lunedì 29 giugno 2020

Ri-Parco “Bene Comune : “Quando una lotta sociale diventa una beffa (e una vigliaccata)”

Ri-Parco “Bene Comune :
“Quando una lotta sociale diventa una beffa (e una vigliaccata)”

Oggi, dopo molti mesi di silenzio, ho il dovere d’informare i Cittadini in merito a quanto di più assurdo è accaduto in un contesto di progetto sociale, nato e vissuto, per molto tempo, come un esempio costruttivo di socialità e di recupero della dignità sottratta a tanti lavoratori.
Un esempio, quello del Ri-Parco Bene Comune, che ha suggerito, per molti anni di attività e impegno nel nostro territorio, come fosse possibile far rinascere un “non luogo”, obiettivo di interessi speculativi di pochi, in un luogo di aggregazione sociale aperto a tutte ed a tutti.
Un esempio costruito sulla responsabilità e sulla caparbietà di un gruppo di Lavoratori a cui era stato sottratto il posto di lavoro e che avevano deciso di organizzarsi prima in “Movimento” e poi  dar seguito ad un’azione, tanto meritoria quanto efficace, facendo nascere l’associazione Ri-Parco Bene Comune che aveva lo scopo di sottrarre ad un gruppo di se-dicenti imprenditori, una struttura, quella del Cral Novaceta, e di donarla alla Città per rimetterla a disposizione di tutte e di tutti.
Ma ogni progetto sociale, non nasce da solo, non nasce da persone “capitate per caso” oppure, scientemente “capitate”. Un progetto sociale nasce dalle lotte, piccole o grandi, nasce da esperienze , da sofferenze, da responsabilità, da azioni, e nel caso di Ri-Parco Bene Comune, tutto questo ha un solo nome : “ Lavoratori di Novaceta “,  quelle persone a cui, il se-dicente imprenditore ha tolto il posto di lavoro e che, da quei Lavoratori è stato sconfitto sonoramente nelle sedi giudiziarie.
Bene, quei Lavoratori, dopo le lotte in fabbrica, dopo anni di confronti nelle sedi istituzionali ( Regione, Provincia di Milano, Amministrazione cittadina, Prefettura, etc… ) , dopo anni di occupazione e presidio in fabbrica e fuori, quei Lavoratori , così bene descritti e narrati da Michela Giachetta nel suo libro “ Assalto al Cielo “ con determinazione, hanno “ri-occupato” quello che era il loro spazio di aggregazione sociale, con l’unico obiettivo, e ripeto, di ri-consegnarlo alla Comunità magentina.
Dunque, è a quei Lavoratori a cui bisogna sempre fare riferimento.
Queste considerazioni sono necessarie, per ristabilire la verità, deturpata da atteggiamenti e da dichiarazioni di persone che con la storia di Novaceta e delle lotte di cui sopra, non hanno nulla a che vedere. E’ altresì necessario rispondere anche all’incolpevole Michele Bianchi che ha scritto, qualche mese fa, un articolo ( su LABSUS, laboratorio di sussidarietà ) basandosi su narrazioni approssimate, incomplete e spesso fuorvianti.
Tutta la “storia” di Novaceta e Ri-parco è stata scritta da una sola penna, dal 2003 ad oggi. Il progetto speculativo di Cimatti e soci non decolla poiché, nel 2004, una mozione, con cui si chiedeva il vincolo industriale delle aree libere, fu presentata da un Consigliere Comunale che era già dipendente Novaceta e rappresentante sindacale. Insieme ad un altro compagno di lotta, scriveva, pubblicava e distribuiva volantini e giornali di fabbrica in cui si denunciavano i malaffari. Tale “comportamento” comportò il primo licenziamento in assoluto poiché, a dire del padrone, quel sindacalista-consigliere comunale era un  “fomentatore” ! Quella mozione “passò” poiché ben cinque consiglieri di maggioranza, in quell’occasione, furono assenti alla seduta consiliare. La parte restante della maggioranza votò a favore  (sarebbe passata egualmente),  e poi, negli anni si dirà che quella mozione “fu votata all’unanimità” !
Poi, furono sempre quei Lavoratori che scrissero e proposero alla Cittadinanza la petizione con la raccolta di 2000 firme. Occupato il Cral, dal Movimento Popolare Dignità e Lavoro, quei lavoratori costituirono l’Associazione Ri-Parco Bene Comune ed offrirono, nel 2014, la presidenza ad una Compagna, Concetta Covino, mai dipendente Novaceta, ma vicina al presidio dei Lavoratori. Una persona speciale che si prodigava, in modo disinteressato, per alleviare i disagi di chi dormiva nelle tende ed al freddo ed attuava “l’’assalto al cielo”. Concetta era colei che portava, da casa sua, decine di pasti caldi e di bevande, ed aveva sempre una parola di solidarietà verso quei Lavoratori. Dopo Concetta, la presidenza fu offerta, nell’ottica di perseguire la linea di bene comune partecipato ed in quanto tale aperto alla cittadinanza, ad Orazio Maccarone, nel 2016, non dipendente Novaceta ma partecipante alle lotte operaie anche per il trascorso sindacalista.
Se non si ha il coraggio di raccontare le verità dei fatti si rischia di fare retorica strumentale. Orazio era una persona seria ed onesta ma che non ha avuto il tempo di produrre un solo atto a sostegno delle richieste di Ri-Parco. Ha dedicato parte del suo tempo, da pensionato, all’organizzazione di eventi che, purtroppo dopo la sua scomparsa, hanno perso il “senso del bene comune”.
Veniamo quindi ai nostri giorni. Oggi, l’Associazione Ri-Parco Bene Comune non esiste più. Con un colpo di mano, portato avanti da sconosciuti, con l’aiuto e la partecipazione di qualche compiacente ex dipendente Novaceta, che vogliamo ricordare, mentre i Compagni di lotta venivano licenziati perché “fomentatori”, costoro continuavano a “vivacchiare” in fabbrica fino al 2009 sperando che fossero sempre altri ad essere licenziati. Mai un sostegno concreto o morale, mai una parola di solidarietà verso qualcuno che, a tutela delle lotte di tutti, aveva perso il posto di lavoro !  Queste persone, prive di alcun senso di riconoscimento dell’impegno altrui, pensano di poter gestire in autonomia, una conquista destinata, invece, a tutti. Cercano “alleanze” esterne, mascherando interessi privati esibiti come impegno sociale, provocando frizioni interne, in particolar modo con coloro che vedevano un futuro pubblico ed a disposizione di tutti degli spazi.  Accade quindi che, nonostante fosse vigente il tesseramento di Ri-Parco Bene Comune 2019 (circa 90 soci) ed attivo il relativo coordinamento, ad inizio 2020, appena dopo la scomparsa di Orazio, quelle persone organizzano, in autonomia, la “trippata” del 1° febbraio, sicuri della non partecipazione di altri coordinatori in disaccordo. Durante la “trippata” del 1° febbraio, organizzata richiamando solo persone “amiche” e senza informare e richiamare tutti i soci ed i coordinatori assenti, aprono, autonomamente, il tesseramento 2020 e raccolgono 38 adesioni. Solo per riferimento di cronaca, la quasi totalità di queste nuove 38 tessere fanno riferimenti a soggetti appartenenti ad una sezione magentina di un’associazione nazionale e ad alla sezione magentina di un partito politico nazionale. E’ presente, massicciamente, nel coordinamento e nella gestione del social dedicato, anche la Cooperativa Cisliano ( non si capisce a che titolo e con quali meriti ) ed altri sconosciuti che, con le azioni di lotta sopra descritte e con l’appartenenza lavorativa a Novaceta, nulla avevano ed hanno a condividere. Sempre in completa autonomia, convocano, per la settimana successiva, solo quegli iscritti 2020 e “forti” della presenza di 30 iscritti  su 38, senza avvertire gli oltre 90 iscritti 2019, eleggono un nuovo coordinamento, un nuovo presidente ( la stessa persona che solo qualche giorno prima la dichiarava : “ Orazio resterà sempre il nostro Presidente “ ) e creano una nuova associazione denominata Ri-Parco Bene Comune ex Cral.
Questa gravissima operazione, ovviamente, non viene pubblicizzata, dall’auto-nominato nuovo consiglio, poiché è essenziale mantenere l’equivoco e confondere la truffaldina nuova associazione con quella originale, Ri-Parco Bene Comune , che in cinque anni, invece, si è realmente prodigata per il Bene Comune.
C’è da ribadire che il coordinamento auto-nominatosi è composto da persone che con la storia e le lotte dei Lavoratori Novaceta nulla hanno a che vedere. Dal presidente alla maggior parte dei coordinatori. Inoltre, gran parte dei nuovi 30 soci , sono quelli che, storicamente, hanno avversato l’esproprio dell’area ex Cral. Costoro erano “ in maggioranza” in quel Consiglio Comunale, a cui fa riferimento Michele Bianchi, e che votarono contro la mozione di esproprio scritta dalla originale associazione Ri-Parco. Quella, così detta sinistra di governo che votò contro la mozione di esproprio, oggi , in massa, fa parte di questa “nuova “ associazione, di cui può condizionarne il coordinamento e sostenere, paradossalmente, quelle stesse idee che aveva sempre avversato. Basta leggere l’elenco delle 2000 firme raccolte a suffragio della mozione per verificare che non c’è una sola adesione riconducibile a dirigenti di quel partito politico presente alla “trippata” del 1° febbraio.
Infine, per confondere di più le idee alla cittadinanza, la “nuova” associazione mantiene (quasi) lo stesso nome, lo stesso logo, apre una pagina Facebook, denominata ancora  Ri-Parco Bene Comune, curata da un certo Fumagalli Andrea (chi è costui ?) sconosciutissimo nel magentino e sconosciuto nella storia Novaceta e che fa eleggere, nel coordinamento un’altra persona, a lui vicina, una certa Erika Fontana sconosciuta alla storia delle lotte della “nostra” fabbrica ma candidata ad Abbiategrasso come Consigliere Comunale nelle liste di Rifondazione Comunista nel giugno 2017. La presidente, infine, è una certa Oldani Teresa, ex consigliere comunale ( Sinistra Unita ) a Marcallo ( 2004-2009 ), mai dipendente Novaceta.
Gli attuali coordinatori non hanno mai dichiarato esplicitamente che l’Associazione Ri-Parco Bene Comune non esiste più, anzi, facendo finta di nulla, continuano a raccogliere, dai disinformati Cittadini, tessere e consensi. Questi atteggiamenti, indussero, già  il sottoscritto a riferire tali notizie, il 1 giugno u.s., all’Assessora Cattaneo. In quell’occasione dovetti sottolineare che il mio nome non poteva e non doveva essere “associato” a persone che nulla condividevano con le lotte e con la nascita, nel 2014, di “Ri-Parco Bene Comune”.  Il sottoscritto aveva già consegnato, nel novembre 2019, nelle mani dell’Assessora Cattaneo, un piano di ristrutturazione dei servizi Ri-Parco e di “costruzione”  di un luogo a disposizione di tutti. Un normale proseguire di quel progetto che prevedeva un Parco Pubblico per Magenta pubblicizzato anche dall’Amministrazione Comunale precedente in conferenza stampa accogliendo, di fatto, il contenuto della petizione presentata dal Movimento Popolare Dignità e Lavoro. Il progetto del piano di ristrutturazione  prevedeva la costruzione dei servizi igienici, degli spogliatoi, l’allacciamento alla rete acqua, l’allacciamento alla corrente elettrica, la revisione e manutenzione delle strutture sportive, come , ad esempio,  la struttura del campo tennis che, per Legge , ha bisogno di certificazioni di idoneità.
Oggi, invece, le persone presenti all’interno dell’area ex Novaceta, hanno, purtroppo, già riaperto al pubblico, in tempi tragici di Covid-19, uno spazio privo di servizi igienici, privo di acqua corrente, con gli spogliatoi gioco calcio che sono stati per anni colmi di spazzatura. Uno spazio privo di qualunque minima attenzione al contenimento dell’epidemia ancora in forte presenza nel nostro territorio. Non solo, tali persone hanno vanificato alcune soluzioni precedenti , provvisorie, ma efficaci, che consentivano un minimo di attenzione a problematiche di carattere igienico-sanitarie.
Oggi, in questo periodo, queste persone che NON  HANNO NULLA A CHE VEDERE CON L’ASSOCIAZIONE RI-PARCO BENE COMUNE  organizzano per il 5 luglio prossimo, addirittura  un pranzo all’interno di quella struttura che non ha alcun requisito per poter garantire un minimo di sicurezza igienico sanitaria.
Al peggio non c’è mai fine.
Invitiamo tutti gli aderenti all’Associazione Ri-Parco Bene Comune degli anni passati ad attendere sviluppi della vicenda ed avere fiducia nel lavoro di chi, invece, è sempre stato in trincea.
M. De Luca (Movimento Popolare Dignità e Lavoro)