martedì 15 novembre 2016

…o ci fanno, o ci sono !




Questa volta parliamo di salute. La salute e la vita dei Cittadini che, una cieca rincorsa al profitto, mette in discussione quotidianamente. Ciò che viene subito in mente sono le mille “terre dei fuochi” sparse un po’ su tutta la nostra penisola. L’inquinamento della sola aria che respiriamo ha dei numeri pesantissimi : ( Fonte : Il Fatto Quotidiano 27.09.2016 ) “ In Italia le morti si attestano intorno alle 21mila, di cui circa 6.400 per cancro ai polmoni, 5.800 per ictus, 8.300 per malattie cardiovascolari. La Penisola conta più vittime rispetto a Francia (11mila), Spagna (6.800) e Regno Unito (16mila).
Non sta meglio il mare italiano. Goletta verde, nelle campionature 2016 denuncia : “Un punto inquinato ogni 54 km di costa. Su 265 campioni di acqua analizzati, il 52% è risultato con cariche batteriche elevate. Circa 25% della popolazione italiana ancora non coperta da depurazione. Scarsa l’informazione ai cittadini: pochi i cartelli di divieto di balneazione e quelli informativi sulla qualità delle acque.”
Non parliamo, poi, dell’inquinamento del sottosuolo. Oltre alla già tristemente nota “terra dei fuochi”, ogni giorno, vengono diffuse notizie come queste :
20 Ott 2016
Traffico illecito di rifiuti, inquinamento ambientale, truffa ai danni dello Stato e abuso d'ufficio: una vasta operazione del Corpo Forestale dello Stato in Abruzzo, a seguito di una inchiesta sul traffico di rifiuti in Basilicata iniziata due anni fa, ha portato al sequestro del depuratore di Chieti Scalo, gestito dal Consorzio di Bonifica...
 03 Nov 2016
"Dopo gli arresti compiuti 15 giorni fa in Abruzzo, è arrivata finalmente anche la prima sentenza della Corte di Cassazione sulla nuova legge sugli ecoreati. Si tratta di due novità fondamentali per la piena applicazione della legge che sta riscontrando sempre più favore tra i rappresentanti delle forze di polizia e della...

Restiamo in Lombardia e ( fonte Corriere della Sera – Luca Rinaldi  01.10. 2015 )
“Terreni contaminati in Lombardia. Anche agricoli. Non è una novità dal momento che da anni proprio la Regione ha fornito al ministero dell’Ambiente ben cinque siti cosiddetti di Interesse nazionale, cioè luoghi in cui la bonifica vista l’entità del danno e il costo dell’intervento è in capo al dicastero di via Cristoforo Colombo a Roma. Sulle aree inserite nell’elenco del ministero insistevano per lo più aziende e imprese che trattavano materiali o scarti pericolosi: i cinque siti individuati sono infatti le aree ex Falck di Sesto San Giovanni, gli impianti Sisas, Carlo Erba Antibioticos, Air Liquid e Ctg di Pioltello e Rodano, la ex Fibronit di Broni, la Caffaro di Brescia e i Laghi di Mantova con il Polo chimico. Altri due siti, le zone di Bovisa e Cerro al Lambro alle porte di Milano, sono invece passati alla competenza della Regione e segnalati dunque come Siti di interesse regionale. Ma non si esauriscono di certo in queste sette aree i veleni lombardi, perché il nuovo elenco rilasciato dall’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente (Arpa) conta ben novecento siti contaminati sparsi per la Regione. Si tratta di aree che vedono la contaminazione di suolo e falda oppure solo di una o dell’altra.”

Magenta, è invece esente da  inquinamento, ovvero, qualora ci fosse stato, negli anni addietro, ad esempio quello del suolo, le aree sono state carotate e bonificate, l’amianto è stato completamente rimosso e la tranquillità delle istituzioni regna sovrana…”ma mi faccia il piacere !”
La scorsa settimana, una seria indagine di un giornale locale ha  riportato che, contrariamente a quanto sosteneva l’assessore del comune di Magenta, all’interno dell’area industriale di viale Piemonte, la presenza dell’amianto è massiccia.
Noi vogliamo ribadire che l’amianto, e probabili altri inquinanti, è presente all’interno della cinta che, ancora oggi, circoscrive quelle aree che sono state oggetto di presenza industriale nel corso degli ultimi 90 anni, ovvero gli stabilimenti di Snia Viscosa e di Novaceta. E’ all’interno di quell’area ( 220.000 m2 ) che giacciono ancora molte tonnellate di amianto friabile ( quello più pericoloso ) e non. E’ inutile che si continuano a chiamarle con nomi diversi, confondendo la gente sui nomi di proprietà diverse, sulle metrature, sul nome del prodotto merceologico. All’interno di quelle aree, e praticamente a ridosso di un'ampia zona, oggetto di ambito di trasformazione del prossimo PGT, c’è ancora amianto e, da accertare, altri inquinanti. Punto. E’ chiaro ?
Se l’assessore non è convinto, se non crede nemmeno ai documenti prodotti  e riportati sulla stampa cittadina, verifichi di persona !  
Saluti. 




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