AREA “A” - rossa - ( circa 160.000 m2 ) : E’
la zona prettamente industriale, dove, cioè , si sono effettuate le lavorazioni
del Rayon, del Silene e dei relativi derivati. Se dividiamo questa zona
verticalmente, in due parti pressocchè uguali, avremo a sinistra lo
stabilimento Novaceta ( 1954 ) ed a
destra lo stabilimento Snia Viscosa (
1924 ) .
Le lavorazioni svolte nei due stabilimenti hanno richiesto,
in quasi 90 anni di produzione
industriale, un pesantissimo costo in termini di inquinamento industriale. Le
lavorazioni Snia Viscosa richiedevano infatti l’utilizzo di Solfuro di Carbonio, di Zolfo, di Piombo,
e poi di coloranti per i reparti di tintoria, di collanti e di olii di
finissaggio. Inoltre la centrale termoelettrica utilizzava, per la produzione
delle acque demineralizzate, quantità enormi ( oltre 1000 kg./ giorno ) di acido cloridrico e soda caustica e di
circa 36.000 kg./giorno
di olio combustibile, utilizzando ATZ
(Alto Tenore di Zolfo ) fino a metà degli anni 80. Successivamente,
nonostante che la combustione, utilizzando questo combustibile, fosse vietata,
Novaceta lo utilizzò occasionalmente e per questo motivo fu sanzionata dalla
Guardia di Finanza ed incappò in una seria denuncia con relativa condanna
all’Azienda ed al dirigente che ne
ordinava l’utilizzo.
Le cabine di trasformazione di
energia elettrica ( 50.000 / 15.000 / 3200 / 380 / 220 Volt ) erano formate da trasformatori
elettrici, per oltre 40.000 KVA , contenenti PCB.. (policlorobifenili considerati composti ad elevata
tossicità con valori vicini alla diossina).
Tutti gli isolamenti termici, in centrale termoelettrica ed in stabilimento, venivano realizzati in
amianto cemento. Parliamo quindi di diverse centinaia di tonnellate di tali
materiali.
A metà degli anni settanta, Snia Viscosa cessa ogni tipo di
produzione : LE AREE SU CUI SORGEVA LO
STABILIMENTO NON SONO STATE MAI
BONIFICATE.
Le lavorazioni Novaceta hanno richiesto, invece, per una
produzione media di circa 14.000 tonnellate / anno di filato, un solvente, l’acetone, la cui principale
caratteristica ( oltre all’infiammabilità ) è quella della volatilità, per cui
i reparti di produzione , se gli impianti di aspirazione funzionavano al
meglio, non riuscivano a saturarsi, ma quel gas raccolto veniva riconvogliato
in assorbitori che, con un processo di distillazione, restituiva l’acetone con
un titolo di purezza molto alto e con una resa che superava il 90%. Cioè tanto
per capirci, l’acetone diffuso nei reparti era equivalente a quello che veniva
recuperato. Ovviamente i lavoratori hanno lavorato sempre senza alcuna
protezione , poiché direzione ed autorità preposte dicevano che non c’erano
problemi per la salute. La completa lavorazione , richiedeva poi, coloranti per
i reparti di tintoria, collanti e olii di finissaggio. Inoltre la centrale
termoelettrica, nel frattempo acquista da Novaceta, utilizzava, per la
produzione delle acque demineralizzate, quantità enormi ( oltre 1000 kg./ giorno ) di acido
cloridrico e soda caustica. Idem come Snia Viscosa per quanto riguarda il PCB e
per quanto riguarda gli isolamenti termici. La presenza di amianto, in Novaceta, risultava
ancora più massiccia a causa delle elevate temperature necessarie nei processi
lavorativi ( ad esempio la distillazione dell’acetone e l’asciugatura del
filo in filatura ) .
Nel 2009 cessa ogni tipo di produzione : LE AREE SU CUI SORGEVA LO STABILIMENTO NON
SONO STATE MAI BONIFICATE.
Su questa area, il Movimento
Popolare Dignità e Lavoro, da sempre , ovvero da almeno 15 anni, con
alcune persone che oggi fanno parte del Movimento stesso, ha prestato la
massima attenzione. Ha mantenuto un’attenzione altissima a tutela dell’ambiente
e della salute dei Cittadini. Ha evitato, tramite una denuncia diretta
presentata da una persona oggi militante del Movimento, che su Magenta fosse
diffusa una cappa ( invisibile ) di agenti inquinanti. Per questi motivi , i
militanti del Movimento hanno subìto
l’incredibile gogna del sindacato, e qualcuno ha pagato con licenziamento ed
espulsione tramite una illegale mobilità.
Le denunce, ultime, del Movimento hanno portato, da parte
della Procura di Milano ad emettere 33 avvisi di garanzia ed a febbraio
di quest’anno sono state presentate ulteriori denuncie alla Procura di Busto
Arsizio in merito alla movimentazione, secondo noi non corretta, di manufatti
contenenti amianto.
Bene, adesso veniamo a “Oggi le comiche”. Su questa area,
solo dopo che il Movimento ha posto il problema, con prove tangibili, si sono
attivati i controlli delle autorità preposte, dai Carabinieri, alla Guardia di
Finanza, alla Polizia Locale, all’ARPA, all’ASL, ed all’amministrazione
comunale. Quest’ultima, a seguito di un’ordinanza del Sindaco, nell’agosto
2013, che chiede l’abbattimento di alcuni fabbricati contenenti materiali
cemento-amianto, dichiara che su quell’area ha disposto analisi ambientali da
ARPA e ASL e che non sussiste alcuna fonte di pericolo, credo
riferendosi a fibre di amianto poiché , ad oggi, alcun carotaggio è stato
effettuato per rilevare contaminanti nel sottosuolo oppure nei sette pozzi di
emungimento acque presenti.
Quindi, secondo
l’amministrazione comunale, non sono presenti
fibre di amianto nell’area Snia Viscosa – Novaceta.
Passiamo alla zona B
- lilla - ( circa 45.000 m2 ), oggetto
di una recente delibera comunale, che le libera dal vincolo industriale e le
inserisce in future possibilità terziarie.
Su quest’area si deve però dire che fu proprio il Movimento
a produrre un’osservazione al PGT, accompagnata da oltre 600 firme di magentini.
Tale osservazione, accolta, sancì l’inviolabilità e mantenere l’integrità di un
metanodotto che l’attraversa, di un elettrodotto e di sei dei sette pozzi
d’acqua.
Sempre su quest’area, a metà degli anni ’80, la proprietà
ordinò la deforestazione dell’area ( centinaia di alberi secolari ) . Sarebbe
opportuno conoscere, finalmente, quale istituzione autorizzò il taglio di
alberi. qualcuno. Su quest’area, appunto destinata a terziario, secondo
l’amministrazione comunale non è previsto alcun controllo ambientale.
Passiamo alla zona
verde , adibita a pista ciclabile ed a piccole aree di sosta. Sviluppo complessivo 3000-4000 m2. Quest’area fu
espropriata dal comune di Magenta a costo zero. Anche per quest’area, secondo
l’amministrazione comunale, non è previsto alcun controllo ambientale.
Quest’area è praticamente tutt’uno con l’area “C” - gialla - e separata solo da
una rete metallica a maglia larga.
Passiamo, infine,
alla zona “C” - gialla - ( circa 14.000 m2 )
. Su quest’area non c’è presenza di manufatti contenenti amianto, se si
esclude una copertura di eternit circa 50 m2, in buone condizioni e già trattata
utilizzando le procedure vigenti per l’incollaggio e la messa in sicurezza dei
pannelli stessi , su quest’area non c’è mai stato alcuna attività
industriale, è stata sempre un’area verde, con presenza di molte decine di
alberi secolari, con un campo da calcio, fino a prova contraria, prato verde,
con campi di bocce e tennis, e piccole aree con presenza di rovi e rampicanti
vari.
Bene, udite udite, roba del 29 settembre scorso, l’amministrazione comunale, solo su questa
area, con delibera comunale, vuole procedere al carotaggio ,anche se sono state
da sempre adibite a verde. C’è da dire che per almeno gli ultimi cinque anni,
da quando la proprietà ha chiuso lo stabilimento, l’amministrazione non si è
mai nemmeno posto il problema di quelle aree abbandonate , lasciandole nel
degrado più assoluto, non effettuando alcun controllo e di conseguenza non
sanzionando in alcun modo la proprietà che avrebbe dovuto, invece, curarne lo
stato ed effettuare ogni manutenzione prevista dal normale, civile rispetto del
decoro urbano. La grande contraddizione
è che la striscia verde adiacente (3-4000 m2) non dovrebbe subire alcun controllo, anche
se frequentata giornalmente da centinaia di magentini che utilizzano la pista
ciclabile e praticano attività aerobica.
Spieghiamo il mistero: l’area
“C”, è quella che non ha subìto lavorazioni secolari inquinanti. Quest’area il
Movimento Popolare Dignità e Lavoro, e duemila cittadini, vorrebbe riconsiderarla
Parco Cittadino, e far chiedere alla proprietà, dall’amministrazione comunale,
l’esproprio per pubblica utilità e restituirla alla Città di Magenta. Ma
evidentemente , su quell’area gli amici degli amici hanno altre aspettative ! Lo
vengano a spiegare alla Città in un'Assemblea Pubblica !
Al di là delle macroscopiche, incomprensibili,
contraddizioni in cui si è ficcata l’amministrazione comunale su questa storia,
e che ne dovrà dare conto all’opinione pubblica, è evidente una maggioranza
inerte, insensibile, arrogante che non ha saputo cogliere le opportunità di
collaborazione e competenze che molti cittadini del territorio avrebbero potuto
fornire, senza chiedere nulla in cambio. Su una serie importanti di questioni,
lavoro, salute e bene pubblico il Movimento ha saputo porre problemi reali,
circostanziarne gli eventi, indagare ed arrivare a risultati concreti. E’
profondamente errato, e meschinamente propagandistico, chi associa il Movimento
solo alla questione Novaceta. Il Movimento nasce da una costola di un comitato
formatosi in Novaceta, ma poi si
arricchisce di uomini e donne del territorio, di nuove competenze, di
rinnovato entusiasmo, di energiche lungimiranze. E’ chiaro che tutto questo ha dato fastidio ad un politica
territoriale vecchia, stantia , letteralmente ferma ed incapace proprio sui
temi del lavoro, della salute e dell’ambiente.
I risultati del
Movimento :
Questione lavoro
: sul territorio, negli ultimi anni, si sono persi migliaia di posti di lavoro.
Hanno chiuso centinaia di aziende, tra grandi industrie , artigiani,
negozianti, senza che sindacato e principalmente la politica abbia mosso un
solo dito. Completa indifferenza anche quando, appunto, si chiudevano industrie
, ad esempio i nostri fiori all’occhiello Novaceta
e Saffa, che contavano migliaia di lavoratori tra dipendenti ed indotto. Il
Movimento ha denunciato il malaffare, si è sostituito a politica ed al
sindacato, ed ha messo in luce, all’attenzione della Procura di Milano, le ruberie, ottenendo, per il
momento, la registrazione da parte della Procura di 33 avvisi di garanzia e
mettendo in prospettiva sacrosanti risarcimenti, da erogare agli ew dipendenti,
essendosi già prenotati parte civile nel processo penale che dovrà seguire.
Questione ambiente
: mentre i siti industriali venivano smantellati senza alcun controllo efficace
da parte delle autorità preposte, era il Movimento che prendeva letteralmente
per mano la Polizia Locale
di Magenta e l’accompagnava a verificare ciò che accadeva in quei siti. La
stessa Polizia Locale doveva così verbalizzare situazioni incontrollate di
rimozione amianto, di presenza di molte tonnellate di liquidi pericolosi, di
fusti di materiali non identificati, etc. Partiva quindi una campagna di
sensibilizzazione e di controlli che non avrebbe avuto luogo senza il
contributo del Movimento, e come se non
bastasse, ancora una volta, il Movimento si sostituisce a chi dovrebbe controllare
e , con indagini specifiche, denuncia una condizione di assoluta gravità alla Procura di Busto Arsizio, ottenendo, da
quanto poi ed ancora oggi si vede, il blocco delle attività pericolose.
Questione salute : una
questione che si tende a non dare la dovuta trasparenza. Già durante la gestione
Del Gobbo, i militanti oggi
appartenenti al Movimento Popolare Dignità e Lavoro, presentarono una mozione
in Consiglio Comunale, che fu approvata , che riguardava lo sconto del 20%
sui farmaci in fascia “C” , praticabile nelle due farmacie comunali magentine.
Tale mozione, forte anche di analoga
legge dello Stato ancora in vigore, è stata letteralmente disattesa
dalle stesse amministrazioni e dalle stesse opposizioni che hanno occupato le
sedie dell’assise magentina in questi ultimi dieci anni. Il Movimento ha riproposto qualche mese or
sono quella mozione, chiedendo ai Consiglieri, tutti, di ridiscuterla in
Consiglio. Diamo atto al consigliere della Lega Nord che ha ripresentato
l’interrogazione ed attendiamo le disposizioni dell’Amministrazione Comunale.
Questione Bene Comune
: C’è un’area, sul territorio comunale di circa 14.000 m2, su cui, molto
verosimilmente, non esiste inquinamento (prova ne è la pista ciclabile-pedonabile
di viale Piemonte ( costruita su quell’area ) su cui transitano, per esigenze
abitative e per pratica di jogging, centinaia di magentini al giorno). E’
chiaro che quella zona deve essere incontaminata, poiché viceversa, sarebbe
molto grave che la precedente amministrazione abbia costruito un percorso su
cui transitano donne, uomini e bambini, che praticano attività aerobiche, senza
effettuare i dovuti controlli. Ed è ancora più grave che l’attuale amministrazione, avendo qualche dubbio, ed
avendo addirittura ordinato ( nell’agosto 2013 ) la demolizione, a qualche
centinaia di metri di distanza, di edifici contenenti amianto, non abbia fatto
contestualmente i dovuti controlli ambientali , lasciando transitare,
tranquillamente, ignari ed indifesi Cittadini.
Bene, partendo dalla
certezza che i controlli sono stati fatti ed anche dalla conoscenza
storica che quell’area non è mai stata oggetto di attività industriali
inquinanti, il Movimento, visto che quel
parco è stato lasciato per oltre sei anni al degrado più assoluto e
diventato preda di balorde frequentazioni occasionali, di fonti di pericolo e
di immane degrado, ha deciso di ripulirlo per riconsegnarlo alla Città, previo
esproprio previsto dalla Legge, e col
consenso di circa 2000 cittadini che hanno firmato la petizione relativa.
Le posizioni in consiglio comunale sono quelle note e le nostre considerazioni
le abbiamo espresse ad inizio articolo.
Certamente possiamo fare di più, ma non si ricorda, a
memoria, altri gruppi o movimenti politici, fuori dalle istituzioni, che a
Magenta si siano dati da fare, e per tanti anni, nell’esclusivo interesse dei
Cittadini. Certamente ci sono decine di Associazioni sul territorio che
svolgono servizi utilissimi e di straordinario interesse ed aiuto alla società.
Un grande grazie a tutti i volontari ed un augurio che , in futuro, si possa anche
lavorare insieme.
Movimento Popolare
Dignità e Lavoro.