mercoledì 5 marzo 2014

L’avventura continua, fino alla vittoria !

Continuano freneticamente tutti i passaggi  per avventurarci nell’ “azione civile”.
Vogliamo chiamarla così, AZIONE CIVILE , poiché quello che stiamo facendo non è solo la ricerca della possibilità di essere risarciti dai danni subìti da un nùgolo di delinquenti che avevano deciso di sottrarci il lavoro, la disponibilità economica e la dignità. La nostra “azione” è un vero e proprio dovere. E’un messaggio che vogliamo dare a tutti i lavoratori italiani.

Prima di fare alcune considerazioni vogliamo tranquillizzare tutti sullo stato dell’arte della vertenza.

Il Movimento Popolare Dignità e Lavoro, sostenuto da un numero di iscritti importante e da attivisti infaticabili e già provvisto di Statuto e di Atto Costitutivo, nonché iscritto al Registro delle Entrate con marchio depositato ed attribuzione di Partita Iva, si disporrà , nelle prossime ore, anche di un Conto Corrente Bancario che avrà essenzialmente lo scopo di registrare ogni movimento atto alla costituzione di quel fondo di solidarietà indispensabile per portare avanti una vicenda giudiziaria lunga e costosa. Non riusciamo proprio a comprendere come altri, che hanno seguìto, imitato e meschinamente emulato la nostra iniziativa, promettano di portare avanti un impegno legale “gratis“. E’ una volgare menzogna ed  una presa in giro clamorosa !

Una causa civile, qualora si celebrasse, costa, e costa anche molto! E’ impossibile immaginare che qualunque studio legale lavori gratuitamente. E’ fondamentale, quindi, avviare una campagna che spieghi alla gente il senso dell’iniziativa e la sensibilizzi sulla necessità di sostenere economicamente una causa giusta i cui valori si chiamano Dignità e Lavoro.  Sappiamo benissimo che la maggior parte dei firmatari l’esposto del 2009 non ha più lavoro e non ha più reddito. Sappiamo benissimo che non potrebbero sostenere un impegno economico oneroso e protratto nel tempo e sappiamo benissimo che , qualora ci fosse la possibilità di un risarcimento, a quei lavoratori non dobbiamo sottrarre neanche un euro! ( cosa che ovviamente non potranno fare altri ). E’ la società tutta che deve provvedere al finanziamento dell’intera vertenza giudiziaria. Ogni aderente, se potrà, quando potrà, lascierà un minimo contributo annuo che sarà registrato e nel caso di vittoria verrà restituito, ma ogni aderente dovrà innanzitutto essere certo di aderire ad un progetto rivoluzionario, un progetto in cui crede ed a cui ha aderito senza condizionamenti. Un progetto “giudiziario”  nato dal 2009 esclusivamente da chi, con caparbietà, nel più completo isolamento, già dal 2003 raccoglieva documenti e prove contro una dirigenza Novaceta palesemente indirizzata verso la dismissione del sito produttivo, ed, a tal proposito, ancora una volta  è importante ricordarlo a chi oggi dimostra di non avere più memoria, che, in quel periodo, ogni soggetto circolante nell’orbita Novaceta ( Istituzioni, Stampa, Sindacato, ed anche una gran parte di dipendenti ) era indiscutibilmente avverso a chi anticipava tragiche strategie che sarebbero state messe in atto da dirigenti disonesti e imprenditori truffaldini. Anticipazioni formulate a testa alta ed a schiena diritta e sostenute solo da qualche compagno di lavoro instancabile e cocciuto (e “stuorto”) come il sottoscritto! Anticipazioni scritte e deposte nelle bacheche dello stabilimento e sistematicamente strappate da una parte, conosciuta, di dipendenti.
Ci ha animato la volontà di credere di “essere nel giusto”, e quella volontà non ci ha mai abbandonato. Abbiamo subìto pressioni e soprusi (destinatari di innumerevoli comunicazioni aziendali punitive, fino alla conclamazione della prima mobilità coatta – 01 gennaio 2006 – un vero “orgoglioso” record ! ). Ci “siamo” battuti nei consigli comunali, nelle aule dei tribunali ( quattro processi ! ), nelle comunicazioni ai media, “abbiamo” scritto e divulgato piani concreti di ripresa aziendale, “abbiamo” organizzato serate di meditazione, di confronto e di svago, chiedendo e ricevendo collaborazione dalla gente comune, da amici e compagni del magentino con cui si sono condivise lotte politiche ed “emozioni sociali”, non finiremo mai di ringraziare Alberto, Alfredo, Betty, Ester, Eugenia, Ezio, Gigi, Giuliana, Manuel, Massimo, Nadia, Paolo, Rocco, Rosalba, Silvia…e tantissimi altri (tutti indicati col solo nome ed in rigoroso ordine alfabetico ) per un elenco lunghissimo.
Questa è la storia di questi anni, scritta indissolubilmente da queste persone, tra cui non abbiamo individuato ne il mondo istituzionale che conta, ne quello sindacale ( che dovrebbe contare ) !

L’altra notizia, importantissima e fondamentale, è quella che saremo sostenuti da un importante studio legale magentino, il cui nominativo sarà comunicato a giorni, dopo aver ricevuto le necessarie autorizzazioni. Gli avvocati hanno già dato inizio all’elaborazione dei primi documenti ed alle relative pratiche. A giorni saremo chiamati per la sottoscrizione delle procure.

L’avventura continua , fino alla vittoria !

Mario

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