domenica 29 marzo 2015

Vale il principio della faccia di bronzo...


Ieri 28 marzo il Movimento Popolare Dignità e Lavoro era presente, con larga e convinta rappresentanza, alla manifestazione per dire no alla devastazione del territorio. La passeggiata Albairate-Abbiategrasso è stata senza dubbio un successo. Tanta gente comune, tante famiglie, tanti bambini. Tutti convinti della inutilità di alcune opere. Tutti coscienti dell’esistenza dell’enorme cassapanca piena di danaro pubblico la cui maggior parte servirà per foraggiare politici ed amministratori corrotti.
Facciamo alcuni esempi.  Uno, quello più eclatante è la Brebemi, 50 chilometri della nuova direttissima da Milano a Brescia che corrono quasi paralleli all'A4 e sono, praticamente, semivuoti. Un’opera, il cui progetto fu avviato 18 anni fa, ed i cui costi sono sempre stati pubblicizzati come investimenti  privati, ma si evita di dire che tanto danaro è arrivato dalla Cassa depositi e prestiti e dalla Banca europea degli investimenti, entrambe pubbliche. Non solo, oggi si chiede, al pubblico, altri 80 milioni di euro, il prolungamento della concessione , da 20 a 30 anni, ed una defiscalizzazione di quasi 500 milioni di euro. Tutto questo per un desolante  massacro di un gran pezzo di campagna lombarda e di un prepotente, legalizzato, esproprio di terreni un tempo coltivati.

Dal Sole 24 Ore del 23 luglio 2014 – di Sara Monaci  “All'inaugurazione hanno partecipato il presidente della Lombardia Roberto Maroni, il presidente della Brebemi Francesco Bettoni, il presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa Giovanni Bazoli e, oltre al premier Renzi, anche i ministri alle Infrastrutture e all'Agricoltura, rispettivamente Maurizio Lupi e Maurizio Martina. Sia Maroni che Bettoni hanno ricordato ciò che ancora manca, e che la società aspetta «con fiducia dal Governo». Si tratta della questione della defiscalizzazione, che per la Brebemi comporterebbe un vantaggio fiscale di quasi 500 milioni “


Ciò che è desolante , ed ovviamente sconcertante, sono le dichiarazioni e gli atteggiamenti dei politici e degli amministratori :  Maroni, presidente della Regione che chiede soldi pubblici ( tanti )  ; Il Governo, con Renzi, Martina e Lupi, quest’ultimo coinvolto nelle ultime vicende di corruzione proprio sulle opere pubbliche e costretto a dimettersi, che si vantano di tagliare il nastro ad un’opera inutile, ed infine, questa è paradossale, il presidente della Brebemi, Bettoni,  è stato per trent’anni presidente dell’Unione provinciale agricoltori di Brescia e a lungo pure di Confagricoltura Lombardia, cioè da una parte toglie la terra agli agricoltori e dall’altra finge di tutelarli ! Un groviglio tra conflitto d’interessi e facce di bronzo !

Sul nostro territorio, parlo proprio del magentino, non siamo da meno proprio con le opere inutili. Gli esempi potrebbero essere tanti, ma voglio raccontarne uno che ha dell’incredibile, almeno per il sottoscritto, forse perché non ha competenze urbanistiche specifiche : Marcallo con Casone, paesino di circa 5000 abitanti, era , fino a qualche anno or sono, collegato, appunto con la “frazione” Casone tramite un ponte, di poche decine di metri, certamente da ristrutturare, percorribile , però, a piedi, in bici , in auto e persino con l’autobus. Dopo le “opere inutili”, per raggiungere Casone da Marcallo è necessario percorrere circa 3,5 kilometri di sopraelevata, ma non solo, questa mega struttura, in confluenza prolungata per oltre 4 kilometri col casello autostradale ( da ex Boffalora ribattezzato, per megalomania, Marcallo, ) confluisce, attraverso una bretella ( inutile e sempre deserta ) impropriamente chiamata “via Padania” ( battezzata in pompa magna da Umberto Bossi alla vigilia della richiesta di rinvio a giudizio, da parte della Procura di Milano per la vicenda della gestione dei fondi della Lega e per appropriazione indebita e truffa allo Stato per circa 40 milioni di euro ) , che a sua volta confluisce , udite udite, nella “circonvallazione di Casone”, praticamente, una strada deserta, che è costata l’esproprio di  terreni agricoli,  per by-passare, la via Jacini ( quattro case ), già a sua volta ...deserta !

A Magenta, poi, come si sa, ci sono aree dimesse per alcune centinaia di migliaia di metri quadrati. Aree che sono difese dalle speculazioni, per l’utilizzo pubblico come aree verdi, strenuamente ed unicamente, da Cittadini comuni, proprio tra quelli che hanno partecipato alla manifestazione di Albairate.

Cittadini , aderenti al Movimento Popolare Dignità e Lavoro, ed altri 2000 firmatari di una petizione, che hanno chiesto al Comune di Magenta di attivarsi affinché quelle aree, già in parte aree verdi, restino tali e non oggetto di future speculazioni edilizie. Questi Cittadini, alla manifestazione di Albairate erano in coda al corteo. Abbiamo notato che , invece, in testa al corteo, c’era una parte di quella politica “nostrana”, che, ostacola il verde pubblico.  Può darsi che sia solo incompetenza, certamente c’è una grande confusione nelle dichiarazioni rese. Vale il  principio della faccia di bronzo: dire cose giuste, per poi fare lo…. !

Sik-Sik




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