giovedì 23 ottobre 2014

Per fare chiarezza su una parte della nostra Città.

AREA  “A” - rossa -  ( circa 160.000 m2 )  :   E’ la zona prettamente industriale, dove, cioè , si sono effettuate le lavorazioni del Rayon, del Silene e dei relativi derivati. Se dividiamo questa zona verticalmente, in due parti pressocchè uguali, avremo a sinistra lo stabilimento Novaceta ( 1954 ) ed a destra lo stabilimento Snia Viscosa ( 1924 ) .
Le lavorazioni svolte nei due stabilimenti hanno richiesto, in quasi 90 anni di produzione industriale, un pesantissimo costo in termini di inquinamento industriale. Le lavorazioni Snia Viscosa richiedevano infatti l’utilizzo di Solfuro di Carbonio, di Zolfo, di Piombo, e poi di coloranti per i reparti di tintoria, di collanti e di olii di finissaggio. Inoltre la centrale termoelettrica utilizzava, per la produzione delle acque demineralizzate, quantità enormi ( oltre 1000 kg./ giorno ) di acido cloridrico e soda caustica e di circa 36.000 kg./giorno di olio combustibile, utilizzando ATZ (Alto Tenore di Zolfo )  fino a metà degli anni 80. Successivamente, nonostante che la combustione, utilizzando questo combustibile, fosse vietata, Novaceta lo utilizzò occasionalmente e per questo motivo fu sanzionata dalla Guardia di Finanza ed incappò in una seria denuncia con relativa condanna all’Azienda ed  al dirigente che ne ordinava  l’utilizzo.  
Le cabine di trasformazione di energia elettrica ( 50.000 / 15.000 / 3200 / 380 / 220  Volt ) erano formate da trasformatori elettrici, per oltre 40.000 KVA , contenenti PCB.. (policlorobifenili considerati composti ad elevata tossicità con valori vicini alla diossina).

Tutti gli isolamenti termici, in centrale termoelettrica  ed in stabilimento, venivano realizzati in amianto cemento. Parliamo quindi di diverse centinaia di tonnellate di tali materiali.
A metà degli anni settanta, Snia Viscosa cessa ogni tipo di produzione : LE AREE SU CUI SORGEVA LO STABILIMENTO NON SONO STATE MAI BONIFICATE.

Le lavorazioni Novaceta hanno richiesto, invece, per una produzione media di circa 14.000 tonnellate / anno di filato, un solvente, l’acetone, la cui principale caratteristica ( oltre all’infiammabilità ) è quella della volatilità, per cui i reparti di produzione , se gli impianti di aspirazione funzionavano al meglio, non riuscivano a saturarsi, ma quel gas raccolto veniva riconvogliato in assorbitori che, con un processo di distillazione, restituiva l’acetone con un titolo di purezza molto alto e con una resa che superava il 90%. Cioè tanto per capirci, l’acetone diffuso nei reparti era equivalente a quello che veniva recuperato. Ovviamente i lavoratori hanno lavorato sempre senza alcuna protezione , poiché direzione ed autorità preposte dicevano che non c’erano problemi per la salute. La completa lavorazione , richiedeva poi, coloranti per i reparti di tintoria, collanti e olii di finissaggio. Inoltre la centrale termoelettrica, nel frattempo acquista da Novaceta, utilizzava, per la produzione delle acque demineralizzate, quantità enormi ( oltre 1000 kg./ giorno ) di acido cloridrico e soda caustica. Idem come Snia Viscosa per quanto riguarda il PCB e per quanto riguarda gli isolamenti termici. La  presenza di amianto, in Novaceta, risultava ancora più massiccia a causa delle elevate temperature necessarie nei processi lavorativi ( ad esempio la distillazione dell’acetone e l’asciugatura del filo in filatura ) .

Nel 2009 cessa ogni tipo di produzione : LE AREE SU CUI SORGEVA LO STABILIMENTO NON SONO STATE MAI BONIFICATE.

Su questa area, il Movimento Popolare Dignità e Lavoro, da sempre , ovvero da almeno 15 anni, con alcune persone che oggi fanno parte del Movimento stesso, ha prestato la massima attenzione. Ha mantenuto un’attenzione altissima a tutela dell’ambiente e della salute dei Cittadini. Ha evitato, tramite una denuncia diretta presentata da una persona oggi militante del Movimento, che su Magenta fosse diffusa una cappa ( invisibile ) di agenti inquinanti. Per questi motivi , i militanti del Movimento  hanno subìto l’incredibile gogna del sindacato, e qualcuno ha pagato con licenziamento ed espulsione tramite una illegale mobilità.
Le denunce, ultime, del Movimento hanno portato, da parte della Procura di Milano ad emettere 33 avvisi di garanzia ed a febbraio di quest’anno sono state presentate ulteriori denuncie alla Procura di Busto Arsizio in merito alla movimentazione, secondo noi non corretta, di manufatti contenenti amianto.

Bene, adesso veniamo a “Oggi le comiche”. Su questa area, solo dopo che il Movimento ha posto il problema, con prove tangibili, si sono attivati i controlli delle autorità preposte, dai Carabinieri, alla Guardia di Finanza, alla Polizia Locale, all’ARPA, all’ASL, ed all’amministrazione comunale. Quest’ultima, a seguito di un’ordinanza del Sindaco, nell’agosto 2013, che chiede l’abbattimento di alcuni fabbricati contenenti materiali cemento-amianto, dichiara che su quell’area ha disposto analisi ambientali da ARPA e ASL e che non sussiste alcuna fonte di pericolo, credo riferendosi a fibre di amianto poiché , ad oggi, alcun carotaggio è stato effettuato per rilevare contaminanti nel sottosuolo oppure nei sette pozzi di emungimento acque presenti.
Quindi, secondo l’amministrazione comunale, non sono presenti  fibre di amianto nell’area Snia Viscosa – Novaceta.

Passiamo alla zona B - lilla -  ( circa 45.000 m2 ), oggetto di una recente delibera comunale, che le libera dal vincolo industriale e le inserisce in future possibilità terziarie.
Su quest’area si deve però dire che fu proprio il Movimento a produrre un’osservazione al PGT, accompagnata da oltre 600 firme di magentini. Tale osservazione, accolta, sancì l’inviolabilità e mantenere l’integrità di un metanodotto che l’attraversa, di un elettrodotto e di sei dei sette pozzi d’acqua.
Sempre su quest’area, a metà degli anni ’80, la proprietà ordinò la deforestazione dell’area ( centinaia di alberi secolari ) . Sarebbe opportuno conoscere, finalmente, quale istituzione autorizzò il taglio di alberi. qualcuno. Su quest’area, appunto destinata a terziario, secondo l’amministrazione comunale non è previsto alcun controllo ambientale.

Passiamo alla zona verde , adibita a pista ciclabile ed a piccole aree di sosta. Sviluppo complessivo 3000-4000 m2. Quest’area fu espropriata dal comune di Magenta a costo zero. Anche per quest’area, secondo l’amministrazione comunale, non è previsto alcun controllo ambientale. Quest’area è praticamente tutt’uno con l’area “C” - gialla - e separata solo da una rete metallica a maglia larga.

Passiamo, infine, alla zona “C” - gialla - ( circa 14.000 m2 )  . Su quest’area non c’è presenza di manufatti contenenti amianto, se si esclude una copertura di eternit circa 50 m2, in buone condizioni e già trattata utilizzando le procedure vigenti per l’incollaggio e la messa in sicurezza dei pannelli stessi , su quest’area non c’è mai stato alcuna attività industriale, è stata sempre un’area verde, con presenza di molte decine di alberi secolari, con un campo da calcio, fino a prova contraria, prato verde, con campi di bocce e tennis, e piccole aree con presenza di rovi e rampicanti vari.
Bene, udite udite, roba del 29 settembre scorso, l’amministrazione comunale, solo su questa area, con delibera comunale, vuole procedere al carotaggio ,anche se sono state da sempre adibite a verde. C’è da dire che per almeno gli ultimi cinque anni, da quando la proprietà ha chiuso lo stabilimento, l’amministrazione non si è mai nemmeno posto il problema di quelle aree abbandonate , lasciandole nel degrado più assoluto, non effettuando alcun controllo e di conseguenza non sanzionando in alcun modo la proprietà che avrebbe dovuto, invece, curarne lo stato ed effettuare ogni manutenzione prevista dal normale, civile rispetto del decoro urbano. La grande contraddizione è che la striscia verde adiacente (3-4000 m2) non dovrebbe subire alcun controllo, anche se frequentata giornalmente da centinaia di magentini che utilizzano la pista ciclabile e praticano attività aerobica.
Spieghiamo il mistero: l’area “C”, è quella che non ha subìto lavorazioni secolari inquinanti. Quest’area il Movimento Popolare Dignità e Lavoro, e duemila cittadini, vorrebbe riconsiderarla Parco Cittadino, e far chiedere alla proprietà, dall’amministrazione comunale, l’esproprio per pubblica utilità e restituirla alla Città di Magenta. Ma evidentemente , su quell’area gli amici degli amici hanno altre aspettative ! Lo vengano a spiegare alla Città in un'Assemblea Pubblica ! 

Al di là delle macroscopiche, incomprensibili, contraddizioni in cui si è ficcata l’amministrazione comunale su questa storia, e che ne dovrà dare conto all’opinione pubblica, è evidente una maggioranza inerte, insensibile, arrogante che non ha saputo cogliere le opportunità di collaborazione e competenze che molti cittadini del territorio avrebbero potuto fornire, senza chiedere nulla in cambio. Su una serie importanti di questioni, lavoro, salute e bene pubblico il Movimento ha saputo porre problemi reali, circostanziarne gli eventi, indagare ed arrivare a risultati concreti. E’ profondamente errato, e meschinamente propagandistico, chi associa il Movimento solo alla questione Novaceta. Il Movimento nasce da una costola di un comitato formatosi in Novaceta, ma poi si  arricchisce di uomini e donne del territorio, di nuove competenze, di rinnovato entusiasmo, di energiche lungimiranze. E’ chiaro che tutto  questo ha dato fastidio ad un politica territoriale vecchia, stantia , letteralmente ferma ed incapace proprio sui temi del lavoro, della salute e dell’ambiente.

I risultati del Movimento :

Questione lavoro : sul territorio, negli ultimi anni, si sono persi migliaia di posti di lavoro. Hanno chiuso centinaia di aziende, tra grandi industrie , artigiani, negozianti, senza che sindacato e principalmente la politica abbia mosso un solo dito. Completa indifferenza anche quando, appunto, si chiudevano industrie , ad esempio i nostri fiori all’occhiello Novaceta e Saffa, che contavano migliaia di lavoratori tra dipendenti ed indotto. Il Movimento ha denunciato il malaffare, si è sostituito a politica ed al sindacato, ed ha messo in luce, all’attenzione della Procura di  Milano, le ruberie, ottenendo, per il momento, la registrazione da parte della Procura di 33 avvisi di garanzia e mettendo in prospettiva sacrosanti risarcimenti, da erogare agli ew dipendenti, essendosi già prenotati parte civile nel processo penale che dovrà seguire.

Questione ambiente : mentre i siti industriali venivano smantellati senza alcun controllo efficace da parte delle autorità preposte, era il Movimento che prendeva letteralmente per mano la Polizia Locale di Magenta e l’accompagnava a verificare ciò che accadeva in quei siti. La stessa Polizia Locale doveva così verbalizzare situazioni incontrollate di rimozione amianto, di presenza di molte tonnellate di liquidi pericolosi, di fusti di materiali non identificati, etc. Partiva quindi una campagna di sensibilizzazione e di controlli che non avrebbe avuto luogo senza il contributo del Movimento,  e come se non bastasse, ancora una volta, il Movimento si sostituisce a chi dovrebbe controllare e , con indagini specifiche, denuncia una condizione di assoluta gravità alla Procura di Busto Arsizio, ottenendo, da quanto poi ed ancora oggi si vede, il blocco delle attività pericolose.

Questione salute : una questione che si tende a non dare la dovuta trasparenza. Già durante la gestione Del Gobbo, i militanti oggi appartenenti al Movimento Popolare Dignità e Lavoro, presentarono una mozione in Consiglio Comunale, che fu approvata , che riguardava lo sconto del 20% sui farmaci in fascia “C” , praticabile nelle due farmacie comunali magentine. Tale mozione, forte anche di analoga  legge dello Stato ancora in vigore, è stata letteralmente disattesa dalle stesse amministrazioni e dalle stesse opposizioni che hanno occupato le sedie dell’assise magentina in questi ultimi dieci anni.  Il Movimento ha riproposto qualche mese or sono quella mozione, chiedendo ai Consiglieri, tutti, di ridiscuterla in Consiglio. Diamo atto al consigliere della Lega Nord che ha ripresentato l’interrogazione ed attendiamo le disposizioni dell’Amministrazione Comunale.

Questione Bene Comune : C’è un’area, sul territorio comunale di circa 14.000 m2, su cui, molto verosimilmente, non esiste inquinamento (prova ne è la pista ciclabile-pedonabile di viale Piemonte ( costruita su quell’area ) su cui transitano, per esigenze abitative e per pratica di jogging, centinaia di magentini al giorno). E’ chiaro che quella zona deve essere incontaminata, poiché viceversa, sarebbe molto grave che la precedente amministrazione abbia costruito un percorso su cui transitano donne, uomini e bambini, che praticano attività aerobiche, senza effettuare i dovuti controlli. Ed è ancora più grave che l’attuale  amministrazione, avendo qualche dubbio, ed avendo addirittura ordinato ( nell’agosto 2013 ) la demolizione, a qualche centinaia di metri di distanza, di edifici contenenti amianto, non abbia fatto contestualmente i dovuti controlli ambientali , lasciando transitare, tranquillamente, ignari ed indifesi Cittadini.
Bene, partendo dalla  certezza che i controlli sono stati fatti ed anche dalla conoscenza storica che quell’area non è mai stata oggetto di attività industriali inquinanti, il Movimento, visto che quel parco è stato lasciato per oltre sei anni al degrado più assoluto e diventato preda di balorde frequentazioni occasionali, di fonti di pericolo e di immane degrado, ha deciso di ripulirlo per riconsegnarlo alla Città, previo esproprio previsto dalla Legge, e col consenso di circa 2000 cittadini che hanno firmato la petizione relativa. Le posizioni in consiglio comunale sono quelle note e le nostre considerazioni le abbiamo espresse ad inizio articolo.

Certamente possiamo fare di più, ma non si ricorda, a memoria, altri gruppi o movimenti politici, fuori dalle istituzioni, che a Magenta si siano dati da fare, e per tanti anni, nell’esclusivo interesse dei Cittadini. Certamente ci sono decine di Associazioni sul territorio che svolgono servizi utilissimi e di straordinario interesse ed aiuto alla società. Un grande grazie a tutti i volontari ed un augurio che , in futuro, si possa anche lavorare insieme.

Movimento Popolare Dignità e Lavoro.



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