martedì 26 marzo 2013

Crisi di Governo : Bersani a Magenta consulta il Movimento Popolare Dignità e Lavoro


Nel corso degli incontri con le forze politiche e sociali per definire gli assetti del nuovo Governo, il Presidente del Consiglio incaricato, Pierluigi Bersani, si è recato oggi a Magenta ed ha consultato il Movimento Popolare Dignità e Lavoro al presidio permanente sul piazzale Novaceta.
Cordiali strette di mano da parte di Bersani, probabilmente per accattivarsi i lavoratori.
Dall'espressione di De Luca non sembra che siano emerse particolari intese. Ne sapremo di più nei prossimi giorni.
I Lavoratori, che hanno liquidato velocemente il Presidente incaricato, terranno nei prossimi giorni una conferenza stampa sull'argomento.



mercoledì 13 marzo 2013

I giovani : una speranza, una necessità...senza retorica e senza polemica.


L'ex consigliere comunale Bigogno apre una polemica inutile, sterile. Contesta la visita di giovani studenti provenienti da tutta Italia convenuti a Magenta per un meeting finalizzato alla realizzazione di cooperative di indirizzo ecologista.

Caro Francesco,
non utilizzerò mezzi termini, ti dico subito che hai perso un'occasione per stare zitto! Te lo dico senza giri di parole poiché sai che ho stima di te, e ricordo di te, durante la nostra comune esperienza in consiglio comunale (ovviamente da distanti dirimpettai), come persona equilibrata. E' vero, avevi sempre un'aria un po' “svampita” ma, quando volevi, sapevi pensare, meditare. Poi, quello che dicevi, era tutta un'altra roba. Ma capita, sai, ti posso capire. Nella tua scuola di partito sono passati i De Mita, i Cirino Pomicino, i Gava, i Fanfani, gli Andreotti, e tanti altri, ... tanto per nominare i migliori ! Ma almeno loro si documentavano prima di parlare...a dire il vero...non sempre, dicevano infatti anche che i Comunisti mangiavano i bambini, ma credo, che non erano sufficientemente documentati.
Ma entriamo nel merito della tua polemica, per la quale ti devo ringraziare. Hai detto e scritto su ogni organo d'informazione (ti mancava solo Repubblica ed il Corriere Della Sera), e questo ha contribuito a far conoscere a molti che esiste, invece, per fortuna, sul territorio, un movimento che si chiama Movimento Popolare Dignità e Lavoro che si batte da anni non solo per i diritti dei lavoratori ma anche per cercare di migliorare quel pezzetto di mondo che ci circonda.
Infatti a quel meeting, finalizzato alla realizzazione di cooperative di indirizzo ecologista ( non c'era esposto nemmeno un solo simbolo di alcun partito ), hanno partecipato oltre 120 giovani, provenienti da tutta Italia. Molti sono stati ospitati in case private di altri compagni ( forse questo termine, più indicato che mai, a te non piace ) .Giovani, perlopiù studenti universitari, figli del popolo, di quel popolo che fa fatica anche per garantire loro lo studio, che dovrebbe essere, invece, un diritto sacrosanto. Ma tu cosa ne sai, non solo non c'eri, ma non ti sei nemmeno informato e ne parli dopo due mesi. Praticamente ti sei reso auto-obsoleto a 360 gradi. E' triste leggere che parli di bivacco. Ebbene, quei giovani, in Villa Colombo non hanno schiacciato nemmeno una nocciolina ! Altre compagne e compagni hanno lavorato per tre giorni presso la Cooperativa Ideal per garantire ai ragazzi colazione, pranzo e cena. Ovviamente i costi di tutto, affitto della palestra in Villa Colombo ( perfettamente in regola in termini di sicurezza ), della struttura Ideal e delle vivande è stato a carico di Sinistra Critica e del Movimento Popolare Dignità e Lavoro , che si auto finanzia grazie alla sottoscrizione dei centinaia di aderenti, quasi tutti del Magentino. L'Amministrazione Comunale non ha sborsato nemmeno un centesimo! Ma anche su questo “dettaglio” non ti sei informato, prima di parlare.
Ritornando ai ragazzi, figli di persone per-bene e riuscitissime persone per-bene a loro volta, hanno portato il loro contributo di cultura di cittadini provenienti oltre i confini magentini, ma per Bigogno è un male perchè “ si tratta di persone che non sono di Magenta...quale diritto hanno ? “
E' sconvolgente sentire simili affermazioni da una persona che predica l'esatto contrario. Un vero trasformista ! Chissà se al posto dei giovani studenti di sinistra, figli di persone per-bene, si fossero presentati i giovani studenti di Università private e figli dei Cuffaro, dei Cesa, dei Cusumano, dei Mastella, dei Carra, dei Romano (Francesco Saverio),dei Mannino, tutti plurindagati o condannati UDC o ex UDC. Anche se i figli non devono pagare le colpe dei padri , e viceversa, ma avresti presentato tale pedigree a Magenta senza imbarazzo ?
Ovviamente hai ogni diritto possibile per organizzare a Magenta un evento pubblico, speriamo che sia partecipato da giovani e speriamo da persone per-bene.
La tua polemica fa del male a Magenta ed ai magentini. Hai tentato, senza riuscirci, di cancellare alla gente di Magenta la grande, sempre dimostrata, civiltà di accogliere e di ospitare.
Quando vuoi posso fornirti la registrazione delle due giornate dove potrai vedere tanti giovani attenti e composti nel seguire le esposizioni di docenti universitari. Capisco che il tuo stereòtipo di “giovane di sinistra” è legato all'immagine sessantottina. Così conviene a te ed a quelli che hanno alimentato questa polemica. Così ti conviene, distorcendo la realtà, altrimenti non avresti nulla da dire.
Ti devo, infine, ringraziare ancora, caro Franceso. Sei riuscito, infatti, con questa tua inutile e sterile polemica a ricompattare, su contenuti così importanti, la Sinistra Magentina. Il Consigliere Vulcano, il vice-Sindaco Razzano e la giunta hanno ritenuto giusto, e per questo li ringrazio pubblicamente, risponderti per le rime, senza nemmeno cercarmi. Bravo! Continua così !.......un'ultimissima cosa, Francesco, continua a consultare il blog - www.movimentopopolaredignitaelavoro.blogspot.it/.
Grazie.
Mario De Luca

venerdì 8 marzo 2013

Ospedale di Magenta : ‘Turni discriminatori’ per le madri: vanno a lavoro con figli in braccio per protesta

Si occupano delle pulizie nell'ospedale di Magenta, in provincia di Milano. "Chiedono solo di avere un orario compatibile con il loro doppio ruolo di mamme e dipendenti", dice Piero Speciale, funzionario Cub che segue il caso. Intanto dopo il gesto simbolico, non hanno più trovato i loro cartellini


 “Il datore di lavoro ci discrimina perché madri oltreché donne? E noi ci presentiamo al lavoro con i nostri figli in braccio”. Ospedale civile Fornaroli di Magenta, via Donatori del Sangue, provincia di Milano. E’ partita da qui la protesta delle lavoratrici della “Team Service”. Per un intero mese hanno svolto i propri compiti in silenzio subendo le imposizioni dei nuovi capi cantiere della società che ha vinto l’appalto per i servizi di pulizia del centro sanitario lo scorso 1 febbraio. Alledipendenti, giovani madri, sono stati dati turni infattibili e, dopo aver esposto le proprie difficoltà ai superiori, hanno subito anche la riduzione drastica dell’orario lavorativo.
“Ci impongono il turno 6-9, orario insostenibile avendo dei bambini: iniziando così presto infatti, diventa difficile anche solo portare i nostri figli a scuola o trovare baby sitter disponibili”, spiegano le dipendenti. Sostenute dalla Cub, Confederazione unitaria di base, che ha proclamato uno stato di agitazione e chiesto un incontro con il prefetto, le giovani madri hanno deciso di denunciare la situazione. E lo hanno fatto in un modo gentile, pacato, seppur colmo di rabbia e preoccupazione: recandosi sul posto di lavoro con i propri figli, sotto gli occhi curiosi delle infermiere e dei pazienti. All’azione delle lavoratrici è corrisposta però una reazione non altrettanto pacata da parte dell’azienda: “Come ogni mattina abbiamo indossato la divisa da inservienti, bianca a righe verdi, e alle sei del mattino ci siamo recate puntuali sul luogo di lavoro – racconta Rossella, 30 anni e due bambini piccoli – ma ecco la sorpresa: nell’ufficio non c’erano più i nostri cartellini di dipendenti”.
Puliscono, spazzano per terra, riempiono e svuotano i sacchi dell’immondizia dai pannoloni dei degenti. Lo hanno sempre fatto, senza lamentarsi. Ed è quello che vogliono continuare a fare: è il loro lavoro, un diritto, e ne hanno bisogno per sopravvivere. “Chiedono solo di ottenere un orario più civile, almeno ora che i figli sono piccoli. Iniziare alle 9 invece che alle 6: una convenzione, unacollaborazione umana che dovrebbe essere garantita”, dichiara Piero Speciale, funzionario Cub che sta seguendo il caso.  
“Sapete con tre figli piccoli quanto mi costa al mese l’ora di lavoro dalle 6 alle 9 del mattino? 170 euro per l’asilo nido privato, 20 euro per il pre-scuola del figlio che va alle elementari e 280 euro di tata per la mia bimba più piccola, ha appena compiuto dodici mesi”. Se si calcola che queste donne guadagnano 500 euro al mese pur lavorando tutti i giorni, i conti di quanto rimane in tasca a fine mese sono presto fatti.
“Fortunatamente io ho un compagno che mi aiuta – spiega Desy – altrimenti non saprei come fare”. E infatti altre colleghe il ‘lusso’ di lavorare in ospedale pulendo le piastrelle del pavimento e lavare i bagni dei pazienti non possono più permetterselo.

mercoledì 6 marzo 2013

Di amianto si continua a morire



<Paolone non ce l’ha fatta>. Tiberio Paolone, 54 anni, è morto sabato notte. Me lo dicono i suoi amici, le persone che hanno lavorato con lui, domenica, a un pranzo sociale organizzato dal Movimento dignità e lavoro a Magenta (Milano). Lo dicono a bassa voce. Io Tiberio non lo conoscevo. Chiedo di cosa è morto. <Amianto>.  Si chiama mesotelia maligno monofasico epiteliomorfo la malattia che colpisce le persone che come lui sono state esposte e hanno respirato l’amianto. Tiberio Paolone, che viveva a Sedriano (Milano) la sua storia l’aveva raccontata sul sito dell’Aiea (Associazione italiana esposti all’amianto), lo scorso dicembre. L’assunzione nel 1981 alla Fiam (fabbrica italiana ascensori montacarichi), i turni alla puntatrice singola, il primo contatto con l’amianto, attraverso i guanti e i grembiuli, <necessari> per quell’attività. Nel 1987 divenne delegato sindacale, l’anno successivo iniziò la sua battaglia per eliminare l’amianto in fabbrica. Raccontava anche della scoperta della sua malattia, nel 2010, il ricovero in ospedale. E attaccava la legge di Riforma delle pensioni del dicembre 2011, che ha allungato l’età pensionabile e, pur riconoscendo <deroghe a categorie deboli>, non ha incluso in quel gruppo le persone che hanno contratto un tumore a causa dell’amianto. <La nuova riforma delle pensioni è impostata sull’aumento della speranza di vita, la legge n. 257 del 1992, che ha bandito l’amianto in Italia, ha individuato dei benefici contributivi come oggettiva conseguenza della diminuzione della speranza di vita per i malati colpiti da patologie correlate all’asbesto. Com’è possibile che la nuova normativa non ne abbia tenuto conto?>, scriveva Paolone. Ha cercato più volte di contattare il ministro del Lavoro Fornero, per avere una risposta a quella domanda. Il titolare di quel dicastero non gli ha mai risposto direttamente. Chi lo ha fatto al posto suo, ha sempre negato a Tiberio e a tutti gli ammalati di amianto la possibilità di vedersi riconosciuta quella deroga.
Lo scorso ottobre, partendo dalla storia di Tiberio, il senatore Pd Felice Casson ha presentato un’interrogazione parlamentare, sottolineando che “per il mesotelia la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi si ferma poco al di sotto del 20% nella fascia di età compresa fra i 45 e i 54 anni e diminuisce progressivamente con l’aumentare dell’età, ed attualmente non esistono cure per estirparlo definitivamente”. E chiedendo al ministro del Lavoro se intendeva assumere iniziative, normative o politiche, per chiarire nel testo della legge le categorie “deboli” aventi diritto alla deroga. E se non ritenga <che i grandi invalidi del lavoro e i malati di mesotelioma possano essere considerati categorie deboli>. Non c’è stata nessuna risposta.

venerdì 1 marzo 2013

...e noi ne costruiamo un altro !