sabato 1 giugno 2013

ASSEMBLEA CAROVANA ANTIMAFIA - ABBIATEGRASSO 30 MAGGIO 2013


     Giovedì scorso il Movimento Popolare Dignità e Lavoro ha partecipato all’assemblea della  
     “Carovana Antimafia” che si è svolta ad Abbiategrasso.

    Il nostro punto di vista

Desidero parlarvi circa la stretta alleanza, che da tempo, è in atto tra le organizzazioni malavitose, le istituzioni locali ed una gran parte di imprenditori senza scrupoli.
Vi narro una storia, accaduta a Magenta, che coinvolge centinaia di lavoratori e le loro famiglie. Anche se è vero che è una storia che molti già conoscono, è anche vero che questa è una storia che molti non hanno capito, una storia  per la quale non si è scritta ancora la parola “fine”.
Una storia che nasce da lontano. Ve lo ricordate Mario Chiesa, il “mariuolo” così chiamato da Bettino Craxi, sì, da quale pulpito!
Mario Chiesa, principe delle mazzette milanesi, dette il via a mani pulite. Fu incriminato e condannato. Durante il carcere si propose come persona recuperata ed appena uscito si trovò un nuovo lavoro. Quale? Quello del traffico di rifiuti tossici. Diventa imprenditore e vince un gara di appalto anche in una grossa azienda magentina, la Novaceta, ex Snia Viscosa.
Novaceta, per la tipologia di lavorazione, ha bisogno di smaltire migliaia di tonnellate di rifiuti industriali codificati, e per farlo, si affida, quindi, ad un pregiudicato. Non abbiamo la certezza di irregolarità commesse da Novaceta, ma fatto è che Mario Chiesa, successivamente, viene nuovamente arrestato, questa volta per traffico di rifiuti. Facciamo un passo indietro, siamo a cavallo del 2004 e 2005, e, attraverso un’operazione finanziaria condotta dai furbetti Gnutti, Consorte ed una cordata Bresciana ( i famosi imprenditori coraggiosi come li definiva D’Alema ) Novaceta viene interessata da una scissione del gruppo Snia. Questa nuova società fallirà successivamente e  vedrà indagati i loro costituendi per bancarotta fraudolenta. Scriverà il P.M. :  "distraevano beni della società per un controvalore pari a 572 milioni di euro. A seguito di questo scorporo societario Novaceta passa ad un altro bresciano. La famiglia Cimatti, leader immobiliare, incastrata nelle società dei furbetti. Costui viene a raccontare di voler continuare la produzione di filato. Capite un’immobiliare che acquista 220.000 m2 di aree libere a ridosso della Milano-Malpensa ed a due passi dal parco del Ticino viene a raccontare di voler costituire a Magenta un Polo tessile! Ci “credono”  i sindacati confederali e le istituzioni del territorio, tranne un consigliere di minoranza del comune di Magenta che con un colpo di mano riesce a far passare in consiglio una mozione che blocca le aree e le vincola in aree industriali. Guarda caso un anno dopo, Cimatti con le sue altre società fallite ed egli stesso condannato per bancarotta fraudolenta, vende le aree, col vincolo, ad Unicredit, i cui vertici ad esempio Palenzona, buon conoscitore delle patrie galere, era già nel consiglio di amministrazione della Norman 95, società di Cimatti e precipitata anch’essa in bancarotta fraudolenta.
Novaceta, intanto con le sue maestranze e con migliaia di clienti sparsi nel mondo, pur tra mille difficoltà create a proposito da una proprietà indegna, non muore. Bisogna quindi trovare un espediente per far fermare quella fabbrica, per rendere così inutile il vincolo industriale sulle aree.
Eh già, Novaceta produce e guadagna anche tanto ma sempre poco rispetto ad una gigantesca speculazione edilizia che, in volumetria, su quelle aree, significa circa 500 milioni di euro!
Bisogna allora fare entrare a man bassa la politica, quella che conta, non servono più i protettori dei furbetti, quelli sono stati messi fuori gioco dalla politica emergente, quella che ha le fondamenta ad Arcore, a Palazzo Grazioli e, in quegli anni, a Palazzo Ghigi.
Cimatti quindi vende anche le attività. Ed indovinate a chi? A Gianni Lettieri presidente di Confindustria Campania e in seguito candidato sindaco PDL a Napoli. Ancora una volta sindacati confederali ed istituzioni locali plaudono al nuovo salvatore di Novaceta. Bastava invece fare un minimo di ricerca di visura camerale per vedere che questo signore rilevava decine di aziende attive per farle fallire e chiudere in breve tempo.
Ma cosa c’entra la politica, e principalmente cosa centrano le organizzazioni mafiose.
Ebbene Gianni Lettieri per sua stessa ammissione dichiara : “Si sono uomo di Nicola Cosentino, ed allora ?” Ricordo, che solo dopo il mandato parlamentare concluso con la caduta del governo Berlusconi, Nicola Cosentino oggi è in galera per collusioni con le organizzazione camorristiche. Ricordo anche che Silvio Berlusconi, dopo che ordinò ai suoi parlamentari di votare contro l’autorizzazione a procedere per l’arresto di Nicola Cosentino, abbracciandolo dichiarò: “per Cosentino, garantisco io!“
Ebbene l’agonia di Novaceta terminò solo quando gli impianti furono indotti a fermarsi poiché i nuovi pa
droni non pagarono più le forniture di materie prime ed in particolar modo quelle del gas metano. Si fermò la centrale di produzione energia e tutto lo stabilimento. Oltre 420 famiglie sul lastrico.
In questi anni i lavoratori si sono assunti l’onere e le responsabilità di trasmettere tutti gli atti alla Procura della Repubblica di Milano. Attendiamo dal  2009 che la Procura di Milano dia un segnale, che ci dia una speranza per recuperare quella dignità calpestata da  un gruppo di delinquenti incalliti e, fino ad oggi, impuniti. Le Istituzioni locali, quelle di ieri come quelle di oggi non hanno speso una sola parola, attendono che tutto termini naturalmente, magari in una prescrizione, come siamo abituati nel nostro Paese. Attendono i tempi per dichiarare quelle aree “dismesse” e “progettare nuove speculazioni” al servizio ed alla mensa dei potenti.
In effetti il tempo della prescrizione è vicino, per questo motivo il Movimento Popolare Dignità e Lavoro ha chiesto all’amministrazione comunale di Magenta, già da un anno, e non è ancora arrivata alcuna risposta ufficiale, di convocare un consiglio comunale aperto attraverso il quale coinvolgere tutti i soggetti che hanno vissuto questa squallida vicenda, riattualizzare le problematiche, anche quelle a carattere ambientale, e principalmente deliberare un nuovo vincolo delle aree, rendendo, in tal modo, vana ogni speranza di prossima futura speculazione.
Ma per fare questo ci vorrebbe tanto coraggio, tanta trasparenza e tanta onestà.

Mario De Luca

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