Un 1° maggio che,
purtroppo a Magenta, da troppo tempo,
è trascurato dalle Istituzioni e dalle Amministrazioni locali. Si consideri che
la festa del 1° maggio al Ri-Parco ( dichiarato “Parco Pubblico” dalla
precedente amministrazione ed oggetto di “promozione e solleciti amministrativi per la
collocazione a Parco Pubblico” dall’opposizione della precedente maggioranza,
oggi al governo della Città ) densa di attività ed attrazioni, è stata onorata
dalla sola Consigliera Silvia Minardi e dai “militanti” di Progetto Magenta, a cui va tutto il nostro più cordiale
ringraziamento.
Possiamo solo prendere atto, e dispiacerci, delle assenze,
ricordando però, che l’Associazione
Ri-Parco Bene Comune e tutti i partecipanti alle iniziative promosse dalla
stessa Associazione, hanno posato un altro piccolo tassello per la costruzione
e la realizzazione di quel processo, pensato, costruito e fortemente sostenuto,
che mira alla riconsegna , al territorio, di un Parco Pubblico, da sempre,
frequentato dalle Comunità del territorio.
Il Ri-Parco,
attraverso un immenso lavoro di pulizia e di recupero delle aree verdi, da
parte della nostra Associazione, è già oggi ( parzialmente ) frequentabile, per
cui invitiamo tutte e tutti a riappropriarsi degli storici spazi verdi che
hanno caratterizzato aggregazioni sociali e momenti di svago nei decenni scorsi.
Teniamo a comunicare pubblicamente che, per la sicurezza e
tranquillità di tutti coloro che volessero utilizzare le strutture esistenti (
pista atletica, campetto bocce, spazi aperti ed a breve il campo calcio ), il
cui accesso è libero e gratuito per tutti, l’Associazione Ri-Parco Bene Comune
ha stipulato un’Assicurazione
attraverso una Primaria Agenzia della
Città, il cui titolare ha donato l’intero importo del premio assicurativo
ed ha voluto rimanere anonimo. Un grande gesto di un Signore magentino !
Ritorniamo alla festa del 1° maggio, sorta , quindi, anche
su conferme solidali come la presenza di Ri-Maflow
di Trezzano sul Naviglio ( fabbrica recuperata dopo le devastazioni speculative
ed oggi, come sottolinea Rei-News 24 “ Cittadella dell’altra Economia “ ) che
ha presentato l’Amaro Partigiano, un
amaro naturalissimo, prodotto grazie ad un’esclusiva e “maniacale” ricerca di
componenti assolutamente naturali, raccolti nei luoghi e nelle stagioni giuste.
Ha contribuito alla realizzazione della festa magentina anche RiMake, la cui storia preferiamo ricordarvela dalle parole di Dario : “sono qui per raccontarvi
due storie, una opposta all’altra. La prima è la storia di un proprietario che finisce
in bancarotta, e abbandona in mano a un curatore fallimentare un enorme
edificio nel quartiere Affori a Milano, una ex banca. Quest’edificio rimane
vuoto e deserto per dieci anni, uno dei tanti mostri di cemento silenziosi
che troviamo ovunque per la nostra città. A questo punto, comincia la seconda storia. Il 14 maggio
2014 si riaprono le porte dell’ex banca abbandonata e per quattro lunghi e
intensi anni i progetti di solidarietà, raccolti sotto il nome di Ri-Make,
recuperano quel luogo, gli ridanno vita per dare risposte ai bisogni
sociali attraverso il mutuo soccorso.
Una cucina
popolare per il quartiere, un mercatino agricolo dei produttori FuoriMercato, l’associazione Mshikamano
di lavoro solidale tra migranti e nativi, la sartoria, la falegnameria, la serigrafia Subseri ,
lo studio fotografico, un co-working artistico, la galleria d’arte Galleria
Inconsueta, il lavoro femminista del collettivo Gramigna, le feste queer.
E qui ritorna la prima storia a opporsi alla seconda: i
curatori fallimentari vogliono tornare in possesso dello spazio e, in seguito
alla loro denuncia, un provvedimento giudiziario oggi rende concreta una
minaccia di sgombero imminente di tutti questi progetti, queste centinaia di
persone che tutti i giorni lavorano e lottano per una vita dignitosa. Nello scontro tra queste
due storie c’è un significato che vogliamo condividere: difendere la solidarietà e il mutuo soccorso oggi è fare resistenza.
“Liberazione” per noi significa riappropriarsi di luoghi, strumenti per una
vita dignitosa.
Queste due storie raccontano cosa significa per noi essere
partigiani e partigiane in ogni quartiere: significa prendere la parte
di chi è sfruttata e oppressa contro chi sfrutta e opprime, la parte della
solidarietà contro quella del mercato, la parte di chi apre spazi contro chi li
chiude e li abbandona, la parte di chi lotta contro la violenza di genere,
razza e classe contro chi la
alimenta. Vi invitiamo a essere partigiani e partigiane
insieme a noi, difendendo tutte e tutti insieme RiMake.
Abbiamo voluto far
conoscere questa realtà, esattamente sovrapponibile con la storia magentina di Ri-Parco Bene Comune. Non c’è alcuna parola da aggiungere alla lucidissima
analisi di Dario. Troppe RiMake e troppi Ri-Parco sono presenti nel nostro
Paese, simboli, negativi, di sfruttamento, di disinteresse per un Paese, il
nostro, in mano a politici-imprenditori che hanno un solo obiettivo, cementare sempre più rapporti con la finanza
speculativa e mafiosa.
L’Associazione Ri-Parco
Bene Comune, per il bene comune ed a dispetto di pochi, continuerà ad
esercitare la funzione sociale di cui si è caricata, con la partecipazione
attiva dei Cittadini ed in attesa di un cenno positivo da parte dell’Amministrazione Comunale.