordini c’erano e non venivano evasi ! Embè, ste’ cose alla Procura gliele abbiamo dette e provate !
C’è da dire anche che cassa integrazione, mobilità e cessione rami d’azienda (come nel caso della centrale termoelettrica) non sono
attuabili se non c’è l’accordo col sindacato e con l’ente erogatore dei sussidi (Regione Lombardia). Ma un sindacato, come fa a sostenere che c’è crisi se non fa alcuna indagine di settore. Ci siamo sgolati, e ci siamo messi contro tutti, per dire che la cassa integrazione non andava firmata, poiché quella firma era la condanna alla fermata dello stabilimento. Credo che, a questo proposito, di avvisi di garanzia ne arriveranno ancora alcuni !
A questo punto potremo anche chiuderla qui, la soddisfazione è immensa, avevamo visto giusto e con largo anticipo. Resta il rammarico che una parte di lavoratori, per dire queste cose doveva dirle sul piazzale e non poteva dirle nelle assemblee generali poiché i sindacati confederali e padroni non volevano. Forse la fabbrica non si sarebbe fermata. Forse.
Oggi abbiamo la possibilità di tentare di riprenderci ciò che ci è stato tolto. Oggi la Procura di Milano ha detto esattamente quello che noi avevamo sottoscritto nell’esposto di giugno del 2009 :  “cagionavano il fallimento della società attraverso operazioni dolose “ e sottraevano, distruggevano e falsificavano i libri e le scritture contabili della società “.
La crisi industriale quindi non c’è mai stata, la fabbrica veniva chiusa per speculare sulle aree.
Poi, hanno dovuto in parte, abbandonare il progetto poiché hanno trovato il blocco delle aree che il sottoscritto aveva fatto passare in consiglio comunale già dal 2004, hanno trovato 600 firme che non hanno permesso nemmeno di mettere un dito, anche su quelle aree dove non c’erano capannoni con macchine di produzione, ed hanno trovato infine un presidio che dura da quasi cinque anni, formato da uno zoccolo duro straordinario con un unico obiettivo: i ladri dovranno restituire il maltolto. Cinque anni di azioni mediatiche e di azioni fisiche fino allo sfondamento del cordone di carabinieri. Fino a documentare che all’interno della fabbrica non si stava mettendo in sicurezza come avevano assicurato proprietà, sindacati e istituzioni, in accordo totale, durante una riunione in Prefettura, ma stavano smantellando la fabbrica. Il solo Movimento si oppose a non concedere ad UNICREDIT la possibilità di essere “un unico interlocutore” nella , così detta, messa in sicurezza dello stabilimento. Sapevamo bene che avrebbero, invece, smantellato la fabbrica, eppure tutti, TUTTI, tranne Dignità e Lavoro, firmarono, consentendo ad UNICREDIT, così legittimata, di portare all’interno le sue aziende che diedero inizio alle demolizioni.
Oggi, con i 32 avvisi di garanzia recapitati ad altrettante “brave persone”credo che sia nostro dovere, e per fortuna anche interesse, costituirci parte civile nel processo penale che, quelle persone, dovranno affrontare, ed auspicarci che la giustizia completi il suo corso con più condanne. Dopo di me, l’Avvocato Landi spiegherà, dal punto di vista tecnico-legale, cosa bisogna fare, ma ho prima l’obbligo di spiegare come è necessario muoversi e come è possibile e doveroso continuare, tutti insieme, questa battaglia che sarà anche azione politica e sociale sul nostro territorio.
Dicevo prima che uno zoccolo di teste dure ha tenuto in piedi, ed al caldo, questa vicenda, ma senza l’eccezionale apporto di altre persone che con Novaceta non c’entravano assolutamente nulla, questo risultato, e speriamo quelli futuri, non avremmo potuto ottenerli. Non faccio nomi, poiché potrei dimenticarne qualcuno. Senza l’aiuto di persone esterne, volontarie e solidali, non sarebbe stato possibile chiedere ed ottenere consigli comunali aperti, effettuare banchetti e volantinaggio per la città, fare raccolta firme, interviste sui giornali ed alle televisioni, cene di finanziamento, raccolta di prove, di documenti, di fotografie, riunioni settimanali e nei giorni di festa, e tante altre azioni, fatte da gente che, semplicemente, crede che è possibile un altro mondo, un mondo fatto anche di solidarietà, di civiltà, di giustizia. Dunque, quello che ci apprestiamo a compiere deve avere una spinta che si chiama solidarietà. Non tutti di noi potrebbero affrontare i costi di un processo civile, ma dobbiamo trovare una formula poiché questo processo si faccia e si possa  raggiungere l’obiettivo che, ad ognuno, venga restituito, insieme alla dignità, ciò che è stato tolto. Questo processo dobbiamo farlo ma, necessariamente, potrà essere affrontato solo se la parola che lo governerà sarà  s o l i d a r i et a’ ! 
Gli avvocati, mi hanno detto e vi diranno, che le azioni che intendiamo percorrere sono molto costose, ma il sottoscritto sa bene che se ognuno di noi dovesse, da solo, intraprendere un’azione giudiziaria, pure con prospettive di lieto fine, abbandonerebbe immediatamente la partita, l’impegno economico non sarebbe sopportabile. Ecco allora che dobbiamo crearci una formula diversa, una formula però che passi da quella stessa convinzione ed abnegazione, patrimonio di quelle persone, di cui prima ne sottolineavo il profilo, che credono che un altro mondo sia possibile.
L’idea, e lo chiederemo all’Avvocato, è quella che per ogni soggetto, costituitosi parte civile, che non potrebbe garantire l’adeguata copertura finanziaria delle spese del processo, ci sia anche un altro, o più soggetti, che si assumono l’onere e la responsabilità di finanziare chi non ce la fa. Senza solidarietà non sarebbe possibile. Chi può di più deve sopperire, con quote più alte, rispetto a chi non può.
Parlo di quote, ma stiamo parlando, invece, di “un salvadanaio, anche se gli avvocati non vogliono sentire di certezze di vittoria. Io, invece, ci voglio credere! Ed allora se qualcuno avrà versato qualcosa in più, gli sarà di ritorno qualcosa in più. Ma se non perseguiamo questa strada, allora non sarà possibile fare niente. Solo se ci saremo tutti,  l’azione, non solo giudiziaria, ma anche mediatica, come evento eccezionale in ambito nazionale, avrà peso e risonanza determinante.
Il Movimento Popolare Dignità e Lavoro, potrà, ancora di più, essere quella forza d’urto necessaria sul territorio per evitare o limitare i soprusi, le arroganze, le corruzioni, le ingiustizie che la politica, le istituzioni, le amministrazioni colluse hanno determinato. I fatti parlano chiaro: a questo risultato di oggi non ci ha portato la politica, le istituzioni o il sindacato. Anzi, questi soggetti quasi sempre li abbiamo avuto contro. A questo risultato siamo giunti attraverso l’impegno volontario di un gruppo di donne e uomini che hanno detto, e rubo  un’espressione spesso ripetuta dal Paolo : “ io la mia faccia sotto i loro piedi non me la faccio mettere “. Così si fa ! Bravo Paolo !
Il soggetto, quindi, che sopporterà l’onere organizzativo sarà il Movimento a cui dovrebbero aderire tutti i ricorrenti, ma attenzione, l’adesione non servirebbe a niente se fosse mirata solo a perseguire la vertenza Novaceta. L’adesione al Movimento Popolare Dignità e Lavoro deve essere una sottoscrizione ad una rivoluzione sociale da compiere sul nostro territorio. Ognuno dovrà sentirsi interprete e protagonista di un  nuovo percorso sociale, ognuno si dovrà attivare per cercare altri aderenti, magari nel proprio ambito familiare, ma anche nelle amicizie e nelle persone con cui si ha contatto giornaliero. Questa condizione sarà necessaria a far crescere quella solidarietà che servirà a finanziare il progetto giudiziario Novaceta, altrimenti non ce la facciamo. Verrà quindi creato un fondo dove per un certo numero di anni ognuno verserà una quota secondo le proprie possibilità. L’idea è quella di rateizzare i compensi degli avvocati, ad esempio, in un certo numero di anni . Verrà aperto un conto corrente, esclusivamente dedicato al “ fondo causa “, dove ogni singolo versamento verrà registrato in modo da avere una scheda individuale e personale.
Dicevamo, ed è determinante, che il Movimento cresca anche dal punto di vista di aderenti e simpatizzanti esterni. Questo per due motivi : il primo è quello che più iscritti, più attività ed iniziative sul territorio, più solidarietà, porterebbero ad incrementare anche quel “fondo causa”, chiamiamolo così. Il secondo motivo è quello che  un Movimento che conta sul territorio ha concrete possibilità di incidere sulle scelte sociali, economiche e di risanamento del territorio stesso. Ha possibilità di incidere sulle politiche occupazionali e del lavoro. Cose che non fa più la politica da quando il rosso, il nero, il bianco e l’azzurro è diventato un unico colore, il grigio, dove l’imperativo è quello di rubare innanzitutto. Oggi, ad esempio, il Movimento Popolare Dignità e Lavoro, sta affrontando battaglie durissime con le istituzioni locali , a proposito delle aree dismesse, dove non solo controlliamo che vengano fatte le bonifiche di legge, ma chiediamo anche che su quelle aree, oggi concreto simbolo di speculazioni, si attivino, con gli strumenti urbanistici che sono propri delle amministrazioni comunali, quelle politiche che sviluppano il lavoro e le necessità di tutti. Stiamo chiedendo alle istituzioni di attivarsi affinchè parte delle aree Novaceta, una volta bonificate, ritornino alla comunità. Parlo ad esempio del Cral, del parco, dei campi da calcio e da tennis, del campo di bocce, della pista dell’atletica. Tali ristrutturazioni potrebbero creare ulteriori posti di lavoro. Una gestione fatta, ad esempio, bene, con metodo ed organizzazione, da chi, come voi, ha speso una vita a crearle ed a valorizzarle quelle strutture. Stiamo chiedendo, con forza, che su tutto il resto di quelle aree, che dovranno restare vincolate ad industria o artigianato, o agricoltura, sia prioritaria l’occupazione di ex lavoratori Novaceta. Ma per fare questo, dobbiamo essere in tanti ed agguerriti. Pertanto è necessaria un’adesione convinta al Movimento, e se siamo in tanti, quindi anche quelli esterni al caso Novaceta, tutto sarà più semplice.
Per cui l’adesione al Movimento dovrà essere un’adesione sentita, culturale, di azione. Ovviamente, non si chiede la stretta militanza, lo zoccolo duro di cui parlavamo prima continuerà ad esserci in quanto indistruttibile, poi con l’esempio, con i risultati, siamo certi che molti di voi avranno voglia di dare una sferzata ad una società che ci riserva, oggi, rancori e frustrazioni. Auguri a tutti !
Mario 
Magenta, 23 gennaio 2014

venerdì 24 gennaio 2014

Azione civile : il riscatto della Dignità !

Ieri sera, 23 gennaio, si è tenuta un'assemblea dei lavoratori Novaceta, accorsi numerosissimi ( abbiamo registrato 87 presenze ) su indicazione del Movimento Popolare Dignità e Lavoro. L'ordine del giorno era quello di valutare la possibilità di costituirsi parte civile nel processo penale che, speriamo presto, dovrebbe celebrarsi a carico di 32 personaggi indicati come coloro che “cagionavano il fallimento della società attraverso operazioni dolose “ e sottraevano, distruggevano e falsificavano i libri e le scritture contabili della società “. Con queste pesanti accuse il P.M. Dott.ssa Albertini della Procura di Milano emetteva gli avvisi di garanzia.
Il Movimento si è assunto l'onere di richiamare ed organizzare i lavoratori che avevano sottoscritto l'esposto ed anche numerosi altri dipendenti Novaceta che, all'epoca, non erano riusciti a firmarlo.
L'iter burocratico e legale sarà coordinato da un collegio di avvocati a cui il Movimento ha sottoposto la visione dei documenti relativi al procedimento in corso.

Su questo blog pubblicheremo, nei prossimi giorni, i dettagli ed i verbali dell'assemblea, al momento siamo lieti di riportare,di seguito, i commenti di due autorevoli amici del Movimento.
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In un'affollata assemblea all'Ideal di Magenta (oltre 80 presenze), il Movimento Popolare Dignità e Lavoro di Magenta si è costituito ieri sera formalmente parte civile nel processo contro gli ex dirigenti Novaceta, 33 dei quali sono stati iscritti nel registro degli indagati dalla Procura di Milano, in base all'esposto sottoscritto da un'ottantina di dipendenti nel giugno del 2009. Procura che ha ricalcato i contenuti dell'esposto nel formulare le pesanti accuse, fatto che costituisce già una grande vittoria del Movimento. Dopo l'introduzione di Mario De Luca e dell'avvocato Landi, numerosi sono stati gli interventi (tra cui quello della giornalista antimafia Ester Castano) ed è stata rilanciata l'adesione al MPDL insieme alla costituzione di un fondo per le ingentissime spese legali necessarie per sostenere i probabili tre gradi di giudizio da affrontare. Servirà un'autotassazione (per ottenere il risarcimento vanno fatti calcoli per ogni specifica situazione individuale) che durerà verosimilmente cinque anni.
Dopo il presidio di fronte alla fabbrica, che è entrato ormai nel quinto anno, e la tenace mobilitazione anche in difesa della salute e dell'ambiente (vedi vicenda amianto), i tempi di resistenza non spaventano e le adesioni all'iniziativa legale sono partite in massa. "E' la rivoluzione della costanza!" ha efficacemente riassunto Ester, tra gli applausi.
I collettivi milanesi della Rete Communia devono inserire nelle loro attività l'obiettivo di contribuire al fondo di solidarietà Novaceta. Solidarietà, il concetto cardine ripetuto più volte da Mario nel corso della serata, indispensabile per consentire a tutti e tutte di poter prendere parte pienamente anche all'iniziativa legale. Bravi compagni e compagne!
Gigi  Malabarba

E l'umanità che trovo nei volti degli operai, volti rugosi scuri e meravigliosamente sporchi. La lotta in fabbrica, al presidio e fra ora in tribunale. Qui si sta realizzando la rivoluzione della costanza, e il Movimento Popolare Dignità e Lavoro (Magenta, cassaintegrati Novaceta) ne è il motore protagonista. Orgogliosa di far parte di questa famiglia dal 2009 ad oggi.
Ester Castano