lunedì 11 novembre 2013

La storia del capitalismo è la storia della pirateria organizzata da pochi che si appropriano del lavoro di molti. ( Ernesto Che Guevara )


Quest’anno, ricorre il quarto anno da quando Novaceta è stata costretta a chiudere a causa dell’ingordigia e dell’egoismo del genere umano. Non sono parole grosse o “già fatte”, è proprio così. Oggi la società in cui viviamo è sempre più preda di speculatori, di gente senza scrupoli che utilizza il potere del danaro per costruire più danaro. E’ ormai accertato che in Italia, il 10% della popolazione detiene il 50% dell’intera ricchezza del Paese, eppure questa gente non è mai sazia. Continua ad “investire” il danaro in operazioni speculative, protette da una classe politica corrotta e collusa. Ecco, quindi, che il cerchio si chiude. I ricchi diventano sempre più ricchi ed il resto del Paese diventa sempre più povero. Anche quest’ultima affermazione non è una frase fatta. Ognuno di voi, ognuno di noi, provi a pensare come, oggi, non possiamo più concederci ciò che era “normale” fino a qualche decina di anni or sono. Sfido qualunque coppia di giovani, che vivono del solo lavoro (qualora l’avessero) a mettere da parte un po’ di soldi per un progetto “casa”, oppure per concedersi un periodo di ferie estive spensierate, oppure un cambio di guardaroba, oppure concedersi “la pizza” al sabato sera con la famiglia. Chi ci governa, invece, non ha minimamente la percezione di quanto possa essere difficile “arrivare a fine mese” per la gente normale. Chi ci governa riceve uno stipendio almeno quindici, venti volte superiore a quello di un bravo operaio o di un impiegato, come potrebbe, quindi, avvertire le stesse difficoltà del Cittadino comune ? Chi ci governa, poi, nella maggior parte dei casi, diventa presto un ingranaggio malefico di un sistema perverso ed ingordo. Sempre alla ricerca del danaro, sempre di più, sempre di più. Si arriva quindi ai paradossi : il ministro che possiede un appartamento al Colosseo ma non sa chi glielo ha comprato, il governatore che fa le vacanze gratis ai Caraibi, il consigliere rampollo che “acquista” la laurea in Albania , un Presidente del Consiglio che evade le tasse per centinaia di milioni di euro ! Poi, anche se “beccati” in flagrante o condannati con sentenza definitiva, non si dimette nessuno. Ognuno resta al proprio posto, alla faccia degli esodati, dei cassintegrati, di quelli in mobilità, dei disoccupati ed dei giovani senza futuro e prospettive.
Non si dimette nemmeno la Ministra Cancellieri. Sostiene, infatti, che la sua telefonata, fatta alla convivente di un pregiudicato e quest’ultimo capostipite di una famiglia tutta coinvolta in gravi problemi giudiziari, è “umanitaria”. Una telefonata “umanitaria” con la quale esprime la sua solidarietà a persone che stanno in galera. Lei, il Ministro della Giustizia, che telefona all’unico componente di una famiglia i cui membri sono tutti in galera ed un altro è latitante, esprimendo solidarietà  e promettendo di impegnarsi in prima persona per far ottenere gli arresti domiciliari ( quasi sempre in ville dorate ) a quelle “povere” , conosciute e frequentate , persone. Lei, il Ministro della Giustizia, che esprime pareri negativi ( anche per reati così gravi come quelli commessi dalla famiglia Ligresti ) sulla carcerazione preventiva e poi non muove un dito per quelle migliaia di rifugiati e migranti , rinchiusi nei centri di accoglienza e subito “incriminati” per “immigrazione clandestina”. Lei, il Ministro della Giustizia che non ha mai espresso un parere sulle morti in carcere degli Aldovrandi, dei Cucchi e delle centinaia di persone suicide nelle carceri italiane.
Lei, il Ministro della Giustizia, che non parla delle collusioni con la famiglia Ligresti, non parla di suo figlio assunto per un anno da Ligresti e liquidato con 3,6 milioni di euro. Non parla della sua frequentazione trentennale con una famiglia il cui dominus è un pregiudicato. Non parla degli scandali che ha visto coinvolta direttamente la sua famiglia ( suo marito ) nello scandalo delle fustelle false dei farmaci. Non parla dell’arresto di suo marito. Parla, invece, di “umanità” per la rampolla di Ligresti , dove quest’ultimo, e vogliamo ricordarlo, è stato anche uno degli ultimi proprietari di quote nel giro delle società che avevano rilevato Novaceta. E  l’umanità e la solidarietà per i dipendenti di Novaceta dove la mettiamo ?  Questi sì che possono e devono essere “invisibili “ !

C’è bisogno, nel nostro Paese, non solo di una presa di coscienza, ma di partecipazione, di ribellione verso una società di furbi, d’intrallazzatori, di delinquenti. E non è vero che ci si debba sentire per forza come Don Chisciotte che lotta contro i mulini al vento. Non è vero che “ tanto non succede niente !”. Quante volte, mi è stato detto “chi te lo fa fare !”. La sensazione di non mollare mai, la “certezza” che stai facendo la cosa giusta, la percezione che puoi essere utile a qualcun altro, la convinzione di non cedere a soprusi, ti da un senso estremamente gratificante della tua esistenza.
E’ questa percezione che “sento” continuamente nella frequentazione dei miei ex colleghi di lavoro, compagni di presidio e compagni di lotta all’interno del Movimento Popolare Dignità e Lavoro. Un gruppo di persone che hanno ritrovato quella voglia di “partecipare”, di essere attivi e disponibili per tutti, di non accettare soprusi e condizionamenti.
Un gruppo di persone che oggi si interessa delle problematiche del lavoro, di quelle ambientali, di quelle sociali ( antimafia ) . Un gruppo di persone che fa’ e che da’ l’esempio, senza chiedere ne ricevere nulla in cambio. Un gruppo di persone che ha preteso rispetto e che ha ottenuto rispetto, dalla gente perbene, dalle istituzioni.

Sulla questione Novaceta, quel gruppo di persone, conduce una lotta giusta che stà già avendo, ed avrà ancora, consensi e riscontri. E’ diminuita l’arroganza di alcuni dei poteri forti, è aumentata, in noi, la convinzione di essere presi in seria attenzione per quello che stiamo facendo e per quello che si è dato e che si è in grado di dare ancora alla nostra comunità.

C’è bisogno di ritrovare, in tutte quelle persone, che con grande entusiasmo hanno iniziato una giusta lotta già dal 2009, le rinnovate motivazioni di lotta e di appartenenza ad un nuovo movimento popolare che, se forte, può entrare con determinazione nelle scelte sociali che determinano le condizioni di vita sul nostro territorio.

Oltre 600 persone hanno firmato una petizione proposta dal Movimento in cui si chiede, alle istituzioni ed alle amministrazioni locali, trasparenza in materia di ambiente ed in materia di occupazione e lavoro. Un esercito di persone che chiede di partecipare alle scelte ed alle decisioni delle amministrazioni locali. Un esercito di persone che ha espresso il proprio parere , non attraverso un voto politico, ma l’ho ha fatto attraverso la mobilitazione, attraverso un approccio diretto a quelle che sono le problematiche quotidiane di ogni Cittadino.

Il Movimento Popolare Dignità e Lavoro, nelle sedi istituzionali della Provincia di Milano e del Comune di Magenta, ha chiesto di essere coinvolto, e di partecipare nelle decisioni, in tema di ambiente e principalmente in materia di lavoro, qualora eventuali situazioni occupazionali dovessero riguardare le  ex aree Novaceta.

E’ per questo motivo che chiediamo con viva forza, a tutti gli ex compagni di lavoro, a tutte le persone che ci conoscono, a tutte quelle persone disgustate da una politica che non vede e non sente i problemi della gente, di costruire insieme un’alternativa di gestione del territorio. Proviamo a lottare insieme, proviamo a cambiare le cose, con impegno e determinazione. Vi aspettiamo.

Mario De Luca

Movimento Popolare Dignità e Lavoro
Circolo : Viale Piemonte, 10 ; 20013 Magenta (aperto ogni mercoledì dalle 21.00 alle 24.00)
Tel.: 3881493456




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