mercoledì 2 maggio 2018

1° maggio a Magenta

Un 1° maggio che, purtroppo a Magenta, da troppo tempo, è trascurato dalle Istituzioni e dalle Amministrazioni locali. Si consideri che la festa del 1° maggio al Ri-Parco ( dichiarato “Parco Pubblico” dalla precedente amministrazione ed oggetto di  “promozione e solleciti amministrativi per la collocazione a Parco Pubblico” dall’opposizione della precedente maggioranza, oggi al governo della Città ) densa di attività ed attrazioni, è stata onorata dalla sola Consigliera Silvia Minardi e dai  “militanti” di Progetto Magenta, a cui va tutto il nostro più cordiale ringraziamento.
Possiamo solo prendere atto, e dispiacerci, delle assenze, ricordando però, che l’Associazione Ri-Parco Bene Comune e tutti i partecipanti alle iniziative promosse dalla stessa Associazione, hanno posato un altro piccolo tassello per la costruzione e la realizzazione di quel processo, pensato, costruito e fortemente sostenuto, che mira alla riconsegna , al territorio, di un Parco Pubblico, da sempre, frequentato dalle Comunità del territorio.
Il  Ri-Parco, attraverso un immenso lavoro di pulizia e di recupero delle aree verdi, da parte della nostra Associazione, è già oggi ( parzialmente ) frequentabile, per cui invitiamo tutte e tutti a riappropriarsi degli storici spazi verdi che hanno caratterizzato aggregazioni sociali e momenti di svago nei decenni scorsi.
Teniamo a comunicare pubblicamente che, per la sicurezza e tranquillità di tutti coloro che volessero utilizzare le strutture esistenti ( pista atletica, campetto bocce, spazi aperti ed a breve il campo calcio ), il cui accesso è libero e gratuito per tutti, l’Associazione Ri-Parco Bene Comune ha stipulato un’Assicurazione attraverso una Primaria Agenzia della Città, il cui titolare ha donato l’intero importo del premio assicurativo ed ha voluto rimanere anonimo. Un grande gesto di un  Signore magentino !
Ritorniamo alla festa del 1° maggio, sorta , quindi, anche su conferme solidali come la presenza di Ri-Maflow di Trezzano sul Naviglio ( fabbrica recuperata dopo le devastazioni speculative ed oggi, come sottolinea Rei-News 24 “ Cittadella dell’altra Economia “ ) che ha presentato l’Amaro Partigiano, un amaro naturalissimo, prodotto grazie ad un’esclusiva e “maniacale” ricerca di componenti assolutamente naturali, raccolti nei luoghi e nelle stagioni giuste.
Ha contribuito alla realizzazione della  festa magentina anche RiMake, la cui storia preferiamo ricordarvela dalle parole di Dario : “sono qui per raccontarvi due storie, una opposta all’altra. La prima è la storia di un proprietario che finisce in bancarotta, e abbandona in mano a un curatore fallimentare un enorme edificio nel quartiere Affori a Milano, una ex banca. Quest’edificio rimane vuoto e deserto per dieci anni, uno dei tanti mostri di cemento silenziosi che troviamo ovunque per la nostra città. A questo punto, comincia la seconda storia. Il 14 maggio 2014 si riaprono le porte dell’ex banca abbandonata e per quattro lunghi e intensi anni i progetti di solidarietà, raccolti sotto il nome di Ri-Make, recuperano quel luogo, gli ridanno vita per dare risposte ai bisogni sociali attraverso il mutuo soccorso.
Una cucina popolare per il quartiere, un mercatino agricolo dei produttori FuoriMercato, l’associazione Mshikamano di lavoro solidale tra migranti e nativi, la sartoria, la falegnameria, la serigrafia Subseri, lo studio fotografico, un co-working artistico, la galleria d’arte Galleria Inconsueta, il lavoro femminista del collettivo Gramigna, le feste queer.
E qui ritorna la prima storia a opporsi alla seconda: i curatori fallimentari vogliono tornare in possesso dello spazio e, in seguito alla loro denuncia, un provvedimento giudiziario oggi rende concreta una minaccia di sgombero imminente di tutti questi progetti, queste centinaia di persone che tutti i giorni lavorano e lottano per una vita dignitosa. Nello scontro tra queste due storie c’è un significato che vogliamo condividere: difendere la solidarietà e il mutuo soccorso oggi è fare resistenza. “Liberazione” per noi significa riappropriarsi di luoghi, strumenti per una vita dignitosa.
Queste due storie raccontano cosa significa per noi essere partigiani e partigiane in ogni quartiere: significa prendere la parte di chi è sfruttata e oppressa contro chi sfrutta e opprime, la parte della solidarietà contro quella del mercato, la parte di chi apre spazi contro chi li chiude e li abbandona, la parte di chi lotta contro la violenza di genere, razza e classe contro chi la alimenta. Vi invitiamo a essere partigiani e partigiane insieme a noi, difendendo tutte e tutti insieme RiMake.

Abbiamo voluto far conoscere questa realtà, esattamente sovrapponibile con la storia  magentina di Ri-Parco Bene Comune. Non c’è  alcuna parola da aggiungere alla lucidissima analisi di Dario. Troppe RiMake e troppi Ri-Parco sono presenti nel nostro Paese, simboli, negativi, di sfruttamento, di disinteresse per un Paese, il nostro, in mano a politici-imprenditori che hanno un solo obiettivo,  cementare sempre più rapporti con la finanza speculativa e mafiosa.

L’Associazione Ri-Parco Bene Comune, per il bene comune ed a dispetto di pochi, continuerà ad esercitare la funzione sociale di cui si è caricata, con la partecipazione attiva  dei Cittadini ed in attesa di un cenno positivo da parte dell’Amministrazione Comunale.

Mario De Luca