martedì 25 giugno 2013

...e giurarono : " Ruby è la nipote di Mubarack "

Prendiamo in prestito dal blog " Cultura E' Civiltà " un articolo e lo riproponiamo. Ci sembra interessante mettere in evidenza, anche alla luce della condanna a Berlusconi, come gran parte degli Italiani, troppo in fretta dimenticano chi ha governato questo paese in un modo vergognoso. Gran parte dei politici sono convinti di poter prenedere per i fondelli tutti gli Italiani, perchè questi si fanno distrarre da media compiacenti e da gran parte di una stampa assoggettata al potere politico.
Leggete un po' cosa accade a Marcallo con Casone. Personaggi improponibili ed impresentabili cercano di "informare" i Cittadini ( credendoli tutti disattenti e disinformati ), tramite un capillare volantinaggio, sulla bontà della gestione del governo cittadino e di quello regionale.
 
 
Nelle cassette della ricezione posta delle nostre case gira, a Marcallo, un volantino della Lega Nord, doppia faccia. Da un lato, quello a nome della sezione di Marcallo con Casone, in cui i “marcallesi leghisti” prendono di mira la minoranza consiliare ed un giornale locale, e dall'altro lato, a cura di Fabrizio Cecchetti ( Lega Nord - vicecapogruppo Lega Nord al Pirellone ) un dettagliato elenco dei “provvedimenti più importanti” dei primi 60 giorni della giunta Maroni che, a suo dire, “ha già fatto molto”.
Ovviamente non entreremo nella polemica tra la sezione leghista di Marcallo ed il consigliere Mutti o il giornale “libera stampa l'Altomilanese”. Comprendiamo benissimo che i leghisti marcallesi rigettano tutta l'altra stampa che non sia quella sacra de “ La Gazzetta di Marcallo con Casone “ dove, secondo il nostro modesto parere, si possono leggere, invece, solo macroscopiche stronzate ( scusate per il “macroscopiche” ) !
Tra “ Parola di Sindaco” ,” l'angolo della Teresina”, pagine pubblicitarie e, mediamente due intere pagine, dedicate alle pompe funebri, non abbiamo MAI letto delle ruberie del rampollo di Bossi, di quelle del tesoriere della Lega Nord , Belsito, delle lauree albanesi ( quella del “trota” e quello dell'amico di Rosi Mauro ) , dei diamanti ( con i soldi dei contribuenti italiani), degli investimenti in Tanzania ( con i soldi dei contribuenti italiani), oppure della Banca del Nord miseramente fallita dopo aver depredato migliaia di famiglie. Non si legge neppure di tutte quelle promesse ( stupidate irrealizzabili ) fatte ai lombardi in dieci anni di governo : ne avessero realizzata una ! : federalismo, secessione, ministeri del nord, la padania, insegnanti del nord, stipendi differenziati al nord, le ronde padane, etc.. Un continuo prendere in giro i cittadini.
Ma veniamo ai giorni d'oggi e leggendo quanto sottolineato da Fabrizio Cecchetti nel volantino proposto ci viene da fare qualche ricerca proprio sui punti evidenziati. Abbiamo raccolto ritagli da alcuni giornali nazionali e da alcuni blog che riprendono le notizie. Le trascriviamo così come sono stati pubblicati da altri, senza aggiungere alcun commento, sempre verificabili e confrontabili.
Comprendiamo, però, che forse se non fossero stati rubati soldi pubblici in Regione si potevano avere i fondi necessari per le case ai giovani ed agli anziani. Leggiamo che non è vero che la giunta Maroni ha dimezzato i costi della politica regionale, ma che è vero il contrario. Leggiamo che se l'attuale giunta ha mediato i licenziamenti al San Raffaele è altrettanto vero che la giunta precedente ( quella delle ruberie ) e molti imprenditori vicino alla Lega Nord ne avevano provocato il crack.
Non riusciamo proprio a capire come è possibile che si possa perdonare questa gente, ma cosa devono fare ancora per perdere definitivamente la fiducia dei cittadini ?

Buona lettura .


1 - I 500mila euro che PdL e Lega devono restituire ai lombardi

Inchiesta chiusa e conti fatti. L’indagine sulle spese della Procura regionale della Corte dei conti si chiude a tempi di record per i primi sette consiglieri lombardi di Pdl e Lega Nord e intima loro di restituire le somme (440mila euro in tutto) percepite indebitamente dal 2008 al 2011.

I CONSIGLIERI CHE DEVONO RESTITUIRE SOLDI - Questo l’elenco dei primi sette consiglieri:
1° Rinaldin (Pdl) € 122.074,83 da restituire al Pirellone
2° Colucci (Pdl) € 82.532,42
          Galli (Lega ) 62.628,82 euro di rimborsi
4° Fabrizio Cecchetti (Lega) € 59.147,47
5° Ruffunelli (
Lega) € 53.332,97
6° Toscani (
Lega) € 32.407,33
7° Minetti (Pdl) € 27.750,36

Commenta il Corriere della Sera:
All’ex capogruppo leghista Stefano Galli (62.628,82 euro di rimborsi), che di fatto si «autoliquidato» le spese e come tutti i capigruppo risponde in parte anche di quelle pagate ai consiglieri del suo partito, vengono contestate, tra l’altro, notti in albergo per 7.000 euro ma soprattutto i 6.180 euro fatti sborsare dalla Regione per il banchetto da 103 coperti del matrimonio di sua figlia. A Luciana Maria Ruffinelli (Lega, 53.332,97) viene chiesto di restituire i soldi tirati fuori dall’erario per un pc, un videoproiettore, un happy hour al bar, carta da regalo, salumi, musei, fiori, cristalleria, antiquariato, segheria-carpenteria, frutta e prodotti per serra. Fabrizio Cecchetti (Lega, 59.147,47) deve chiarire i fondi spesi per «un numero spropositato e poco comprensibile» di bollette telefoniche.
Pierluigi Toscani (Lega) dovrà spiegare perché per ottenere 32.407,33 euro abbia usato scontrini di caffè, piadine, panini, gratta e vinci, biglietti della lotteria, oltre che della spesa per casa (71,90 euro) e per uno degli «acquisti più stravaganti»: cartucce per fucile da caccia pagate 752 euro.


2 - La strana riduzione dello stipendio dei consiglieri lombardi


Di Maghdi Abo Abia - 17/05/2013 - La nuova Giunta sta studiando un taglio della retribuzione degli eletti in linea con quanto previsto dalla legge 213 voluta dal Governo Monti, tuttavia verrà contestualmente aumentata l'indennità, prevista a forfait e quindi libera dall'obbligo di giustificativi.

A Milano si studia un modo per ridurre lo “stipendioaumentando però l’indennità.

LE CIFRE - Come spiega il Sole 24 Ore, il presidente del Consiglio Regionale Raffaele Cattaneo ha dato il via alla formazione di tavoli di lavoro che hanno portato ad una proposta collegiale -con l’esclusione del MoVimento Cinque Stelle, per riformare i costi della politica in Lombardia. Secondo la proposta che verrà discussa nel prossimo giugno, lo stipendio scende da 8.531 euro lordi a 6.600, sempre lordi, mentre l’indennità di carica è lievitata da 2.341 euro a 4.500 -netti ed esentasse- ai quali poi vanno aggiunti 2700 lordi per chi può godere di un’indennità di funzione. L’Fp Cgil spiega che in caso di consigliere residente fuori milano, l’indennità può arrivare anche a 6000 euro. Quindi possiamo parlare di un “ritocchino” al rialzo della quota rimborsi. Che poi in realtà non possono essere definiti così visto che non sono giustificati né da fatture né da scontrini. Si tratta di un forfait e tanto basta.

LE DECISIONI DELLA CONFERENZA STATO – REGIONI - Insomma, non si possono superare queste leggi. Non solo, la Conferenza Stato-Regioni ha stabilito che il massimo per i Presidenti delle Regioni e dei Consigli regionali è di 13.800 euro lordi mensili, 11.100 lordi per i consiglieri regionali, 5.000 lordi ogni Consigliere regionale a titolo di contributo per il finanziamento dei gruppi consiliari.
La Commissione Garavaglia, dal nome dell’assessore al Bilancio, Massimo Garavaglia, deputata per raggiungere un accordo, è riuscita a mantenere il livello della retribuzione sui 9000 euro al mese per i consiglieri, discostandosi dalle intenzioni della legge voluta dal Governo Monti.

Romanzo Regionale: dalla Minetti al Trota la storia dei rimborsi al Pirellone

Di Floriana Rullo - 21/12/2012 - I consiglieri indagati. Le spese illecite. Le cifre.


Quattro. E’ questo il numero, che si conta sulle punta delle dita e con una mano sola, dei consiglieri di maggioranza non indagati in Lombardia. Già perché è più facile dire chi non c’entra con lo scandalo dei presunti rimborsi illeciti fatti con soldi pubblici e delle spese sospette che hanno investito il Pirellone, che il contrario, visto che ci sono altri 37 indagati per peculato nell’inchiesta condotta dalla procura di Milano sui rimborsi regionali. Sono tutti consiglieri o ex consiglieri della Regione dell’Eccellenza guidata da Formigoni che si vanno ad aggiungere ai 22 che, nei giorni scorsi, avevano ricevuto un invito a comparire davanti ai pubblici ministeri di Milano. Sessantadue in tutto, su 80, anche se alcuni sono di passati consigli, tutti esponenti di Pdl e Lega.

I NOMI ECCELLENTI E tra loro non mancano ovviamente nomi eccellenti: tra i destinatari degli inviti ci sono Renzo Bossi, meglio conosciuto come il Trota e figlio ovviamente di Umberto e la leghista Rosi Mauro,l’ex pasionaria cacciata dal Carroccio. Proprio la Mauro fu eletta al Pirellone nel 2005 e vi rimase fino al 2008 per poi ‘trasferirsi’ a Palazzo Madama.

IL CONSIGLIERE GOLOSO - Il consigliere regionale lombardo amante dei dolci Cesare Bossetti, avrebbe speso nel 2011 quasi 15 mila euro per comprare dolci in pasticceria oltre che per fare colazioni con brioche e caffé. E’ un risvolto dell’inchiesta della Procura di Milano sui rimborsi ai gruppi regionali del Pirellone.

GRATTA E VINCI E LECCA LECCACon i soldi dei rimborsi al gruppo consiliare della Lega Nord, il consigliere regionale lombardo Pierluigi Toscani avrebbe invece comprato, tra le altre cose, lecca lecca e gratta e vinci. Spese documentate dai finanzieri che hanno condotto le indagini coordinate dal procuratore aggiunto Alfredo Robledo.

Ma il migliore, per quel che scrive il Fatto “, è Stefano Galli:
Il capogruppo Stefano Galli, che nei rimborsi ha messo anche le spese del matrimonio della figlia Valeriana, ha il telefonino spento e quello di casa suona a vuoto. L’ammiccante voce femminile con cui Galli ha personalizzato la segreteria telefonica del cellulare comunica, tra sospiri e rumori gutturali, che “al momento il tuo amico è impegnato in una situazione molto toccante”. Per inciso: l’utenza è pagata dalla Regione.


Lega ladrona: l’operaio che rimedia una consulenza da 196mila euro

di Alessandro D'Amato - 15/02/2013 - ...casualmente, è il genero dell'ex capogruppo Galli

Roberto Maroni l’ha detto chiaro e tondo: non accetterà che si continui a diffamare il buon nome della Lega Nord per l’indipendenza della Piadina. E infatti, quando il senatore leghista Torri ha parlato della questione Orsi, Finmeccanica e Carroccio, non ha detto nulla. Oggi si scopre che il capogruppo alla Regione Stefano Galli, dopo aver per errore pagato il matrimonio della figlia con soldi pubblici, ha fatto avere una consulenza da 196mila euro al genero che ha la terza media e di mestiere fa l’operaio.

Scrive il Corriere:

Il gruppo consiliare della Lega Nord alla Regione Lombardia ha ritenuto di ricompensare con ben 196.600 euro lordi di soldi pubblici, affidandogli per 19 mesi una consulenza per la «valutazione dell’attività legislativa attinente i rapporti tra Regione ed enti locali con particolare attenzione alla provincia di Lecco a supporto dell’attività del consigliere Stefano Galli», che della Lega è appunto il capogruppo in Consiglio regionale.
          La storia è venuta fuori dopo quella del matrimonio della figlia:
Spulciando tra le spese del gruppo della Lega Nord, le Fiamme gialle si sono accorte che per 19 mesi, tra novembre 2009 e gennaio 2013, proprio Paroli, suo genero dal 2010, è stato consulente (da fine 2009 a 15 giorni fa) del capogruppo leghista Galli in Consiglio regionale. Per cosa? Per collaborare «nello svolgimento dell’attività del consigliere Stefano Galli del gruppo della Lega Nord Padania come richiesto dal presidente del gruppo medesimo» nella «valutazione dell’attività legislativa attinente i rapporti tra Regione ed enti locali, con particolare attenzione alla provincia di Lecco a supporto dell’attività del consigliere Stefano Galli». Compito titanico se affidato a chi ha la terza media, ma redditizio:meno di 20 ore al mese «senza vincolo di orario, di modalità di esecuzione e di luogo», stando ai contratti di collaborazione stipulati con il Consiglio regionale. E a volte con qualche premio «tenuto conto della qualità e quantità di lavoro» del consulente, somme deliberate sempre dal Consiglio regionale con i soldi dei cittadini: un «compenso aggiuntivo » di 12.600 euro «esclusivamente per il mese di febbraio 2010», e di 20 mila euro «solo per il mese di dicembre 2012».
E oggi Maroni che dirà?

CONSIGLIO REGIONALE
Fatta la legge, trovato l'inganno. Così le indennità dei consiglieri regionali lombardi, dopo gli annunci di riduzioni, dopo l'intervento legislativo sui tagli, resterebbe invariato grazie a una legge ad hoc che prevede aumenti.

Pirellone, gli aumenti compensano i tagli: lo stipendio non cambia. Fatta la legge, trovato l'inganno. Così le indennità dei consiglieri regionali lombardi, dopo gli annunci di riduzioni, dopo l'intervento legislativo sui tagli, resterebbe invariato invariato. Già perché a fronte di sforbiciate stanno per arrivare gli aumenti.

Da una parte infatti si è intervenuti sulle indennità degli 80 consiglieri e dall'altra si vanno a compensare i tagli aumentando ad hoc i rimborsi spese, che potrebbero così passare a 4500 euro netti al mese.
Questo l'effetto di una proposta di legge ideata come risposta ai tagli previsti dalla legge 213 del 2012 del Governo Monti, dopo i noti casi alla Fiorito er Batman.
Qualora fosse approvata la proposta di legge (targata Pd, Pdl, Lega) elaborata da un gruppo di lavoro coordinato dall'assessore al Bilancio, Massimo Garavaglia, un consigliere continuerà a prendere poco meno di 9000 euro al mese.
La nuova proposta di legge sui compensi in Regione di fatto è la risposta locale al governo Monti, intervenuto per porre rimedio e fissare dei limiti ai costi fuori controllo dei consiglieri regionali.
In base al testo della proposta bipartisan, ricusata dal M5S, le indennità di carica dei consiglieri regionali saranno effettivamente riviste e ridotte da 8500 (lorde) a 6600 (lorde) come da decreto Monti. Tuttavia è prevista la possibilità di un ritocco dei rimborsi spese per esercizio del mandato: potrebbero passare dagli attuali 2800 circa ai probabili 4500 euro netti a forfait, per chi risiede a Milano, mentre per i pendolari delle province più disparate potrebbero superare ben oltre i 6000 euro ( per vitto, alloggio e trasporti).
Lunedì, 6 Maggio, 2013

3 - Crac San Raffaele, la richiesta dei pm: cinque anni e sei mesi per Daccò

Una condanna a 5 anni e 6 mesi di reclusione. Tanto ha chiesto la procura di Milano nel giudizio con rito abbreviato che vede imputato Pierangelo Daccò, accusato di associazione a delinquere e bancarotta per il dissesto del San Raffaele. In carcere già da mesi, il lobbista della sanità, al centro anche dell’inchiesta sulla Fondazione Maugeri, è accusato di aver creato dei fondi neri attraverso una sovrafatturazione dei costi delle prestazioni fornite all’ospedale fondato da don Verzè.
Oltre alla condanna per Daccò, il pm di Milano Luigi Orsi ha chiesto una condanna a 3 anni per Andrea Bezzicheri, imprenditore.
Daccò e Bezzicheri sono accusati di associazione per delinquere finalizzata a reati fiscali e bancarotta per una distrazione che, secondo le indagini condotte dalla Procura di Milano, si aggira attorno ai 47 mln di euro. Gli stessi reati sono stati contestati anche all’ex direttore amministrativo del San Raffaele, Mario Valsecchi,che ha patteggiato la pena a 2 anni e 10 mesi e agli imprenditori Pierino e Gianluca Zammarchi e Fernando Lora per i quali proprio ieri e’ iniziato il giudizio con rito ordinario.
Sanità inLombardia, indagato consigliere comunale leghista
Massimiliano Bastoni consigliere comunale milanese della Lega Nord è indagato, per un presunto giro di mazzette nella sanità lombarda. Gli inquirenti gli contestano il reato di finanziamento illecito ai partiti in relazione a un versamento di 10mila euro, ricevuti da Bastoni, attraverso la mediazione di Ferdinando Azzarello, anche lui indagato, ma per corruzione.
Una nuova indagine sul Carroccio milanese quindi dopo i casi dell’ex presidente del consiglio regionale lombardo Davide Boni, del tesoriere Francesco Belsito e dei fondi del rimborso pubblico utilizzati per finanziare i figli di Umberto Bossi e il suo “cerchio magico”.

Pm: "San Raffaele giostra criminale cui partecipavano gli imprenditori"

MILANO - Tra gli allora vertici del San Raffaele e alcuni fornitori si era creato "un sodalizio criminale". Questo uno dei passaggi della requisitoria del pubblico ministero di Milano Luigi Orsi nel processo che si è chiusa con una richiesta di condanna per i quattro imputati nel processo sul dissesto finanziario dell'ospedale milanese. La procura ha chiesto di condannare Pierino Zammarchi a 4 anni e 9 mesi, il figlio Gianluca a 4 anni e 4 mesi, l'imprenditore vicentino Fernando Lora a 4 anni e 7 mesi e il suo contabile Carlo Freschi a 4 anni e 3 mesi. I quattro sono indagati per concorso in bancarotta e associazione a delinquere.

Pierangelo Daccò, l'uomo d'affari citato dal pm Orsi, è già stato condannato a 10 anni di reclusione (con rito abbreviato) per il suo concorso nel dissesto finanziario del gruppo ospedaliero ed è considerato dagli inquirenti il collegamento con Roberto Formigoni, presidente della regione Lombardia. I due Zammarchi e Fernando Lora sono imprenditori accusati di aver "dato un servizio particolare alla Fondazione" ovvero, ha spiegato il magistrato, "la retrodatazione delle fatture gonfiate". Secondo quanto ricostruito dalla Procura, e "confermato" da alcuni testimoni - come sottolineato da Orsi - la Diodoro e la Metodo (società della famiglia Zammarchi) e la Progetti (di Lora) gonfiavano le fatture per le prestazioni date al San Raffaele per poi restituire ai vertici una parte dell'incasso in contanti o attraverso operazioni societarie, anche estero su estero.




 

martedì 11 giugno 2013

Chi ha il coraggio di parlare di mafia non deve restare mai solo !

Carovana Antimafia : dal nostro punto di vista.

Una “certa stampa” locale ha preso una netta posizione contro un movimento spontaneo e popolare nato con uno scopo ben preciso, quello di discutere della presenza di organizzazioni malavitose sul nostro territorio. Tale posizione, però, non è improntata nè nella ricerca dell’evento di cronaca, nè nella ricerca delle motivazioni per cui questi movimenti sentono il bisogno di discutere di legalità. E’ bene ricordare che tali movimenti innanzitutto espongono a critiche e a pericolo i loro stessi componenti.
Quello che è raccapricciante è che una parte dell’informazione non solo sottostima il fenomeno e non ne parla, ma attacca chi invece ne vuole parlare, chi si assume, con grande coraggio, l’onere di fare nomi e cognomi.
Tutta la stampa, a fronte di specifiche denunce dovrebbe porsi alcuni interrogativi, ad esempio com’è possibile che sul nostro territorio sorgono ipermercati e garden ad ogni 500 metri di strada, e com’è possibile che quasi sempre, in modo occulto o palese, dietro le richieste delle necessarie concessioni risultano persone o gruppi di persone anche con problemi giudiziari. Com’è possibile che le amministrazioni locali concedono licenze per costruire di tutto e di più sbandierando ai cittadini lusinghe di nuova occupazione. Ma vogliamo parlare di quei posti di lavoro promessi all’atto dell’insediamento del centro il Destriero e cancellati subito dopo, della precarietà nelle assunzione ai Bennet, all’Esselunga. Vogliamo parlare dei posti promessi da Bertola di Ossona oppure alle 270 assunzioni promesse dall’ex sindaco di Magenta, col risultato di veder costruire una stazione logistica sulla strada Boffalora, spacciata per fabbrica di cioccolato! Vogliamo parlare dei cantieri TAV sul territorio di Marcallo, degli incendi dolosi, del fiume di cemento per i cavalcavia che non servono a niente. Vogliamo parlare delle speculazioni edilizie sulle aree Novaceta e Saffa. Ma di cosa vogliamo parlare. Vogliamo parlare dei sorrisi a 32 denti offerti a “pseudo” imprenditori già coinvolti in gravi vicende giudiziarie come la bancarotta fraudolenta o peggio ancora, vogliamo parlare dell’ospitalità offerta sempre a pseudo imprenditori sponsorizzati da politici pregiudicati, e non dico indagati, bensì PREGIUDICATI !
Ma chi è che governa i territori ?
Anche con la presunzione dell’innocenza, ma un amministratore, un tecnico, un impiegato comunale, cioè le persone che vivono quotidianamente il territorio e non si accorgono di queste cose, se non sono complici o collusi, come è giusto pensare fino a prova contraria, sono certamente degli incapaci. Ma attenzione, la “buona fede dell’incapacità”, può durare due, cinque, dieci anni, ma quando per trent’anni nessuno si accorge di ciò che accade intorno, il dubbio sorge, ed allora una parte della stampa cosa fa, anziché indagare sul fenomeno territoriale, mette alla berlina il volontario, il carovaniere, chi non riesce a sopportare ingiustizie ed a vedere il nostro tessuto sociale degradarsi.
Un esempio su tutti. Nel 2004 il sottoscritto era consigliere comunale a Magenta, Novaceta venne acquisita da una famiglia di imprenditori immobiliari, tutti successivamente coinvolti in varie vicende di bancarotta fraudolenta. Ebbene dai banchi del Consiglio Comunale Magentino il sottoscritto analizzava e denunciava la pericolosità e l’inadeguatezza imprenditoriale di quella gente. Fui tacciato da "certa stampa", e ne conservo ancora i ritagli dei giornali, come "fomentatore". Su quegli imprenditori non si volle compiere alcuna indagine. Sappiamo tutti com’è finita la storia di Novaceta a Magenta.
Due osservazioni: come Movimento Popolare Dignità e Lavoro ci aspettiamo che tutte le altre forze politiche, i sindacati, i comitati, le associazioni e principalmente le istituzioni facciano immediatamente sentire la loro voce e fornire un supporto attivo alla carovana e condannare quella stampa che ostenta felicità, “ ottima notizia” riportava testuale un giornalino web, nell’apprendere che un carovaniere è stato denunciato da un impiegato comunale. Se è un’ottima o una pessima notizia lo stabilirà la Magistratura e nessun altro !
Anche Nicola Cosentino, da parlamentare, denunciava Roberto Saviano, anche l’ex ministro degli interni Roberto Maroni minacciava di denunciare Saviano reo di aver riferito di presenze malavitose sul territorio lombardo.
E’ necessario schierarsi a favore di chi chiede chiarezza sempre, in modo netto ed a prescindere. Chi ha il coraggio di parlare di mafia non deve restare mai solo, ne vale della libertà dell’intera società, della libertà dei nostri figli, del benessere dell’intera società.

Mario De Luca

Movimento Popolare Dignità e Lavoro

lunedì 3 giugno 2013

Come non si può essere d'accordo !

  Magenta Un gruppo di giovani (una ventina circa) del collettivo "Punto Rosso Magenta" ha dato vita ad un'aspra contestazione questa mattina in occasione del gemellaggio in piazza Formenti.
Sono dovuti intervenire gli agenti della Polizia locale per allontanare i ragazzi armati di megafono che urlavano slogan: "Vergogna! vergogna!". Hanno distribuito volantini inneggianti agli sprechi sostenuti per le celebrazioni della Battaglia...( omissis) ...
“per festeggiare poi un massacro, una carneficina di gente arruolata dai vari eserciti dell'epoca, mercenari e schiavi, non certo nobiluomini francesi, austriaci o piemontesi....”


Sulla contestazione il PD di Magenta ha inviato una precisazione:Tutte le criticità sulla gestione dei soldi pubblici da parte della maggioranza per i festeggiamenti del 150° della Battaglia sono state messe in evidenza dal Partito Democratico in Consiglio comunale, durante la seduta dedicata al bilancio e in numerose altre occasioni, che sono servite anche per avanzare proposte su come utilizzare queste risorse per i bisogni dei cittadini, in modo particolare per gli abitanti del Quartiere Sud. 


ma noi, che in queste vie ci viviamo e non passiamo solo un pomeriggio per una sfilata, subiremo solo le contraddizioni di questo teatrino della politica....Ma la realtà è ben diversa e la politica, quella che si occupa della vita delle persone, dovrebbe interessarsi alla realtà che vivono i cittadini. E la quotidianità a Magenta, è questa; la crisi la stanno pagando i lavoratori delle fabbriche come la Novaceta, in cassa integrazione, i genitori dei bambini che a Luglio non potranno frequentare la scuola estiva

Se poi guardiamo i trasporti, per arrivare a Milano non si può fare affidamento ai treni o soppressi o perennemente in ritardo oppure agli autobus, privatizzati anche questi, che effettuano la metà delle fermate rispetto a prima. Questo è il progresso che il nostro sindaco orgoglioso mostrerà a giornalisti e telecamere.

Festeggeremo la Battaglia di Magenta, massacro di migliaia di Algerini (W l'indipendenza rivendicata dai leghisti) che Napoleone III ha mandato qui a combattere per ottenere Nizza e la Savoia (o per "auitare gli italiani a liberarsi dalla dominazione austriaca?)

Quando ci sarà la sfilata faremo vedere anche quello che non luccica e, con una partecipazione allargata speriamo di essere più numerosi delle persone che applaudiranno agli strumenti di morte e distruzione: armi e carro armati, ma anche ignoranza, intolleranza e razzismo.” 


Almeno tre manifesti in diversi punti della città

 altra protesta del collettivo Punto Rosso

"Fanno parte di una serie di azioni di protesta che abbiamo avviato contro le manifestazioni inerenti alla Battaglia di Magenta", ha spiegato un ragazzo questo pomeriggio. 
Le figure non sono state realizzate dai membri del collettivo Punto Rosso, bensì da un noto fumettista che ha firmato le sue opere con nome e cognome. "Ci sembra un controsenso festeggiare una battaglia che ha rappresentato una vera carneficina - continua il membro di Punto Rosso - vorremmo ricordare che in quella tragica occasione morirono tantissimi algerini...

Come non si può essere d'accordo !...peccato che era il 2009

Da “CittàOggi” del 31 Maggio 2009

Da “CittàOggi” del 31 Maggio 2009

Da Assemblea 10 giugno 2009 ore 21.00 del Collettivo Punto Rosso Magenta

Da “CittàOggi” dell'11 Giugno 2009


Condividiamo l'inutilità della manifestazione e tutte le motivazioni sopra descritte, ma quest'anno non contestava nessuno. 
Noi c'eravamo, siamo stati testimoni. Senza polemiche e senza "scontri di piazza", esterniamo il nostro dissenso, oggi come ieri.

Mario De Luca


sabato 1 giugno 2013

ASSEMBLEA CAROVANA ANTIMAFIA - ABBIATEGRASSO 30 MAGGIO 2013


     Giovedì scorso il Movimento Popolare Dignità e Lavoro ha partecipato all’assemblea della  
     “Carovana Antimafia” che si è svolta ad Abbiategrasso.

    Il nostro punto di vista

Desidero parlarvi circa la stretta alleanza, che da tempo, è in atto tra le organizzazioni malavitose, le istituzioni locali ed una gran parte di imprenditori senza scrupoli.
Vi narro una storia, accaduta a Magenta, che coinvolge centinaia di lavoratori e le loro famiglie. Anche se è vero che è una storia che molti già conoscono, è anche vero che questa è una storia che molti non hanno capito, una storia  per la quale non si è scritta ancora la parola “fine”.
Una storia che nasce da lontano. Ve lo ricordate Mario Chiesa, il “mariuolo” così chiamato da Bettino Craxi, sì, da quale pulpito!
Mario Chiesa, principe delle mazzette milanesi, dette il via a mani pulite. Fu incriminato e condannato. Durante il carcere si propose come persona recuperata ed appena uscito si trovò un nuovo lavoro. Quale? Quello del traffico di rifiuti tossici. Diventa imprenditore e vince un gara di appalto anche in una grossa azienda magentina, la Novaceta, ex Snia Viscosa.
Novaceta, per la tipologia di lavorazione, ha bisogno di smaltire migliaia di tonnellate di rifiuti industriali codificati, e per farlo, si affida, quindi, ad un pregiudicato. Non abbiamo la certezza di irregolarità commesse da Novaceta, ma fatto è che Mario Chiesa, successivamente, viene nuovamente arrestato, questa volta per traffico di rifiuti. Facciamo un passo indietro, siamo a cavallo del 2004 e 2005, e, attraverso un’operazione finanziaria condotta dai furbetti Gnutti, Consorte ed una cordata Bresciana ( i famosi imprenditori coraggiosi come li definiva D’Alema ) Novaceta viene interessata da una scissione del gruppo Snia. Questa nuova società fallirà successivamente e  vedrà indagati i loro costituendi per bancarotta fraudolenta. Scriverà il P.M. :  "distraevano beni della società per un controvalore pari a 572 milioni di euro. A seguito di questo scorporo societario Novaceta passa ad un altro bresciano. La famiglia Cimatti, leader immobiliare, incastrata nelle società dei furbetti. Costui viene a raccontare di voler continuare la produzione di filato. Capite un’immobiliare che acquista 220.000 m2 di aree libere a ridosso della Milano-Malpensa ed a due passi dal parco del Ticino viene a raccontare di voler costituire a Magenta un Polo tessile! Ci “credono”  i sindacati confederali e le istituzioni del territorio, tranne un consigliere di minoranza del comune di Magenta che con un colpo di mano riesce a far passare in consiglio una mozione che blocca le aree e le vincola in aree industriali. Guarda caso un anno dopo, Cimatti con le sue altre società fallite ed egli stesso condannato per bancarotta fraudolenta, vende le aree, col vincolo, ad Unicredit, i cui vertici ad esempio Palenzona, buon conoscitore delle patrie galere, era già nel consiglio di amministrazione della Norman 95, società di Cimatti e precipitata anch’essa in bancarotta fraudolenta.
Novaceta, intanto con le sue maestranze e con migliaia di clienti sparsi nel mondo, pur tra mille difficoltà create a proposito da una proprietà indegna, non muore. Bisogna quindi trovare un espediente per far fermare quella fabbrica, per rendere così inutile il vincolo industriale sulle aree.
Eh già, Novaceta produce e guadagna anche tanto ma sempre poco rispetto ad una gigantesca speculazione edilizia che, in volumetria, su quelle aree, significa circa 500 milioni di euro!
Bisogna allora fare entrare a man bassa la politica, quella che conta, non servono più i protettori dei furbetti, quelli sono stati messi fuori gioco dalla politica emergente, quella che ha le fondamenta ad Arcore, a Palazzo Grazioli e, in quegli anni, a Palazzo Ghigi.
Cimatti quindi vende anche le attività. Ed indovinate a chi? A Gianni Lettieri presidente di Confindustria Campania e in seguito candidato sindaco PDL a Napoli. Ancora una volta sindacati confederali ed istituzioni locali plaudono al nuovo salvatore di Novaceta. Bastava invece fare un minimo di ricerca di visura camerale per vedere che questo signore rilevava decine di aziende attive per farle fallire e chiudere in breve tempo.
Ma cosa c’entra la politica, e principalmente cosa centrano le organizzazioni mafiose.
Ebbene Gianni Lettieri per sua stessa ammissione dichiara : “Si sono uomo di Nicola Cosentino, ed allora ?” Ricordo, che solo dopo il mandato parlamentare concluso con la caduta del governo Berlusconi, Nicola Cosentino oggi è in galera per collusioni con le organizzazione camorristiche. Ricordo anche che Silvio Berlusconi, dopo che ordinò ai suoi parlamentari di votare contro l’autorizzazione a procedere per l’arresto di Nicola Cosentino, abbracciandolo dichiarò: “per Cosentino, garantisco io!“
Ebbene l’agonia di Novaceta terminò solo quando gli impianti furono indotti a fermarsi poiché i nuovi pa
droni non pagarono più le forniture di materie prime ed in particolar modo quelle del gas metano. Si fermò la centrale di produzione energia e tutto lo stabilimento. Oltre 420 famiglie sul lastrico.
In questi anni i lavoratori si sono assunti l’onere e le responsabilità di trasmettere tutti gli atti alla Procura della Repubblica di Milano. Attendiamo dal  2009 che la Procura di Milano dia un segnale, che ci dia una speranza per recuperare quella dignità calpestata da  un gruppo di delinquenti incalliti e, fino ad oggi, impuniti. Le Istituzioni locali, quelle di ieri come quelle di oggi non hanno speso una sola parola, attendono che tutto termini naturalmente, magari in una prescrizione, come siamo abituati nel nostro Paese. Attendono i tempi per dichiarare quelle aree “dismesse” e “progettare nuove speculazioni” al servizio ed alla mensa dei potenti.
In effetti il tempo della prescrizione è vicino, per questo motivo il Movimento Popolare Dignità e Lavoro ha chiesto all’amministrazione comunale di Magenta, già da un anno, e non è ancora arrivata alcuna risposta ufficiale, di convocare un consiglio comunale aperto attraverso il quale coinvolgere tutti i soggetti che hanno vissuto questa squallida vicenda, riattualizzare le problematiche, anche quelle a carattere ambientale, e principalmente deliberare un nuovo vincolo delle aree, rendendo, in tal modo, vana ogni speranza di prossima futura speculazione.
Ma per fare questo ci vorrebbe tanto coraggio, tanta trasparenza e tanta onestà.

Mario De Luca