venerdì 8 novembre 2013

Invernizzi, un sindaco che mantiene le promesse elettorali

Di fronte a una situazione sempre più drammatica sul piano occupazionale nel magentino, in cui spiccano le dismissioni a catena di intere aree industriali con conseguenti perdite di centinaia di posti di lavoro, sarà opportuno cercare di capire quali siano stati gli impegni presi dall'attuale amministrazione comunale in base al programma elettorale presentato al voto dei cittadini.
E sì perchè di risultati finora non se ne sono visti molti, a partire dal "recupero" delle aree ex Saffa, Novaceta e Plodari, di cui si era detto di voler riconfermare "la vocazione produttiva in chiave moderna e sostenibile". Ma forse siamo troppo severi, perchè leggendo bene le proposte non è proprio vero che il sindaco non ha mantenuto gli impegni in tema di lavoro e occupazione.
Invernizzi ha proposto infatti la creazione di "un polo regionale per la produzione e la formazione professionale nel campo delle energie rinnovabili" al fine di poter "cogliere le opportunità occupazionali e i finanziamenti comunitari" legati alla green economy. Sante parole, ma appunto "parole". In quali mani sarebbe la possibilità di realizzare questo polo regionale? Quelle del presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni con ogni probabilità, non certo del sindaco del Comune di Magenta. Saremmo curiosi di sapere se qualche atto è stato fatto finora in questa direzione.
Ma onestamente forse anche questo è tempo perso, perchè l'obiettivo non è quello di un progetto di reindustrializzazione delle aree dismesse, bensì quello di formare persone che possano essere disponibili a lavorare se mai un'impresa decidesse di avviare qualche produzione da green economy finanziata dall'Unione Europea. Auguri!
E anche il segno "ecologista" dell'impresa è significativo, dato che la green economy (economia verde) non vuol dire affatto né tutela dell'ambiente nè sostenibilità, ma - visto che proprio si vuol utilizzare l'inglese – business per chi vuol sfruttare l'ecologia anche a prescindere dall'impatto ambientale: vedi ad esempio la proliferazione di pale eoliche a tappeto in certe zone del paese che hanno provocato la sollevazione degli abitanti. Così come le "bonifiche da amianto" tanto indispensabili e sicuramente obbligatorie, affidate a ditte che tutto fanno tranne che tener conto delle procedure a tutela della salute e della sicurezza delle persone (giusto per ricordare anche una storia che ha a che fare con una nota area dismessa di Magenta...). L'ecologia è una cosa seria, gli affari sulla pelle dei cittadini con la scusa dell'ambiente sono un'altra cosa!
Per salvaguardare il polo produttivo nelle aree delle tre aziende occorrerebbe promuovere (anzi sarebbe occorso già prima dello smantellamento!) attività industriali concrete, a partire dalle competenze tecniche e lavorative esistenti, tipo il piano industriale per Novaceta presentato dal Movimento popolare Dignità e Lavoro di Magenta che quelle competenze e quell'area intendeva utilizzare! Quindi facendosi promotore della ricerca di investitori pubblici o privati a sostegno di quel piano, oppure  - se il rifarsi all'articolo 43 della Costituzione non è ritenuto un eccesso di estremismo - sostenere l'esproprio delle aree ai fini di pubblica utilità.
Ma queste appunto sono cose serie e se fossero state dette in campagna elettorale le potremmo oggi rinfacciare all'attuale amministrazione per inadempienza. Ma siccome Invernizzi ha promesso "parole", non possiamo proprio rimproverargli nulla.

Gigi Malabarba
Movimento Popolare Dignità e Lavoro

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