venerdì 24 ottobre 2014

Il Ri-Parco"bene comune",un'occasione persa? :dedicato ai “ragazzi” del Movimento

Leggo nei vostri occhi una grande delusione, leggo però un grande coraggio ed una grandissima voglia di non trasmettere lo sconforto al compagno che vi è vicino. Questo è molto bello.  
Per due mesi avete lavorato con determinazione e passione, sorretti da un sogno “giusto”, ma oggi dovevamo andar via. Certamente manca ancora un perché, forse ne manca più di uno, ma c’è una certezza, quella che con il vostro lavoro, con il vostro entusiasmo avete fatto diventare il “perseguire il Bene Comune “ una cosa semplice ed avete dato un esempio di civiltà.
Personalmente mi scuso con tutti voi per non essere riuscito a raggiungere i risultati a cui ognuno di noi, legittimamente, mirava, ma, in questo momento dovevamo andar via pur restando disponibili a rientrare quando sarà restituita dignità ed autonomia al progetto.
Adesso tocca ad altri. Tocca a chi ha responsabilità sul territorio far si che il lavoro e l’entusiasmo di un gruppo di persone perbene non venga spento dagli interessi, dalla inettitudine e dalla incapacità di chi il “bene comune” lo DEVE perseguire istituzionalmente. Noi abbiamo tutta la pazienza necessaria per attendere, e ci saremo ancora !
Grazie  “ragazzi”.
Mario

giovedì 23 ottobre 2014

Perché andiamo via !

Questa sera i volontari del Movimento, dopo una lunga discussione, hanno deciso di sospendere i lavori di recupero dell'area ex Cral Novaceta, uscire e consegnare le chiavi dei cancelli al Sindaco. Un atto che, tolto di mezzo ogni pretesto (“l'occupazione” .. sic !!!) alla proprietà e nonostante la pessima delibera del Consiglio Comunale, vuole richiamare il Sindaco e l’Amministrazione Comunale al rispetto della richiesta di migliaia di cittadini, per restituire finalmente, come Parco e Centro Sportivo Pubblico,  l'area  ex Cral Novaceta alla Città.

Il gruppo del Movimento Popolare Dignità e Lavoro, lascia il Cral ex Novaceta ma non abbandona il progetto del Ri-Parco “ Bene Comune” , la cui Associazione resta attiva  ed i cui volontari continuano a lavorare, a disposizione dei Cittadini, per il Bene Comune.

Perché andiamo via ?

Andiamo via, innanzitutto perché siamo persone per-bene.
Andiamo via senza forzature, da soli, consapevoli e coscienti.
Andiamo via poiché, in questi due mesi di “occupazione”, abbiamo dimostrato che è possibile perseguire il “Bene Comune”.
Andiamo via poiché, le aspettative di circa 2000 cittadini, che hanno firmato una petizione per l’acquisizione da parte del Comune delle aree, sono state disattese da un’amministrazione comunale sorda ad un messaggio di civiltà, di educazione sociale, di concrete proposte di iniziative mirate al miglioramento della vita in Città.
Andiamo via poiché la nostra mozione di esproprio per consegnare l’area alla Città è stata “sfigurata” da una sinistra che non ci rappresenta e che non fa la sinistra.
Andiamo via poiché quest’amministrazione comunale, non ha ritenuto opportuno, venire in campo ed esprimere pareri, negativi o positivi che fossero.
Andiamo via poiché l’Amministrazione Comunale  ha permesso, senza intervenire formalmente presso l’attuale proprietà, che venisse chiusa l’erogazione dell’acqua in quelle aree.
Andiamo via poiché l’Amministrazione Comunale permette di vivere ad altre persone, senza fissa dimora, che occupavano l’area già prima dell’ingresso del Movimento, al freddo, senza acqua, in condizioni igienico-sanitarie pessime.
Andiamo via poiché, abbiamo esaurito la finalità prefissataci, quella di voler pulire, quasi totalmente, un’area di 14.000 m2 a nostre spese e sacrificando il nostro tempo.
Andiamo via, soddisfatti del nostro lavoro, poiché abbiamo tolto dal degrado ciò che, invece, avrebbe dovuto essere un bel Parco Pubblico.
Andiamo via perché non sopportiamo tutto questo e perché siamo persone per-bene.
Andiamo via restando disponibili a rientrare quando sarà restituita dignità ed autonomia al progetto.
Andiamo via, purtroppo consapevoli, che dopo la nostra uscita, il Parco tornerà nel degrado e nella più completa indifferenza delle istituzioni.

Movimento Popolare Dignità e Lavoro


Per fare chiarezza su una parte della nostra Città.

AREA  “A” - rossa -  ( circa 160.000 m2 )  :   E’ la zona prettamente industriale, dove, cioè , si sono effettuate le lavorazioni del Rayon, del Silene e dei relativi derivati. Se dividiamo questa zona verticalmente, in due parti pressocchè uguali, avremo a sinistra lo stabilimento Novaceta ( 1954 ) ed a destra lo stabilimento Snia Viscosa ( 1924 ) .
Le lavorazioni svolte nei due stabilimenti hanno richiesto, in quasi 90 anni di produzione industriale, un pesantissimo costo in termini di inquinamento industriale. Le lavorazioni Snia Viscosa richiedevano infatti l’utilizzo di Solfuro di Carbonio, di Zolfo, di Piombo, e poi di coloranti per i reparti di tintoria, di collanti e di olii di finissaggio. Inoltre la centrale termoelettrica utilizzava, per la produzione delle acque demineralizzate, quantità enormi ( oltre 1000 kg./ giorno ) di acido cloridrico e soda caustica e di circa 36.000 kg./giorno di olio combustibile, utilizzando ATZ (Alto Tenore di Zolfo )  fino a metà degli anni 80. Successivamente, nonostante che la combustione, utilizzando questo combustibile, fosse vietata, Novaceta lo utilizzò occasionalmente e per questo motivo fu sanzionata dalla Guardia di Finanza ed incappò in una seria denuncia con relativa condanna all’Azienda ed  al dirigente che ne ordinava  l’utilizzo.  
Le cabine di trasformazione di energia elettrica ( 50.000 / 15.000 / 3200 / 380 / 220  Volt ) erano formate da trasformatori elettrici, per oltre 40.000 KVA , contenenti PCB.. (policlorobifenili considerati composti ad elevata tossicità con valori vicini alla diossina).

Tutti gli isolamenti termici, in centrale termoelettrica  ed in stabilimento, venivano realizzati in amianto cemento. Parliamo quindi di diverse centinaia di tonnellate di tali materiali.
A metà degli anni settanta, Snia Viscosa cessa ogni tipo di produzione : LE AREE SU CUI SORGEVA LO STABILIMENTO NON SONO STATE MAI BONIFICATE.

Le lavorazioni Novaceta hanno richiesto, invece, per una produzione media di circa 14.000 tonnellate / anno di filato, un solvente, l’acetone, la cui principale caratteristica ( oltre all’infiammabilità ) è quella della volatilità, per cui i reparti di produzione , se gli impianti di aspirazione funzionavano al meglio, non riuscivano a saturarsi, ma quel gas raccolto veniva riconvogliato in assorbitori che, con un processo di distillazione, restituiva l’acetone con un titolo di purezza molto alto e con una resa che superava il 90%. Cioè tanto per capirci, l’acetone diffuso nei reparti era equivalente a quello che veniva recuperato. Ovviamente i lavoratori hanno lavorato sempre senza alcuna protezione , poiché direzione ed autorità preposte dicevano che non c’erano problemi per la salute. La completa lavorazione , richiedeva poi, coloranti per i reparti di tintoria, collanti e olii di finissaggio. Inoltre la centrale termoelettrica, nel frattempo acquista da Novaceta, utilizzava, per la produzione delle acque demineralizzate, quantità enormi ( oltre 1000 kg./ giorno ) di acido cloridrico e soda caustica. Idem come Snia Viscosa per quanto riguarda il PCB e per quanto riguarda gli isolamenti termici. La  presenza di amianto, in Novaceta, risultava ancora più massiccia a causa delle elevate temperature necessarie nei processi lavorativi ( ad esempio la distillazione dell’acetone e l’asciugatura del filo in filatura ) .

Nel 2009 cessa ogni tipo di produzione : LE AREE SU CUI SORGEVA LO STABILIMENTO NON SONO STATE MAI BONIFICATE.

Su questa area, il Movimento Popolare Dignità e Lavoro, da sempre , ovvero da almeno 15 anni, con alcune persone che oggi fanno parte del Movimento stesso, ha prestato la massima attenzione. Ha mantenuto un’attenzione altissima a tutela dell’ambiente e della salute dei Cittadini. Ha evitato, tramite una denuncia diretta presentata da una persona oggi militante del Movimento, che su Magenta fosse diffusa una cappa ( invisibile ) di agenti inquinanti. Per questi motivi , i militanti del Movimento  hanno subìto l’incredibile gogna del sindacato, e qualcuno ha pagato con licenziamento ed espulsione tramite una illegale mobilità.
Le denunce, ultime, del Movimento hanno portato, da parte della Procura di Milano ad emettere 33 avvisi di garanzia ed a febbraio di quest’anno sono state presentate ulteriori denuncie alla Procura di Busto Arsizio in merito alla movimentazione, secondo noi non corretta, di manufatti contenenti amianto.

Bene, adesso veniamo a “Oggi le comiche”. Su questa area, solo dopo che il Movimento ha posto il problema, con prove tangibili, si sono attivati i controlli delle autorità preposte, dai Carabinieri, alla Guardia di Finanza, alla Polizia Locale, all’ARPA, all’ASL, ed all’amministrazione comunale. Quest’ultima, a seguito di un’ordinanza del Sindaco, nell’agosto 2013, che chiede l’abbattimento di alcuni fabbricati contenenti materiali cemento-amianto, dichiara che su quell’area ha disposto analisi ambientali da ARPA e ASL e che non sussiste alcuna fonte di pericolo, credo riferendosi a fibre di amianto poiché , ad oggi, alcun carotaggio è stato effettuato per rilevare contaminanti nel sottosuolo oppure nei sette pozzi di emungimento acque presenti.
Quindi, secondo l’amministrazione comunale, non sono presenti  fibre di amianto nell’area Snia Viscosa – Novaceta.

Passiamo alla zona B - lilla -  ( circa 45.000 m2 ), oggetto di una recente delibera comunale, che le libera dal vincolo industriale e le inserisce in future possibilità terziarie.
Su quest’area si deve però dire che fu proprio il Movimento a produrre un’osservazione al PGT, accompagnata da oltre 600 firme di magentini. Tale osservazione, accolta, sancì l’inviolabilità e mantenere l’integrità di un metanodotto che l’attraversa, di un elettrodotto e di sei dei sette pozzi d’acqua.
Sempre su quest’area, a metà degli anni ’80, la proprietà ordinò la deforestazione dell’area ( centinaia di alberi secolari ) . Sarebbe opportuno conoscere, finalmente, quale istituzione autorizzò il taglio di alberi. qualcuno. Su quest’area, appunto destinata a terziario, secondo l’amministrazione comunale non è previsto alcun controllo ambientale.

Passiamo alla zona verde , adibita a pista ciclabile ed a piccole aree di sosta. Sviluppo complessivo 3000-4000 m2. Quest’area fu espropriata dal comune di Magenta a costo zero. Anche per quest’area, secondo l’amministrazione comunale, non è previsto alcun controllo ambientale. Quest’area è praticamente tutt’uno con l’area “C” - gialla - e separata solo da una rete metallica a maglia larga.

Passiamo, infine, alla zona “C” - gialla - ( circa 14.000 m2 )  . Su quest’area non c’è presenza di manufatti contenenti amianto, se si esclude una copertura di eternit circa 50 m2, in buone condizioni e già trattata utilizzando le procedure vigenti per l’incollaggio e la messa in sicurezza dei pannelli stessi , su quest’area non c’è mai stato alcuna attività industriale, è stata sempre un’area verde, con presenza di molte decine di alberi secolari, con un campo da calcio, fino a prova contraria, prato verde, con campi di bocce e tennis, e piccole aree con presenza di rovi e rampicanti vari.
Bene, udite udite, roba del 29 settembre scorso, l’amministrazione comunale, solo su questa area, con delibera comunale, vuole procedere al carotaggio ,anche se sono state da sempre adibite a verde. C’è da dire che per almeno gli ultimi cinque anni, da quando la proprietà ha chiuso lo stabilimento, l’amministrazione non si è mai nemmeno posto il problema di quelle aree abbandonate , lasciandole nel degrado più assoluto, non effettuando alcun controllo e di conseguenza non sanzionando in alcun modo la proprietà che avrebbe dovuto, invece, curarne lo stato ed effettuare ogni manutenzione prevista dal normale, civile rispetto del decoro urbano. La grande contraddizione è che la striscia verde adiacente (3-4000 m2) non dovrebbe subire alcun controllo, anche se frequentata giornalmente da centinaia di magentini che utilizzano la pista ciclabile e praticano attività aerobica.
Spieghiamo il mistero: l’area “C”, è quella che non ha subìto lavorazioni secolari inquinanti. Quest’area il Movimento Popolare Dignità e Lavoro, e duemila cittadini, vorrebbe riconsiderarla Parco Cittadino, e far chiedere alla proprietà, dall’amministrazione comunale, l’esproprio per pubblica utilità e restituirla alla Città di Magenta. Ma evidentemente , su quell’area gli amici degli amici hanno altre aspettative ! Lo vengano a spiegare alla Città in un'Assemblea Pubblica ! 

Al di là delle macroscopiche, incomprensibili, contraddizioni in cui si è ficcata l’amministrazione comunale su questa storia, e che ne dovrà dare conto all’opinione pubblica, è evidente una maggioranza inerte, insensibile, arrogante che non ha saputo cogliere le opportunità di collaborazione e competenze che molti cittadini del territorio avrebbero potuto fornire, senza chiedere nulla in cambio. Su una serie importanti di questioni, lavoro, salute e bene pubblico il Movimento ha saputo porre problemi reali, circostanziarne gli eventi, indagare ed arrivare a risultati concreti. E’ profondamente errato, e meschinamente propagandistico, chi associa il Movimento solo alla questione Novaceta. Il Movimento nasce da una costola di un comitato formatosi in Novaceta, ma poi si  arricchisce di uomini e donne del territorio, di nuove competenze, di rinnovato entusiasmo, di energiche lungimiranze. E’ chiaro che tutto  questo ha dato fastidio ad un politica territoriale vecchia, stantia , letteralmente ferma ed incapace proprio sui temi del lavoro, della salute e dell’ambiente.

I risultati del Movimento :

Questione lavoro : sul territorio, negli ultimi anni, si sono persi migliaia di posti di lavoro. Hanno chiuso centinaia di aziende, tra grandi industrie , artigiani, negozianti, senza che sindacato e principalmente la politica abbia mosso un solo dito. Completa indifferenza anche quando, appunto, si chiudevano industrie , ad esempio i nostri fiori all’occhiello Novaceta e Saffa, che contavano migliaia di lavoratori tra dipendenti ed indotto. Il Movimento ha denunciato il malaffare, si è sostituito a politica ed al sindacato, ed ha messo in luce, all’attenzione della Procura di  Milano, le ruberie, ottenendo, per il momento, la registrazione da parte della Procura di 33 avvisi di garanzia e mettendo in prospettiva sacrosanti risarcimenti, da erogare agli ew dipendenti, essendosi già prenotati parte civile nel processo penale che dovrà seguire.

Questione ambiente : mentre i siti industriali venivano smantellati senza alcun controllo efficace da parte delle autorità preposte, era il Movimento che prendeva letteralmente per mano la Polizia Locale di Magenta e l’accompagnava a verificare ciò che accadeva in quei siti. La stessa Polizia Locale doveva così verbalizzare situazioni incontrollate di rimozione amianto, di presenza di molte tonnellate di liquidi pericolosi, di fusti di materiali non identificati, etc. Partiva quindi una campagna di sensibilizzazione e di controlli che non avrebbe avuto luogo senza il contributo del Movimento,  e come se non bastasse, ancora una volta, il Movimento si sostituisce a chi dovrebbe controllare e , con indagini specifiche, denuncia una condizione di assoluta gravità alla Procura di Busto Arsizio, ottenendo, da quanto poi ed ancora oggi si vede, il blocco delle attività pericolose.

Questione salute : una questione che si tende a non dare la dovuta trasparenza. Già durante la gestione Del Gobbo, i militanti oggi appartenenti al Movimento Popolare Dignità e Lavoro, presentarono una mozione in Consiglio Comunale, che fu approvata , che riguardava lo sconto del 20% sui farmaci in fascia “C” , praticabile nelle due farmacie comunali magentine. Tale mozione, forte anche di analoga  legge dello Stato ancora in vigore, è stata letteralmente disattesa dalle stesse amministrazioni e dalle stesse opposizioni che hanno occupato le sedie dell’assise magentina in questi ultimi dieci anni.  Il Movimento ha riproposto qualche mese or sono quella mozione, chiedendo ai Consiglieri, tutti, di ridiscuterla in Consiglio. Diamo atto al consigliere della Lega Nord che ha ripresentato l’interrogazione ed attendiamo le disposizioni dell’Amministrazione Comunale.

Questione Bene Comune : C’è un’area, sul territorio comunale di circa 14.000 m2, su cui, molto verosimilmente, non esiste inquinamento (prova ne è la pista ciclabile-pedonabile di viale Piemonte ( costruita su quell’area ) su cui transitano, per esigenze abitative e per pratica di jogging, centinaia di magentini al giorno). E’ chiaro che quella zona deve essere incontaminata, poiché viceversa, sarebbe molto grave che la precedente amministrazione abbia costruito un percorso su cui transitano donne, uomini e bambini, che praticano attività aerobiche, senza effettuare i dovuti controlli. Ed è ancora più grave che l’attuale  amministrazione, avendo qualche dubbio, ed avendo addirittura ordinato ( nell’agosto 2013 ) la demolizione, a qualche centinaia di metri di distanza, di edifici contenenti amianto, non abbia fatto contestualmente i dovuti controlli ambientali , lasciando transitare, tranquillamente, ignari ed indifesi Cittadini.
Bene, partendo dalla  certezza che i controlli sono stati fatti ed anche dalla conoscenza storica che quell’area non è mai stata oggetto di attività industriali inquinanti, il Movimento, visto che quel parco è stato lasciato per oltre sei anni al degrado più assoluto e diventato preda di balorde frequentazioni occasionali, di fonti di pericolo e di immane degrado, ha deciso di ripulirlo per riconsegnarlo alla Città, previo esproprio previsto dalla Legge, e col consenso di circa 2000 cittadini che hanno firmato la petizione relativa. Le posizioni in consiglio comunale sono quelle note e le nostre considerazioni le abbiamo espresse ad inizio articolo.

Certamente possiamo fare di più, ma non si ricorda, a memoria, altri gruppi o movimenti politici, fuori dalle istituzioni, che a Magenta si siano dati da fare, e per tanti anni, nell’esclusivo interesse dei Cittadini. Certamente ci sono decine di Associazioni sul territorio che svolgono servizi utilissimi e di straordinario interesse ed aiuto alla società. Un grande grazie a tutti i volontari ed un augurio che , in futuro, si possa anche lavorare insieme.

Movimento Popolare Dignità e Lavoro.



venerdì 17 ottobre 2014

L’ignoranza, la conoscenza, la rettitudine !

Alcune volte mi chiedo quando è l’ignoranza, oppure il suo inverso, la conoscenza, che supera l’onestà, la rettitudine, la volontà e l’obbligo, per un politico, di perseguire il “Bene Comune”.
Lunedì 29 settembre, ho fatto qualcosa che normalmente evito di fare: scrivere a rappresentanti istituzionali chiedendo loro una particolare attenzione in merito ad un punto dell’ordine del giorno che avrebbero dovuto votare quella sera stessa.
Ovviamente non mi sono permesso di dare alcuna indicazione di voto, ma ho voluto sottolineare la necessità di un voto, secondo coscienza, per il Bene Comune. Stiamo parlando della mozione , presentata dai consiglieri di NcD, relativa alla possibilità di esproprio di un’area verde, da sempre gestita dai lavoratori di un’azienda storica del territorio magentino, e lasciata, dopo la truffaldina chiusura di quest’ultima, nel degrado più assoluto.
Un degrado totale, sempre segnalato dai volontari del  MPDL, che nell’agosto scorso, rinunciando alle sacrosante ferie estive, hanno deciso di ripulire l’area per restituirla, in qualche modo, alla Città.
Qualcuno sostiene che , l’azione del Movimento Popolare Dignità e Lavoro, sia stata illegale, ma non dice cosa hanno fatto gli altri, in particolare  proprietà ed istituzioni, per evitare il degrado e lasciare che quelle aree, fossero, per davvero, fonte di pericolo per la comunità e sede perpetua di illegalità  (sono state trovate piante di ambrosia, piantagioni di marijuana, escrementi di animali e umani, spazzatura a tonnellate ed evidenti segni di balorde frequentazioni).
Ma ritorniamo in Consiglio Comunale: la situazione appena descritta è stata riportata nell’appello ai Consiglieri, e, i volontari del Movimento hanno atteso, in encomiabile silenzio per ben cinque ore, che i consiglieri si esprimessero. Sono intervenuti tutti i consiglieri di opposizione che con argomentazioni, anche diversificate, hanno espresso opinioni, idee, valutazioni, ed infine,  in nome di quel “Bene Comune”, hanno deciso di votare a favore di un esproprio legittimo, sacrosanto, che non impegnava le casse comunali e che restituiva decoro, ed il Parco,  alla Città di Magenta.
I consiglieri di maggioranza si sono, invece, nascosti dietro un assoluto silenzio, lasciando, al solo consigliere di PRC-CAG, la lettura di una posizione, certamente condivisa tra loro in precedenza, contraria all’esproprio, contraria al comodato d’uso, contraria al Bene Comune e piena zeppa di contraddizioni che, in un’assise seria, avrebbero dovuto essere evitate. E devo dover pensare che la posizione dei consiglieri di maggioranza sia stata assunta solo per ignoranza ( non conoscenza ) e per mancato approfondimento della questione. Pensare altro, mi turba molto di più.

M. De Luca

venerdì 3 ottobre 2014

Una Giunta comunale al capolinea ricorre a misere speculazioni mediatiche.

Oggi, 3 ottobre, la stampa locale ha pubblicato una notizia che non ha ne capo ne coda, quella di cui si parla di “insulti e minacce all’assessore Garegani”.
Un vero e proprio tourbillon di sciocchezze, un vero e proprio attacco ad un gruppo di donne e
uomini che da sempre stanno contribuendo, in maniera tangibile, a fare qualcosa per la Città, a
differenza di una classe politica, inerte, impreparata e che ha bisogno di deviare, attraverso la bugia
mediatica, altre notizie che evidenzierebbero, evidentemente la inadeguatezza di una giunta
comunale ormai arrivata al capolinea.
I fatti, documentati, incontrovertibili sono questi :
Al termine dell’emendamento beffa presentato dal consigliere Vulcano alla mozione di esproprio dell’area Cral ex Novaceta, gli oltre 50 rappresentanti del MPDL che, per gran parte componevano il pubblico presente in consiglio, dopo una seduta fiume di circa 5 ore, durante la quale hanno osservato il più rispettoso silenzio, hanno abbandonato l’aula e durante l’uscita si è sentita solo una, non indirizzata, ma generica disapprovazione.
Solo più tardi, a consiglio chiuso, il Sig. Vincenzo Salvaggio, rivolgendosi al gruppetto del MPDL ancora
stazionante in strada, ha chiesto i motivi del malumore, ma l’ho ha fatto con veemenza, ad alta
voce, non permettendo ad un nostro portavoce di parlare, ripetendo, maniacalmente sempre una
stessa frase, col preciso intento di provocare chi gli era di fronte. Ciononostante, al cittadino
Salvaggio è stato risposto con la proverbiale calma ed educazione che ha contraddistinto il nostro
rapporto con le amministrazioni comunali negli ultimi 10 anni.
Solo successivamente, potrebbe essere stato possibile uno scambio di opinioni tra una Signora di 63
anni ed una ragazza, molto giovane, che fa l’Assessore al Comune di Magenta. L’assessore
Garegnani potrà testimoniare che non c’è stato altro scambio, ne di minacce ne di diversa esplicita
opinione, con i componenti il MPDL. In particolare con i portavoce c’è sempre  stato un esemplare rapporto di correttezza, principalmente nel rispetto della persona.
L’assurdo è, che mentre l’assessore “interessato” smorza i toni, questi sono riaccesi dagli altri due
assessori, probabilmente “interessati” a spostare l’attenzione mediatica su polemiche sterili
anziché rispondere nel merito e, circa a una gravissima situazione amministrativa che sta attanagliando l’intera Città.
E’ chiarissima la provocazione, nei nostri confronti, messa in atto dal vice-sindaco Razzano, che ,
sempre a consiglio ultimato e in strada, lontano dalle presunte schermaglie verbali, e quindi, pur non essendo a conoscenza di cosa fosse accaduto (qualora lo fosse), si rivolge ad un agente della polizia locale e  gli chiede di identificare alcune persone, esprimendosi nel seguente modo :” fate il vostro dovere “. Frase detta in presenza di chi scrive e di numerose altre persone. Un ordine perentorio dato proprio per creare disordini. Un vero esempio di incapacità nello gestire particolari situazioni e di abuso di potere. Tanto è vero che, la presunta “bagarre” nasce, poi, dal fatto che la polizia locale vuole identificare una persona che, nel suo diritto, reclama di voler conoscerne i motivi. Questa persona, appunto la Signora di 63 anni, si sentirà male e chiederà di aver bisogno urgente di recarsi in bagno, fatto negato dall’agente che risponde con una volgarissima espressione (sentita chiaramente dai presenti).
Il fatto grave, è quindi, quello di aver voluto costruire un caso per discreditare il Movimento e le lotte sacrosante che da anni sta portando avanti (denunce su l’amianto in Città, denunce
sulle speculazioni edilizie, richiesta di applicazione dello sconto del 20% sui farmaci da parte delle farmacie comunali, ecc.).
Evidentemente, su questi temi, diamo fastidio, ma non ci faremo intimorire. Continueremo, ancora
più motivati, le nostre lotte.
A questo punto è d’obbligo una risposta anche al segretario di PRC, Alessio Piccin che fa
apprezzamenti su persone che nemmeno conosce. Questa persona che, gran parte dei componenti il
nostro gruppo non ha mai visto, dovrebbe guidare un partito che ha rappresentanti istituzionali in
Città. Un partito che non partecipa ad alcuna azione politica e sociale che riguarda le problematiche
del nostro territorio. Un partito, che negli ultimi 6 anni, sulla questione lavoro ed occupazione non
si è mai fatto vedere ne sentire . Non ha mai dimostrato solidarietà ai lavoratori in lotta, mai uno
scritto, mai una convergenza. Il PRC magentino conta una rappresentanza in Giunta, la cui tessera è
stata confezionata all’ultimo minuto solo per impedire l’entrata in consiglio ad un altro Cittadino
comunque legittimato dal consenso degli elettori. Ma ciò che è più imbarazzante è che  
l’Assessore, non può esprimere le proprie capacità e la propria indipendenza culturale, poiché
letteralmente “stoppata” da un gruppo di invisibili che, con fare, appunto, “fascista e mafioso“ ( tanto
per ripetere gli aggettivi utilizzati da Piccin ) ne condizionano l’autonomia.
Dispiace infine leggere alcuni articoli della stampa locale, pur confezionati con dovizia di
particolari, ma, nei fatti, scritti attingendo le notizie da terzi. “ mi han detto..” mi confesserà
l’autrice di un pezzo, “molto articolato”, e che descrive praticamente quanto è accaduto fuori
dall’aula consiliare. Quella sera, però, non c’era, ne prima ne dopo il consiglio. Ha seguito il
consiglio in “streaming”, e quindi non poteva conoscere quanto accaduto fuori. Il giorno dopo, la
stessa giornalista, mi invia un messaggio per sapere sui presunti incidenti e rispondo, ancora tramite messaggio telefonico : “ … è volata qualche parola solo dopo che Salvaggio ha voluto, fuori dall’aula, spiegare la loro posizione. Sai, è normale che i toni si alzino e qualcuno non ha retto ! “ Ma questa nostra dichiarazione nemmeno è stata riportata !
Un altro cronista, di un’altra testata, colloca in prima pagina “ Operaio Novaceta perde la testa e
urla a un assessore : se ti avvicini, ti meno “. Ci dispiace dover far sapere al giovane cronista che,
anche egli, ha preso le lucciole per lanterne. Il presunto alterco, secondo il cronista sarebbe
avvenuto tra l’assessore ed un operaio Novaceta. Evidentemente la tarda ora provoca effetti
collaterali seri. L’ ”operaiO” è quella Signora 63 enne che, tra l’altro, non è mai stata ne operaia ne dipendente Novaceta!
Due articoli completamente fuorvianti che non dicono come sono andate le cose, eppure, le due
redazioni erano in possesso del nostro comunicato ( inviato loro direttamente il giovedì mattino e
messo in rete già dal mercoledì precedente ) , che hanno ritenuto opportuno non pubblicare.
Ci auguriamo da parte di entrambe le redazioni una serena rivisitazione dei fatti e la pubblicazione
delle adeguate rettifiche.

MPDL

EX CRAL NOVACETA: LA FOGLIA DI FICO DELLA MAGGIORANZA


EX CRAL NOVACETA: LA FOGLIA DI FICO DELLA MAGGIORANZA


Il 29 settembre il Consiglio Comunale ha discusso 1a prima mozione che, in coerenza con le firme 1600 firme dei cittadini, si proponeva di restituire alla sua funzione storica di Parco e Centro Sportivo Pubblico della Città l'area ex Cral Novaceta, sottratta alla Città e abbandonata al degrado con il passaggio della proprietà all'Unicredit, attraverso l'esproprio per pubblica utilità.

In tempi di ristrettezze di bilancio il Movimento aveva avuto cura di offrire all'attenzione degli amministratori e dell'opinione pubblica strumenti per coprire la spesa per l'indennizzo: il ricorso alla partecipazione diretta dei cittadini con forme di azionariato popolare, con sponsorizzazioni private …. oppure a partecipazioni istituzionali con finanziamenti regionali. E anche una ipotesi alternativa: trattare la cessione dell'area in comodato d'uso gratuito (quindi senza mettere in discussione il diritto proprietario dell'Unicredit) e l'affidamento della gestione dell'area ai volontari del Movimento, in gran parte ex operai Novaceta e quindi in continuità con la gestione storica ell'ex Cral.

Con la discussione della mozione d'esproprio sono arrivate subito le brutte sorprese: dall'ass. Salvaggio sono partiti attacchi alla proposta di esproprio prospettando costi astronomici e difficoltà insormontabili ma evitando di confrontarsi con le nostre proposte per il reperimento dei fondi o in alternativa del comodato d'uso. Sua massima preoccupazione era invece sponsorizzare il cambiamento della destinazione d'uso dell'area, che non si sa dove potrebbe portare e che il Sindaco nell'incontro per la consegna delle firme aveva invece escluso in maniera assoluta...

A completare l'opera arriva infine la proposta del consigliere PRC-CAG Vulcano che sarà quella approvata. Anche lui ignora le molte possibilità proposte dal Movimento e affossa definitivamente l'ipotesi di esproprio e anche quella di comodato d'uso, ignora il vincolo – condiviso fino a ieri anche da lui, dal sindaco e dalla maggioranza - ad affidare agli ex operai Novaceta e volontari del Movimento (quelli che attualmente stanno ripulendo l'area!) la gestione dell'ex Cral e.... propone di trattare con l'Unicredit la cessione a titolo gratuito della proprietà dell'area .. ! 

Un'ipotesi che appare poco praticabile per un'Amministrazione che finora non ha avuto la forza di impedire l'abbandono e il degrado dell'area e che appare solo un modo per scongiurare il ricorso all'esproprio e liberarsi di chi, di fronte all'inerzia e al silenzio dell'Amministrazione Comunale, si è presa la responsabilità e il peso di entrare nell'ex Cral a pulire l'area gratuitamente.

Di qui la nostra delusione e la nostra diffidenza, confermata dal silenzio tombale dei 5 consiglieri PD presenti, che non hanno ritenuto nemmeno di motivare il loro voto, e del Sindaco …. Un comportamento che i 1600 cittadini firmatari della petizione non meritavano ...e che non meritavano i volontari che stanno ripulendo il Cral.

Questi comportamenti stimolano il Movimento ad accelerare i tempi per l'apertura al pubblico della parte già risistemata dell'ex Cral e a incalzare l'Amministrazione Comunale perché si arrivi veramente alla restituzione alla Città dell'ex Cral come Parco e Centro Sportivo Pubblico. .

E per iniziare il Movimento denuncia all'opinione pubblica e sollecita ancora una volta l'Amministrazione Comunale a imporre alla proprietà il ripristino della fornitura dell'acqua all'area: ne va della sicurezza dell'area e della zona, ne va delle condizioni di vita dei due senza tetto da quasi un anno accampati nelle docce dell'ex Cral in attesa di una proposta dell'Amministrazione di alloggio civile che non arriva !

Movimento Popolare Dignità e Lavoro
Magenta, 1 ottobre 2014

Nelle foto: i volontari del Movimento al lavoro per ripulire gratuitamente l'ex Cral - 20 agosto 2014