domenica 16 aprile 2017

Era il 17.10.2005 , si sono alternate tre amministrazioni comunali : nulla è cambiato

Intervento del Consigliere Comunale Mario De Luca il 17 ottobre 2005. Un governo Berlusconi che si sforzava a fare il peggio ( superato solo, successivamente, dal governo Renzi ) in materia di abolizione delle tutele e dei diritti dei Lavoratori. I governi locali che prendevano sul serio le macroscopiche balle raccontate da sedicenti imprenditori. Le Istituzioni schierate contro i lavoratori ed, invece, a protezione di chiarissimi "fraudolenti".  La storia, le verità, in questi dodici anni, non sono servite a nulla. Leggete :

  CONSIGLIO COMUNALE DEL 17-10-05.   - OCCUPAZIONE .


Per poter parlare di “crisi occupazionale” sul territorio, ma ovviamente il fenomeno è esteso a tutto il territorio nazionale, è necessario cercare di capirne le cause, quelle stesse cause per la quali ogni  classifica redatta da agenzie di valore e credito mondiale, ci colloca al 44° posto ed alle spalle di Botswava, della Moldavia o di Cipro. Il miracolo italiano che il presidente del consiglio, operaio e industriale, ricercatore e medico, giovane e anziano, attento ai problemi delle donne come a quelli degli uomini, del nord produttivo come del sud ricco di storia, cantante e barzellettiere, allenatore e presidente, indagato e perseguitato, condannato e assolto (in prescrizione), presidente e padrone di Mediaset e di Rai, padrone di giornali e di assicurazioni, costruttore ed immobiliarista, calvo ed impiantato, dicente e smentente, amico degli avvocati e degli stallieri, col cappellone da cow-boy, col colbacco russo o con la bandana, e potremmo andare ancora avanti all’infinito. Questo personaggio onnipotente non si è mai preoccupato dei problemi degli italiani, indaffarato com’era e com’è a legificare, quelle Leggi Speciali, che hanno caratterizzato il suo illuminato decennio. Egli si è invece preoccupato di detassare le grandi eredità, a cancellare il conflitto d’interessi, ad imbavagliare la magistratura, a dare quotianidità ai condoni fiscali, a dimezzare i tempi per la prescrizione di reati gravi, ed in tema di lavoro, esasperare la Legge 30, mettere mano allo Statuto dei Lavoratori col tentativo di far cancellare l’articolo18, e depenalizzare infine il falso in bilancio. Trovatemi tra tutti quelli che ho elencato un solo provvedimento emesso a favore del cittadino comune. Non solo non ne troveremo neanche uno, ma il danno diretto e indotto che ogni provvedimento ha portato alla comunità è incommensurabile.
Il rischio che stiamo attraversando è quello di un brutale, incondizionato ed irreversibile processo di ristrutturazione capitalistica e di una politica liberista. Non a caso l’attacco all’articolo 18 della Legge 300 doveva servire come apripista  a quell’attacco ben più feroce e determinato che veniva sferrato contemporaneamente a tutti i diritti dei lavoratori. Con la cancellazione dell’articolo 18 si sottoponeva infatti il lavoratore all’arbitrio padronale che avrebbe potuto così esercitare il suo diritto di licenziare senza fornire alcuna giustificazione. In questo modo si mette in atto, con metodo scientifico, l’attacco ai diritti ed alla dignità dei lavoratori. Ormai ci si relaziona con i lavoratori solo con arroganza, con quella stessa arroganza con la quale, rivolgendosi al sindacato, si “ordina” , tra virgolette, di “farsi da parte”. Quest’arroganza è cresciuta negli ultimi anni con legge quadratica e ormai non è più soltanto preoccupante. Oggi su i nostri territori, signori Sindaci, il padrone solo se percepisce che il lavoratore intende esercitare il proprio diritto allo sciopero, oggi sui territori da Voi amministrati, viene esercitata l’intimidazione. Preventivamente ( come la guerra di Bush ) si chiama la forza pubblica, la si ostenta all’interno della fabbrica addirittura il giorno antecedente lo sciopero, alle cinque del pomeriggio in modo che tutti i lavoratori all’uscita potessero vedere la pattuglia dell’arma dei carabinieri, e poi la presenza delle pattuglie per tutto il giorno successivo, per l’intera durata del tempo previsto per lo sciopero. E a seguito di questa involuzione democratica, chiedo a questa istituzione, a questo consiglio comunale, a tutto il consiglio comunale, di farsi parte diligente affinché queste cose sui nostri territori non accadano mai più. Chiedo a questo consiglio comunale di farsi parte diligente affinché venga applicata la Legge dello Stato, la Legge 300 del 20 maggio 1970 che nel suo articolo 28 “ repressione della condotta antisindacale”  recita testualmente “ qualora il datore di lavoro ponga in essere comportamenti diretti ad impedire o limitare l’esercizio della libertà e della attività sindacale nonché del diritto di sciopero.

Civili e onesti lavoratori che non hanno provocato ne rumori, ne molestie ad alcuno. Lavoratori che hanno aderito all’iniziativa privi di bandiere, striscioni o megafoni, che non hanno chiesto l’intervento dei media. Quei lavoratori, per fortuna tantissimi, sono stati trattati peggio di quei delinquenti soggetti agli arresti domiciliari, dove nemmeno in quel caso sono controllati a vista. Quei lavoratori sono stati invece controllati a vista minuto per minuto, per tutta la durata dello sciopero articolatosi nelle 24 ore. Come istituzione, assistendo a quanto,  mi sono vergognato. E le altre istituzioni dov’erano ?. Le istituzione che contano, come ad esempio i Sindaci, che poi dichiarano alla stampa di seguire e di preoccuparsi per l’impatto sociale negativo che inevitabilmente la disoccupazione porta sul territorio. Dov’è stato l’interessamento delle istituzioni che contano ? Perché queste ultime hanno dato per scontato che da una parte ci fosse il giusto, cioè i padroni, quelli che possono chiamare i carabinieri o sedersi al tavolo di confronto con gli avvocati, e dall’altra parte ci fossero invece i delinquenti, cioè i lavoratori , cioè quelli che vivono senza diritti con 1000 euro al mese , cioè quelli che sono rappresentati  invece solo da altri lavoratori, che pensano in modo diverso dai padroni e per questo motivo sono fatti oggetto delle più turpi e tristi menzogne. E’ il mondo rivoltato, cari colleghi consiglieri. Oggi chi difende il proprio posto di lavoro ha, secondo i padroni, interessi estranei, e chi invece fa del proprio core-business lo smantellamento di aree industriali, com’è successo ad Arese con i 2.200.000 metri quadri su cui si estendeva la storica Alfa-Romeo è portatore di benessere e di iniziative. Ed allora si va alla ricerca di siti industriali, spesso in crisi o in pseudo, provocate ad arte, crisi, dove si promette il rilancio dell’azienda, lavoro per tutti, ma dove si arriva  inevitabilmente alla chiusura definitiva , certamente per colpa di altri, spesso per colpa di quei sindacati che, difendendo i diritti dei lavoratori, rallentano o ostacolano, a detta dei furbi padroni, l’iter di ristrutturazione. Nel frattempo, cioè nell’arco di tempo previsto per portare a termine dettagliati progetti , i lavoratori vengono trattati da mentecatti, da gente che deve apprezzare incondizionatamente l’interessamento dei nuovi padroni poiché senza di loro non ci sarebbe stato l’elargizione dello stipendio. I lavoratori non devono, per gratitudine s’intende, parlare di diritti, devono anche mascherare gravi infortuni con certificati di malattia, perché c’è il rischio di perdere il proprio posto di lavoro. I lavoratori devono imparare che 626 è solo un prefisso telefonico e che la legge trecento non esiste, ma esiste solo la legge 30 con l’errore grafico di uno zero in più. La tutela dell’ambiente e del territorio non è più un dovere, ma un’opzione.
Assistiamo, dunque inermi, a siti industriali acquistati, riavviati e dopo qualche tempo rifermati, oppure ad interi reparti le cui lavorazioni ancora richieste sul mercato vengono inspiegabilmente interrotte o indirizzate a lavorazioni esterne o addirittura portate all’estero.
Ma oggi, molti lavoratori non sono più disponibili ad essere ricattati. Oggi la tutela del posto di lavoro passa principalmente dalla ritrovata coscienza che solo il rispetto della legge può dare, passando da ogni istituzione possibile, dall’ispettorato del lavoro, alle ASL, dalle ARPA alla Polizia Giudiziaria, dagli organismi paritetici alla Guardia di Finanza, dalla Polizia Urbana ai Vigili del Fuoco, alla Magistratura, e non già, per tutto il rispetto per l’Arma, dai soli carabinieri che hanno compiti ben più impegnativi che il non guardare a vista operai in sciopero.

Cosa fare e cosa chiedere agli amministratori del territorio.
Sicuramente maggiore attenzione verso quegli imprenditori che spargono fumo. Visionare ed analizzare i piani industriali. Monitorare con continuità l’evoluzione delle fasi di ristrutturazione dichiarate. Instaurare commissioni di lavoro permanenti formate dai rappresentanti delle aziende, dei lavoratori e delle istituzioni. Garantire i diritti dei lavoratori, garantire il rispetto dell’ambiente.
Tutto questo ed ancora di più, gli amministratori locali possono e devono fare.

lunedì 6 marzo 2017

# iostoconrenzi



Ricordate questo slogan, adottato già prima del 4 dicembre scorso, giorno in cui il figliuol  prodigo  perse clamorosamente le elezioni, fatto per cui, aveva dichiarato che, se fosse avvenuto, avrebbe lasciato la politica.
La sua spavalda “sicurezza” , lo aveva portato ad offendere e denigrare i suoi stessi compagni di partito, quelli, secondo lui, da rottamare. I gufi, quelli dello “zero virgola”, quelli che “remano contro”. Questo suo atteggiamento aveva “scatenato” le pecore dello #iostoconrenzi , poiché lo zufolatore di Rignano sull’Arno aveva intriso loro, oltre a quella effimera sicurezza, anche l’arroganza degli stolti. E quando si cercava di far capire loro che, forse, il confronto democratico era indispensabile, il coro degli  #iostoconrenzi  diventava ancora più rombante ed arrogante…poi,…poi, non solo perde il referendum istituzionale in modo clamoroso ma perde la faccia. Dovrebbe abbandonare la politica , come in precedenza aveva dichiarato, invece è costretto a dimettersi da premier lasciando immutata la stessa compagine di governo. Una vera beffa per gli Italiani. Un governo che aveva portato alla distruzione i diritti dei lavoratori (art.18), che aveva reso ancora più precario il mondo del lavoro (arricchendo solo gli imprenditori) col Job Act e con i vaucher, che aveva stretto alleanze con i pregiudicati, che aveva stretto alleanze con la peggiore destra dello schieramento politico nazionale, che contava ministri privi , non solo ti titoli, ma di ogni minima conoscenza della materia che la reggenza del ministero richiedeva. Ci fa  orrore parlare di incapaci che hanno retto il Ministero degli interni (e successivamente quello degli Esteri), il ministero del Lavoro, quello della Sanità, quello della Pubblica Istruzione, quello della Giustizia, tutta gente senza meriti, senza capacità e  “zero tituli “ !!!  Ma tutto cade in una logica perversa che inevitabilmente si traduce in un massacro della nostra società, della democrazia e della speranza di dare un futuro ai giovani.
Abbiamo avuto, quindi, a capo del Governo, senza alcun consenso popolare, un burattino incapace ed arrogante che, necessariamente, si circonda di gente incapace, e quindi manovrabile, che asseconda la volontà del capo che, a sua volta, asseconda la volontà dei poteri forti, delle banche, degli imprenditori, delle multinazionali dell’energia, etc.
Il “rottamatore” , diceva di voler fare piazza pulita con la vecchia politica (quelli del suo stesso partito) e poi si alleava con gli ottantenni pregiudicati (quello di Arcore, per chi non l’avesse capito!), con quello di Fivizzano ( Denis Verdini ) e poi con  “ i babbi toscani”, tutti amici tra loro, i Lotti , i Boschi, i Renzi, che, alcuni di loro, all’insaputa dei figliuoli, ne fanno una più del diavolo !
Ma gli  #iostoconrenzi, dopo aver deriso attraverso i social tutti gli altri, sono, invece , spariti.
Dovrebbero avere la coerenza di scrivere ancora  " #iostoconrenzi "  anche dopo il 4 dicembre, anche dopo la distruzione del PD, anche dopo i fatti della Consip!  Ma per fondare un nuovo Paese occorre, innanzitutto, umiltà e coraggio ! 



domenica 19 febbraio 2017

IL MONDO ALLA ROVESCIA: NEL MAGENTINO GLI “ALTERNATIVE FACTS” LI CONFEZIONANO CERTI GIORNALISTI


IL MONDO ALLA ROVESCIA: NEL MAGENTINO GLI “ALTERNATIVE FACTS” LI CONFEZIONANO CERTI GIORNALISTI

Ci riferiamo a uno degli ultimi articoli de L'Altomilanese, e in particolare a quello del 10 febbraio 2017 dal titolo “Quella vecchia Sinistra “masochista” che rifiuta Rescaldina”, a firma di tal R.S., riferito anche al Movimento Popolare Dignità e Lavoro.
In quell’articolo c’erano due affermazioni infondate e denigratorie verso il Movimento: che il Movimento non avrebbe aderito alla lista Rescaldina per la “vecchie ruggini di De Luca con Rifondazione Comunista” e che addirittura “il Movimento si sarebbe messo di trasverso” all’iniziativa del dr. Rescaldina: FALSO !

Perciò avevamo argomentato e richiesto, a termine di legge, puntuale rettifica/smentita.

Questo giornalista, R.S., da mesi ha avviato una campagna di denigrazione di De Luca e dell’intero Movimento attribuendogli e attribuendoci scelte e comportamenti che sono solo nella sua testa. O …..negli altrui desideri ?

La sua “rettifica” del 17 febbraio, da noi richiesta a termine di legge (definito da R.S. un “appunto”) continua su quella strada: caro sconosciuto R.S. alla prima querela ha già provveduto De Luca, niente esclude, nel caso del ripetersi di questi comportamenti che ne arrivino altre da parte del Direttivo, oltre che a ricorrere all’Ordine dei Giornalisti.

Di seguito pubblichiamo l’articolo di R.S. del 10 febbraio, la nostra richiesta di rettifica/smentita e la “risposta” di R.S. nel giornale del 17 febbraio perché ognuno possa giudicare da se.

Il Direttivo del Movimento Popolare Dignità e Lavoro





domenica 5 febbraio 2017

Caso Libera Stampa l'Altomilanese : che figura !

Allora, ci risiamo….c’è un parte della stampa locale che riesce a trovare del tempo, evidentemente non sa raccogliere altre, vere, notizie importanti che riguardano il territorio, ad attaccare, con una frequenza impressionante chi…chi non conosce, se non per sentito dire da ispiratori interessati a mascherare e deviare proprie responsabilità. Chiariamo il tutto.
Il settimanale interessato è “ Libera Stampa l'Altomilanese”,  il direttore è un certo Attilio Mattioni e chi firma gli articoli è quasi sempre  R.S. ( presumiamo che si tratti di un certo Riccardo Sala ).
Come mi è capitato di spiegare altre volte, queste due persone nemmeno le conosco, mai viste, per mia fortuna, nella mia vita. 
A seguito di un altro articolo ( luglio 2016 ) dove questa gente parlava in modo scorretto del sottoscritto ho chiamato telefonicamente il direttore per un incontro dove avremmo potuto chiarire e chiudere la polemica. A quell’incontro, prima definito, il Mattioni, attraverso un SMS, si è defilato, adducendo motivi di famiglia, e , sebbene sollecitato, non ha rinnovato l’incontro. In mancanza di una smentita di un articolo, non rimasto l’unico, che disegnava una persona completamente diversa dalla mia, e, atteso 89 giorni canonici per eventuali ripensamenti delle parti, il sottoscritto si è visto costretto a tutelare la propria immagine e la propria persona avanti la competente Autorità Giudiziaria.
Cerchiamo, però, di capire la strategia, per cui, questa gente si accanisce contro una persona che, ripeto, nemmeno conosce, ciò è dimostrato nella locandina esposta nelle edicole ( vedi foto ) dove sbagliano anche il mio nome  (è segno anche di scarsa attenzione, in generale, delle notizie esposte) e poi, dalle precedenti mansioni che mi accreditano, “ ex sindacalista, ex segretario di Rifondazione Comunista “, notizia completamente falsa in quanto il sottoscritto non è mai stato né sindacalista, né segretario di Rifondazione Comunista.
Dunque, leggiamo cosa racconta un certo R.S. a pagina 10 del numero di “ Libera Stampa Altomilanese” del 3 febbraio 2017.
Racconta che, a proposito del PGT : “ De Luca a scoppio ritardato, chiede un incontro a due giorni dall’approvazione” . A conferma che R.S. ( ed il suo direttore ) non si documentano e di conseguenza, ( poveretti, li capisco ) sono costretti a scrivere notizie inesatte, raccattate da qualche parte interessata, ed a senso unico, chiariamo che il Movimento Popolare Dignità e Lavoro, per  voce  di De Luca ( era un’assemblea pubblica ) , e di altri cinque componenti del Movimento 
chiede : 1 – Assemblea pubblica ; 2 – Il recupero produttivo delle aree ex Novaceta ; 3 – La completa bonifica da amianto ( sull’intera area , 220.000 m2 )  ; 4 – La possibilità di un Parco Pubblico nell’area ex Cral ; 5 – La possibilità di realizzare un museo tecnologico, vista l’enorme presenza di macchine industriali vanto del territorio. Era il 9 ottobre del 2013 !!!!!
Ovviamente, a differenza della non documentazione di R.S e del suo direttore, abbiamo i filmati completi di quell’assemblea !
Perché abbiamo presentato il volantino la sera del Consiglio Comunale ? Proprio perché a quelle richieste di cui sopra l’Amministrazione Comunale aveva dato, fino ad oggi, alcuna risposta, il volantino sarebbe servito proprio a farne parlare e rimettere in primo piano le questioni. Ringraziamo   “Libera Stampa Altomilanese” che, “abboccando” , ne ha dato ampio spazio !
Dicevamo era il 9 ottobre del 2013 !!!!!,  e dopo quella data il Movimento non se ne è stato con le mani in mano. Dovrebbero avere il buon senso, R.S. ed il suo direttore, di scrivere anche che abbiamo raccolto 2000 firme, tra i Cittadini di Magenta, per una petizione che chiedeva il Parco Pubblico, abbiamo prodotto e promosso due mozioni nel merito ( bocciate , tra l’altro, da chi, nel consiglio del 1 febbraio ha dichiarato di aver fatto molto per Novaceta, sigh !!!) , abbiamo denunciato i manager di Novaceta, oggi sotto processo per bancarotta fraudolenta ( senza alcun appoggio di ogni componente politico ne della attuale e / o precedente amministrazione comunale ), abbiamo inviato alla Magistratura un’ampia documentazione sulla questione amianto nelle aree dismesse, ed a proposito della questione amianto, R.S. ed il suo direttore, scrivono , sempre sull’articolo del 3 febbraio, altre notizie che non corrispondono al vero, praticamente inventate o fornite da chi sa, ma ha interesse a fornire notizie distorte.  Scrive infatti R.S. :” l’unica zona non ancora bonificata è la piccola area di proprietà Snia, azienda bloccata a causa del processo ai manager Novaceta “.
Praticamente non mi è mai capitato di leggere, in solo due riga, un concentrato di informazioni non vere o fuorvianti ! Un vero record di disinformazione !
Primo     :  la proprietà della centrale termoelettrica non è Snia bensì  EnerCell
Secondo : tale azienda non è bloccata “a causa del processo ai manager Novaceta”, ma sottoposta a
                 sequestro giudiziario a causa del fallimento della stessa EnerCell.
Terzo      : La “piccola area” come viene definita, ha ancora, all’interno, una quantità di amianto, del
                 tipo più pericoloso – quello friabile, di gran lunga superiore a tutto l’insieme che è stato
                 già rimosso dall’area industriale ex Snia, ex Novaceta, ex BembergCell.

Una disinformazione che mette a repentaglio anche la salute dei Cittadini, che leggendo notizie inesatte, credono che l’amianto non ci sia più. E’ solo grazie alle continue denunce e pressione del Movimento Popolare Dignità e Lavoro che, probabilmente, quei famosi 45.000 m2 , su cui erano previste “attività ricettive”, saranno destinate al produttivo, ribadiamo noi, dopo aver effettuato ogni controllo e tutte le dovute bonifiche.
Infine, mi rivolgo direttamente allo sconosciuto, da me, R.S. , dicendogli che , se la battaglia Novaceta ( quella legale in corso ) è quasi vinta, il merito non va ne alla politica, ne alle tre amministrazioni comunali che si sono succedute dal 2002 al 2017. Se poi si tiene conto che una certa stampa è “disattenta” e  disinformata , va da se che se c’è un merito è da ricercare nell’enorme sacrificio sofferto dai lavoratori, a cui hanno sottratto il lavoro e la dignità, e dall’incessante, e non ancora ultimata, lotta che sta portando avanti il Movimento Popolare Dignità e Lavoro.
Mi chiede ancora, lo sconosciuto ( da me ) R.S. di “sotterrare l’ascia di guerra. Prima che, a furia di rotearla a casaccio, se la faccia finire sui piedi “. Signor R.S. , da me sconosciuto,  il sottoscritto non sotterrerà mai “l’ascia di guerra” fino a che giustizia non sarà fatta, e sarà riconosciuto il danno e restituita la dignità a centinaia di lavoratori, finchè non si stabilirà come priorità assoluta la salute dei Cittadini, finchè chi ha inquinato il territorio per oltre 90 anni non ne risponda, finchè la politica e le amministrazioni locali non intervengono obbligando le proprietà a bonificare, fino a che la stampa locale non chieda conto di queste cose, e non se De Luca ha, oppure no, sotterrato l’ascia !
Per sua tranquillità, oltre 35 anni di lavoro in fabbrica, mi hanno educato ad indossare scarpe antinfortunistiche che renderebbero inoffensive cadute accidentali dell’ascia sui piedi. Sempre in riferimento alle protezioni individuali, sono in vendita caschi protettivi, che, riescono, faccio solo un esempio, a non far rompere addiritura una zucca vuota. Si figuri !
Mario De Luca











lunedì 30 gennaio 2017

Tangenziale Milano-Vigevano-Malpensa: la nostra posizione



L'opera in dettaglio/ La scheda tecnica

Cosa: Tangenziale Milano-Vigevano-Malpensa e TOEM (Tangenziale Ovest Esterna Milano)
Dove: Parco Agricolo Sud Milano e Parco della Valle del Ticino (Lombardia).
Quando: dalla fine degli anni Novanta ad oggi.
Perché: i progetti della Tangenziale Milano-Vigevano-Malpensa e della TOEM nascono con l'obiettivo di portare sviluppo e crescita economica attraverso la realizzazione di nuove infrastrutture in grado di rendere maggiormente accessibili e attrattivi i territori per le imprese. I sostenitori delle opere sono il Governo, la Regione, la Città Metropolitana, alcuni amministratori locali e alcuni industriali della zona. Ad opporsi a entrambe le opere, invece, cittadini e cittadine, movimenti sociali/ambientalisti/ecologisti, associazioni di agricoltori ed alcuni amministratori comunali, riunitisi in Comitati contro la realizzazione dell'opera, per la salvaguardia del territorio e per la riconversione ecologica dell'economia.
Come: i progetti delle due opere nascono in tempi diversi con l'unico obiettivo di potenziare il collegamento tra i comuni del sud e del sud-ovest milanese e con l'Aeroporto di Malpensa. Il progetto della tangenziale Milano-Vigevano-Malpensa era stato inserito tra le opere strategiche della Legge Obiettivo. La TOEM era stata recentemente inserita come opera strategica nel programma regionale della mobilità e dei trasporti (PRMT). Nessuna delle due infrastrutture è stata finora realizzata. La TOEM è stata stralciata dal PRMT nel 2016. Per la tangenziale, invece, è stata messa in programma la realizzazione di un tratto del tracciato entro la fine del 2017. I progetti presentati prevedono sostanzialmente la costruzione di opere che attraversano un territorio occupato da aree destinate a coltivazioni agricole e da aree naturali e in misura ridotta l'ampliamento delle strade esistenti. L'opposizione dei Comitati, articolatasi nel corso degli anni attraverso attività di sensibilizzazione, mobilitazioni e lo sviluppo di esperienze d'uso del territorio, ha impedito sino ad oggi la realizzazione dell'opera.

Riprendiamo, dal sito indicato, la scheda tecnica dell’ “opera” , per mettere in evidenza le molte analogie e le ovvie contraddizioni che quest’opera produce anche sul nostro più immediato territorio. Vedremo alcune assonanze con i paesi del magentino, con le frazioni. Noteremo la scellerata vocazione degli amministratori locali che, in una tempesta ormonale di contraddizioni, di ripensamenti , di false comunicazioni ai Cittadini, decidono, senza mai chiedere parere alla base, in modo autonomo, a seconda delle convenienze ed a secondo delle maggioranze politiche che hanno governato comuni, regioni e Paese. Una storia “vecchia”, questa della tangenziale Milano-Vigevano-Malpensa, nata molto prima, ovviamente, della burlesca presentazione del progetto ANAS fatto pervenire alle amministrazioni locali nell’aprile del 2015. Progetto su cui molti amministratori si dichiararono, adducendo molteplici motivazioni, in disaccordo, forse perché era troppo vicina l’eco delle grande manifestazione del 28 marzo 2015 (a cui partecipò anche il Movimento Popolare Dignità e Lavoro) e si sa  “è necessario far smaltire la sbornia“ e rimandare nell’oblìo il popolo, distraendolo, ad esempio, col “giro d’Italia” o con  polemiche sterili su presunte “invasioni barbariche”. Poi, si punta sulla “memoria corta” degli Italiani, in genere, e si arriva, dopo due anni di silenzio tombale sulla questione, a ieri sera 23 gennaio, durante l’assemblea pubblica a Robecco sul Naviglio per sostenere “Vigevano-Malpensa: infrastruttura necessaria da realizzare totalmente.Importante collegamento stradale,valore aggiunto per cittadini e comuni” ( L. Del Gobbo ) , oppure :”L’opera va fatta nella sua interezza, ha detto l’assessore regionale Massimo Garavaglia “.
A tal proposito riportiamo alcune considerazioni proprie del Movimento Popolare Dignità e Lavoro che, appena dopo la manifestazione del 28 marzo 2015 avevamo riportato sul nostro blog




“Sul nostro territorio, parlo proprio del magentino, non siamo da meno proprio con le opere inutili. Gli esempi potrebbero essere tanti, ma voglio raccontarne uno che ha dell’incredibile, almeno per il sottoscritto, forse perché non ha competenze urbanistiche specifiche : Marcallo con Casone, paesino di circa 5000 abitanti, era , fino a qualche anno or sono, collegato, appunto con la “frazione” Casone tramite un ponte, di poche decine di metri, certamente da ristrutturare, percorribile , però, a piedi, in bici , in auto e persino con l’autobus. Dopo le “opere inutili”, per raggiungere Casone da Marcallo è necessario percorrere circa 3,5 kilometri di sopraelevata, ma non solo, questa mega struttura, in confluenza prolungata per oltre 4 kilometri col casello autostradale ( da ex Boffalora ribattezzato, per megalomania, Marcallo, ) confluisce, attraverso una bretella ( inutile e sempre deserta ) impropriamente chiamata “via Padania” ( battezzata in pompa magna da Umberto Bossi alla vigilia della richiesta di rinvio a giudizio, da parte della Procura di Milano per la vicenda della gestione dei fondi della Lega e per appropriazione indebita e truffa allo Stato per circa 40 milioni di euro ) , che a sua volta confluisce , udite udite, nella “circonvallazione di Casone”, praticamente, una strada deserta, che è costata l’esproprio di  terreni agricoli,  per by-passare, la via Jacini ( quattro case ), già a sua volta ...deserta !


Marcallo con Casone, Bossi inaugura viale Padania

La strada, frutto della riqualificazione viaria del territorio del Magentino in coincidenza con il progetto TAV, viene ribattezzata per scelta dell'amministrazione comunale. Il leader del Carroccio: "Pochi vogliono l'Italia, nessuna speranza per i tricoloristi" .
Marcallo Concasone, 1 aprile 2012 - La strada più lunga di Marcallo con Casone, che dalla rotonda per Mesero – all’altezza della gelateria ‘Regazzi’ – conduce sino all’innesto con l’ex Statale 11, si chiama viale Padania. Con i suoi oltre 3.200 metri di lunghezza si presenta come un’arteria di collegamento importante sulla direttrice Sud Nord tra Magentino e Castanese ed è frutto della riqualificazione viaria del territorio del Magentino in coincidenza con il progetto TAV.
Il  sindaco leghista di Marcallo Massimo Olivares ha spiegato: "La nostra è una scelta forte. Vogliamo ribadire che la Padania esiste, piaccia o no". La decisione, si legge nel comunicato apparso sul sito web cmunale, è quindi stata presa dall’amministrazione “al fine di lasciare un segno tangibile sul territorio del proprio operato e del riconoscimento della realtà lombarda in tutti i suoi aspetti politici, economici, sociali che ne hanno caratterizzato la storia, il tessuto sociale locale e nazionale”. Per evitare troppe polemiche sul battesimo della circonvallazione il Comune ha deciso di aspettare il benestare della Prefettura, in modo tale da evitare scontri con i partiti all’opposizione. Una volta arrivato, è stata scelta domenica 1 aprile come data d'inaugurazione.
 INAUGURAZIONE TRA LE CONTESTAZIONI - La cerimonia è iniziata a mezzogiorno, alla presenza del segretario federale della Lega Nord Umberto Bossi, che ha approfittato dell’occasione per lanciare la campagna elettorale dei candidati leghisti alle poltrone di sindaco nei comuni della zona. Una decina di contestatori, che sventolavano i tricolori, hanno contestato il leader del Carroccio: hanno urlato 'vergogna', mentre brandivano cartelli su cui era scritto 'La Padania come Disneyland Ocopoli e Topolinia' o 'Marcallo con Casone non è Padania, è Italia' o, ancora, 'Viva Bossi e Paperino, ma anche Minnie e Topolino'.



Siamo ritornati , oggi, 24 gennaio 2017 ed abbiamo realizzato alle ore 9.00 una serie di fotografie della zona.
Vi documentiamo come, a Marcallo con Casone, dove gli amministratori locali, sempre gli stessi,
[ negli ultimi quattro mandati: Garavaglia – Garavaglia - Olivares (Garavaglia)- Olivares
(Garavaglia) ] e quelli regionali ( Garavaglia ) abbiano millantato, opere inutili,  invece come un’arteria di collegamento importante sulla direttrice Sud Nord tra Magentino e Castanese ed è frutto della riqualificazione viaria del territorio del Magentino in coincidenza con il progetto TAV.”
Oggi, come allora, la “follia” della circonvallazione di Casone ( CA-SO-NE  !!!!!!!! ) ed in contemporanea la strada principale ( via Jacini ) si presentano ( v. foto di seguito ) : 



In alto, manifestazione 28 marzo 2015 - No tangenziale, a seguire : inagurazione viale "padania".

Circumvallazione Casone ( ovvero Il Deserto )