venerdì 24 aprile 2020

ORA E SEMPRE RESISTENZA ! W IL 25 APRILE !

 Voglio raccontarvi una storia vera, una storia di Resistenza, di Coraggio, di Altruismo, di Abnegazione, di Sacrificio, di Amore.
Il centro Città della Napoli storica, via Toledo, giù dai quartieri spagnoli, a due passi tra piazza Carità e piazza Dante. Tra queste due piazze, nel “centro” più popolare e popoloso del centro storico, si trova “ la Pignasecca”, un nugolo di vicoli, di “bassi”, di pescivendoli, di “puteche” che vendono di tutto. Un brulicare di donne e di uomini che da sempre si  mischiano con le donne e gli uomini dei “quartieri alti”, il Vomero,  che raggiungono “ ‘e puteche da Pignasecca” ,per comprare a buon prezzo, utilizzando la Funicolare di Montesanto che collega la collina ed il centro storico in soli tre minuti !
Una strada , parallela alla via Portamedina alla Pignasecca, è la via San Liborio. Una strada a me molto cara, semplicemente perché ci sono nato, in una casa al 5° piano del numero civico 23.  La via San Liborio, viene descritta da un grandissimo Eduardo De Filippo nella sua incommensurabile “Filumena Marturano”. Siamo nell’estate del ’43, precisamente il 9 settembre , anche a Napoli viene affisso il seguente comunicato :
La Repubblica sociale chiama alle armi i giovani delle classi 1923, 1924 e 1925; per chi non si presenta, così come per i militari in forza l’8 settembre, è previsto: pena di morte e rappresaglie contro le famiglie.
“I giovani dai 18 ai 20 anni sono chiamati alle armi per entrare nel nuovo esercito della Repubblica Sociale. Il bando è apparso stamani sui quotidiani e comincia a vedersi nei manifesti affissi sui muri delle città. Non ha firma, ma è attribuito al maresciallo Graziani, ministro della difesa nazionale. Verrà chiamato “bando Graziani”. Con una minaccia mai apparsa in precedenza, né in Italia né altrove, il testo fa capire la generale situazione: “In caso di mancata presentazione dei militari soggetti alla predetta chiamata, oltre alle pene stabilite dalle vigenti disposizioni del codice militare di guerra, saranno presi immediati provvedimenti anche a carico dei capi famiglia”. Tra qualche mese la minaccia sarà aggravata: contro i renitenti alla leva, cioè i giovani delle classi 1923-1924-1925, e i “disertori”, cioè gli ex militari che non si ripresentano ai loro reparti, c’è la pena di morte; e in molti casi la pena sarà eseguita.”
Il civico 23 della via San Liborio è un enorme palazzo di architettura spagnola. E' formato da 6 piani, oltre il livello terra e di altri  4 piani sotto il livello strada, un vero rifugio che si collega con i cunicoli della Napoli sotterranea.
I giovani Napoletani non si presentano ai comandi nazi-fascisti e trovano riparo in quel rifugio naturale, dove, di fatto, stava nascendo quella che diventerà l’insurrezione popolare passata alla Storia come le Quattro giornate di Napoli.
Ma il rifugio sotterraneo, in breve tempo, diventa saturo, c’è bisogno di altri spazi, sicuri, perché in quei giorni squadracce fasciste, conducono i militari tedeschi in quei luoghi, più o meno conosciuti. Il rischio è altissimo, fucilazione immediata.
Si pensa allora di far salire quei giovani ai piani fuori terra, ai piani alti, liberando in parte  “ i rifugi” .  Ma le squadracce nazi-fasciste entrano anche nelle case, e se trovano quei giovani e chi li protegge, non c’è pietà, esecuzioni in massa, immediata, nella stessa strada !
Ma i fascisti ed i nazisti non hanno fatto i conti con Napoli ed i Napoletani. In breve tempo, alcune camere degli appartamenti, in quel di Via San Liborio, vengono letteralmente murate ed all’interno, con sistemi di areazione improvvisati e uscite di “servizio”, ospitano decine di giovani, che aspetteranno solo qualche giorno, il tempo di organizzarsi, di far circolare la notizia di tempi e luoghi, per un’azione sincronizzata in tutta la Città.  Grande Coraggio e determinazione del Popolo Napoletano.
“Quando i napoletani decidono di insorgere contro gli occupanti nazisti, il popolo è stremato da anni di guerra, da privazioni, dalla fame e dalla carestia: tra il 1940 e il 1943, inoltre, Napoli è oggetto di pesanti bombardamenti da parte degli Alleati. La scintilla che accende la rivolta, appunto, il 27 settembre del '43: nel corso di una retata tedesca vengono catturati migliaia di napoletani; centinaia di uomini, così, si armano e danno vita all'insurrezione. Uno dei primi scontri tra i napoletani e i tedeschi avvenne al Vomero, quartiere collinare della città, dove gli insorti arrestarono una vettura nazista, uccidendo il maresciallo alla guida. Sempre al Vomero, i napoletani assaltarono l'armeria di Castel Sant'Elmo e, al termine della prima giornata di scontri, anche gli arsenali delle caserme di via Foria e via Carbonara.”
“Dal 27 al 30 settembre del 1943 i cittadini di Partenope insorsero e, con coraggio e determinazione, da soli cacciarono via le truppe naziste. Quando, il primo ottobre, gli Alleati fecero il loro ingresso in città, la trovarono sì devastata, ma già liberata: Napoli divenne così la prima città in tutta l'Europa occupata a cacciare via i soldati del Terzo Reich. L'intera città, inoltre, è stata insignita della medaglia d'oro al valore militare”.
Ancora oggi i valori della Resistenza, e quelle date del 27 ottobre del ’43 e del 25 aprile del ’45, mi sono sacre ( dette da un ateo sembra un paradosso ) !
La voglia di Resistenza, dalla più “sacra”, appena descritta a quella che cerca di contrastare gli egoismi della nostra società contemporanea, che si schiera nella difesa dei diritti di tutte e di tutti, che sfida i sedicenti “potenti” imprenditori e speculatori , ad esempio nella questione Novaceta, nel nostro territorio, ha visto, ormai da molti anni, il Movimento Popolare Dignità e Lavoro sempre in prima linea. Quest'anno non ci sarà la manifestazione magentina, ma noi ci saremo lo stesso, virtualmente e col cuore, nelle strade, ad onorare  i Partigiani di questo territorio con uno spirito di fratellanza che oggi, una becera politica vorrebbe distruggere.
RESISTENZA SEMPRE  ! 
Mario De Luca

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