venerdì 25 maggio 2012

Rimborsi ai partiti? Stiamo scherzando?

Forse non ci siamo capiti, NO vuol dire NO. C' è stato un referendum abrogativo nel '93, attraverso il quale gli italiani hanno votato CONTRO il finanziamento ai partiti, per capirci "NIENTE SOLDI AI PARTITI".
E visto che i nostri occupanti, nullafacenti, di Montecitorio ascoltano sempre i propi cittadini, cosa fanno? Dal '94 a oggi si sono presi, la bellezza di 2,3 miliardi di soldoni di euro, che non si chiamano finanziamenti, ma rimborsi... scusate ma non è la stessa cosa? Cari...oziosi occupanti di Montecitorio, ci prendete in giro?Avete speso 580 milioni per fare cosa?Matrimoni, cene, diamanti, divertimenti vari, auto blu, aerei, viaggi, diplomi, e la lista sarebbe troppo lunga quindi mi fermo qui. Adesso volete tagliare del 50% i contributi elettorali, STIAMO SCHERZANDO? Ripeto, forse non avete capito gli italiani non vogliono darvi neanche 1 centesimo di euro, e sapete perché, semplicemente perché non li meritate cari oziosi, nullafacenti occupanti di Montecitorio.
Io proporrei di farci sentire, con una PACIFICA  manifestazione in piazza o chiamatela come più vi piace,a Roma, Milano, Torino, ovunque, dove ribadiamo e chiediamo:

  1. NO SOLDI AI PARTITI
  2. NUOVA LEGGE ELETTORALE ( da subito senza aspettare altrimenti questi non fanno nulla)
  3. NUOVI PARLAMENTARI 
Mandiamo a casa questa GENTAGLIA!!! Perché questi  si ripresentano, ce li ritroveremo per altri 20 anni, perché la mala erba... non muore mai!!!

Maria Bevacqua


mercoledì 23 maggio 2012

Il “carro” dei vincitori e l’orgoglio della coerenza.

        
Questa mattina, prendendo un caffè, ho incontrato un amico e compagno di antica militanza. Anche se il caffè diventava freddo, per me, napoletano caffèdipendente, era più importante parlare con l’amico-compagno il quale, senza mezzi termini, dopo i risultati elettorali magentini, mi ha espresso il suo disaccordo sulla posizione assunta dal “Movimento Popolare Dignità e Lavoro” durante la campagna elettorale prima, per quanto riguarda le alleanze, ed anche successivamente per le dichiarazioni sul ballottaggio.
Rinnovo, all’amico-compagno, l’invito e la necessità, di un confronto che ha bisogno più tempo di una “pausa caffè” e che deve articolarsi su posizioni pregresse, su contenuti, su programmi e principalmente sulla coerenza di una scelta politica. Le “ammucchiate”, tanto per far vedere che “ci siamo” non servono a niente ed a nessuno, poi, se si perde, ognuno si dilegua per la sua strada ( ed è questo il vero motivo della dissolvenza a sinistra ), se l’ammucchiata vince, tutti salgono sul carro dei vincitori, non sapendo nemmeno su quale carro si è saliti (mi ricorda molto il carro di Troise e Benigni - “non ci resta che piangere“  - sul quale erano costretti a pagare “un fiorino” al doganiere, ogni volta che si spostavano in avanti o indietro !).  
I numeri poi, sono numeri, e se li analizziamo seriamente noteremo che :

- Comune Solidale / MPDL     :prende 510 voti  ( di cui 192 da attribuire a M.P.D.L. )
- Fed / Cantiere Alter. Giov.    :prende 384 voti  (di cui oltre il 50% da attribuire a C.A.G. )

Dai numeri emerge quindi che Comune Solidale e M.P.D.L. hanno avuto non solo consensi di gran lunga maggiori di quanti ne abbiano avuti tutta la cosiddetta Sinistra Unita, ma quei consensi sono stati presi da un elettorato che da tempo aveva abbandonato la politica magentina in generale ed in particolare la sinistra.

Risulta quindi che Fed ( Rifondazione Comunista + Comunisti Italiani ) prende poco più di 190 voti, mentre alle amministrative del 2007 Rifondazione Comunista prendeva, da sola, 292 voti.
Quindi, caro amico e compagno di antica militanza, non solo non siamo rimasti isolati ma abbiamo, in pieno, rispettato il nostro mandato quello, cioè, di cercare nuovi consensi, laddove questa sinistra magentina ha perso e continua a perdere.

Emerge dunque, senza ombra di dubbio, che, per quanto riguarda i numeri, il progetto di M.P.D.L. è valido. Ma non solo, M.P.D.L. è nato dall’esigenza di dover promuovere una nuova scelta politica a seguito delle assurde incongruenze dettate durante la formazione di un’ipotesi di “Sinistra Unita”, incongruenze assorbite dagli elettori e tradotte in uno scarno voto. Forse ci siamo già dimenticati delle polemiche di SEL, prima in disaccordo col progetto per poi ( dopo un anno e solo all’ultimo momento ) appoggiare un candidato sindaco già prescelto da altri. Forse ci siamo già dimenticati che lo SDI prima rivendicava
(giustamente) di partecipare alle primarie del centro-sinistra con un proprio candidato sindaco e poi rinunciava al progetto aderendo ad un’altra lista civica. Forse ci siamo già dimenticati che la cosìdetta “Sinistra Unita” credeva addirittura di vincere le primarie proprio con il candidato auto-propostosi a vice-sindaco e capolista e che raccoglierà, poi,  solo qualche spicciolo di preferenze. Ci siamo forse già dimenticati che il neo consigliere Vulcano (a cui come persona faccio i migliori auguri) dichiarava : “ nessun voto al PD “ ! Forse ci siamo già dimenticati che proprio lo stesso Vulcano partecipava ai presidi di lotta Novaceta e Saffa ed ora dovrà, invece, appoggiare e votare il “business park” che il suo sindaco presenterà sulle aree Saffa e dovrà dare definitivamente via libera alle demolizioni Novaceta : - Ti aspettiamo Manuel, questa volta come consigliere, quindi con più forza, a sostenere i presidi delle due fabbriche magentine ! -
Credete ancora che era possibile far parte di un caotico progetto politico-amministrativo che si preannunciava in completa antitesi con quanto sostenuto dal progetto della vera Sinistra Alternativa ? Vogliamo ricordare i “tabù” mai sfiorati dal PD nel programma e che  Sinistra Unita ha dovuto certificarne e giustificarne l’assenza? Vogliamo parlare di scuole pubbliche e private ? Vogliamo parlare di superstrade ? Vogliamo parlare delle nuove povertà ? Vogliamo parlare delle aree “dismesse” ?

Resta, invece , la grande soddisfazione di aver creato, con risorse economiche eguali a zero ed in tempi strettissimi ( poco più di due mesi )  un movimento nuovo, che ha raccolto tanti consensi, sia in termini di voti ( sottratti anche a destra ) che in termini prettamente politici e di progetto. Abbiamo ricevuto apprezzamenti da giornali locali
( L’Altomilanese ) da giornali regionali ( Il Giorno ) da testate nazionali e di primo piano come quelle di seguito riportate :

Da il “Fatto Quotidiano “ di Nando Dalla Chiesa 6 maggio 2012

Dal Presidio alla lista civica. Con nostalgia

“Certo, nessuno si attende sfracelli. E forse non è tanto importante il risultato, alla fine Magenta non è l’ombelico del mondo. Ma senz’altro ha un senso tutto suo, è senza precedenti la scelta di fare della cassa integrazione un simbolo elettorale, di portarla nelle istituzioni.
Più per ricordare la loro storia e la loro angoscia, più per ribattere quel chiodo che a cinquant’anni un altro lavoro non lo trovi, più per pubblicizzare il piano che hanno elaborato per il futuro dell’azienda, che non per mettersi a fare politica davvero”



Da “L’Espresso “ 10 maggio 2012

“Ci troviamo di fronte ad un fenomeno di democratizzazione e proletarizzazione della politica? Per anni la politica ha cercato di raggiungere la società civile e spesso non ci è riuscita oppure ci è riuscita male, ma ora si sta verificando un processo inverso è la società civile, o meglio, una parte della società civile che vuole entrare nella politica creando scenari inediti e imprevedibili in questo momento. Questo fenomeno si sta manifestando a livello localistico e speriamo che possa manifestare i suoi effetti anche a livello nazionale. La mia speranza è che questa proletarizzazione e democratizzazione della politica possa portare ad un concreto cambiamento prima di tutto nel suo linguaggio e nei valori. Lo scontro politico possa lasciare il posto alla diversità di idee e proposte, che i cittadini non vengano considerati  dei meri consumatori elettorali da accontentarli con progetti e propositi che finiscono nel dimenticatoio finita la campagna elettorale, inoltre la denigrazione dell'avversario deve lasciare il posto alle argomentazioni. “

Questi commenti sono la vera essenza del nostro progetto, che continuerà ad interessare tutto il nostro territorio, sono i giusti riconoscimenti ad un gruppo di persone che hanno assunto come ragione di vita l’orgoglio della coerenza e che non saliranno mai sul carro dei “vincitori” pagando il dazio - “un fiorino” – ad una società borghese, composta da burocrati e legata a schemi obsoleti. Quasi sempre, salendo sul carro del vincitore hai rinunciato alla tua dignità, ai tuoi progetti, alle tue idee e ricadi miseramente in condizionamenti e sudditanze. Un nuovo e coeso progetto politico a Sinistra ? Noi la strada l’abbiamo tracciata ed è quella giusta…
Mario De Luca

venerdì 18 maggio 2012

LETTERA APERTA ALLA REDAZIONE DI “ SETTEGIORNI”.



Egregio Direttore,
il riferimento è il n.20 di venerdi 18 maggio 2012. Grazie per la citazione in prima pagina. Davvero non me lo aspettavo. Dopo un silenzio assordante, nei confronti della lista Movimento Popolare Dignità e Lavoro, durante la campagna elettorale, ormai a giochi fatti, abbiamo l’onore di essere menzionati , ma anche di non poter esercitare il diritto di replica in tempi utili. Certo che essere classificato nella lista dei cattivi non fa certamente piacere anche perché Lei non ha pubblicato il nostro comunicato che, per motivi di collocazione temporale è stato inviato solo ad un giornale on line. Tutte le motivazioni erano poi state pubblicate sul blog del Movimento, ma Lei non ne ha riportato neanche una, anzi mi attribuisce un “ magentini, disertate le urne ! “, cosa che non ho mai detto. Ho spiegato invece il perché gli aderenti al movimento, collegialmente e democraticamente, hanno deciso di non votare.
Il Movimento Dignità e Lavoro, già dall’inizio della campagna elettorale ha sostenuto che non era possibile alcuna identità di intenti ne col PDL ne col PD. Non abbiamo fatto altro che restare coerenti. La scelta di appoggiare Sergio Prato era giustificata proprio da questa intenzione. Capisco che in una società come la nostra la coerenza, l’onestà d’intenti e la chiarezza sono ormai cose rare, e nel merito riporto dichiarazioni, virgolettate, che il suo giornale ha pubblicato oggi. Lega e PDL :
“ Niente accordo, ma votate Viglio “. Luca Del Gobbo :”Se vinciamo, pronti a offrire a Gelli un posto in giunta “. Bertarelli “ candida l’ex Sindaco al Parlamento “.
Se non c’è “voto di scambio” in queste dichiarazioni mi dica di cosa parliamo. Traduciamo per chi non avesse ancora capito : questi signori, prima avversari, oggi si corteggiano e si promettono posti ed incarichi istituzionali se, pur sottraendosi alle direttive politiche centrali, trasferiscono i voti dei propri elettori, ora ad uno o all’altro candidato! Ci sono tutte le posizioni, comprese quelle della lista Basile che, pur “non lo dice ma fa il tifo per… ( come riporta un'altra testata magentina) ” lasciando libertà di scelta. In questa non politica, fatta di interessi, di voti di scambio, di promesse (ne riporto una, e sfido il dichiarante ad un incontro pubblico sul tema, quella di una riqualificazione energetica sull’area Saffa) quasi impossibili a realizzarsi ( almeno in tempi brevi ), adesso il “cattivo” è quello che mantiene una posizione di coerenza e di non compromesso con alcuno !
Si potrebbe obiettare che un dichiarato anti-fascista come il sottoscritto come faccia a rinnegare il diritto al voto. Niente di più falso. Il diritto al voto è frutto delle lotte antifasciste e partigiane e guai a chi osa metterlo in discussione. Anche il NON voto è un diritto che non esclude affatto il primo. Qualcuno dovrebbe spiegare come mai ad oltre 10 milioni di Italiani viene negato il diritto al voto da una legge elettorale che è un vero insulto alla società civile. Dieci milioni di Italiani non possono votare poiché pur non sentendosi rappresentati ne nello schieramento di centro-destra ne in quello di centro-sinistra, non hanno diritto ad esprimere il loro assenso a formazioni minori o diverse. Una soglia di sbarramento ed un premio di maggioranza che hanno permesso, negli ultimi dieci anni, ai due schieramenti di governare ( malissimo ) con un consenso del solo 20% degli italiani ( è questa la vera dittatura che di fatto cancellato il diritto al voto ). E’ questo il vero imbroglio con cui, anche a Magenta, i due schieramenti invocando il “voto utile” hanno monopolizzato il voto su se stessi. Un voto “utile” solo ai pochi addetti alla gestione della cosa pubblica ed un voto, sicuramente, antidemocratico per la maggioranza dei Cittadini.
Mario De Luca

domenica 13 maggio 2012

Elezioni Amministrative a Magenta : 2012

Quando il voto “utile” non solo è inutile ma diventa dannoso.

Si sono concluse da una settimana le elezioni amministrative di
Magenta, ed è ora di fare un bilancio del voto. Non parlo di
analisi del voto, quello lo lasciamo agli esperti di parte la cui conclusione è
una sola : “ abbiamo vinto ! “.
Il bilancio è invece cercare di capire a cosa serve il voto espresso dai cittadini se, i programmi che i due schieramenti hanno preparato per i prossimi cinque anni sono simili e pessimi.
L'imbroglio principale che ha coinvolto i Magentini è stato senza dubbio quello del voto “utile”. Ma utile per che cosa ? Per quali migliorie ? Per chi ?
1.-Sul fronte del territorio entrambi gli schieramenti parlano di (inutili) cementificazioni. Che si parli poi di abitazioni ( inutili ), oppure di logistica ( inutile ), oppure di centri commerciali ( inutili ), oppure di “businees park” (ma cos'è ), non cambia niente. Entrambi i programmi prevedono di utilizzare aree industriali  per far posto ad
insediamenti “ricettivi” !
2.- Sul piano dell'occupazione e del lavoro, per entrambi : zero idee
e zero proposte !
3.- Sul piano dello stato sociale e delle nuove povertà, per entrambi : zero idee e zero proposte !

Poi, un'amministrazione comunale che ripara le buche nelle strade meglio dell'altra, che raccoglie la spazzatura meglio dell'altra, che fa bere l'acqua del rubinetto ai cittadini ( acqua del sindaco ) spacciandola per acqua di sorgente purissima, non sposta di una virgola tutto quanto riguarda i  veri  fabbisogni dei cittadini. Allora non si capisce perchè viene chiamato “voto utile”.

Analizziamo i risultati non considerando quelli del centro-destra, della lista Basile e della Lega Nord poichè relativi ad un'area che non ci appartiene.

Voti al partito :
PD                                    3.326
Sinistra Unita                        384
Comune Solidale                    224
IDV                                      220
SEL                                      210
Movimento Popol.d.L.              136

andiamo adesso a proiettare il reale contributo che le liste hanno dato al proprio candidato sindaco, ovvero quanti voti reali andrebbero attribuiti alle singole liste se tutti gli elettori avessero espresso la lista di preferenza :

PD                                    3.643
Sinistra Unita                        411*
Comune Solidale                    320
IDV                                      239*
SEL                                      232*
Movimento Popol.                   190

analizziamo il contenuto dei 411 voti di Sinistra Unita. E' molto verosimile (con lo scarto di 0,5% ) che il numero è composto per 170 voti al Cantiere giovani e 241 alla Federazione della Sinistra. Adesso dividiamo i 241 voti tra
Rifondazione Comunista e Comunisti Italiani. Facciamo 70% e 30% ?,
quindi a Rifondazione vanno 169 voti ed ai Comunisti Italiani ne vanno 72.
Rivediamo la “classifica” :

PD                                      3.643
Comune Solidale                      320
IDV                                        239
SEL                                        232
Movimento Popol.                    190
Cantiere Giovani                      170
Rifondazione Com.                   169
Comunisti Italiani                      72

Accorpiamo i gruppi omogenei riferendoci sempre ai voti al sindaco :

PD                                      3.643
Com.Solid. / Movim.                 510
Sinist. Unit.                            411*
IDV                                       239*
SEL                                       232*

* risultati superiori a quelli reali , poichè comprendono anche i voti
disgiunti e distribuiti in percentuale ai partiti.

Da questi dati emerge un dato importantissimo, Comune Solidale e
Movimento Lavoratori ( lista nuova nata ) si pone alle spalle del solo PD ed avanti a tutte le altre formazioni. Emerge Cantieri Giovani che supera Rifondazione e Comunisti Italiani.
Emerge la miopia di alcune persone che :
1.hanno affossato il vero progetto di Sinistra Unita Alternativa che avrebbe portato consensi per oltre 1200 voti, con IDV  si arrivava poi ad oltre 1440 portando tale raggruppamento alla terza forza assoluta degli schieramenti
magentini. Con questi numeri si sarebbero vinte le elezioni e la terza
forza avrebbe avuto ampia rappresentanza.
2.Hanno voluto , invece, aderire ad impossibili “primarie”, credendo (?) di vincerle ed invece le hanno perdute miseramente.
3.Hanno proposto un capolista, auto nominatisi vicesindaco, che ha raccolto i voti di famiglia e che è stato surclassato da un giovane emergente ( c.v.d. )
4.Nella migliore delle ipotesi (tanto per capirci nel caso di Invernizzi sindaco) , il solo Manuel Vulcano, potrebbe raccogliere il seggio di consigliere.

Che disastro! Chissà se arriverà qualche dimissione !

Dopo il voto “utile” , parliamo adesso di ballottaggio.
Comune Solidale si è già espresso prendendo le distanze dai due candidati sindaci. La scelta è ovvia, se Comune Solidale avesse
condiviso il programma di uno dei due, non sarebbe mai nata.
Il Movimento Popolare Dignità e Lavoro va oltre:
1.Il centro destra ha governato male la Città di Magenta. Poca o
niente attenzione al sociale, distruzione del territorio, clientelismi,
consulenze, dipendenza assoluta da un governo regionale composto da
indagati e da coinvolti in miserrime vicende di corruzione e di
assoluta “disinvoltura” della gestione della cosa pubblica.
2.Un centro sinistra che ha fatto un'opposizione inerte negli ultimi
dieci anni, vivendo sugli incarichi e sulle presidenze degli enti. Un centro sinistra lontano anni luce dai problemi dell'occupazione e del lavoro, intento, come il centro destra, a perseguire progetti urbanistici e commerciali. Un centro sinistra che deve dare spiegazioni sui comportamenti dei vari Penati, Lusi, Tedesco, solo per nominare i più noti.

Ci dispiace, il Movimento Popolare Dignità e Lavoro prende le distanze dai due schieramenti.  Non può prevalere la legge del meno peggio. Il peggio è
peggio e basta! Il Movimento non parteciperà al voto del 20 maggio prossimo e guarda già con grande attenzione alle prossime consultazioni che interesseranno il territorio, fiducioso in un ulteriore progresso e consenso popolare.
Mario De Luca
 

domenica 6 maggio 2012

Dal presidio alla lista civica. Con nostalgia

di Nando dalla Chiesa | 6 maggio 2012
 
 
Suicidi in serie. O azioni da commandos temerari. Oppure la vita traslocata su un tetto o su una torre. Per disperazione. Ma nell’Italia presa a pugni dalla crisi c’è anche chi prova a lanciare altre forme di protesta. E cerca di portare direttamente in politica la sua angoscia. Approfittando delle elezioni.
Succede oggi a Magenta, 23.500 abitanti nella provincia occidentale di Milano, campo di battaglia risorgimentale dove si affrontano cinque candidati sindaci e dove è spuntata una lista civica impensabile in altri tempi. Si chiama “Dignità e lavoro”. Non “Magenta per noi” o “Insieme per Magenta”, ma proprio “Dignità e lavoro”.
L’hanno costituita i cassintegrati della Novaceta, un’azienda di filo acetato, un tempo leader nel chimico-tessile, seta artificiale, chiusa nel 2008 sull’altare di una grande operazione immobiliare. Uno di quegli affari leggendari (un megaparcheggio, si sussurra) che promettono sviluppo e modernità e intanto lasciano per strada grappoli di operai. Ecco: qui dopo una vicenda intricata, la solita storia di piani di salvataggio e di rilancio, di acquisti e smembramenti, di maghi zurlì che vengono da lontano (nel caso l’imprenditore campano Lettieri), ne sono rimasti per strada 169. Che hanno pensato di candidare al consiglio comunale la propria condizione: “Settecento-venti euro al mese, con il mutuo da pagare, che mi vergogno quando vado a ritirarli, una volta erano 1.300 e un po’ di decoro lo trovavi”.
Certo, nessuno si attende sfracelli. E forse non è tanto importante il risultato, alla fine Magenta non è l’ombelico del mondo. Ma senz’altro ha un senso tutto suo, è senza precedenti la scelta di fare della cassa integrazione un simbolo elettorale, di portarla nelle istituzioni, in un comune in cui il lavoro si fasempre più precario, dove è finita in cassa integrazione pure un’altra grande azienda, la celebre Saffa dei fiammiferi.
Perché in fondo questa vicenda è pur partita con qualche coinvolgimento delle istituzioni. L’han deciso lì, o no?, che era cosa buona e giusta mettere gli immobiliaristi al posto della fabbrica, accanto alla ferrovia che corre da Milano a Novara, vicino alla stazione. E da quel momento, zac, tutto è diventato più facile. Signori, lo stabilimento, classe 1954, allora area Snia Viscosa, chiude. Quasi 200 operai a casa. Ultracinquantenni come Vincenzo, Paolo, Luca, Concetta, Santo e tanti altri. Ma anche trentenni.
Loro ci hanno provato a reagire. Usando i metodi di lotta più tipici della vecchia classe operaia: occupare la fabbrica, andare a manifestare nel centro di Milano, a piazza Affari o davanti a Unicredit, proprietaria delle aree. O usando i metodi di quella nuova, figlia di un dio minore, con un potere contrattuale sempre più debole: salire sui tetti, bloccare l’uscita dei macchinari.
Il primo giorno di lotta è stato il 14 dicembre 2009. Nebbia, freddo, e un filo di paura inconfessata. Da allora, che sia Pasqua Natale o Capodanno, che imperversino le zanzare o fiocchi la neve, il presidio dei cassintegrati della Novaceta è sempre lì. Uno striscione, “AAA. Cercasi imprenditori”, e un cucinino da campeggio che assicura un buon caffè a tutti i visitatori. Spesso anche di notte, racconta Ester Castano, free lance impegnata a fare conoscere questa storia. Talora si improvvisano aperitivi di solidarietà con i viaggiatori che scendono dal treno e passano a salutare.Ad amministrare la cucina frugale e generosaè una donna gentile, la civiltà contadina lombarda nel sangue, la solidarietà delle vecchie corti, si chiama Concetta Covino.
Ha lavorato nella mensa aziendale per vent’anni e dà ristoro anche ora che sta all’aperto. Senti parlare gli operai e cogli una nostalgia che commuove verso il proprio lavoro, le linee di produzione, gli armadietti sfondati (“ma io ci ho lasciato la mia roba, non la tolgo”), la mensa dove “quando sono arrivato nel ‘79 era gremito di gente, si chiacchierava, ci si confrontava”.
C’è Paolo Chianura, che emigrò giovanissimo dal sud per andare a fare il falegname in Germania e che arrivò qui alla fine degli anni settanta. Alto, con la voce roca da fumatore. È una presenza quasi fissa al presidio, dalle sette a mezzanotte, dicono che gli abbia procurato anche qualche problema familiare. Si rammarica che non tutti abbiano capito il senso della resistenza. A Magenta questi operai, eterogeneo frullato di opinioni politiche, hanno deciso di sostenere Sergio Prato, il candidato sindaco più anomalo, un quarantenne frizzante di cultura, presidente di un’associazione contro le discriminazioni etniche e di genere e omosessuale dichiarato. Più per ricordare la loro storia e la loro angoscia, più per ribattere quel chiodo che a cinquant’anni un altro lavoro non lo trovi, più per pubblicizzare il piano che hanno elaborato per il futuro dell’azienda, che non per mettersi a fare politica davvero.
Ricevono la solidarietà dei cittadini che non si voltano dall’altra parte, o quella degli operai della Saffa che anche l’altro giorno si sono uniti a loro. Ma la solidarietà più bella la ricevono dai ferrovieri, le mitiche avanguardie della loro classe. Succede a intervalli quasi regolari. Quando il treno che va verso Milano o verso Novara passa accanto alla fabbrica e sfiora il presidio. Quando il macchinista è di quelli che sanno la storia degli operai accampati ai bordi della ferrovia da più di tre anni. Allora il treno emette un fischio amico. Loro alzano le braccia e salutano. E d’istinto riprendono a sperare