Siamo stati chiamati “in ballo” più volte. Abbiamo letto cose, strane, ambigue e
solo qualche parziale verità.
Abbiamo anche deciso, da tempo, di non appoggiare alcun
candidato sindaco pur riconoscendo, in qualche soggetto, una ferma volontà di
rinnovare una gestione magentina, già da molti anni, invece, stanca e priva di
progetti seri che possano rilanciare Magenta in un nuovo contesto di
occupazione, di risorse, di lungimiranza.
Crediamo che sia doveroso, da parte nostra, chiarire alcuni
passaggi riportati nelle interviste dei candidati Invernizzi e Minardi, e
vogliamo farlo da “storici” della questione Novaceta e, purtroppo, come
spiegheremo più avanti, da “protagonisti”. Vogliamo discutere in modo asettico,
non inquinati da interessi di partito e / o elettorale.
Riporteremo, virgolettando, alcuni passaggi delle interviste
lette su ‘Magenta Domani’ sottolineando ciò che, secondo noi, ha bisogno di
attenta riflessione.
Subito si legge, un generale commento su “un parco pubblico di 14 mila mq”
, ma si evita di dire che l’idea, la proposta, la battaglia per ottenerlo, la
raccolta firme tra i Cittadini, due mozioni presentate in Consiglio Comunale,
la costituzione di un’associazione di volontari, la pulizia di parte delle aree
togliendole dal degrado, e tanti sacrifici ancora, sono stati solo e soltanto
attivati dal Movimento Popolare
Dignità e Lavoro e dall’Associazione Ri-Parco Bene Comune. Se ci sarà
un Parco Pubblico, non è che l’ha voluto l’amministrazione Invernizzi. L’ha
voluto, invece, l’impegno di un gruppo di volontari suffragati da una risposta
popolare eccezionale e che non conosce uguali in contesti simili. Ed a onore
del vero, la petizione popolare presentata dal Movimento Popolare Dignità e
Lavoro in merito all’ idea di ricavare un Parco Pubblico dall’area Cral
Novaceta, ebbe come uno dei primi appoggi proprio quello di Silvia Minardi, poi
di quasi tutti i Consiglieri di opposizione, di tanti esponenti politici del
territorio, di molti giornalisti, di importanti personalità lombarde e
nazionali, e quello di Marco Invernizzi che però, fu contestato dalla sua
stessa giunta. Tutta la giunta, appunto, tutti i consiglieri di maggioranza
e tutto il PD magentino evitò di sottoscrivere quella richiesta di attenzione e
di interesse verso la propria Città. Avversità che si concretizzò anche
nelle due mozioni a sostegno di un’esproprio dell’area e/o di una concessione
in comodato d’uso, a cui si aggregò, questa volta, con il proprio voto, anche
quella dello stesso Invernizzi. Capite che parlare di Parco Pubblico, come se
fosse stata un’iniziativa di questa giunta è perlomeno, da parte loro,
imbarazzante.
Si legge più avanti : “un pieno recupero produttivo” dell’area è proprio
quello che l’osservazione avanzata dall’associazione “Riparco” proponeva.
Stabilendo una destinazione produttiva dell’area, che il piano di
riqualificazione presentato attuerà, la giunta Invernizzi ha ascoltato i
cittadini.”
Osserviamo intanto che un
insediamento di sola logistica non è attività produttiva ma pura e semplice
attività di distribuzione. Osserviamo che è molto difficile immaginare che quel
tipo di insediamento “garantirà la
qualità della vita al quartiere nord” con
un aumento del traffico commerciale e lo stravolgimento dell’area.
Non si dice, poi, che l’Associazione Riparco Bene Comune (ed
il Movimento Popolare Dignità e Lavoro), vanno oltre la semplice proposta del “recupero produttivo”, che , detto così,
ha il sapore di semplice propaganda utilizzando, infatti, termini generici e
vaghi. Il MPDL e l’Associazione Ri-parco, chiedendo il recupero produttivo, fa
riferimento anche a precisi impegni assunti dall’amministrazione comunale di
centro destra ( Del Gobbo ) e di centro sinistra ( Invernizzi ), di accordi ufficiali
sottoscritti da tutti ( comune di
Magenta, provincia di Milano, regione Lombardia, sindacati, proprietà ) mirati
al recupero occupazionale degli ex dipendenti Novaceta, qualora su quelle aree
si collocassero nuovi insediamenti produttivi. Questo particolare non viene mai
evidenziato ma, ovviamente, siamo in possesso dei documenti ufficiali
sottoscritti dalle parti ed è bene che soggetti attuali e quelli futuri se ne
ricordino.
Un passaggio “tragico-comico” che leggiamo, dichiarato da
Marco Invernizzi è quel :” noi non ci
permettiamo di giudicare chi viene a investire e fare impresa a Magenta “.
Mi sembrano quelle “ultime parole famose” che pubblicava un rotocalco di
qualche anno fa. Quelle ultime parole, pronunciate dalla giunta Del Gobbo (
primo mandato ) quando coloro che vennero ad investire e fare impresa a
Magenta, non furono, appunto, ne “letti” ne giudicati, infatti causarono la
chiusura di Novaceta, mandando a casa 400 famiglie, e provocarono una
bancarotta fraudolenta da circa 80 milioni di euro, trascinando nella
disperazione, oltre alle famiglie dei dipendenti anche decine di imprese del
territorio che di indotto Novaceta vivevano. Ancora oggi, ricordiamo i sorrisi
a trentadue denti e le strette di mano tra l’allora Sindaco ed Assessore e gli
attuali imputati nel processo penale.
Chiediamo pertanto al Dott. Invernizzi di non ripetere quell’errore fatale ed, invece, di investigare ed esprimere giudizi consapevoli su chi chiede di investire e fare impresa a Magenta, come si dice :” Errare humanum est, perseverare autem diabolicum “. Minardi , se traccia un parallelo con la vicenda Lindt, altra balla e bolla elettorale, non fa altro che esprimere un serio giudizio critico ed evidenziare una vicenda che non ha dato lustro alla nostra Città.
Non condividiamo un aggettivo utilizzato dall’attuale Sindaco quando definisce “vecchia fabbrica” quella Novaceta che solo qualche anno fa era leader mondiale nella produzione del filo di acetato. Quel mercato fu, per Novaceta, ulteriormente vantaggioso proprio dal 2009, anno in cui chiuse i battenti, e che, invece segnava un anno di vendite record a causa proprio del ritiro dal mercato mondiale di due dei principali competitor. Novaceta aveva impianti nuovi e tecnologicamente all’avanguardia. Lo dimostra l’installazione, nel 2003, di due linee di filatura completamente automatizzate che producevano un filato “tinto in pasta” e già “ritorto”, vera unica, ricercatissima specialità mondiale! Ecco, egregio signor Sindaco, quello “spazio estesissimo” non avrebbe dovuto esserci, doveva funzionare, ancora oggi, una fabbrica modello, che generava reddito e che è stata distrutta solo per alimentare interessi ed egoismi esagerati.
Ancora una precisazione, non ci giuriamo sul fatto che “sono state già rimosse oltre 700 tonnellate di amianto e fibre aerovetrose nocive”, perché sarebbe opportuno sapere dove sono state smaltite queste 700 tonnellate , sappiamo invece, con certezza, che ancora molte centinaia di tonnellate di amianto sono presenti all’interno delle aree industriali e che sono collocate all’interno di quei perimetri che dovrebbero ospitare i nuovi insediamenti. Chi bonifica ? Perché non vengono convocate le proprietà ed obbligate ad operare le bonifiche previste per legge ? Perché l’attuale amministrazione comunale rifiuta la collaborazione degli ex lavoratori Novaceta nell’ identificare le ( ampie ) zone certamente da bonificare ? Perché si rischia un collasso del progetto ?
Dunque, non è proprio vero che “Il PGT è stato un lungo percorso che l’amministrazione Invernizzi ha scelto di fare insieme ai cittadini” .
Infine, la comica sul “comodato d’uso” del futuro Parco Pubblico: il Consiglio Comunale l’aveva approvato come richiesta all’Unicredit due anni fa, l’associazione Ri-Parco, l’ha chiesto al Comune, ma in tutti e due i casi dall’Amministrazione Comunale nessuna risposta!
Movimento Popolare Dignità e Lavoro
* le foto selezionate sono del marzo 2017
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